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Summilux 35 mm f/1,4 Pre Asph


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Summilux 35 mm f/1,4 Pre Asph, testo e foto by Ivan61. Pubblicato il 12 Aprile 2025; 12 risposte, 12376 visite.


SUMMILUX 35/1,4 Pre Asph fra miti, pregiudizi e realtà




Per la serie le mie piccole "Prove ed Impressioni sul Campo senza pretese" oggi vi voglio parlare del tanto chiacchierato Summilux 35 pre Asph (è stata per tanti anni la mia ottica principale, praticamente saldato prima in analogico sulla M6 e sulla M4-P e poi in digitale anche sulla mia M10P, solo di recente l'ho ceduto ad un amico con impegno a riprendermelo all'occorrenza) in considerazione che nelle ultime settimane più di qualcuno mi ha chiesto informazioni e pareri mi sono deciso a scrivere questo breve articolo senza pretesa alcuna, ma anzi sperando di suscitare curiosità e magari un dibattito con chi lo ha e lo usa o lo ha avuto. Ne parlerò a modo mio con delle immagini che non hanno alcuna pretesa artistica, ma solo esplicativa e per questo non hanno subito variazioni in post produzione (quelle in analogico sono state scattate, sviluppate e scansionate senza alcun intervento e vi chiedo scusa fin d'ora per le scansioni veramente pessime di bassissima qualità, ma visto che servono solo a dimostrare quanto viene detto nel testo le ho inserite lo stesso sperando rendano l'idea, quelle in digitale sono state scattate in DNG, importate con un profilo colore unico e senza ulteriori modifiche se non che possono essere fonte di Crop).

Dopo questa debita premessa diciamo subito che questo piccolo Summilux a volte viene scelto solo perché ha il marchio Summilux e costa meno dei fratelli Asph più giovani (con l'eccezione del cosiddetto bi asferico oggi rarissimo oggetto da collezione), ma è anche vero che si porta dietro il marchio di "morbidone" e spesso viene scartato da molti utenti proprio per questo, vediamo se riusciamo a riabilitarlo un pochino conoscendolo meglio, in realtà vi anticipo subito che si tratta di due caratteri completamente differenti a seconda l'apertura, come dire di avere due ottiche in una. E' un obiettivo dalla resa incisa ed altamente risolvente da f/4 in poi, morbida fino ad f/2,8 con evidenti difetti ottici a TA che tuttavia se si impara a fruttarli diventano dei plus in più da utilizzare in determinate circostanze.

Iniziando dalla storia il Summilux 35 mm Pre Asph è l'ottica che in assoluto più longeva di casa Leica con i suoi 34 anni (superando anche il mitico Elmar 50 mm f/3,5 con i suoi “solo” 31 anni dal 1930 al 1959 per quello a vite e fino al 1961 con quello a baionetta M), entrato in produzione nel 1961 (con il nome di Steel Rim a causa del suo anello anteriore in acciaio che poi ha perso nel 1964, questa particolare versione ha un notevole valore sul mercato collezionistico) e rimane a catalogo fino al 1995. Interessante notare che è rimasto in produzione anche con il primo Summilux Asph contraddistinto da due lenti asferiche (comunemente conosciuto come bi-asferico) ed in produzione dal 1990 al 1994, poi per un anno ancora rimane in produzione con il nuovo 35 Summilux Asph secondo tipo che appunto entra in produzione nel 1994 fino al 2004 (poi sostituito dal modello chinato FLE) e questo finalmente riesce nel 1995 a mandare in pensione il piccolo Summilux Pre Asph, ma allora sorge spontanea la prima domanda, in Leica erano così folli da tenerlo in produzione seppur ci fossero i nuovi Asferici? In realtà il primo Asph con le sue due lenti asferiche era molto costoso e questo piccolino permetteva di avere un Summilux 35 ad un costo più abbordabile, ma a dimostrazione della bontà del suo progetto diciamo subito che il piccolo Summilux ha 7 lenti in 5 gruppi guarda caso con lo stesso schema ottico del tanto osannato King of Bokeh (KoB) che entra in produzione nel 1979 fino al 1996 quindi possiamo anche dire che questi due obiettivi (nel periodo di sovrapposizione di produzione e con lo spostamento della produzione del Summilux in Germania) si fregiano di avere gli stessi vetri per le lenti e degli stessi trattamenti antiriflesso ed in effetti io che per 20 anni circa ho avuto in borsa due KoB (uno cromato ed uno nero, ma degli ultimissimi tipi made in Germany, il famoso numeri quadri) che si sono alternati posso dirvi che la resa del Lux in argomento da f/2 in poi è perfettamente sovrapponibile al Summicron IV serie detto anche KoB con in più un diaframma che, se ben ricordo, all'epoca da Leica, più o meno esplicitamente, veniva consigliato di usarlo solo in caso di emergenza proprio per la sua resa particolare (vale la pena ricordare che all'epoca la grande apertura era funzionale a poter realmente fare la foto con le pellicole che avevano sensibilità molto basse, mentre oggi con il digitale la consideriamo più un'apertura funzionale allo sfocato). Considerando che oggi come oggi il KoB ha avuto un momento di rialzo impazzito delle quotazioni raggiungendo o a volte superando il cugino con un diaframma in più viene da chiedersi perché non scegliere il piccolo Lux?
Interessante notare che negli ultimi anni è tornato in produzione (insieme ad altre ottiche storiche come ad esempio il Noctilux f/1.2 o il Thambar) nel listino Leica Classic con il nome originale di Steel Rim.

