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| inviato il 05 Febbraio 2013 ore 15:25
Giovanni, ho visto con molta attenzione la mini serie delle foto della tua Rollei. Dalle immagini mi sembra che sia anche lei in ottime condizioni. Non riesco però ad individuarla con precisione. Parrebbe essere una AUTOMAT B, ma non sono sicuro. Ho un libro Rollei, ma come ho già detto, in esso si parla solamente delle Rollei degli ultimi anni ( dal 1957 al 1976) e la tua non è riportata. Dovrebbe essere pertanto antecedente a que- sti anni. Il numero di matricola potrebbe aiutare. A questo punto è meglio diradare i discorsi tecnici su queste glorie e ritornare a parlare di fotografie. Non vorrei che qualcuno obiettasse, con ragione, di essere andati fuori seminato. Comunque se mi dai il numero di matricola, vedo di individuarla meglio. Con simpatia, Antonvito. |
| inviato il 05 Febbraio 2013 ore 15:35
Nr. 1518382 è il numero sulla focale bassa, sulla focale alta c'è 2034480... altro non vedo... con simpatia, Giò. |
| inviato il 05 Febbraio 2013 ore 17:02
Giovanni, le matricole che hai postato si riferiscono agli obiettivi. Serve la matricola del corpo macchina. Generalmente è riportata sul frontale sopra la scritta ROLLEIFLEX. Se non è riportata in quella posizione, guarda un pò dappertutto sul corpo macchina, anche all'interno. Aspetto notizie, Antonvito. |
| inviato il 05 Febbraio 2013 ore 17:05
Ma sei fantastico!! Allora il numero è... DBP 1715902 DBGM ... ancora grazie, giò |
| inviato il 06 Febbraio 2013 ore 19:11
Buona sera. Max57, sotto la scorza del dissacratore è gia redento. Visto che si parla di baci alla ROLLEIFLEX,posso dire che il Massimo si è innamorato di una ROLLEIFLEX GOLD che presto farà "sua". |
| inviato il 06 Febbraio 2013 ore 19:33
Buona sera,prof. Antonvito,parliamo un poco sul serio,quando capiterà, parlaci della più antica Voigtlander (con i due puntini).Questa discussione va verso l'antico, ma io, del digitale posso dire poco, anche noi siamo di JUZAPHOTO. Dunque,da prove da me fatte con Leica M e sommicron 50 e altre fotocamere con equivalente ottica,medesima pellicola e tutte regolazioni uguali, le foto con Leica erano superiori in tutto,posso dimostrare. Qualche amico, mi diceva di impasti con terre rare uniche. Ti risulta? Ciao. |
| inviato il 07 Febbraio 2013 ore 13:22
Ciao Franco, non esagerare con i titoli accademici!!! Sono solo un appassionato Per quanto riguarda la Voigtlander, per sommi capi, ti posso dire: Nasce a Vienna nel 1756! E' stata quindi, probabilmente, la più vecchia azienda nel campo ottico/fotografico essendo nata prima della Zeiss. Nel 1849 si trasferisce in Germania a Braunschweig (patria della Rollei fondata, per altro, da tecnici fuoriusciti dalla Voigtlander) e cessa la propria autonoma attività nel 1972 quando venne acquistata dalla Zeiss che divenne così Zeiss Ikon/Voigtlander. Ma la storia fotografica Tedesca era ormai all'epilogo; i Giapponesi stavano prendendo il sopravvento e pertanto dopo alcune parentesi con la Ricoh e Chinon, il marchio Voigtlander viene definitivamente acquisito nel 1999 dalla COSINA che ne rilancia le fortune con macchine fotografiche analogiche e obiettivi. Per quanto riguarda la produzione, sino agli inizi degli anni 50, i prodotti Voigtlander erano assolutamente paragonabili agli altri produttori tedeschi (Zeiss e Rollei in primo luogo), ma hanno avu- to minor successo presso i consumatori. Negli anni successivi si ha il meglio della produzione Voigtlander. Basta ricordare le varie serie della VITORET ( D-C-CD-CL-CLR-AUTOMATIC) ,la VITOMATIC e le prestigiose BESSAMATIC e ULTRAMATIC reflex ad ottiche intercambiabili. Di quel periodo è lo straordinario (per quei tempi) zoom 36/82mm f/2.8. Del periodo COSINA sono le macchine analogiche della serie BESSA (a telemetro anche con innesto ottiche "M" Leica), un corpo macchina digitale marchiato Epson, e, cosa notevole, una produzione di ottiche di ottimo