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| inviato il 15 Ottobre 2023 ore 11:29
mal di testa, per me è arabo ma grazie per l'impegno |
| inviato il 15 Ottobre 2023 ore 16:58
ma no dai è semplicissimo, e poi sei uno che usa pentax quindi non ti lasci spaventare facilmente PEEK è l'istruzione che restituisce il contenuto della cella di memoria il cui indirizzo è tra le parentesi (). La cella di memoria può essere uno spazio programma o un registro hardware POKE invece è l'istruzione con la quale vai a scrivere in un registro di memoria, quindi devi specificare oltre all'indirizzo anche il valore da scriverci. Qualcosa come POKE xx,yy. Essendo quei computer a 8 bit i valori ammissibili sono chiaramente da 0 a FF in esadecimale o da 0 a 255 in decimale |
| inviato il 15 Ottobre 2023 ore 19:53
Ricordo ancora quando dopo aver raccolto 500.000, andai a comprare il C64 con il registratore.... Hai perfettamente ragione Fabio, allora il pc univa ricordo che avevo un programmino per controllare la schedina del totocalcio e allora ci si riuniva tra amici ascoltando tutto il calcio minuto per minuto e aggiornando i risultati il programma ti diceva i punti totalizzati in schedina...sembra trascorso un secolo... |
| inviato il 15 Ottobre 2023 ore 21:08
"Essendo quei computer a 8 bit i valori ammissibili sono chiaramente da 0 a FF" Cioè? Era full frame? "poi sei uno che usa pentax" Ma infatti non mi spavento a usare Pentax, perché la uso inconsapevolmente |
| inviato il 15 Ottobre 2023 ore 21:57
 Ricordi l'abaco che si faceva alle elementari con gli stecchini e col das ? Unità decine centinaia...la notazione posizionale insomma. In binario le posizioni vanno con le potenze del 2. Cioè: 2^n 2^n-1 .... 2^1 2^0 Ogni asta può contenere al più una pallina. Ad es. 11 in binario equivale in decimale a: 1×2^1+1×2^0 = 2+1=3 Il numero 255 in decimale, in binario si scrive 11111111, infatti 2^0+2^1+2^2+2^3+2^4+2^5+2^6+2^7 = 1+2+4+8+16+32+64+128 = 255 Con 8 bit puoi quindi scrivere numeri da 0 a 255. Il numero 256 sarebbe 2^8 quindi 100000000 non rappresentabile perché richiede 9 bit. Come fai allora per numeri più grossi? Lo lascio immaginare a te Usando la notazione esadecimale, base sedici hai un abaco siffatto: 16^n 16^n-1 .... 16^1 16^0 Ma è un po' più complicato, vediamo. Come scrivi 16 ? Semplice 10. Ma 15? 15 = 0x16^1+15×16^0, dato che i numeri vanno da 0 a 9 devi usare le lettere. A,B,C,D,E,F con in progressione A=10 B=11 .... F=15. Ogni asta dell'abaco può contenere infatti fino a 15 palline Dunque 255 in decimale equivale a FF in esadecimale perché 15×16^1+15x16^0 = 255 La memoria è mappata con indirizzi per ciascun registro, così per usare programmazione di basso livello come assembler occorre conoscere la composizione degli indirizzi. Da qui la difficoltà al tempo di 'portare' un programma da un PC ad un altro con architettura diversa. |
| inviato il 15 Ottobre 2023 ore 23:56
......ecco.......ora é tutto più chiaro, ma sappi che se stanotte avrò gli incubi è tutta colpa tua |
| inviato il 30 Ottobre 2023 ore 22:59
Trovata per caso questa foto del C64 . Che tempi ...e quanto tempo è passato ... e quante cose sono cambiate, se ci penso il tutto ha prodotro un futuro con prodotti incredibili. Già a quei tempi, inizi anni '80, tutti hanno fatto miracoli con una macchina da 64kb dove ci stava il basic, il kernel, la memoria video e nello spazio libero ci stavano pure i programmi ... giochi ... Mi ricordo il lettore dei floppy (il 1541), la prima stampante (mps801),il primo word (easy script) con il quale ho pazientemente scritto tutta la (complessa) tesi di laurea di mia nipote stampata dopo con una stampante Nec a 24 aghi (una delle prime): correva l'anno 1989 quando si è laureata ... Oggi chissà, forse dovrei studiarmi i comandi e cercare il pulsante per l 'accensione. Però una cosa mi ricordo: SYS64738 ....!!! Grazie per aver risvegliato vecchi ricordi. |
| inviato il 30 Ottobre 2023 ore 23:07
Ah dimenticavo di dire che nel 1989, visto che ho nominato una data, avevo già 42 anni: ero un "vecchio" perché nel giro degli smanettoni c'erano tantissimi (quasi tutti) giovani tutti studenti di medie e liceo ... Mi sembrava di essere fuori posto. La parola informatica agli inizi anni 80 non esisteva oppure non l'ho mai sentita. |
| inviato il 31 Ottobre 2023 ore 11:16