Ora andiamo ad esaminare la resa con le immagini che sono state scattate con la M10P a diaframmi intermedi (alcune con dei Crop come la prima con i riflessi e l'ultima con il gabbiano che è addirittura un 200%, altre non ho potuto pubblicarle perché imi dice che l'articolo contiene troppe foto) e come si può notare la resa è più che soddisfacente (a mio personale giudizio ovviamente),







ma ora passiamo ad esaminare il particolare comportamento che ha con il diaframma a f/1,4, in questo diaframma particolare l'obiettivo in esame soffre di coma, di aberrazioni sferiche e di flare per questi difetti le luci assumono un alone intorno, il contrasto si abbassa molto ed ecco infatti la foto scattata in un androne con una luce bassa, ma insignificante e piuttosto piatta è stata scattata ad f/2 e tutto sommato l'obiettivo ha reagito dignitosamente con un'immagine accettabile (specifico che si tratta di foto analogiche scattate con M4-P con HP5 IN HC110 ripeto le mie scuse per la qualità della scansione delle immagini che ho in archivio, è veramente pessima, ma ora non sono in condizioni di ripeterla, in ogni caso credo e spero rendono l'idea),




nella foto successiva è lo stesso scatto ad f/1,4 è decisamente inaccettabile, molto morbida, io la definisco slavata, poco definita nei contorni della statua, decisamente peggiore della precedente ad f/2




ecco che quindi abbiamo visto di non usare la massima apertura in condizioni di luce piatta e senza forti contrasti e ombre nette.

Le foto successive sono scattate a TA a dimostrazione che in determinate condizioni la sua morbidezza aiuta a mitigare le situazioni limite, ma anche che in condizioni di forti contrasti e di luce decisa la resa non è morbida. In ogni caso troviamo i difetti che ho descritto sopra e che per alcuni puristi e perfezionisti è inaccettabile mentre per altri che guardano la resa poetica è piacevole da il senso della notte con una piacevole resa vintage, vi dirò di più per determinate immagini io credo che la sua resa è realmente magica.
Nel ritratto in bianco e nero a mia figlia e nel mio autoritratto di apertura allo specchio si notano evidentemente i difetti, il coma, le aberrazioni, ecc, (notare il giubbotto bianco che riflette) ma questi (sempre a mio personale parere) contribuiscono a dare un'effetto di magico e di etereo donando alla fotografia quel pizzico di diverso dalla perfezione di ottiche più moderne.
Specifico che queste prime due sono scattate con Leica M4-P e HP5 sviluppata in HC110 e la solita terribile scansione




questa sotto invece con la M10P, notare come ha tenuto aperte le ombre e la leggibilità nelle zone scure






In sintesi possiamo riassumere che si tratta di un obiettivo leggendario, è l'ottica Leica rimasta in produzione per il maggior numero di anni, circa quaranta.
Definito all'epoca, in modo colorito ma efficace, giant of light (gigante di luce, anche se la traduzione in Italiano non rende giustizia all'espressione originale), il Summilux 35 porta per la prima volta la propria focale al risultato straordinario, per l'epoca, di f:1,4 (ricordiamo che in quegli anni vedeva la luce anche il primo Noctilux 50 mm f/1,2, ma questo 35 mm anche se con un'apertura leggermente inferiore consentiva tempi più lunghi di almeno uno stop rendendolo più idoneo alla fotografia in luce ambiente).
Piccolissimo, molto leggero, per l'epoca le sue performances hanno del miracoloso; quando le ottiche nipponiche di luminosità f:2 balbettavano appena, sfoggiando risultati grigi e smorti, il nostro sbaragliava la concorrenza con prestazioni che conservano tuttora una validità a prova di vecchiaia.
Nitidezza ottima al centro fin dalla massima apertura, e ai bordi a partire da f:4; contrasto ottimo fin da f:2,8; resa generale di primissimo livello da f:5,6 in poi, range in cui non teme confronti con il meno luminoso Summicron. Grinta e incisività elevatissime ai diaframmi centrali. Tra i difetti possiamo annoverare una vistosa vignettatura alle massime aperture, un fastidioso coma, e una sensibile aberrazione sferica; proprio quest'ultima è responsabile di una sorta di velo che copre tutta l'immagine alla massima apertura, e che dona a questo obiettivo l'aspetto pittorico e sognante che tanto può piacere (o meno); non credo di sbagliare molto definendolo un Noctilux in 35mm e trovo che sia particolarmente indicato per fotografia notturna, di teatro, di scena, ritratti se ovviamente si impara a dominare i difetti e sfruttarne i pregi.
Per me che ne sono innamorato è impossibile trarre conclusioni oggettive: si tratta di un vetro che ammalia e delude allo stesso tempo, fa innamorare e arrabbiare, seduce e abbandona. Tante buone qualità e tanti difetti che il successore cancellerà di colpo: i difetti, soprattutto; ma anche qualche pregio che non smette di farsi rimpiangere ...

