Nutria e Folaga, testo e foto by
Giuseppe Taverna. Pubblicato il 28 Dicembre 2024; 4 risposte, 13833 visite.
Nel 2008 Danilo Mainardi, etologo e divulgatore scientifico, professore di Ecologia comportamentale all'Università Cà Foscari di Venezia e direttore della Scuola Internazionale di ecologia di Erice, presidente onorario della LIPU (Lega Italiana Protezione uccelli), membro di accademie e società tra cui L'Accademia Nazionale delle Scienze (dei Quaranta) e l'Internescional Ethological Society di cui è stato presidente, ha pubblicato “La bella zoologia” e ha scritto:
Chi lo fa lo sa: conoscere da vicino gli animali, frequentarli, osservarli, studiarli è bellissimo. E non finisce mai di stupire. Perché la varietà delle specie, con le loro molteplici forme di intelligenza – quella insita nell'istinto e quella frutto di personali esperienze – è una fonte inesauribile di sorprese, anche per gli studiosi.
Affrontare temi complessi come l'evoluzione delle specie e il difficile rapporto tra l'uomo e l'ecosistema, ci schiude lo scrigno della zoologia, disciplina bellissima, dove si nascondono tesori, che ci regaleranno conoscenza e gioia di vivere, perché capire gli animali – uomo incluso – è il punto di partenza per cambiare il nostro modo di pensare nel mondo.
Nel 2017 Richard O. Prum, Professore di di Ornitologia alla Yale University, nonché curatore capo della sezione Zoologia dei Vertebrati del Peabody Museum of Natural History presso il medesimo istituto, nel suo libro “L'evoluzione della bellezza” inizia l'introduzione scrivendo:
Ho iniziato a praticare il birdwatching e a interessarmi del comportamento degli uccelli quando avevo dieci anni, e non ho mai preso seriamente in considerazione di fare altro nella vita. Il che è un bene, perché ormai non sarei più in grado di fare un lavoro diverso.
Quest'anno, durate il mio girovagare fotografando la natura, mi è capitato di osservare, quello che per me, è apparso un insolito comportamento animale tra un mammifero e un uccello.
Il mammifero, un esemplare adulto di Nutria (Myocastor coypus), a causa degli interventi di manutenzione sui corsi d'acqua, effettuata dall'uomo, ha abbandonato il suo territorio spostandosi in un canale nelle immediate vicinanze.
Lo stesso habitat veniva utilizzato, con le dovute distanze territoriali, anche da uccelli nidificanti quali la Folaga e lo Svasso maggiore.
Lo Svasso, a causa del bassissimo livello d'acqua rimasto, non trovando più pesce, suo cibo prioritario, è stato costretto a trasferirsi nel vicino fiume, il Ticino.
La coppia di folaghe, per giorni ha girovagato nei pressi, trovando ancora da alimentarsi in quanto la vegetazione acquatica era ancora presente.
La Nutria si è subito ambientata nel nuovo corso d'acqua, e ha iniziato la preparazione del proprio giaciglio in acqua poco mossa, accatastando intrecciata numerosa ramaglia secca galleggiante. Si è creata così una specie di tana, come fanno i castori, e per giorni l'ho vista riposarsi sul proprio giaciglio sonnecchiando.
Le folaghe, oltre che cercare il cibo, erano in cerca di un luogo per nidificare. Giorno dopo giorno le ho viste avvicinarsi sempre più al giaciglio della nutria, lasciato spesso abbandonato dal mammifero per recarsi in altre località in cerca di cibo.
Non essendo presente 24 ore su 24 posso solo immaginare quanto sia successo, dopo pochi giorni mi sono trovato ad osservare un bel nido, ben costruito, al di sopra del giaciglio della nutria.
La cosa non mi ha sorpreso.
Il roditore, sebbene sia un mammifero con tendenze più aggressive di altri ordini animali, nelle mie osservazioni sul campo non ha mai dimostrato atteggiamenti ostili nei confronti sia della sua specie che di altre.
Non l'ho mai visto lottare per il territorio o per il cibo e neanche per la formazione della coppia.
Ha sempre dimostrato atteggiamento di calma e tranquillità, se disturbato a terra, si rimette in acqua e si allontana per poi tornare a pericolo cessato.
Insomma, pare che a parte l'uomo, e qualche altro mammifero come volpe, tasso, cinghiale o rapace diurno e/o notturno che potrebbero catturare qualche esemplare appena partorito, non abbia predatori.
Nei vari corsi d'acqua frequentati ho osservato il roditore convivere con tutti gli uccelli acquatici presenti, a volte fianco a fianco, nuotando nei pressi per raggiungere il terreno erboso di cui spesso si ciba come qualsiasi erbivoro o per trasportare ramaglia per la costruzione del nido.
Anatre, svassi, aironi, folaghe, cigni, non hanno mai dimostrato ostilità nei suoi confronti, dimostrando di non temerla né di considerarla.
Quindi posso affermare che, visto quanto sopra, il roditore senza colpo ferire abbia lasciato alla folaga il territorio.
Qualche giorno dopo, ripassando, ho potuto osservare la famigliola di folaghe.
Quattro pulli, ben vispi nuotavano attorno ai genitori cercando continuamente il cibo che passava di becco in becco. A turno i pulli, uno alla volta, sostavano nel nido addormentandosi dopo essersi cibati in abbondanza.
Scheda tecnica Nutria Regno Animalia, Classe Mammiferi, Ordine Roditori, Famiglia Myocastoridae, Genere
Myocastor, Specie
coypus Lunghezza del corpo: c.a. 47-58 cm
Coda: c.a. 34-41 cm
Simile ad un castoro con la coda di un ratto, questo roditore ha occhi, narici e orecchie piccole e posti in alto, adatti all'habitat acquatico. Le labbra si chiudono davanti agli incisivi, permettendogli di rosicchiare anche sott'acqua, ha 20 denti.
Ai lati del muso ha delle ghiandole che emettono un secreto oleoso che sparge cospargendolo sul corpo per rendere il pelo più lubrificato. Questa sostanza viene usata anche per marcare il territorio.
Ha una coda lunga e arrotondata coperta di peli finissimi e scaglie. gli arti sono corti, rispetto alle dimensioni del corpo con piedi maggiormente lunghi nelle zampe anteriori.
Queste hanno quattro dita lunghe, non palmate e con una specie di pollice.
Le zampe posteriori hanno cinque dita, le prime quattro sono unite da una membrana natatoria, mentre il quinto è libero.
La pianta dei piedi è glabra. ha artigli molto affilati e robusti.
E' un rapido nuotatore quando si sente minacciato, mangia prevalentemente piante acquatiche, alghe, tuberi, radici e erba, tenendo il cibo tra le zampe anteriori.
Tra le piante acquatiche sia in acque correnti che ferme, cerca le
Potamogetonaceae dell'ordine delle
Potamogeton, anche se a causa di bonifiche, drenaggi e canalizzazioni, sono seriamente minacciate.
Nel fiume Ticino e relativi corsi d'acqua immissari e/o emissari, sono ancora presenti specie come
Potamogeton perfogliatus e
Potamogeton pusillus, mentre sempre più rare sono
Potamogeton acutifolius e
Potamogeton lucens Gregario, vive in gruppi famigliari lungo le sponde dei fiumi marcando il territorio con secrezioni delle ghiandole anali e orali.
Nelle sponde scava cavità non necessariamente profonde, i cui accessi sono per metà subacquei. