Extremadura - Tutto un batter d'ali
Extremadura - Tutto un batter d'ali, testo e foto by
Marco Marchioni. Pubblicato il 04 Febbraio 2015; 18 risposte, 8003 visite.
La primavera alle porte, qualche giorno a disposizione, inizio a pensare a quale sarà la meta del mio prossimo viaggio. Mille idee, tanti sogni nel cassetto, l'Africa nel cuore, per la quale dovrò aspettare ancora un po', ..... E quindi questa volta la mia meta sarà l'Extremadura, in uno dei parchi più rinomati d'Europa e conosciuto in tutto il mondo: il parco nazionale del Monfrague, che si trova nel nord della provincia di Caceres, tra le città di Plasencia, Caceres e Trujillo. Dichiarato parco naturale nel 1979, poi parco nazionale nel 2007 per proteggere i quasi 18.000 ettari di bosco e macchia mediterranea, "dehesa", e zone rocciose racchiude in sé oltre 200 specie tra mammiferi, uccelli, rettili e anfibi. In particolare gli uccelli sono i maggiori rappresentanti del parco, infatti il parco ospita nelle sue valli la più grande popolazione di avvoltoio monaco (Aegypius monachus) con circa 300 coppie, i grifoni con ben 600 coppie ed una piccola colonia di capovaccai, senza dimenticare l'aquila imperiale spagnola, il gufo reale e la cicogna nera.
Organizzo il viaggio da solo, scelgo e il volo, noleggio l'auto prima di partire per non lasciare nulla al caso e scelgo il luogo in cui dormire, in una località che possa essere strategica per i miei spostamenti.
Si parte, volo di linea Roma-Madrid, ritiro l'auto a noleggio e via lungo l'autostrada che mi porterà alla scoperta di questo luogo magico. Dopo tre di ore di guida arrivo a Villareal de San Carlos, un piccolo agglomerato di case, l'unico situato al centro del parco, con poche cose ma essenziali: un bar, un ristorante, il centro d'interpretazione del parco nazionale, qualche appartamento in affitto e delle case rural; questo sarà il mio punto di partenza. Passerò le mie notti in una tipica "casa rurales" che si chiama "Al Mofrag"; economica, accogliente e con colazione abbondante. I gestori, due persone squisite che mi accolgono calorosamente, mettendomi a disposizione la casa con il motto "Mi casa es tu casa", e fin dal primo momento mi sono sentito veramente a casa. Posate le valigie parto per un giro di perlustrazione del parco, guidando lungo la strada che attraversa il parco soffermandomi per i vari miradores per organizzare i giorni che seguiranno. Villareal de San Carlos, non è stato scelto a caso, infatti è proprio da qui che partono gli itinerari principali da poter percorrere a piedi per scoprire le meraviglie del parco. Quattro "ruta" molto ben segnalate, distinte dai colori (roja, azul, amarilla, verde).

La mattina successiva la sveglia suona prima che il sole inizi a sorgere, per sfruttare le luci dell'alba. Arrivo presso il primo miradores, forse il più famoso, il Salto del Gitano e subito stupore e meraviglia nei miei occhi nel vedere così tanti grifoni (Gyps fulvus) volteggiare sopra di me da non poterli contare e con il fiume Tago che divide le due rupi tra le quali volteggiano e fanno la spola tra le due rupi con alcune soste sopra di esse. Nell'attendere un passaggio dei grifoni che mi permetta qualche scatto più ravvicinato, mi guardo attorno scorgendo negli alberi circostanti varie specie di passeriformi, senza peraltro essere spaventati, quali cinciarelle, cince, fringuelli e zigoli muciatti (Emberiza cia), compresa una piccola femmina di capinera (Sylvia atricapilla) che non curante della mia presenza becchettava i frutti degli ulivi presenti nel miradores; ed ancora il comune pettirosso e il diffidente passero solitario, e peraltro alcuni di loro, senza essere spaventati e per nulla diffidenti, si avvicinano a me anche a breve distanza, osservando e godendo di una realtà ben diversa a quella alla quale siamo abituati nel nostro paese, e che dimostra l'amore e il rispetto che hanno gli abitanti di questa regione e i loro visitatori.
Inoltre non posso dimenticare di menzionare la presenza della rara cicogna nera (Ciconia nigra), e nel periodo in cui ho visitato il parco ho avuto il piacere di osservarne una coppia mentre era intenta a cercare e trasportare ramoscelli e foglie per la costruzione del nido. E che dire poi di una coppia di cormorani, in abito nuziale, che sorvolavano a pelo d'acqua il fiume; ogni cosa intorno a me era spettacolo per i miei occhi. In questo periodo, proprio all'inizio della primavera, i primi di marzo, tutte le specie erano intente nei corteggiamenti e nelle costruzioni dei nidi, anche i grifoni nel loro andare e venire spesso si potevano osservare che portavano nel becco, ramoscelli e ciuffi d'erba.

