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Io vi aspetterò mio Signore, siete partito con la promessa di un vostro ritorno in tempi brevi ma i mesi sono passati e ho ricevuto solo poche vostre missive che mi descrivevano le vostre faticose giornate al servigio di vostro padre l'Imperatore Federico II, quì le notti al castello sono fredde senza le vostre mani calde e senza i vostri baci, lo so voi siete un uomo bellissimo e io forse non sono alla vostra altezza e so che a corte ci sono molte donne più belle di me che sicuramente avrete conosciuto, ma il mio amore per voi è grande e aspetterò il vostro ritorno con fiducia non appena avrete sbrigato le vostre importanti faccende, io so che ritornerete da me, vostra moglie Adelasia regina di Sardegna -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Volevo dedicare questa foto a me stesso ma invece ritengo sia meglio dedicarla alla mia amica Cinzia P., una ragazza gentile e sorridente, perché in questo momento c'è bisogno di persone sorridenti e gentili. ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Tanto per farvi conoscere una pillola di storia della Sardegna vi riporto un interessante brano tratto da Italian Ways, comunque il castello di Burgos è legato a molte vicende storiche alcune molto cruenti e anche a molte leggende in puro style noir, un caro saluto a tutti e buona visione amici -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Nel Castello di Burgos, in provincia di Sassari, ha vissuto una figura leggendaria della storia della Sardegna: Adelasia di Torres (1207-1259), ultima “giudicessa” di Torres e regina consorte dell'isola. Il paese di Burgos si distende ai piedi del Castello del XII secolo. Nella fortezza, arroccata su una vetta nella sub-regione storica del Goceano, Adelasia visse in solitudine gli ultimi anni della sua vita. Nel Medio Evo ? tra il IX e il XIV secolo ? la Sardegna era amministrativamente divisa in Giudicati, entità statali autonome e sovrane governate da re o “Giudici” e fondate su un sistema semi-democratico all'epoca all'avanguardia. Ebbene, Adelasia nel 1236 si trovò al governo del Giudicato di Torres, e due anni dopo, in seguito al matrimonio contratto con Enzo, figlio dell'imperatore Federico II di Svevia, fu regina di Sardegna. Ma Enzo restò pochi mesi nell'isola: il padre lo nominò infatti vicario imperiale perché seguisse le complesse vicende dell'Italia centro-settentrionale, dove infuriavano i conflitti fra Impero, Papato e Comuni. Dopo la partenza del marito, Adelasia si ritirò per sempre nel castello di Burgos. La grande scrittrice sarda Grazia Deledda (premio Nobel per la Letteratura nel 1926), dedicò ad Adelasia un bel racconto, “Il sigillo d'amore”. Eccone alcuni struggenti brani. Nella nuova dimora ella scelse, per abitarvi, le camere più alte, e fin dal primo giorno s'affacciò alla finestra dalla quale meglio si dominava la strada che dal castello scendeva alle terre del Goceano e si perdeva attraverso le valli del Logudoro. La strada, che ai piedi del colle roccioso di Burgos si restringeva quasi in un sentiero, arrampicandosi fra le pietre e i cespugli fino allo spiazzo del castello, era quasi sempre deserta: gli occhi tristi della Regina non cessavano tuttavia di fissarne le lontananze, e se qualche cavaliere vi appariva, il cuore di lei palpitava come quello di una fanciulla al suo primo convegno di amore. Ma il cavaliere era spesso un paesano che viaggiava sul suo ronzino, o un armigero in perlustrazione. Anche di notte, nelle chiare notti solitarie, ella si affacciava alla finestra; poi, sola nel suo grande letto vedovile, vedeva ancora la strada che ormai le pareva appartenesse alla sua stessa persona, come le vene delle sue braccia, come la treccia che le scendeva fino al cuore; la vedeva anche nel sonno, come si partisse dai suoi occhi e scendesse al mare, e attraversasse il mare, strada di desiderio e di vana speranza, fino a raggiungere il giovine sposo. E quando al mattino i lentischi e i macigni del sentiero brillavano di rugiada, a lei pareva di averli bagnati con le sue lagrime…. -------------------------------------------------------------------------------------------------ANNOTAZIONE IMPORTANTE - prima che il mio amico Paolo da Laconi mi cancelli da amico, la foto che è servita ad illustrare la vicenda di Adelasia l'ho scattata nel meraviglioso castello di Laconi
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Wuau Emme che scatto!! Più che una fotografia, sembra di essere lì, e vederla, l'ambientazione è favolosa e la tridimensionalita incredibile. Non sono bravo con le parole ma io l EP te lo do. Bellissimo il racconto e dedica. Ciao Andrea
questa è davvero una bella storia! lei sembra mimetizzarsi con il castello, entrambi in attesa di un ritorno... mi ricorda i versi di una canzone: "I'll wait for you there, like a stone I'll wait for you there, alone"
Ciao Emme, solo oggi ho potuto vedere e leggere questa tua nuova meravigliosa opera che ci hai regalato. La tua grande capacità di suscitare intense emozioni attraverso le tue immagini e i racconti che le accompagnano sono il segno inconfondibile della tua grande sensibilità, una dote che oggi è molto rara, ma che in tè ritrovo ogni volta che vedo una tua foto. Ti Auguro una buona domenica. Lucio.
Una foto magnifica dove il colore caldo dell'aggraziata figura femminile che si guarda il morbido vestito con aria rassegnata fa contrasto con la dura pietra e il cielo minaccioso, L'immagine rappresenta magistralmente la solitudine descritta nella didascalia.
Ciao Emme Tutto meravigliosamente fantastico . Una foto con una location una composizione dei colori da ...favola. Veramente SPETTACOLARE Ma lo spettacolo non finisce qui . Una didascalia con una storia bellissima ,particolareggiata e coinvolgente . Bella anche la dedica alla nostra amica Cinzia .gentile,simpatica ,divertente e piena di gioia di vivere, qualità importanti che in questa società frenetica a volte mancano . Grandi complimenti per un maestro di vita Un carissimo saluto Roberto
Alle volte, caro Emme, non sai se la fotografia è stupenda o la didascalia è meravigliosa. Hai la capacità di accompagnare i tuoi bellissimi scatti con pillole di storia che non solo sono interessantissime, ma ti aiutano ancora di più ad immedesimarti nella scena dell'immagine che ci presenti. Questa è arte, Emme, che parte dal più profondo del cuore. Che bello sentirti così orgoglioso delle tue origini, della tua terra e che bello vedere come sai raccontarcela con le tue immagini. Uno spettacolo coinvolgente. Buona luce Gabbia65