RCE Foto

(i) Per navigare su JuzaPhoto, è consigliato disabilitare gli adblocker (perchè?)






Login LogoutIscriviti a JuzaPhoto!
JuzaPhoto utilizza cookies tecnici e cookies di terze parti per ottimizzare la navigazione e per rendere possibile il funzionamento della maggior parte delle pagine; ad esempio, è necessario l'utilizzo dei cookie per registarsi e fare il login (maggiori informazioni).

Proseguendo nella navigazione confermi di aver letto e accettato i Termini di utilizzo e Privacy e preso visione delle opzioni per la gestione dei cookie.

OK, confermo


Puoi gestire in qualsiasi momento le tue preferenze cookie dalla pagina Preferenze Cookie, raggiugibile da qualsiasi pagina del sito tramite il link a fondo pagina, o direttamente tramite da qui:

Accetta CookiePersonalizzaRifiuta Cookie


  1. Gallerie
  2. »
  3. Paesaggio Naturale
  4. » Il Patriarca

 
Il Patriarca...

Sardegna leggendaria

Vedi galleria (35 foto)

Il Patriarca inviata il 03 Giugno 2018 ore 19:07 da Emmegiu. 114 commenti, 5665 visite. [retina]

, 1/20 f/16.0, ISO 100, treppiede.

