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Povera Patria...

Paesaggi di Sardegna

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Povera Patria inviata il 04 Luglio 2023 ore 0:04 da Emmegiu. 26 commenti, 739 visite. [retina]

a 28mm, 1/80 f/14.0, ISO 200, mano libera.

Contemplare al tramonto l'imponente roccia che si erge dal mare a pochi metri dalla costa, accresce la meraviglia: la luce solare si irradia dalla sagoma calcarea con tutte le tonalità del giallo e dell'arancio. Pan di Zucchero è uno dei monumenti naturali più imponenti e spettacolari dell'Isola, simbolo della costa di Iglesias. Il nome deriva dalla somiglianza con il celebre Pao de Acucar della baia di Rio de Janeiro e ha sostituto già nel XVIII secolo l'originario nome sardo Concali su Terràinu. Lo raggiungerai in gommone o barca dalla magnifica insenatura di Masua, frazione costiera iglesiente distante due chilometri e mezzo. Così recita l'introduzione del sito Sardegna Turismo al Pan di Zucchero peccato che a breve la sua sagoma sarà oscurata da tante pale eoliche alte 300 metri, ma cosa vuoi che sia sacrificare un paesaggio per donare al resto d'Italia tanta energia pulita. Povera patria venduta per trenta denari alle multinazionali, calpestata da tutti non bastavano le basi militari e la mondezza di mezza Italia, questo è il de profundis della nostra amata terra ricoperta da migliaia di pale eoliche nell'entroterra lungo le sue coste e nel suo mare, vaneggiamenti? No purtroppo è l'amara verità, tutti i numeri sono apparsi ieri sul maggiore quotidiano dell'Isola metto il link per chi vuole approfondire, ma si sapeva tutto da tempo. “In Sardegna pale eoliche per 50 milioni di abitanti, per rispettare i parametri europei a terra ci vorrebbero solo altre 135 pale ma costruiranno 2.330 nuovi grattacieli d'acciaio, alti oltre 200 metri. Nelle acque che circondano l'Isola sono previste 2.514 pale alte anche 300 metri da piazzare in mezzo al mare, a fronte delle 100 previste secondo il parametro europeo”. (https://www.unionesarda.it/news-sardegna/in-sardegna-pale-eoliche-per-50-milioni-di-abitanti-xgs7sfov) ----- Riporto anche di seguito il coraggioso editoriale del Direttore dell'Unione Sarda ----- Difendere l'Isola per costruire un futuro migliore Regione e Comuni devono mobilitarsi per salvaguardare, anche a livello giudiziario, il bene più importante per lo sviluppo Diversi portatori di interessi, dentro e fuori dall'Isola, hanno criticato e osteggiato la posizione assunta da L'Unione Sarda con le inchieste in materia di eolico e fotovoltaico, servitù militari, fanghi fognari provenienti dal continente, monopoli e oligopoli trasportistici e aeroportuali, e via elencando. Non poche azioni legali sono state intentate tendenti a limitare la libertà di stampa e di critica, peraltro molte rigettate da sentenze in nostro favore. I giornali, e la stampa in generale, hanno anche il compito di richiamare l'attenzione su fatti che resterebbero altrimenti sconosciuti ai più, e contribuire, come nel nostro caso, ad accrescere la consapevolezza della necessità di difendere gli interessi della Sardegna. Per questo motivo sento il dovere di spiegare ai nostri lettori le ragioni della linea editoriale chiara e coerente assunta, prima fra tutte sulle questioni energetica e paesaggistica: contrasto all'invasione di pale eoliche a terra e a mare e di pannelli fotovoltaici da spalmare nelle nostre campagne. Il paesaggio ha inestimabile valore economico, oltre che estetico, perché risorsa scarsa, di limitata disponibilità e non riproducibilità, se compromessa. Abbiamo fin qui consentito di tagliare le nostre foreste per farne traversine per costruire decenti linee ferroviarie sempre e solo nel Continente, ma non qui; di imbrattare parti del nostro territorio con scorie chimiche e petrolchimiche inquinanti e tossiche; di bombardare e sbudellare porzioni di territorio di straordinaria bellezza con esercitazioni militari fuori controllo; di riempire discariche, riservate ai rifiuti locali, con fanghi fognari puzzolenti di provenienza esterna; di spalmare pannelli fotovoltaici nelle campagne e nei tetti di serre finte, solo per arricchire gente che, con l'agricoltura, proprio zero più zero; di impiantare mastodontiche pale eoliche, a deturpare il profilo dolce delle nostre colline e i crinali delle nostre montagne per il solo tornaconto di prenditori a caccia di cospicui contributi pubblici, con connivenze ministeriali e pure locali; di permettere a oligopoli trasportistici di regolare entrate e uscite da Casa nostra secondo la loro convenienza; di consegnare le chiavi delle porte d'ingresso e uscita a un monopolio in fase di formazione. Dopo aver consentito tutto ciò, siamo davanti a progetti presentati per l'installazione di innumerevoli pale eoliche alte trecento metri e più in colline e montagne intonse, molte in prossimità di monumenti della nostra civiltà nuragica; e altrettante da installare a mare, a serrarci per bene entro il bordo isolano, finora libero alla contemplazione dell'orizzonte marino, esempio di commovente bellezza e armonia della natura. La moltiplicazione di gigantesche pale di ferro da impiantare nel nostro suolo, e di pannelli fotovoltaici da installare nelle nostre campagne, comporterebbe la produzione di energia definita rinnovabile sufficiente a soddisfare il fabbisogno energetico di cinquanta milioni di abitanti, avendone la Sardegna solo 1,6 milioni, peraltro declinanti. Già oggi quasi la metà del fabbisogno energetico isolano è soddisfatto dalla produzione di energia da fonti rinnovabili, tanto che c'è da domandarsi quale sia l'origine della pretesa di soddisfare, qui, i fabbisogni energetici da rinnovabili di molte regioni del continente, restie a impiastricciare il loro, di territorio. Se la producessero in casa propria, la loro quota, senza nuocere al nostro paesaggio, come previsto da norme nazionali e comunitarie! L'assalto alla nostra ultima risorsa, peraltro per un piatto di lenticchie, se attuato nuocerebbe alle prospettive di crescita della debole economia sarda, da fondarsi principalmente sull'industria turistica, in ragione della compromissione della capacità attrattiva di bellezze naturalistiche e monumentali, culturali e artificiali dovute all'intervento dell'uomo sulla natura. Patrimonio collettivo meritevole piuttosto di tutela, come si fa con le cose più preziose. Il paesaggio, esteso, essendo un'isola, alle porzioni di mare territoriale, deve essere tutelato e preservato anche per le generazioni future, oggi impotenti perché ancora assenti, per difenderne il diritto di fruire delle bellezze naturali godute da quelle attuali.È necessario e urgente, quindi, attivare strumenti di salvaguardia, gestione e pianificazione paesaggistica, tenuto conto di esigenze e diritti di scelta dei cittadini su cosa, come e perché tutelare, tenendo presente il sentimento identitario delle persone in rapporto con i luoghi, come vissuti e fruiti anche dai propri antenati. Senza imporre misure uguali per tutti i paesaggi a prescindere dalle caratteristiche specifiche di ciascuno, presupposto dello sviluppo sostenibile, economico e sociale. È necessario e urgente porre un argine di rango costituzionale all'assalto del nostro paesaggio, patrimonio economico ed estetico di valore inestimabile e ultima, grande risorsa ancora disponibile su cui creare ricchezza e diffondere benessere in Sardegna. I detentori del potere politico e burocratico hanno la responsabilità di attivare la procedura di revisione del Piano Paesaggistico Regionale (PPR) lasciato a metà, ormai datato e controverso quanto agli effetti sull'economia, e di estenderlo a tutto il territorio isolano, compreso il mare e il suo orizzonte, nel rispetto del principio di sussidiarietà e con la condivisione delle comunità di cittadini, imprese e istituzioni locali, declinando localmente principi e norme nazionali e sovranazionali. Non necessariamente genuflessi. L'elaborazione, accompagnata da risorse nazionali e comunitarie, va orientata verso aree degradate delle periferie urbane, siti industriali e minerari dismessi e litorali devastati da seconde case di scarso valore architettonico, oltre alle zone interne di pregio, ricche di bellezze naturalistiche e produzioni identitarie. Nel frattempo, nelle more della pianificazione a tutela del paesaggio, enti e istituzioni preposte, in primis Regione e Comuni, esercitino fino in fondo le prerogative assegnate loro per il governo del territorio, impugnando a tutti i livelli gli atti da chiunque emessi in danno dell'Isola. Queste le ragioni della posizione assunta da questo giornale in difesa dell'interesse della Sardegna. Da sempre L'Unione Sarda segue e sostiene imprese e imprenditori che intendano attivare investimenti produttivi per creare occupazione, e continuerà a contrastare quelli meramente speculativi divergenti dall'interesse della nostra comunità. Sergio Zuncheddu



