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| inviato il 09 Dicembre 2020 ore 15:38
non potevi desiderare di meglio, gran bella attrezzatura, complimenti |
| inviato il 10 Dicembre 2020 ore 9:26
Ciao Alberto, una bella fotocamera, straordinaria per viaggiare leggeri, ottiche tutte notevoli. Il vario sonnar un gioiello per la g2. Il biogon 28 uno spettacolo di nitidezza con la velvia 50. Perfettibile il mirino un poco piccolo secondo me. un saluto |
| inviato il 13 Marzo 2021 ore 23:56
Caro Fabio, in omaggio a questa tua impegnativa composizione, mi sono permesso di riprodurre, come appunto, una rivitalizzazione dello ZEISS PLANAR 35 2.0 per Contax G . Come puoi constatare ho già decantato, di recente, le progenitrici ZEISS CONTAX ii e III degli anni '30 coi fantastici SONNAR 50 2.0 e 50 1.5 attrici delle mie immagini di Venezia e della Cronoscalata Cernobbio - Bisbino di fine anni '60. Anche la G (non più ZEISS ) degli anni '90 ha fatto parte della mia esperienza e posso riportare che il primo PLANAR 45/2 di dotazione non mi aveva particolarmente impressionato. Sostituto poi col PLANAR 35/2 , la qualità è stata riconfermata ma comunque non al livello degli ZEISS professionali. Ora ogni tanto lo uso con soddisfazione su SONY A7 anche se ho altri competitor che non gli permettono di primeggiare. Dovevo già ringraziarti per l'attenzione mostrata coi tuoi passaggi e colgo l'occasione per farlo. Ciao Sergio |
| inviato il 14 Marzo 2021 ore 8:09
Caro Sergio, la tua è una galleria di favolose fotografie e splendidi documenti. Sono io quindi che ti ringrazio per aver passato qualche minuto del tuo tempo qui. E' sempre bello e istruttivo leggere opinioni e commenti di chi ha tanta esperienza. Io ho 'vissuto' quelle contax degli anni '90 di cui ho apprezzato molte caratteristiche. Della g2 posso dire che il pacchetto complessivo era di alto livello ma con alcuni aspetti migliorabili. Il mirino ad esempio, ma anche il sistema AF. Per quanto buono e anche veloce per quel periodo e innovativo su una fotocamera a telemetro, ritengo che l'assenza di un vero feedback sulla zona di fuoco fosse un limite importante. Come tutti gli automatismi, non solo in campo fotografico, l'utente dovrebbe poter controllare sempre cosa la macchina ha calcolato e attuato (non basta un'indicazione della distanza), ma questo richiede un'interfaccia uomo-macchina più complessa e, probabilmente, costosa. In quel periodo ad esempio la contax AX che ho avuto aveva un AF meno performante per velocità ma subito verificabile nel mirino che conservava tutto il necessario per valutare. Ma quella era una reflex, altra storia. Della linea di obiettivi ho apprezzato particolarmente il biogon 28. Del resto il mio planar preferito era quello della reflex. Ai tempi avrei voluto fare il salto verso le leica M. Ma il costo anche dell'usato è sempre stata una barriera insuperabile. Ho provato qualcosa delle M su sony digitale con risultati, a mio avviso, non completamente soddisfacenti e sensazioni alterne. Grazie ancora Sergio un saluto |
| inviato il 14 Marzo 2021 ore 10:33
Ho vissuto con apatia il passaggio da analogico a digitale ma non per una preclusione fideistica-concettuale ( di professione mi sono occupato di software e calcolatori dall'italiano Laben (Montecatini) agli Host IBM in VSE e MVS e oltre...) , ma perchè stava terminando la prevalenza meccanica nella costruzione delle "macchine fotografiche" per passare ad incapsulamenti di circuiti elettronici in materiali più o meno nobili e destinati a rapida obsolescenza, suddite di accumulatori elettrici. Dal "gioiello" all'elettrodomestico consumistico. Però la fotografia è un'altra cosa e quando le prestazioni del digitale hanno affiancato il livello della memoria "chimica" per poi proseguire molto oltre, ho ripreso contatto con le fotocamere digitali. Condivido molto delle tue valutazioni anche se nell'esigenza del AF , essendo io nato su macchine con messa a fuoco a stima o fori stenopeici molto accomodanti, mi basta che nell'emergenza lo possa disinserire. Il mirrorless è stato per me come una resurrezione, perchè ho potuto far rivivere le mie adorate ottiche realizzate in passato con sublimi vetri e bronzi raffinati. Per mia esperienza e modo di fotografare un SUMMICRON 35/2 su un corpo A7 risponde al classico quesito: ' Se dovessi utilizzare un solo apparecchio quale salveresti ?' Comunque ritengo che il brand LEICA attuale sia una sfacciata presenza commerciale. Un presto arrisentirci Grazie Sergio |