Il grande albero ha già mille anni quando il grande sacerdote protende verso il cielo il figlio di Astaroth, la tribù avrà un altro grande guerriero e festeggia sotto il grande albero sacro agli dei del bosco. Passano mille anni e sotto il grande albero si consuma una grande battaglia tra le tribù della valle e gli invasori che provengono dal mare, il loro valore è grande ma i soldati romani sono più numerosi degli steli dell'erba che si tinge di sangue e bagna le antiche radici e il grande albero piange perdendo le sue foglie. Da quel giorno questo è un posto maledetto per l'eternità e nessun uomo ha mai osato più disturbare questo albero padre di tutti gli alberi. Passano altri duemila anni e a questo penso io uomo insignificante di fronte al padre di tutti gli alberi, mentre lo osservo e piango, contorto rugoso segnato dai millenni ancora si leva verso il cielo e le sue fronde possono dare ombra a cento uomini. Uomini cosa siamo noi con le nostre miserabili vite in confronto a questo essere quasi immortale, abbiamo solo una infinita cattiveria e un grande disprezzo per gli altri esseri viventi. Un tempo gigantesche foreste ricoprivano la Sardegna poi i Romani incominciarono a bruciarle per braccare e stanare i sardi, finirono l'opera i piemontesi. Sotto per chi ha pazienza e vuole saperne di più un'articolo del grande Professore universitario di Storia Francesco Cesare Casula. GLI OLIVASTRI MILLENARI DI LURAS sono considerati tra gli alberi più antichi del mondo. Il più anziano di questi è noto con il nome di Grande Patriarca, ed è ritenuto l'albero più vecchio d'Europa. Situati nella località di Karana, in prossimità del Lago del Liscia, a pochi metri dalla chiesa di Santu Baltolu, sono da decenni meta di visitatori provenienti da tutto il mondo. S'Ozzastru è il nome tipico che gli abitanti di Luras hanno rispettosamente omaggiato all'albero più antico. L'olivastro millenario, nato da seme, presenta una circonferenza di ben 12 metri ed è alto 15 metri. La sua età, secondo gli esperti dell'Università di Agraria di Sassari, è stimata intorno ai 3800-4000 anni. Nel 1991 è stato dichiarato Monumento Naturale e inserito nel Decreto Ministeriale per la Regione Sardegna nella lista di 20 Alberi Secolari. Le fronde degli Olivastri Millenari di Luras possono arrivare a coprire anche 600mq di superficie ombrosa. LA DISTRUZIONE DELLE FORESTE SARDE - di Francesco Cesare Casula (da Barbagia.net) Quella prenuragica e nuragica era L'Isola del «grande verde», che fra il XIV e XII secolo avanti Cristo fonti egizie, accadiche e ittite dipingevano come patria dei sardi shardana. Quell'isola che soprattutto con i Piemontesi e in specie dopo l'Unità d'Italia, sarà sempre più solo un ricordo. La storia documenta che l'Isola verde, densa di vegetazione, foreste e boschi, nel giro di un paio di secoli fu drasticamente rasata, per fornire carbone alla industrie e traversine alle strade ferrate, specie del Nord d'Italia. (Raimondo Carta Raspi, Storia della Sardegna, Mursia editore, Milano 1971, pag.883). Sulla stessa linea Gramsci che in un articolo sull'Avanti del 1919 scrive “L'Isola di Sardegna fu letteralmente rasa suolo come per un'invasione barbarica. Caddero le foreste. Che ne regolavano il clima e la media delle precipitazioni atmosferiche. La Sardegna d'oggi alternanza di lunghe stagioni aride e di rovesci alluvionanti, l'abbiamo ereditata allora”. Certo, il dissipamento era iniziato già con i cartaginesi e i romani, che abbatterono le foreste nelle pianure per rubare il legname e per dedicare il terreno alle piantagioni di grano e nei monti le bruciarono per stanare ribelli e fuggitivi, ma è con i Piemontesi che il ritmo distruttivo viene accelerato: fin dal 1740 come ricorda Giuseppe Dessì, a proposito della distruzione delle foreste di Villacidro e dintorni, nel meraviglioso romanzo Paese d'ombre in cui scrive:”Nel 1740 il re aveva concesso al nobile svedese Carlo Gustavo Mandel il diritto di sfruttare tutte le miniere di Parte d'Ispi in cambio di una esigua percentuale sul minerale raffinato e gli aveva permesso di prelevare nelle circostanti foreste il carbone e la legna per le fonderie, costringendo comuni a vere e proprie corvé e distruggendo così il patrimonio forestale della regione”. (Paese d'ombre, pagina 107). I Piemontesi infatti bruciarono persino i boschi della piana di Oristano per incenerire i covi dei banditi mentre i toscani li bruciarono per fare carbone. E con essi, amici e sodali di Cavour, ad