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| inviato il 17 Novembre 2018 ore 12:27
...Gioco il Jolly e chiedo l'aiuto di Caterina! |
| inviato il 17 Novembre 2018 ore 12:45
Beh direi che a questa foto non gli manca proprio niente, dettagliata, dinamica con bei colori...riflessi ecc.ecc. Complimenti come sempre Alberto Ciao Luca |
| inviato il 17 Novembre 2018 ore 12:51
Ciao Luca, ti ringrazio per la visita! Alberto |
| inviato il 17 Novembre 2018 ore 12:54
Alberto, continui ad "allargare", offrendo a chi, come me, non conosce questo bellissimo luogo la possibilità di vederlo e di apprezzarne le qualità, partendo da dettagli ristretti ed arrivando ad una visione globale. Apprezzo molto il tuo rigore e la coerenza stilistica, oltre alle esecuzioni tecnicamente perfette. Se devo vedere questa serie come un racconto, questa è la mia preferita. E la vedo come immagine singola ed avulsa, forse è un po' troppo ricca di dettagli, ma alla fine racconta qualcosa di vero, in modo appassionato e "d'autore". Quindi, complimenti sinceri, comunque! Ciao, Davide |
| inviato il 17 Novembre 2018 ore 12:54
“ la vignettatura l'hai suggerita per mascherare la pietraia che si intravede in alto, vero? „ Ovviamente...come insegna Ando Gilardi “ Non fotografare gli straccioni, i senza lavoro, gli affamati. Non fotografare le prostitute, i mendicanti sui gradini delle chiese, i pensionati sulle panchine solitarie che aspettano la morte come un treno nella notte. Non fotografare i neri umiliati, i giovani vittime delle droga, gli alcolizzati che dormono i loro orribili sogni. La società gli ha già preso tutto, non prendergli anche la fotografia. Non fotografare chi ha le manette ai polsi, quelli messi con le spalle al muro, quelli con le braccia alzate, perchè non possono respingerti. Non fotografare la suicida, l'omicida e la sua vittima. Non fotografare l'imputato dietro le sbarre, chi entra o esce di prigione, il condannato che va verso il patibolo. Non fotografare il carceriere, il giudice e nessuno che indossi una toga o una divisa. Hanno già soppportato la violenza non aggiungere la tua. Loro debbono usare violenza, tu puoi farne a meno. Non fotografare il malato di mente, il paralitico, i gobbi e gli storpi. Lascia in pace chi arranca con le stampelle e chi si ostina a salutare militarmente con l'eroico moncherino. Non ritrarre un uomo solo perchè la sua testa è troppo grossa, o troppo piccola, o in qualche modo deforme. Non perseguitare con i flash la ragazza sfigurata dall'incidente, la vecchia mascherata dalle rughe, l'attrice imbruttita dal tempo. Per loro gli specchi sono un incubo, non aggiungere le tue fotografie. Non fotografare la madre dell'assassino e nemmeno quella della vittima. Non fotografare i figli di chi ha ucciso l'amante, e nemmeno gli orfani dell'amante. Non fotografare chi subì ingiuria: la ragazza violentata, il bambino percosso. Le peggiori ×e fotografiche si commettono in nome del diritto all'informazione. Se è davvero l'umana solidarietà quella che ti conduce a visitare l'ospizio dei vecchi, il manicomio, il carcere, provalo lasciando a casa la macchina fotografica. Non fotografare chi fotografa; può darsi che soddisfi solo un bisogno naturale. Non fotografare gli straccioni, i senza lavoro, gli affamati. Non fotografare le prostitute, i mendicanti sui gradini delle chiese, i pensionati sulle panchine solitarie che aspettano la morte come un treno nella notte. Non fotografare i neri umiliati, i giovani vittime delle droga, gli alcolizzati che dormono i loro orribili sogni. La società gli ha già preso tutto, non prendergli anche la fotografia. Non fotografare chi ha le manette ai polsi, quelli messi con le spalle al muro, quelli con le braccia alzate, perchè non possono respingerti. Non fotografare la suicida, l'omicida e la sua vittima. Non fotografare l'imputato dietro le sbarre, chi entra o esce di prigione, il condannato che va verso il patibolo. Non fotografare il carceriere, il giudice e nessuno che indossi una toga o una divisa. Hanno già soppportato