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Escursione al Lago Miage


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Escursione al Lago Miage, testo e foto by Utente Non Registrato. Pubblicato il 09 Settembre 2011; 0 risposte, 6568 visite.





In Valle d'Aosta, esistono molteplici paesaggi montani spettacolari e, proprio qui, si trovano alcune tra le più belle montagne delle Alpi e dell'intera Europa. E' naturale, quindi, che, ogni anno, questa regione attragga, nei periodi di vacanze, tanti turisti. La Val Veny è un territorio alpino d'incomparabile fascino, sotto il massiccio del Monte Bianco; inoltre, la comodità dell'autostrada A5 fino a Courmayeur, con numerose e lunghe gallerie, ha ulteriormente facilitato l'accesso. La gita è molto nota, ma merita di essere ugualmente descritta vista l'attrattiva dei posti. Il sopralluogo è stato effettuato in una giornata con condizioni meteo particolarmente favorevoli e il cielo quasi limpido e pressoché sgombro da nubi fino al tramonto. Il tempo totale del percorso di base è circa 4 ore (andata e ritorno, soste escluse).




La difficoltà dell'itinerario è poco più che turistica (T/E) e bisogna prestare solo un po' d'attenzione nella zona del lago Miage. Il dislivello complessivo in salita sfiora i 600 metri. L'epoca per la visita va da inizio luglio a fine settembre, quando la strada della Val Veny è aperta, con equipaggiamento standard da montagna (zaino, scarponcini, abbigliamento a strati?). In vallata, le segnalazioni sono quasi ovunque gialle e numeriche (varianti alfabetiche per le diramazioni), con il posizionamento di apposita cartellonistica, in corrispondenza dei bivi.

Si percorre l'autostrada A5 fino all'uscita di Courmayeur (1224 m) e si prosegue verso il tunnel del Monte Bianco. Si supera la rotonda posta all'ingresso di Courmayeur, all'altezza del piazzale, dove sostano i mezzi pubblici ed è ubicato, pure, l'ufficio informazioni turistiche (AIAT), e, in un centinaio di metri, si svolta a sinistra e, poi, a destra per la Val Veny. Ad un nuovo incrocio, si piega a sinistra e si rimonta una ripida rotabile, notando sulla destra l'imbocco del traforo del Monte Bianco. Si oltrepassa il Santuario di Notre Dame de la Guérison e si risale la vallata per circa 5 km (ci sono tre campeggi). Dopo la frazione La Vessaille, oltre un ponte e il ristoro Chalet du Miage (fin qui arriva il bus navetta), conviene parcheggiare (a 1680 - 1700 metri), perché, più avanti, la strada è chiusa da una sbarra, a quasi 11 km dal casello autostradale. Si tenga presente che l'ultimo tratto, che si è percorso in macchina, può essere soggetto ad alcune limitazioni di traffico, nei periodi di maggior affollamento (per informazioni: Aiat, tel. 0165 842060 www.aiat-monte-bianco.com).




Diversi i punti d'interesse, che si sono incontrati durante l'avvicinamento in auto o riguardano il territorio, su cui pare opportuno soffermarsi, sia pur brevemente, con delle notizie. Courmayeur è una rinomata località alpina che ha dato i natali a molte guide di fama mondiale (http://www.guidecourmayeur.com) ed è situata ai piedi della catena del Monte Bianco. Quest'ultimo, non solo è la cima più alta d'Europa, grazie ai suoi 4810 metri, ma è un articolato massiccio con decine di vette, guglie e punte ben sopra i 4000 metri, al confine tra Italia, Francia e Svizzera. Si tratta di circa 400 km2 inclusi in una area protetta denominata Espace Mont Blanc, che si prefigge lo sviluppo sostenibile del territorio oltre a patrocinare l'inserimento nella lista dei siti del patrimonio mondiale dell'umanità dell'Unesco. Il lato italiano è unito a quello francese (la cittadina di Chamonix) tramite i 12 km del tunnel del Monte Bianco, che è in funzione fin dalla metà degli anni Sessanta del XX secolo. Un differente e importante collegamento si ha mediante la cosiddetta "Funivia dei ghiacciai" (http://www.montebianco.com), che dal borgo, in Val Ferret, di La Palud (4 km da Courmayeur) permette di transitare in 90 minuti, da un versante all'altro, utilizzando ben 6 tronchi di funivia (Punta Helbronner, stazione intermedia con i suoi 3462 metri, è una terrazza panoramica veramente speciale che consente di ammirare vari ghiacciai e vette imbiancate, da una prospettiva unica).

All'inizio della Val Veny, spicca il Santuario di Notre Dame de la Guérison, dedicato a Maria, invocata come guaritrice. Collocato ai piedi del ghiacciaio della Brenva, che, con un suo avanzamento, distrusse una prima costruzione nel XIX secolo (ma non la statua della Madonna) fu, in seguito, riedificato. La struttura ha la pianta a forma di croce latina e all'interno ci sono gli ex-voto e diversi affreschi e altari in legno. Di solito, è aperto dal 2 luglio, festa patronale della Visitazione, fino al 30 settembre.