iniziare da tal Conte Pietro Beltrami, uomo d'affari che prorio con il sostegno di Cavour, acquistò dal demanio alcune foreste, soprattutto a Fluminimaggiore e nell'Iglesiente, che disboscò senza alcun criterio, mandando in fumo un intero patrimonio boschivo e meritandosi l'appellativo di “Attila delle sarde foreste” in quanto devastatore di boschi quale mai ebbe la Sardegna. Dopo l'Unità, forse per questo, fu eletto deputato per due legislature! Ma ancora qualche decennio anno prima dell'Unità Alberto Ferrero della Marmora, scrittore, geografo e militare (Torino 1789- 1863) scrive che ai suoi tempi la Sardegna aveva dei boschi fitti che potevano ricoprire un quinto dell'Isola. E Maurice le Lannou (1906-1996) professore al Collège de France, membro e poi presidente dell'Institut (Académie des Sciences Morales et Politiques), uno dei più grandi geografi europei del secolo scorso, nella sua opera più importante sulla Sardegna: Pâtres et paysans de la Sardaigne, (Traduzione italiana a cura di Manlio Brigaglia: Pastori e contadini di Sardegna, Cagliari, Ed. della Torre, 1979) scrive che è certo che in tre quarti di secolo (1850-1925) il patrimonio forestale della Sardegna s'è notevolmente assottigliato in conseguenze di una mostruosa accelerazione del ritmo delle distruzioni. Dal 1860 la Sardegna è uscita abbastanza bruscamente dal suo isolamento e non sempre con vantaggio. Innanzitutto la foresta sarda ha fatto le spese della costruzione delle ferrovie isolane: nel 1863, 200.000 ettari di terreni di bosco o di cespugli che appartenevano allo stato furono ceduti alla compagnia inglese che costruiva le ferrovie. Ed essa ne distrusse quasi 20.000 che erano i più ricchi di alberi veri e propri. E' dunque con l'Unità d'Italia che il patrimonio forestale della Sardegna s'è notevolmente e ulteriormente assottigliato grazie all'opera “criminale” di italiani, inglesi, francesi e belgi che trasformarono intere distese di alberi secolari in traversine per le ferrovie e travature per le miniere e per far legna con cui fondere i minerali. La distruzione dei boschi era infatti tutta in funzione dei bisogni e degli interessi dell'Italia del Nord cui serviva carbone per le industrie e traversine per le strade ferrate. Con l'Unità d'Italia la partita si chiude con una mostruosa accelerazione del ritmo delle distruzioni tanto che : “Lo stato italiano promosse e autorizzò nel cinquantennio tra il 1863 e il 1910 ? scrive Eliseo Spiga (in La sardità come utopia, note di un cospiratore, Cuec editore, Cagliari 2006) ? la distruzione di splendide e primordiali foreste per l'estensione incredibile di ben 586.000 ettari, circa un quarto dell'intera superficie della Sardegna, città comprese, con il massacro concomitante degli animali selvatici:cinghiali, cervi, daini, mufloni”. Carlo Corbetta, scrittore lombardo (seconda metà secolo XIX), che visita la Sardegna dopo il 1870 con l'appoggio di Quintino Sella, scrive in seguito a quell'esperienza un'opera in due volumi Sardegna e Corsica. Essi vengono pubblicati nel 1877 a Milano per l'editore Brigola. A proposito della distruzione dei boschi precisa:”La distruzione dei boschi la si deve in massima parte agli speculatori e trafficanti di scorza che col loro coltello scorticatore ne denudano i tronchi e grossi rami delle leci e quercie marine e delle quercie comuni e la spediscono in continente ad estrarne tannino per la conceria delle pelli e per le tinture. Così scorticati gli alberi, muoiono nell'anno appresso e rimangono quali fantasmi biancastri agitanti le braccia per la deserta campagna e ti danno l'idea di esseri fantastici, di anime dannate che si dolgano del loro crudo destino, o di anime purganti nel fuoco penace, quali si vedono dipinte nelle cappellette, sui canti delle vie campestri. E in tal guisa ridotti, i piccoli rami si tagliano e se ne fa carbone, ed i tronchi si abbruciano sul posto e se ne fa cenere per estrarne potassa, e il suolo di sotto rimane nudo, deserto, brullo, biancheggiante”. Si tratta di un'analisi gravemente deficitaria. E' vero che le sugherete erano preda subito dopo l'Unità d'Italia (a partire dal 1865) di gruppi di commercianti che cercavano il tannino e la potassa. Ma i veri responsabili che Corbetta non individua, sono ben altri. Né, probabilmente Corbetta voleva e/o poteva individuarli, essendo essi amici e contigui ai suoi sostenitori, Quintino Sella in primis e con esso il Governo piemontese post-unitario di cui abbiamo già detto.