Nel proseguire il giro del parco, mi imbatto in un gruppo di cervi comuni (Cervus elaphus hispanicus) intenti a brucare l'erba nelle colline che corrono lungo la strada. Nel primo pomeriggio mi sposto in un'altro miradores altrettanto noto, la Portilla del Tietar; qui la vera protagonista è l'aquila imperiale spagnola (Aquila adalberti). Questo rapace, endemico della penisola iberica, con un po' di pazienza lo si può osservare mentre volteggia tra le rupi, per poi posarsi nel punto più alto della montagna. Anche da qui si possono trovare gli onnipresenti grifoni che si godono la luce pomeridiana sulla rocce più alte.
Il giorno seguente torno al Salto del Gitano per fotografare ancora i grifoni, e nel pomeriggio, prima che il sole inizi la sua discesa tra i monti, un'altra metà interessante mi attende, il Castillo del Monfrague. La visita al castello è una tappa obbligatoria, lascio l'auto al parcheggio e percorro la lunga e faticosa scalinata costeggiata da alberi d'ulivo silvestre e lecci, mi porta in cima dove la vista panoramica e' meravigliosa. Arroccato sui monti questo luogo è forse quello che mi ha regalato l'emozione maggiore, oltre allo splendido panorama. Alcuni grifoni hanno scelto questo monte per costruire il loro nido, che anche se rimane nascosto alla vista dei visitatori, il loro andare e venire sfruttando le correnti ascensionali e la vicinanza è tale da riuscire ad ascoltare il vento che attraversa le loro piume, stupore ed emozione da togliere il fiato e farmi venire i brividi.

Dopo aver esplorato il parco nazionale del Monfrague, un'altra destinazione molto speciale mi attende; a pochi chilometri dal capoluogo dell'Extremadura, Caceres, il paesino di Malpartida di Caceres ospita nella località di Los Barruecos. Dichiarato Monumento Naturale dal 1996, racchiude in sé una ricchezza naturale senza pari; si trova proprio nel centro della pianura di Caceres, una zona quasi piana dove si trovano grandi pietre di granito che ricordano i "kopjes" africani. Qui numerose coppie di cicogna bianca (Ciconia ciconia) tutti gli anni vi fanno ritorno ed iniziano a ristrutturare i nidi lasciati l'anno precedente e si lanciano nei corteggiamenti. Il rumore che fanno sbattendo il becco risuona ovunque.
I campi circostanti si colorano di fiori gialli che annunciano la primavera; all'interno di questo monumento naturale gli incontri non mancano, le chiassose cappellacce (Galerida cristata) e una curiosa coppia di saltimpalo (Saxicola rubetra) volano sulle siepi sparse qua' è la con lo sfondo azzurro del fiume che corre nel parco, sembrano seguirmi e mettersi in posa davanti a me per farsi fare qualche scatto, con un lui' che ogni tanto si frappone tra loro. Inoltre nella zona si possono osservare limicoli, aironi.

Mi accingo al ritorno verso Villareal, dove alloggio, faccio una sosta in un paesino lungo la strada per un caffè dove trovo sempre sempre molto calore e disponibilità da parte della gente del luogo ne cercare di aiutarmi e darmi informazioni, mi fermo un poco all'ombra degli alberi e un gruppo di gazze dalle ali azzurre (Cyanopica cyanus) veloci nel muoversi, chiassose e meravigliose da vedersi si posano vicino a me, in qualunque luogo di questa regione la natura è presente con la sua biodiversità, e di nuovo in alto vicino a me un'altro nido di cicogna bianca, presenti un po' dovunque nel territorio.

Per il ritorno decido di non percorrere l'autostrada, ma le strade sterrate che corrono parallele all'autovia principale, e la mia scelta si rivela fortunata perché con mio grande piacere gli incontri non mancano; pernici rosse, upupe, strillozzi e un gran numero di pavoncelle (Vanellus vanellus) volano nelle radure erbose che si alternano a boschi più o meno fitti.
La giornata, però, è ancora lunga e ricca di sorprese, prima di rientrare alla casa rurales, faccio sosta nella vecchia città medievale di Trujillo, percorro i suoi stretti vicoli arrivando nella piazza principale "Plaza Major", approfittando dei suoi numerosi bar e ristoranti recupero le energie spese. La sosta in questa città non è casuale, infatti essa è famosa nell'ospitare sui tetti e sui campanili i nidi delle cicogne bianche, anche qui intente a ristrutturare quelli lasciati la precedente stagione. Inoltre questa cittadina offre ospitalità a numerose taccole e ad una piccola colonia di falchi grillai (Falco naumanni). Sembra essere fuori dal tempo.

