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| inviato il 05 Luglio 2024 ore 17:59
Della serie: a posteriori, va bene tutto... |
| inviato il 05 Luglio 2024 ore 18:28
Beh non esageriamo, mica è la crosta appesa al museo con la dubbia spiegazione :) |
| inviato il 05 Luglio 2024 ore 22:35
Su “ultraclassico” sinceramente faccio un passo indietro |
| inviato il 05 Luglio 2024 ore 23:14
Perché, i Genesis di Gabriel & Co. tali non sono? |
| inviato il 14 Luglio 2024 ore 9:16
Primo impatto: il messaggio è che il potere è morto (oppure è mortE) e il re nudo tenta di nascondersi perché per lui si prospetta la punizione popolare. Utopia ed illusione, ma sono uno scrittore di storia e di fantascienza, quindi nel mio campo queste condizioni sono comuni. Ci sarebbe anche una seconda interpretazione: chi crediamo che sia sul trono è in realtà un fantoccio, sempre che esista davvero (chi ha detto George Orwell?). Le trame del potere sono tessute da persone di cui non conosciamo il volto, anzi, nemmeno l'abito. Trame=tappeto. La realizzazione tecnica è sempre ottima. Tu però viaggi sempre sul messaggio pertanto se io l'ho capito male i casi sono tre 1) Io non sono abbastanza sveglio 2) Tu non lo hai trasmesso bene 3) 42 |
| inviato il 15 Luglio 2024 ore 1:55
"42" mi ha fatto sorridere :) Diciamo che, come altre, c'è un'idea "martello" da cui nasce la foto (o immagine, per non indignare qualche purista...) ma ogni interpretazione è libera di circolare. In fondo non lo definirei messaggio, ma capisco cosa intendi. L'unica cosa che almeno ho reso (credo) è che quello su cui poggia il teschio è un trono, o almeno...se identifichi la figura in un "re", così dovrebbe apparirti. Ma probabilmente il punto 2 ci sta anche...nonostante, inizialmente, mi sembrava anche troppo semplice |
| inviato il 15 Luglio 2024 ore 2:10
Il Re Giallo, lo so che non c'entra ma voglio dar modo a chi so io di parlar male degli elucubratori... |
| inviato il 16 Luglio 2024 ore 20:40
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| inviato il 16 Luglio 2024 ore 20:46
Nel senso che ti ricorda Mapplethorpe? |
| inviato il 16 Luglio 2024 ore 21:26
La sua coscienza in quel momento , drammatico. Nel tuo caso ti auguro lunghissima vita. |
| inviato il 16 Luglio 2024 ore 21:28
Ah sì, in effetti è stato il suo ultimo autoritratto...mi sa che a quel punto non aveva più modo di nascondersi... |
| inviato il 08 Agosto 2024 ore 22:17
Sempre cercare sotto al tappeto. A volte anche le cose per noi scontate non lo sono dopo. |
| inviato il 15 Agosto 2024 ore 20:48
Premetto che le fotografie di Rombro sono sempre interessanti e lo associo, anche se credo siano diversi, a Matteo Groppi, perché seguono ostinatamente una ricerca, che mi sembra una cosa bella. Sopra si è parlato di 'messaggio'. Quando a Guido Guido chiedono qual è il messaggio delle sue fotografie risponde che non fa il postino! In effetti risolvere l'immagine in messaggio la riduce, e si accompagna alla domanda: perché non scrivere direttamente il messaggio? A me pare invece che se c'è un messaggio, appartiene a ciò che non può essere detto. Questa fotografia - questo tipo di fotografia - mostra un immaginario. La vocazione della fotografia è registrare la realtà, gli immaginari sembrerebbero competenza della pittura, letteratura, cinema eccetera. Invece no, alla fotografia resta un margine - diverso dal pittorialismo - per occuparsi di immaginario. . L'immaginario ha sempre una dimensione collettiva: lo ereditiamo, ci viviamo immersi e lo implementiamo. Così per questa immagine, che condivide il linguaggio immaginifico - per esempio - della Lady Tanith del Vulcano Manor. Noi siamo un disgraziato cavaliere ('turnished', senza grazia) teletrasportato attraverso una morte terribile davanti al trono di Lady Tanith, appoggiato su un sontuoso tappeto. La Lady è seduta davanti