Vedi in alta risoluzione 3.8 MP  

Piace a 142 persone: Agakan, Agata Arezzo, Albieri Sergio, Alessandro57, Alexey, Altenmich, Andnol, Andrea Mandosi, Andreaf948, Angelo Bacchio, Angelo Tilaro, AnnH, Anouk, Antonio Dell'Aquila, Anttesi, Ardian, Ardos, Aringhe Blu, Arvina, Assox, Augusto Cherchi, Aznavour65, Baribal, Ben-G, Caputo Giovanni A., Carla Tirasso, Carlo Marchese, Ciandy, Cinzia P, Claudio Cozzani, Claudio Ricci, Coradocon, Corrado1984, Cosiminodegenerali, Decris, Dionigi Colombo, Ecka, Eraldo Brunettin, Fabrizio Miletto, Fabrizios53, Fanfarà, Felice Ciorciari, Fernando Deligia, Fernando Vendittelli, Fiorenzofanton, Flavio Paganelli, Fonzie, Francesco Palumbo, Francesco Rotolo, Francesco Sa, Francesco.Santullo, FrancescoServidio, Franco Galattica, Gabriele Bartozzi, Germano58, Ggbruni, Giac747, Gianni Aggravi, Gibo51, Gios, Giovabubi, Giovanni e Davide, Giuseppe Maiorana, Giuseppe Merlino, GustavoT, Hansen, Ivano Ch, Jancuia, Jeant, Jordano74, Josep, Laguna Blu, Lello1956, Lelluccio85, Leonardo Nieri, Leygrand, Livio Frega, Luca Mangiagalli, Luca1964pr, Lucchin Fabrizio, LucianoSerra.d, Lully, Mamaroby, MariangelaT, Marisa194, Maurizio Bistacchia, Maux55, Maxpet, Miche74, Mirko4695, Nickclick50, Nonnachecca, Nordend4612, Oltion Hoxhaj, Orso49, OsmErk, Palmieri Raimondo, Paolo Dario, Paolo P, Patrizio Rigobello, Peppe Cancellieri, Pergola, Pierfilippi, Piergiovanni Pierantozzi, Piermariopilloni, Pinitti, Quellolà, Quinn, Realvit, Renzo Barbetta, Rino Orlandi, Rivo50, Roberto Carrano, Roberto Degli Uomini, Roberto Onano, Roberto Ravecca, RobertoTR, Rodema, Rolu67, Rosario Cafiso, Savino P., Sbtutu, Sclavi Ezio, Sergio Darsie, Sg67, Shobby71, Silver58, Silvio Madeddu, Simone Forza, Siragusa.v, Sloweyes, Stefania Saffioti, Supercecc56, The.serendipiter, Timk2, Tnt, Toni60, Tritonal, Victorya, Villa Arrigo, Vincenzo57, Zman




Che cosa ne pensi di questa foto?


Hai domande e curiosità su questa immagine? Vuoi chiedere qualcosa all'autore, dargli suggerimenti per migliorare, oppure complimentarti per una foto che ti ha colpito particolarmente?


Puoi farlo iscrivendoti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!

Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 242000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista.




avatarsupporter
inviato il 06 Giugno 2018 ore 23:30

Tutto bene Rosario lavoro lavoro e lavoro Triste

Ma meno male che lavoro ho tre fratelli disoccupati Triste

user33208
avatar
inviato il 07 Giugno 2018 ore 0:12

mA DAI eMME,3 FRATELLI DISOCCUPATI?E come fanno?E oggi leggevo sono arrivati con un barcone ancora in 40? E chi li mantiene?Questa è gente che non ha mai lavorato in vita sua,Specifico che sono arrivati,si,ma in Sardegna nè?

avatarsupporter
inviato il 07 Giugno 2018 ore 0:23

In Sardegna il 60% dei giovani sono disoccupati e anche la metà di quelli di cinquanta è un disastro Triste

user33208
avatar
inviato il 07 Giugno 2018 ore 0:50

Triste

avatarsenior
inviato il 07 Giugno 2018 ore 6:41

Eeeek!!!

avatarsupporter
inviato il 07 Giugno 2018 ore 7:54

Buongiorno a tutti e a tutte :-P

avatarsupporter
inviato il 07 Giugno 2018 ore 13:55

Incantato….incantato....grazie per averlo proposto….
Ciao Raimondo

avatarsupporter
inviato il 07 Giugno 2018 ore 20:22

Conosco bene la costa del golfo di Orosei e anche la sua storia. Mi ha testimoniato un mio amico sardo (è di Posada) che fino all'avvento del regno d'Italia i boschi lungo le scogliere da Porto Pedrosu a Capo Comino erano delle distese di quercete e pini marittimo immense. Poi con l'avvento delle macchine a vapore si centuplicarono le richieste ci carbone di legna e i boschi furono devastati. Ma la Sardegna resta ancora un ambito territoriale con dei siti incredibili. Sta ai governi locali tentare e alla polazione di salvare il salvabile. Ma conoscendo la tenacia sarda sono fiducioso. Ciao Emmegiu e scusa per la tiritera, ma adoro quei posti.
bye gios

user59947
avatar
inviato il 07 Giugno 2018 ore 20:44

wooow che albero Eeeek!!!

