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| inviato il 24 Gennaio 2019 ore 11:17
Grazie mille Stefano ovviamente anche io la posseggo e ne ho ricordi sicuramente meravigliosi ciao Rosario |
| inviato il 11 Agosto 2020 ore 11:01
oggetto dal fascino senza tempo |
| inviato il 11 Agosto 2020 ore 11:04
“ oggetto dal fascino senza tempo „ indubbiamente e non paragonabili con il digitale che dopo pochi anni risultano obsoleti Grazie mille Fabio |
| inviato il 08 Settembre 2020 ore 13:20
L'analogico... che goduria !!! |
| inviato il 08 Settembre 2020 ore 14:21
Sempre molto gentile e lieto dei continui passaggi carissimo Luigi.Ciao Rosario Passione comune sicuramente |
| inviato il 08 Settembre 2020 ore 15:03
Mi è ritornata, caro Rosario, la tua foto tra "le mani" e ne apprezzo ancora il fuoco incentrato sul logo Minolta per catturare giustamente l'attenzione su un marchio storico, forse poco apprezzato negli anni seguenti. Le Minolta non erano solo reflex solidissime, indistruttibili e famose quasi solo per questo, ma in realtà all'avanguardia: nel '66 la SRt 101 proponeva la lettura TTL a tutta apertura con il simulatore di diaframma. Le tanto celebrate Asahi Pentax Spotmatic, tanto di moda all'epoca, dovranno aspettare il 1973 (sette anni dopo!) con la Spotmatic F per avere lo stesso. E così altri modelli di altri marchi. E poi il sistema originale Minolta di esposizione CLC (contrast light compensator) che, grazie a due cellule contrapposte, permetteva di effettuare una lettura di tipo matrix molti anni prima che altri ne seguissero l'esempio. Quindi Minolta era sostanza ma anche raffinatezza. E questo nel 1966! La tua, però, dovrebbe essere successiva al 1969: le prime, infatti, avevano la torretta dei tempi in nero e le viti erano del tipo "a taglio" secondo le norme giapponesi JIS, mentre le successive al 1969 aderirono alla normativa internazionale con viti "a stella". Tutto sommato, però, la tua foto ci ricorda anche di quanto la fotografia, in fondo, sia rimasta la stessa e basata sulla classica triade tempi/diaframmi/ISO. Se consideriamo il fotografo di paesaggio di oggi, compirà le stesse manovre di una volta: cavalletto, comando a distanza (un tempo meccanico , oggi elettrico ma il senso è lo stesso), alzo specchio per evitare vibrazioni(alzo specchio che la SRt101 aveva, una raffinatezza un tempo dedicata solo alle professionali e che altri marchi non proponevano!!!). E poi per fare paesaggi oggi eliminiamo l'autofocus, togliamo il sistema antivibrazione, usiamo la reflex in manuale regolando, oggi come allora, tempi e diaframmi senza automatismi. Insomma, il passato ( e io non sono un nostalgico) in fondo ci insegna ancora a far fotografia... |
| inviato il 08 Settembre 2020 ore 21:37
Io ne ho 7 di Minolta della serie SRT, praticamente tutte, tranne i modelli particolari: ho, infatti SRt 101 e 101b, SRt 303 e 303b, SRT 100, 100b e 100X.. Ma per me l'emozione è la stessa. Una bella fetta delle mie foto è fatta di paesaggi e di macro: in entrambi i casi uso tutte le regolazioni manuali. Non è che cambi così tanto da quando usavo le reflex negli anni '70 |
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