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avatarsupporter
inviato il 06 Luglio 2023 ore 0:40

Proprio oggi ho sentito la notizia che il sindaco di Stintino vieta di mangiare nelle spiagge, vuol dire che le pale eoliche gireranno con più frequenza a questo punto.
Stiamo distruggendo la perla del Mediterraneo così, i grandi capi italiani non hanno limiti in questa materia.
Mi dispiace Giuseppe ricevere continue brutte notizie dalla tua Isola, purtroppo anche nel continente ci trattiamo bene sotto questo punto di vista, il Bel Paese è in grande sofferenza ed in Italia l'eutanasia è un reato, ma loro non saranno condannati per la morte della Povera Patria.
Un caro saluto, Loris

avatarsenior
inviato il 07 Luglio 2023 ore 14:15

Ottimo reportage Giuseppe. Bravo come sempre. Un caro saluto

avatarsupporter
inviato il 07 Luglio 2023 ore 14:49

Grazie di questa ulteriore testimonianza....mi consolo ossorvendo la bellissima luce riflessa su uno dei mari più belli del mondo.

avatarsenior
inviato il 08 Luglio 2023 ore 15:24

Complimenti per lo scatto ed il commento. Purtroppo stiamo proprio esagerando!
Un caro saluto, Vito

avatarsenior
inviato il 08 Luglio 2023 ore 16:03

Caro Giuseppe, mi associo al tuo triste pensiero...Triste
Un grande abbraccio
RobySorriso

avatarsupporter
inviato il 23 Luglio 2023 ore 23:23

Le parole le hai messe tu... sembra un bel mondo dove sono atterrati gli alieni.
Comunque la foto è molto bella... realizzata talmente bene che le pale eoliche non riescono ad offuscare la bellezza del posto. Una meraviglia. Complimenti Giuseppe, per foto e didascalia.


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