Ciao Silvano, felice di conoscerti. Apprezzo il tuo ricordo e le tue parole che mi spingono ad una riflessione. L'era degli home computer, che io qui ho richiamato con i commodore 64 e amiga 500, è stata una fiammata importante nel diffondere nel grande pubblico le macchine programmabili. Al tempo, soprattutto all'inizio, ci si trovava di fronte a schermate con la scritta READY. Chi voleva usare il proprio computer doveva apprendere se ne aveva voglia un linguaggio di programmazione, sia esso di alto livello o di basso livello, aprire il manuale. Si doveva conoscere la propria macchina, essere utente attivo e ognuno, con i propri limiti, programmatori. L'evoluzione ha portato i 'prodotti incredibili' di cui parli, ma al tempo stesso ha trasformato l'utente in un elemento totalmente passivo. Ed è ancor più sorprendente constatare quanta poca oggi sia la quantità di gente che conosce come funziona un hardware, come è strutturato o peggio ancora come si programmi. Non lo specifico linguaggio ma come è formata una struttura dati. Ciò significa forse che quell'era in noi ha lasciato ben poco. Ma è pur logico, in quanto per diffondere più in profondità, cioè piazzare miliardi di pezzi all'anno, l'utente finale deve essere necessariamente elemento sempre più astratto e passivo nell'uso, ma comunque gli si deve dare l'impressione di sentirsi importante perché funzionale alla vendita; non deve conoscere, solo pensare di conoscere. Poco è cambiato in fin dei conti anche se a noi è sembrata una rivoluzione. Ciò che oggi di importante facciamo, non parlo del superfluo ed insignificante cui diamo un peso che non dovrebbe avere, potevamo farlo anche col c64. a presto |
| inviato il 31 Ottobre 2023 ore 21:34
Fabio, hai ragione! Eravamo "attivi" e oggi siamo utilizzatori passivi. Lo sono diventato anch'io anche perché negli anni '90non ho più avuto né il tempo e nemmeno la voglia per dedicarmi a questo hobby. In pratica, come adesso, utilizzatore passivo del tipo che quando devo formattare un hd da 4tb su PC mi devo cercare i comandi e farlo da DOS ... Ogni volta anche perché uno si dimentica ma questo è un altro discorso vista la mia vetusta età. Mi dispiace non aver conservato niente di quei tempi. Avevo manuali, schede, EPROM che ho girato ad un amico collezionista. Comunque gli smanettoni esistono ancora... Un mese fa visitando un mio vecchio amico mi sono trovato di fronte ad una consolle con tanto di schermo incorporato, hd interno, joystick esterni .. La sta realizzando in modo da "emulare" tutto quello di vecchio che abbiamo vissuto agli inizi: c64 spectrum Amiga e tantissime altre cose ... La grafica è preistorica ma ti risveglia ricordi... |
| inviato il 03 Novembre 2023 ore 13:16
Eeeeeeh PEEK e POKE con l'I/O memory mapped! Ma che ne sanno… Nostalgia… Comunque l'astrazione dall'hardware non è cosa negativa. Meglio però sapere cosa c'è sotto sia per realizzazioni a basso livello sia per eventuali effetti inattesi apparentemente inspiegabili. |
| inviato il 04 Novembre 2023 ore 17:33
Si. In realtà intendevo che il diventare passivo culturalmente è un controsenso rispetto alla realtà odierna, siamo circondati da macchine molto più di allora, ma le conosciamo molto meno di allora. E questo non dipende dall'astrazione software dall'architettura macchina, ma da un medioevo, passami il termine, culturale in cui pian piano stiamo piombando. Basta, e perdonami, leggere il forum, ove vedo ancora persone che non hanno capito cosa è la risoluzione di un sistema di acquisizione digitale. Ma tutti ne parlano e ne scrivono a fiumi, e per carità giusto così le opinioni come detto altrove sono tutte valide. Per non parlare di altre questioni tecniche, meglio starne fuori. I fatti, invece, proprio in quanto misurabili, tangibili, sono l'unica verità. Alla lunga quelli rimangono, le opinioni si dissolvono. Comprese le mie, ovviamente. Aggiungo, da ultimo, che oggi è più facile di allora "farsi" una cultura. Non solo c'è la disponibilità di moltissime risorse web, ma è anche molto meno costoso e molto più semplice reperire elettronica programmabile. E al tempo stesso anche gli IDE (ambienti di sviluppo integrati) molto più alla portata dei curiosi. |
| inviato il 05 Novembre 2023 ore 9:51
Si ma ci sono molti meno libri buoni perché scriverli costa fatica e pochi li apprezzano. C'è tanto ma diventa più difficile vagliare e con il livello medio capacità di approfondimento che è calata diventa più difficile diffondere informazioni di qualità. |
| inviato il 22 Gennaio 2025 ore 18:57
grazie Stefano mi fa piacere ritrovarti su una mia foto. ho inserito qualche commodore per ricordare un decennio per me straordinario dell'informatica che guardo con con piacere e un po' di nostalgia; la compagnia ebbe un periodo di grande successo trascinata dalle felici intuizioni del fondatore jack tramiel. Adesso? penso che un tempo c'erano dei sogni, oggi la realtà è ben diversa e spero sinceramente che non vadano a fare danni in giro per il sistema solare |
| inviato il 23 Gennaio 2025 ore 17:21
Già...più che d'accordo |
| inviato il 14 Marzo 2025 ore 18:24
Che ricordi,purtroppo il Commodore 64 non lo possiedi piu', ma in compenso conservo gelosamente un Amiga 1200. |
| inviato il 01 Aprile 2025 ore 13:24
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