Per dovere di cronaca specifico che le conclusioni sono liberamente tratte, e riviste, dagli scritti del grande esperto e compianto Sante Castignani per me sempre vera fonte di ispirazione.






Risposte e commenti


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avatarsenior
inviato il 12 Aprile 2025 ore 20:51

Ecco qualche altra foto che non ho potuto inserire nell'articolo per vincoli con il numero di foto

www.juzaphoto.com/galleria.php?t=5033015&l=it

www.juzaphoto.com/galleria.php?t=5033014&l=it

www.juzaphoto.com/galleria.php?t=5033017&l=it

Per approfondire suggerisco la lettura delle parole del grande esperto Marco Cavina a questo link

www.wetzlar-historica-italia.it/Leitz_Summilux_M_35mm_1,4.html

avatarsenior
inviato il 13 Aprile 2025 ore 9:04

Bella, ricca di particolari e soprattutto onesta questa recensione. ;-)

Hai evidenziato pregi e difetti di questo "giant of light" che ha fatto storia.

Apprezzato ai tempi della sua uscita per luminosità e compattezza, oggi è amato perchè regala alle immagini un sapore retrò vintage che non appartiene alle ottiche attuali, ricche di correzioni al limite della perfezione, ma povere di carattere e personalità!

Un piccolo gioiello d'altri tempi...:-P

Gianni

avatarsenior
inviato il 13 Aprile 2025 ore 9:25

Sinceramente apprezzo il tuo commento Bibols, mi fa molto piacere!

In effetti troppo spesso si comprano ottiche senza conoscerne il comportamento, questo piccolo gioiello poi è sempre stato amato poi bistrattato e poi di nuovo amato dai più, spesso senza capirlo fino in fondo

avatarsenior
inviato il 13 Aprile 2025 ore 9:53

Bell'articolo, avresti però dovuto citare Sante Castignani come coautore per la parte finale....

www.leicapassionforum.it/forum/viewtopic.php?t=36114

avatarsenior
inviato il 13 Aprile 2025 ore 11:23

Per me è troppo piccolo, è difficile da utilizzare, ovviamente si può preimpostare e usare, ma se bisogna cambiare diaframma, mettere a fuoco è per me quasi inutilizzabile, mi piaceva molto di più il 35 summilux R.
Detto questo ho la versione made in Germany, secondo qualcuno è un obiettivo con prestazioni diverse rispetto al Canada, c'è qualcuno che li ha usati entrambi?

avatarsenior
inviato il 13 Aprile 2025 ore 15:58

Wonderprig, hai ragione … la parte finale mi sono liberamente ispirato a lui, erano appunti che smaneggiato e personalizzato e che mi ero preso e segnato nel mio notes e poi mi è sfuggito di scriverlo … chiedo venia, lo faccio ora, ma purtroppo gli articoli non si possono correggere … ieri tra tagli e amplia ho impiegato oltre mezza giornata perché una volta troppe foto, una volta poco scritto, un'altra volta un'altra cosa … tra lascia e riprendi qualcosa mi è sfuggito

avatarsenior
inviato il 13 Aprile 2025 ore 15:59

Vincenzo non ha prestazioni diverse dall'ultima versione canadese … certo come ho scritto ben altra cosa è paragonare con le versioni precedenti

avatarsenior
inviato il 14 Aprile 2025 ore 11:30

@Wondergrip grazie all'intervento di Juza siamo riusciti ad aggiungere giustamente quanto dovuto

avatarsenior
inviato il 14 Aprile 2025 ore 11:38

;-) Ottimo!

avatarsenior
inviato il 14 Aprile 2025 ore 15:11

Era dovuto, ripeto che mi cospargo il capo di cenere ed ammetto il mio errore in realtà fra tagli e aggiunte, foto poche e troppe, testo da rivedere in base alle foto mi è scappato di reinserire la citazione

avatarsenior
inviato il 14 Aprile 2025 ore 21:23

Il tuo scrupolo ti fa onore, hai fatto benissimo ad inserire la citazione come conclusione del tuo interessante articolo peraltro corredato di ottime ed esplicative immagini, ci tenevo solo a che fosse ricordato il grande Castignani il cui contributo riguardo al mondo Leica è tuttora assai valido.
Un saluto
Paolo

avatarsenior
inviato il 14 Aprile 2025 ore 22:36

Wonderpig assolutamente, ho tutti i suoi scritti e ne ho una grande stima … ti ringrazio ancora per i complimenti al mio articolo





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