| inviato il 14 Marzo 2021 ore 11:38
Doveroso per me sottolineare quanto siano ben calibrate le tue parole di questi commenti e la descrizione del percorso storico di questi nostri amati (a volte odiati) dispositivi. Tralasciando la mia personale esperienza di apparecchi fotografici, decisamente modesta rispetto alla tua, caro Sergio, aggiungo che mi ha colpito molto un'affermazione di Erwin Puts (ne conoscevo a memoria le note) la riporto: "For more than 35 years I have been intimately involved in the Leica world, encompassing the history of the company, the analysis of the products and the use of the products, all under the umbrella concept of the Leica World." (Erwin Puts has written many Leica books) I have experienced and discussed in detail with relevant persons in Wetzlar (old), Solms and Wetzlar (again, new) the digital turn and how the company evolved and changed while adopting the digitalization of the photographic process and the changing world of the internet based photography. The most recent event is the evolution from a manufacturing company to a software-based company. While a commercial success, this change of heart has accomplished a, perhaps not intended, impact: the soul of Leica products has been eradicated. A renewed interest in classical products is the result. The SL and Q are currently the hopeful products for the future. The ghosts of Huawei and Panasonic can be seen all over the campus and while the M-system is still being promoted as the true heir of the Leica lineage, it is now sidelined. Once upon a time, Leica followed its own path, guided by gifted and pioneering engineers and keen marketeers. Nowadays its products are as mainstream as every other camera manufacture. The company has sketched a future and follows a path that I am no longer willing to go" mi sembra significativo |
| inviato il 14 Marzo 2021 ore 14:05
Non potrebbe essere altrimenti.... Comunque vorrei aggiungere qualche accento su LEITZ che non trovo espresso con la dovuta esplicita chiarezza: La LEICA è nata su una geniale compattezza dimensionale e una accurata lavorazione meccanica, ma non ha mai corretto alcuni errori secondo me progettuali: ad esempio il meccanismo per il rallentamento della tendina nei tempi lunghi è stato precario per decenni in tutti i modelli e non ancora stabile nella serie M. Per contro, tutti i corpi da me raccoltiI della Nikon, pur "inspirandosi" ad alcune forme della ZEISS CONTAX, anche nella mitica reflex NKON F , dopo oltre mezzo continuano a funzionare regolarmente nei tempi lunghi senza necessità di interventi di manutenzione. Altra considerazione basilare, le ottiche Leica fino agli anni sessanta non potevano confrontarsi con le ZEISS, specie nelle corte focali. Altra pecca significativa , LEITZ non ha mai imbroccato un 20 mm degno degli altri obiettivi di scuderia, anche appoggiandosi a illustri case specializzate. E adesso , dopo le dolenti note, viva la Leica , mia amata prediletta.. Ciao Sergio |
| inviato il 14 Marzo 2021 ore 18:48
"viva Leica" sempre e grazie per le note aggiuntive. Un piacere parlare in totale serenità di questi strumenti straordinari. un abbraccio Sergio |
| inviato il 17 Luglio 2022 ore 8:47
Tanta roba .... che ha raggiunto prezzi davvero elevati ... |
| inviato il 25 Aprile 2023 ore 21:54
Bella composizione. E' forse il miglior sistema a telemetro |
| inviato il 28 Aprile 2023 ore 12:10
l'ho usato a lungo con grande soddisfazione |
| inviato il 11 Settembre 2024 ore 16:26
Tutto fantastico complimenti |
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