livello con innesti per Nikon, Canon, Leica, ecc. Prima del digitale, dall'inizio 2000 e sino al 2007, ho fotografato prevalentemente con una Leica M6 TTL e ottiche dal 21 al 90mm. Posso affermare che le ottiche Leitz, o meglio, tutto il sistema a telemetro "M" è una spanna sopra ogni altro sistema fotografico 35mm. Il sistema "telemetro", agli inizi può provocare qualche problema, ma una volta familiarizzato diventa facile da usare. Certo non è paragonabile ad un sistema autofocus per una focheggiatura rapida, ma che precisione! Gli scatti prodotti da una Leica M con relative ottiche (magari della serie asferica) sono molto incise, sa- ture e tridimensionali. Una proiezione di dia prodotte da questi attrezzi è una vera soddisfazione. Altrettanto ottimo è il comportamento con il bianco/nero. Non conosco, invece, le Leica digitali. Non ne sento, però, parlare molto bene. Per la composizione e le misture dei vetri ottici, tutte le case, più o meno, hanno sempre strombazzato che ognuna di loro aveva il proprio asso nella manica. Secondo il mio parere, questo poteva avere qualche valenza sino a quando nei calcoli non è subentrato il Computer. Oggi la differenza, sempre secondo il mio modesto parere, li fanno gli schemi ottici molto complessi permessi dallo uso dei calcoli computerizzati. Ti saluto, Antonvito. |
| inviato il 07 Febbraio 2013 ore 14:39
Anche io ho una Rolleiflex F con Planar f2.8. A tutti i negozianti che consigliano di prendere una APS-C che fa foto migliori consiglierei di andarsi a vedere le foto di Newton o di Avedon quasi tutte scattate con la Rollei. Sono favolose non solo perche' dietro c'e' il genio di quei fotografi, la macchina e le lenti sono magnifiche, la tridimensionalita' e la transizione dei piani di una 6X6 sono inarrivabili per una full frame 35 mm, figuriamoci per una APS-C. Io la Rolleiflex l'ho comprata da poco me ne sono innamorato. Uso la Hasselblad 503 da tempo e nonostante abbia dei vantaggi ha lo specchio che vibra da matti a ogni scatto. Con la Rollei puoi fare scatti a 1/15 sec e fare foto nitide suprattutto se usi il cavetto di scatto grazie a un'otturatore magnifico e all'assenza dello specchio mobile. |
| inviato il 08 Febbraio 2013 ore 18:12
Buona sera Antonvito,dopo questa spiegazione il titolo accademico te lo devi prendere. Ti ringrazio e sono d'accordo.Un grazie anche a Marinaio, perchè seguendo le sue risposte sul sito ho imparato tanto. Il formato medio e grande era altra cosa ,ricordo la hasselblad motorizzata e il suo urticante rumore di trascinamento, nelle cerimonie ricevevo occhiatacce. La favolosa Linhof tecnica ecc. Tornare alla pellicola non è possibile, i pochi laboratori hanno bagni ossidati e producono stampe stanche. Il digitale, ha portato solo vantaggi...imparerò da voi.Un Saluto a tutti. |
| inviato il 11 Febbraio 2013 ore 15:37
Ciao Franco. Una soluzione per tornare alla pellicola (b/N, ovviamente), è quella di attrezzarsi, sviluppare e stampare in casa i propri scatti. So che è una gran rottura di scatole, ma se uno ha pazienza e tempo il divertimento e la soddisfazione sono assicurati. Io l'ho fatto che avevo 25 anni. Che fatica...quante ore rubate al sonno... ma ero giovane. Sono poi pas- sato alle diapositive e non ho più smesso, tranne qualche intermezzo in b/n con la Leica. Adesso è 100% digitale. Ogni tanto mi vien voglia di qualche rullo all'argento, ma , come dici anche tu, io non trovo più laboratori all'altezza delle attrezzature e delle esigenze che abbiamo. Questo a Roma...figuriamoci in provincia o in un piccolo centro...  Per quanto riguarda l'Hasselblad, hai perfettamente ragione. Non è certamente un campione di silenziosità. Quando scatta, con quello specchio che sembra il parabrezza di una 500, produce tanto rumore quanto un tuffo in piscina!!! Ho già detto che ho sempre preferito la Rollei alla Svedese. Un sempre cordiale saluto, Antonvito. |
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