Dopo i giorni passati immerso nella natura, il viaggio volge alla conclusione, questa sarà l'ultima notte spagnola. Il giorno della partenza, mi accingo a percorrere ancora per l'ultima volta la strada che attraversa il parco, godendo di un'alba fantastica, con la bruma che si alza dai piccoli laghetti che si trovano di tanto in tanto nei prati, una sottile linea rosso-arancio all'orizzonte anticipa il levarsi del sole e il cuore si stringe nel dover lasciare un posto come questo. Sono stato pochi giorni, ma ho sentito veramente l'atmosfera di CASA. Lascio qui un pezzo del mio spirito; vado via col proposito di tornare, la prossima primavera.
L'Extremadura è una regione molto interessante sotto il profilo naturalistico e paesaggistico, un vero paradiso per fotografi e birdwatcher. Lontani da quella civiltà con i ritmi frenetici alla quale siamo abituati tutti i giorni, qui il tempo sembra essersi fermato; tutto sembra a misura d'uomo, in particolare, nel parco nazionale del Monfrague, l'uomo e la natura formano un connubio perfetto, regalando a chi lo visita emozioni inaspettate.
Marco Marchioni, appassionato di natura fin da piccolo, negli ultimi anni la fotografia si unisce alla natura, liberando la fantasia; il Mal d'Africa lo colpisce e ogni anno visita questo splendido continente. Per ulteriori informazioni si può visitare il suo sito internet: www.marcomarchioni.com Risposte e commenti
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| inviato il 04 Febbraio 2015 ore 16:20
Belle immagini, ben raccontato, grazie. |
| inviato il 04 Febbraio 2015 ore 18:07
Complimenti ...qual e il miglior periodo per una visita? |
| inviato il 04 Febbraio 2015 ore 18:46
Ciao Paolo, il periodo migliore è aprile-Maggio. |
| inviato il 04 Febbraio 2015 ore 18:57
Complimenti per la perfetta descrizione. Quasi quasi, che ne dici metà giugno? Ciao ugo |
| inviato il 04 Febbraio 2015 ore 21:17
Ciao Ugo, grazie per i complimenti, per metà giugno, splendido |
| inviato il 05 Febbraio 2015 ore 9:31
Grazie per la bella descrizione e tanti complimenti |
| inviato il 05 Febbraio 2015 ore 10:50
Esperienza magnifica, complimenti! |
| inviato il 05 Febbraio 2015 ore 11:16
Bellissime immagini e racconto, grazie per aver condiviso al tua esperienza. |
| inviato il 05 Febbraio 2015 ore 12:19
Molto interessante,grazie per il racconto e le splendide foto Ciao Alberto |
| inviato il 06 Febbraio 2015 ore 18:29
Mi hai fatto assaporare la tua esperienza: grazie |
| inviato il 07 Febbraio 2015 ore 0:34
Molto interessante complimenti, grazie |
| inviato il 10 Febbraio 2015 ore 18:38
Interessantissimo articolo e belle foto, la più bella, ovvio, quella del grifone. Tuttavia spero non ti dispiaccia se faccio un piccolo appunto. In spagnolo la parola "mirador" significa capanno, osservatorio anche se non esiste letteralmente una vera e propria traduzione, infatti la parola deriva dal verbo "mirar" che vuol dire guardare. Se dici "nel miradores" è come se dicessi nell'osservatori o nel capanni, siccome con l'aggiunta della "s" in questo caso indichi un plurale. E' un errore che spesso fanno gli italiani anche con parole come "mural" tradotto quasi sempre con il plurale "murales" anche quando andrebbe posto al singolare. Spero di non aver dato l'impressione del saputello arrogante, siccome il mio intervento è stato fatto in buona fede! |
| inviato il 10 Febbraio 2015 ore 22:39
bellissimo racconto |
| inviato il 13 Febbraio 2015 ore 16:36
Io non ho capito una cosa nel parco ci sono capanni? Oppure sono tipo dei Belvedere... che ne dici 7/12 aprile un po' presto? |
| inviato il 17 Febbraio 2015 ore 13:26
Un bel racconto ed immagini veramente interessanti Massimo |