la violenza non aggiungere la tua. Loro debbono usare violenza, tu puoi farne a meno. Non fotografare il malato di mente, il paralitico, i gobbi e gli storpi. Lascia in pace chi arranca con le stampelle e chi si ostina a salutare militarmente con l'eroico moncherino. Non ritrarre un uomo solo perchè la sua testa è troppo grossa, o troppo piccola, o in qualche modo deforme. Non perseguitare con i flash la ragazza sfigurata dall'incidente, la vecchia mascherata dalle rughe, l'attrice imbruttita dal tempo. Per loro gli specchi sono un incubo, non aggiungere le tue fotografie. Non fotografare la madre dell'assassino e nemmeno quella della vittima. Non fotografare i figli di chi ha ucciso l'amante, e nemmeno gli orfani dell'amante. Non fotografare chi subì ingiuria: la ragazza violentata, il bambino percosso. Le peggiori ×e fotografiche si commettono in nome del diritto all'informazione. Se è davvero l'umana solidarietà quella che ti conduce a visitare l'ospizio dei vecchi, il manicomio, il carcere, provalo lasciando a casa la macchina fotografica. Non fotografare chi fotografa; può darsi che soddisfi solo un bisogno naturale Non fotografare le pietraie sono lembi di terra che hanno subito una punizione divina, rispetta il loro silenzioso dolore e lasciagli un poco di dignità „ Anche se forse sull'ultimo punto la memoria mi gioca qualche scherzo, sai l'età...ma il succo è quello   |
| inviato il 17 Novembre 2018 ore 13:45
Torno a te, Davide, scusandomi per l'intermezzo (dovevo... ). Grazie per la visita e per le tue belle considerazioni! Sono contento se hai visto in questa foto non una ripetizione, ma la conclusione di un racconto. Ciao, Alberto |
| inviato il 17 Novembre 2018 ore 17:38
Bellissima, complimenti! Ciao Roberto |
| inviato il 17 Novembre 2018 ore 17:54
“ ...come insegna Ando Gilardi „ Chiedo scusa ad Alberto per il mio OT, volevo solo scrivere che non sono minimamente d'accordo con la citazione di Caterina (ma mi piace l'idea di una leggera vignettatura in alto). C'è naturalmente modo e modo di fotografare il degrado, la malattia o la disgrazia e sinceramente non saprei dire quale sia il modo migliore ma quelle foto DEVONO essere fatte. Non voglio fare un elenco di guerre, dittature, violenze, malattie, ecc ma ricordare solo la foto di quella bambina in Vietnam che correva nuda piangendo dopo un bombardamento al napalm, quando ho visto per la prima volta quella foto ho avuto convulsioni di vomito ed ho pianto, ha avuto su di me un effetto devastante, il fotografo che l'ha fatta ha vinto un premio per quella immagine e credo che se lo sia meritato. Non mi sto appellando al diritto di informazione ma al fatto che la foto di un bimbo migrante morto sul bagnasciuga o della prostituta nigeriana drogata ed abusata parlano più di mille parole ed arrivano dritte al cuore. Ricordiamoci che c'è ancora gente che non crede ai campi di sterminio nazisti. Ci sono anche le foto false ma questo è un'altro discorso. Chiedo di nuovo scusa per l'OT, sempre fastidioso. ciao |
| inviato il 17 Novembre 2018 ore 18:03
Spettacolare ripresa per composizione ed equilibrio poi i colori fanno il resto. Complimenti Ciao, Ivan |
| inviato il 17 Novembre 2018 ore 18:17
Non ti preoccupare Beppe, non mi dà mai fastidio quando qualcuno esprime educatamente la propria opinione. In realtà la citazione di Caterina era funzionale per l'ultima frase, scherzosa nei confronti di una foto di Simone. È nato tutto per scherzo e tale va considerato. Io e Simone spesso ci "becchiamo" un po' ma sempre in senso ironico, perché sotto c'è una reciproca stima e una bella amicizia. Tornando a quello che scrivi ti dico che anch'io una volta la pensavo come te; ora non più, in funzione della trasformazione che questo tipo di informazione ha avuto in tempi moderni. Purtroppo, nella società dell'immagine, la diffusione esponenziale di fotografie e filmati di ogni tipo ha avuto come conseguenza l'assuefazione. La società si è assuefatta anche alle immagini che dici tu; nate come doverosa "denuncia" che scuote le