avatarsupporter
inviato il 07 Giugno 2018 ore 20:59

Raimondo carissimo grazie infinite amico mio per il tuo incoraggiamento per me importantissimo spero di conoscerti un giorno, buona serata amico mio

avatarsupporter
inviato il 07 Giugno 2018 ore 21:03

Gios grazie infinite per il tuo contributo è come hai descritto tu, sino agli inizi dell'ottocento foreste primordiali ricoprivano la Sardegna ma l'uomo ieri come oggi non ha capito di quale patrimonio si è privato io se ci penso mi metto a piangere. Nessuna tiritera mi hai fatto felice con il tuo intervento buona serata amico mio

avatarsupporter
inviato il 07 Giugno 2018 ore 21:05

Ardian carissimo ci sei sempre ad incoraggiarmi e lo so non è facile seguire tutto grazie per il tempo che mi dedichi, buona serata amico mio

avatarsupporter
inviato il 08 Giugno 2018 ore 8:58

Scatto imponente , tanto quanto la didascalia .... bellissima la realizzazione ... molti complimenti
Un saluto
Gabriele

avatarsenior
inviato il 09 Giugno 2018 ore 15:31

Vedi caro Emme,,io spero(come ho fatto io)che tutti leggessero questa commovente e dettagliata storia di questo "Highlander " e come tu stesso giustamente dici,,cìè ne tanti,e quando dici queste parole,
abbiamo solo una infinita cattiveria e un grande disprezzo per gli altri esseri viventi.

Credimi ,almeno a me ,,viene un nodo alla gola,,e quello che mi fa incavolare di più,che siamo "impotenti"di fronte a questo disastro umano,la nostra "intelligenza progressista" invece di proliferare nuove risorse per la conservazione di ciò che l'essere non può fare a meno,come l'aria,acqua,terra,ed numerevoli risorse che la nostra natura ci ha regalato senza chiederci nulla in cambio,solo un po di cura,e conservazione,,,invece noi porevi illusi,mediocri,approfittatori,e speculatori,,che facciamo??? distruggiamo quello che ci tiene in vita,facendo SPAZIO AL DIO DENARO,,sai cosa ti dico caro Emme,,credo che tanti esseri umani non meritano questi sani valori,,MA IO VOGLIO ESSERE ANCORA FIDUCIOSO,sperando che in noi nasca un ripensamento costruttivo,ambientale,e socialmente equo,,GRANDE DOCUMENTO !!! GRAZIE PER AVERMI FATTO PARTECIPE ,,.IMMAGINE SEMPLICEMENTE ,ED ORIGINARIAMENTE STUPENDA,,come la scena richiedeva,,,SUPER COMPLIMENTI.
Antonio.

avatarsupporter
inviato il 09 Giugno 2018 ore 15:47

Caro Antonio credimi anche tu io leggendo le tue parole piango e penso a tutte le migliaia di alberi millenari che nella mia terra sono stati tagliati e bruciati senza un minimo di rispetto per esseri viventi che arrivavano dagli albori della storia sino ai nostri giorni muti testimoni del tempo, ma chi siamo noi che per il nostro tornaconto non rispettiamo neanche chi ha ristorato con la propria ombra i nostri antenati più lontani quando gli uomini abitavano le grotte, nell'ottocento sono stati abbattuti alberi più antichi di questo probabilmente di 6000 anni o 8000 anni secondo le cronache del tempo questo si è salvato per merito degli spiriti maligni che si diceva nelle antiche leggende abitassero le sue ombre, ma gli spiriti maligni siamo noi gli unici esseri fuori posto in questo mondo, grazie grande Antonio un abbraccio amico mio

avatarsenior
inviato il 10 Giugno 2018 ore 18:18

Accidenti Emmegiu che storia! Una volta si distruggeva per ignoranza, oggi per troppa sapienza, ma, vedremo.
Splendido documento, onore al patriarca.
Ciao Andrea

avatarsupporter
inviato il 10 Giugno 2018 ore 18:29

Grazie Andrea per le tue belle e sagge parole, ma comunque, sia prima che oggi si distruggeva perché l'unico essere che meritava di vivere doveva essere l'uomo e tutte le altre creature per il suo tornaconto potevano soccombere e l'uomo uccide anche il fratello, immaginiamoci che rispetto ha del resto, buona serata