Dalla sbarra, si percorre la strada asfaltata che effettua un paio di tornanti oppure si può prendere una scorciatoia che inizia, subito, dalla prima curva a gomito, attraverso il bosco. In breve, comunque, si sbuca nuovamente sulla carrozzabile, che è stata chiusa al traffico una quindicina d'anni fa. Ad onor del vero, il percorso, in questo tratto, è un po' noioso, ma, superato un pezzo in terra battuta (tempo addietro una frana ha cancellato l'asfalto per alcune centinaia di metri), si intravede il fondo valle con le guglie delle Pyramides Calcares, mentre sulla sinistra il torrente regala un'ansa dalle colorazioni particolari, frutto del mescolamento dell'acqua di fusioni dei ghiacciai con quella delle sorgenti. Si giunge, così, al ponte sulla Dora di Veny (1 ora dalla partenza), all'altezza del bacino Combal, che per il momento si trascura. I cartelli, invece, segnalano sulla destra il lago Miage lontano solo 20 minuti e, poco dopo, si è di fronte al ristoro bar Combal, con un nuovo bivio: a sinistra per il rifugio Gonella (chiuso, però, dall'estate 2006, come pure la via d'accesso, a causa dei lavori di consolidamento sullo sperone roccioso dove è situato l'edificio, a 3071 m, e che riaprirà, forse, nel 2008 ? www.rifugiogonella.com), mentre a destra, in meno di 10 minuti, su un sentierino, in parte sistemato e senza eccessive difficoltà, vista la brevità, si conquista la cresta (2040 m) da cui si vede il lago Miage (2020 m), originato da uno sbarramento di tipo glaciale e morenico.




Alcuni pannelli avvertono sulla potenziale pericolosità, in caso di distacco dei massi che possono creare onde anomale, ma con le dovute cautele e la necessaria prudenza è possibile portarsi sulla sponda per meglio notare i numerosi piccoli iceberg che si staccano dal Glacier du Miage, che scende direttamente dalla vetta del Bianco, e galleggiano nell'acqua: Lo spettacolo, unico, è veramente affascinante? Ecco, cosa si può leggere, su di un cartello relativo al Lac du Miage, sulla creazione delle morene: "? come un nastro trasportatore il ghiacciaio trascina con sé le pietre precipitate dalle pareti circostanti. Ai lati della lingua glaciale si formano così degli accumuli di frammenti rocciosi chiamati morene laterali. A seconda delle condizioni climatiche, un ghiacciaio attraversa fasi alterne di espansione o di regressione. Il materiale che costituisce le morene è dapprima sospinto sui lati e verso la valle e poi quando il ghiaccio si scioglie, è abbandonato dal ghiacciaio in ritiro?". Dopo una meritata sosta, si perde quota, tornando sui propri passi e superando il ponte in corrispondenza del lago Combal (1950 m) che, ormai, è poco più di un bacino lacustre, in fase di riempimento a causa dei detriti trasportati da parecchi ruscelli, pur mantenendo una buona pescosità. Ignorato, sulla sinistra, il tracciato per Courmayeur e il rifugio Maison Vieille (rispettivamente circa 4h e 2h, segnale n. 2, Tour Monte Bianco, difficoltà media), oltre che per il monte Fortin (2h, segnale n. 9, difficoltà media alta), l'ampia pista sterrata si snoda sul pianoro verso il rifugio Elisabetta, costeggiando la Dora di Veny.




Trenta minuti e incomincia una salita che, con una serie di svolte, porta, prima, al bivio per il colle de La Seigne (storico confine con la Francia, distante 70 minuti), nei pressi dei ruderi di una vecchia caserma e, infine, alla struttura (30-40 minuti) intitolata all'escursionista Elisabetta Soldini Montanaro (2195 m), tragicamente perita in montagna. Il fabbricato, utilizzato da coloro che si cimentano nel tour del Bianco e punto tappa dell'Alta Via della Valle d'Aosta n. 2, si trova ai piedi del ghiacciaio Lex Blanche ed è stato costruito nel 1953 ed ampliato nel 1983: ora è dotato di 80 posti letto, con un locale invernale aperto per una ventina di persone (tel. 0165 844080\34843 3355255881). Qui, dopo aver visitato il luogo, termina la gita proposta ed il rientro, percorrendo la strada dell'andata, esclusa ovviamente la deviazione per il Miage, richiede circa 90 minuti.

I più esperti possono prolungare l'itinerario con una variante che parte dal rifugio Elisabetta. Seguendo una traccia dietro l'edificio (non quella indicata dalla palina!), un percorso complicato e con delle difficoltà alpinistiche (grado 1), nel tratto dal Colle d'Estelette, conduce, in poco più di 2 ore, al bivacco Hess (2958 m), spartano (4 posti e solo alcune coperte disponibili) e in pessime condizioni. E' ubicato, dal 1925, su di un poggio roccioso in un tipico e severo ambiente alpino con belle vedute ed è dedicato all'alpinista Adolph Hess che aprì nuove vie e ascensioni nel gruppo del Monte Bianco, oltre ad aver creato, in zona, i primi ricoveri fissi d'alta montagna.



Maurizio Lo Conti (locontim@galliera.it) è nato nel 1962 e pratica il trekking fin dagli anni Ottanta del XX secolo. Nel 2000, presso il Cral dell'ospedale Galliera (http://www.cralgalliera.altervista.org), ha fondato la locale Sezione Escursionismo che, nel corso del 2002, si è affiliata alla FIE. Ha scritto diversi articoli d'escursionismo ed ora è uno dei redattori della rivista FIE "Escursionismo", che ha una diffusione in una dozzina di regioni diverse, con circa 9.000 copie distribuite in abbonamento postale.



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