coscienze, sono diventate "normali". Voglio vedere se l'immagine della bambina vietnamita bruciata dal napalm ha lo stesso effetto oggi sulle nuove generazioni (ma non solo)! Ieri la fotocamera era uno strumento per far conoscere certe situazioni e smuovere le coscienze di chi non sapeva; ma oggi è ancora così? O spesso la fotocamera diventa strumento di distacco dalla realtà? In questo senso credo che l'invito a lasciare a casa la fotocamera per affrontare direttamente e umanamente certe situazioni oggi valga di più di 1000 fotografie che si perdono nell'abbuffata di immagini di ogni giorno. Ecco, io ho interpretato in questo modo il testo proposto da Caterina, anche se, ripeto, è nato tutto da uno scherzo. Ciao, Alberto |
| inviato il 17 Novembre 2018 ore 18:18
Ringrazio Roberto e Ivan per l'apprezzamento a questa foto! Ciao, Alberto |
| inviato il 17 Novembre 2018 ore 18:22
Ciao Beppe Da quanto scrivi deduco che non conosci Ando Gilardi, non è strano in questa epoca della fotografia in rete coscrata all' autoreferenzialità in cui ciò che non fa trend non esiste, però siamo davanti ad una delle personalità storiche della fotografia Italiana. Ebreo e comunista, nato nel 1921 ha putroppo avuto modo di diventare un'esperto dei campi di sterminio al punto che fu incaricato da una commissione internazionale di raccogliere la documentazione fotografia per i processi ai nazisti, ma non si limito a quella, continuò nell'opera di raccolta e divulgazione fino agli ultimi giorni della sua vita. Ha amato la fotografia quanto ha odiato il nazismo e chiaramente con quelle parole si scaglia contro chi affronta quei temi in modo essenzialmente speculativo e superficiale, altrimenti le sue parole stroncherebbero anche l'opera di Lisetta Carmi e Diane Arbus tanto per fare due esempi ed è certo che questo non fosse minimamente nei suoi pensieri. Tra i suoi libri c'è ne uno bellissimo che ti consiglio di leggere "meglio ladro che fotografo" così potrai conoscere Ando e vedere come nel suo modo provocatorio, dissacrante ma anche simpatico tratta molte tematiche della fotografia ma non solo scavando a fondo spesso in modi inaspettati Un saluto. |
| inviato il 17 Novembre 2018 ore 18:45
“ ...la diffusione esponenziale di fotografie e filmati di ogni tipo ha avuto come conseguenza l'assuefazione „ capisco, allora dobbiamo trovare un altro modo per far conoscere le ingiustizie e le sofferenze, è necessario. Avevo intuito il tono scherzoso dell'intervento e naturalmente la citazione di Caterina era estrapolata da un contesto molto più ampio che non conosco minimamente, nella mia ignoranza riesco sempre a tirare fuori qualche fesseria! Tutto sommato però non mi dispiace, Caterina è un utente molto influente nel forum e la sua precisazione serve a chiarire le idee a quelli come me (se ce ne sono) che, non conoscendo l'autore, si sono sentiti un po' confusi. Grazie a Caterina Modalità OT off. Nelle gallerie c'è una foto praticamente identica a questa, incredibile notare come l'attenzione ai particolari, la tecnica di scatto ed una PP attenta facciano la differenza. ciao |
| inviato il 17 Novembre 2018 ore 20:56
Proprio una bella serie.... |
| inviato il 17 Novembre 2018 ore 22:45
“ Ma allora sta pietraia posso fotografarla si o no? „ Ma si!!!Basta che ci metti un po' di foglie sfocate davanti   |
user28555 | inviato il 18 Novembre 2018 ore 0:08
Una bellissima ambientazione con colori di stagione, foto naturalistica molto bella: complimenti Alberto. Un saluto, Claudio |
| inviato il 18 Novembre 2018 ore 12:43
Grazie Claudio per la visita e le gentili parole! Buona domenica, Alberto. |
| inviato il 18 Novembre 2018 ore 22:03
Quando vedo foto di questo laghetto, che per me è nel più bel posto del nostro Appennino, mi emoziono sempre. Sono d'accordo con Caterina riguardo lo scurire un po' il primo piano e ravvivare un pelo i colori dello sfondo ( parere personale). La foto comunque mi piace molto Complimenti A proposito ne hai anche del Lago Baccio? Ciao |
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