a noi vegliata da una guardia del corpo alla sua sinistra. Quando finirà l'avventura, la Lady morirà e anche la guardia del corpo che sembrava imbattibile; abbiamo appena ucciso il marito, un uomo trasformato in gigantesco serpente per brama di potere (come certi mostri di Berserk). Troviamo molti elementi della fotografia: il trono vuoto, l'ambiente cupo, il tappeto rosso, manca il teschio, ma possiamo immaginarlo perché tutta la storia è uno strascico di morte. Allora non c'è un messaggio da 'unboxare', ma le figure dell'immaginario agiscono e muovono cose dentro di noi, alludono a storie, modi di vedere le cose, qui c'è un uomo che va dove non si può andare, sotto un tappeto dove apparentemente non c'è niente, azione che compie al cospetto di una simbologia della morte sontuosa. Facciamocene una ragione: bisogna accettare il mistero come verità e realtà. assetsio.gnwcdn.com/elden_ring_volcano_manor_quest.png?width=1920&heig |
| inviato il 15 Agosto 2024 ore 20:53
“ Facciamocene una ragione: bisogna accettare il mistero come verità e realtà. „ A. Caracciolo, nel pregevole Leopardi e il nichilismo, scriveva che la risposta è nell'assunzione del mistero. Parlava dell'universo, della natura, del nulla e per fortuna era più chiaro del compianto E. Severino. |
| inviato il 16 Agosto 2024 ore 4:27
“ A me pare invece che se c'è un messaggio, appartiene a ciò che non può essere detto. „ Che poi non è, sostanzialmente, il motivo che continua a richiamare ossessivamente la vita verso quella ricerca magnificamente fallimentare che è l'arte? :) Chiaramente non è che ci sia una soluzione (alla foto come alla vita), si attraversano (più o meno consapevolmente) percorsi di pensiero tradotti miseramente in immagine e si incrociano "nodi" altrui che passano "da lì" innescando curiose illusioni di compatibilità e verosimiglianza. L'immagine, nella sua detestabilità (per come la vivo io), ha il potere di fare anche questo: creare fugaci incontri fantasmatici in cui l'alone effimero della comunicazione semina residui di significanza che possono rivelarsi fertili a seconda dello spirito che li elabora. Certo che mai avrei pensato ad un parallelo con un videogame “ Facciamocene una ragione: bisogna accettare il mistero come verità e realtà. „ Indubbiamente :) “ A. Caracciolo, nel pregevole Leopardi e il nichilismo „ Vedo che è uno di quei Bompiani non disponbili a tempo indeterminato, un po' come La musica e l'ineffabile di Jankélévitch che, dopo tanti anni, ancora non sono riuscito a recuperare (anche se pare che sia in ristampa su Jaca Book). |
| inviato il 05 Settembre 2024 ore 21:09
La morte è l' unica certezza che abbiamo e fingere di non saperlo è il male ,il peccato originale,che affligge la mente di molti Bella rappresentazione Ciao Rombro |
| inviato il 09 Settembre 2024 ore 19:51
Ciao Matt, lettura sintetica ma verosimile. Mi chiedevo...ma il titolo non dice nulla a nessuno? :) |
| inviato il 15 Settembre 2024 ore 19:35
Di solito non ho a che fare con questo genere di foto, ma ci sono inciampato girovagando per le gallerie e mi ha fatto pensare un pò... Io qui ci vedrei bene The great gig in the sky dei Pink Floyd “ Mi chiedevo...ma il titolo non dice nulla a nessuno? :) „ Il titolo potrebbe voler dire che, nonostante i numerosi tentativi (infiniti) di evitare questo confronto, alla fine c'è solo un "modo" per conoscere veramente sé stessi: affrontare le proprie paure, la morte, e il lato oscuro della vita. |
| inviato il 15 Settembre 2024 ore 20:28
Diciamo che una volta che accogli il buio, qualunque modo per conoscersi si rivela più una forma di sopravvivenza per non impazzire. Alla fine, sotto quel tappeto uno si crea i mostri o le favole che vuole. O meglio...che può. |
| inviato il 16 Settembre 2024 ore 6:08
'Mostro' ovvero 'prodigio' |
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