avatarsupporter
inviato il 14 Giugno 2018 ore 15:38

Non è così scontato saper fotografare un albero solo perché è bello, grande, ricco di storia. L'hai fatto molto bene, bravo Emme.
La didascalia, invece, pur molto bella, ha di certo una genesi molto meno complicata. Di cosa stiamo parlando….? Di potere politico e gestione delle risorse !? Beh, allora, il racconto è quanto di più scontato si possa supporre, qui non serve la fantasia di un abile sceneggiatore, il copione è scritto da tempo immemore, primitivo più ancora dell'età di questi monumenti viventi, stigmatizzato nei corsi e ricorsi storici di G.B. Vico. Opportunismo di abissale livello, peculato sociale ai danni di etnie e situazioni che non hanno mai avuto alcuna considerazione diversa dal conteggio di quanto depredabile, dall'enorme tornaconto, a "costo zero" generato dallo sdoganare il furto di stato dal codice penale.
Non cambia nulla. La necessità di allargare i propri confini con il ritmo di una progressione geometrica è sempre stata denominatore comune di ogni grande impero, da Alessandro ai persiani, da Gengis Khan all'impero romano, all'espansionismo coloniale inglese. Lo hanno fatto anche i piccoli piemontesi per i quali, per più di 150 anni, la definizione × è stata "patriottismo". La verità, molto più vile, fu lo sfruttamento bieco di idealisti che in molti casi divennero, loro malgrado, martiri per causa finanziaria.
Oggi si torna di nuovo al passato cercando di sanare economie virtuali con l'incremento demografico così come in passato fecero Hitler, Mao, Indira Gandhi, Ceausescu con la sua "polizia mestruale" e molti altri.
Papa e politici parlano, con sfacciata, arrogante demagogia, di "accoglienza" nella speranza di far decollare consumi fittizi per risollevare l'economia ai danni di tutti, certamente compresi i "poveri diavoli" immigrati.
Ce ne sarebbero ancora molte di equazioni semplici con risultato deplorevole.
Mi fermo qui.
Ciao Emme
Paolo

avatarsupporter
inviato il 14 Giugno 2018 ore 15:49

Ciao carissimo Paolo a me di tutti i discorsi sull'uomo non me ne può fregare de meno io non sono dalla parte dell'uomo io auspico la sua scomparsa perché razza malvagia infestante prolifica e deleteria per il resto degli esseri viventi a me duole non aver potuto toccare i migliaia di alberi millenari che erano giunti quasi a me così che io avrei potuto prendere parte al loro mondo piangere su quelle radici, non mi interessa delle stragi degli esseri umani perché di umanità l'uomo non ne ha mai avuta nei confronti del mondo, non è una razza in estinzione è una razza prolifica più dei ratti, tanti animali e piante si stanno estinguendo come questi alberi che sono muti testimoni della storia arrivati sino a noi per puro caso perché se fosse stato per l'uomo non ne sarebbe arrivato uno, continuerei caro amico ma direi cose brutte e chiudo qui, un abbraccio

avatarsupporter
inviato il 19 Giugno 2018 ore 0:38 | Questo commento è stato tradotto automaticamente (mostra/nascondi originale)

Che un albero favoloso contorto e nodoso vecchio, Emme! Mi sento come se potessi essere avvolto nei suoi rami e perdersi nella sua storia..... Bel colpo!
Ann:))


RCE Foto

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info)



Alcuni commenti possono essere stati tradotti automaticamente con Microsoft Translator.  Microsoft Translator



 ^

JuzaPhoto contiene link affiliati Amazon ed Ebay e riceve una commissione in caso di acquisto attraverso link affiliati.

Versione per smartphone - juza.ea@gmail.com - Termini di utilizzo e Privacy - Preferenze Cookie - P. IVA 01501900334 - REA 167997- PEC juzaphoto@pec.it

www.juzaphoto.com - www.autoelettrica101.it

Possa la Bellezza Essere Ovunque Attorno a Me