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Sono passati quasi cinque mesi da quando ho cominciato le esplorazioni notturne. Le mie avventure continuano, la natura ha i suoi tempi ed io se voglio osservarla devo stare sempre al passo. Anche il tempo per pubblicare le foto con le importanti didascalie è molto poco. Preservare la natura richiede dedizione ogni giorno, la scorsa settimana oltre al mio allevamento di insetti mi sono preso cura di un geco ferito e di un riccio con delle uova di mosca carnaria. Riesco già a percepire nell'aria la fine dell'estate, c'è un vento costante e anche se di giorno fa sempre caldo, le notti stanno diventando più umide. Circa tre settimane fa ho incontrato nel mio giardino questa bellissima mantide femmina, nascosta tra i rametti di Cichorium intybus. A causa del vento che muoveva il rametto era molto agitata, sono rimasto ad osservarla per molte ore e mentre la fotografavo, lei mi guardava incuriosita girando la testa. La Mantis religiosa è un insetto appartenente all'ordine Mantodea. Il suo nome deriva dal greco mantis, che significa profeta, viene chiamata religiosa per la forma delle sue zampe anteriori che ricordano una posizione di preghiera. Il suo ciclo vitale inizia in autunno, il periodo degli accoppiamenti. Spesso dopo l'accoppiamento, che dura 4 o 5 ore, le femmine mangiano i maschi mordendoli sulla testa. Questo comportamento, che a prima vista può sembrare aggressivo o dannoso per la specie, è in realtà il segreto per la sua sopravvivenza. Le femmine hanno bisogno di molta energia e nutrimento per poter deporre le uova e i maschi, che in quel momento sono distratti, rappresentano una facile e grossa preda. In rarissimi casi, se le femmine sono sazie gli risparmiano la vita. I maschi molto raramente si accoppiano più di una volta perché la durata della loro vita è breve, circa 8 mesi rispetto ai 12 delle femmine. Dopo circa 15 giorni le femmine costruiscono un resistente involucro, chiamato ooteca, e vi depongono fino a 200 uova. L'ooteca ha l'importantissimo compito di proteggere le uova dal freddo e dalle intemperie dei mesi invernali, è formata da una sostanza fluida che le femmine secernono dalle ghiandole colleteriche, poi la sbattono con l'ovopositore rendendola schiumosa e le danno una forma ovale prima che si solidifichi all'aria. Le femmine muoiono qualche ora dopo aver deposto le uova e le piccole mantidi nascono la primavera successiva, tra maggio e giugno. Hanno abitudini solitarie e dopo qualche ora iniziano subito a disperdersi tra la vegetazione. Sono chiamate neanidi perché sono molto simili agli adulti, ma si distinguono per le dimensioni minori, per la mancanza delle ali e degli organi riproduttivi. Durante l'estate effettuano diverse mute, durante le quali sviluppano queste caratteristiche; quando sul dorso iniziano a crescere le ali possono essere chiamate ninfe. Le femmine essendo più grandi dei maschi effettuano più mute. Possono cambiare colore per mimetizzarsi meglio con l'ambiente in cui vivono: verde quando si trovano in zone umide con molta vegetazione, marrone quando si trovano in ambienti secchi e aridi. La scelta del colore è molto importante perché non potrà più cambiarlo fino alla prossima muta, oppure negli adulti, rimane fino alla morte. Il mimetismo è una caratteristica importantissima per la caccia, le mantidi si nascondono tra la vegetazione e restano in attesa con molta pazienza. Quando si avvicina una preda, la catturano con le loro forti zampe anteriori dotate di tanti piccoli artigli appuntiti, poi iniziano a mangiarla con le loro forti mandibole Questa specie si nutre di mosche, api, grilli e falene; le neanidi essendo ancora piccole mangiano afidi e ditteri, prede più piccole e facili da catturare. Il dimorfismo sessuale degli adulti è molto evidente: la femmina è facilmente riconoscibile per le dimensioni più grandi del maschio e dall'addome più gonfio, soprattutto prima di deporre le uova. Tuttavia per distinguere le ninfe si osservano altre caratteristiche, valide anche per gli esemplari adulti: le femmine hanno una macchia nera sul lato interno delle zampe anteriori, è essenziale contare i segmenti dell'addome, le femmine ne hanno 6 e i maschi 8; le dimensioni e la colorazione non vanno considerate. Con l'ultima muta, le ali crescono fino a coprire tutto il dorso ma non sono adatte al volo. Le mantidi si muovono camminando con piccoli salti e se vengono disturbate o avvertono un pericolo, agitano le ali che, sfregando sull'addome, producono un sibilo simile ad un serpente per spaventare i predatori. Le femmine aprono anche le zampe anteriori mostrando le due macchie nere, simili a falsi occhi.
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Bella e simpatica la posa colta di questo famelico predatore, con le tue dettagliate didascalie trasformi ai nostri occhi ogni insetto che pubblichi. Tanti complimenti Marco anche per questo scatto! Ciao, Mary.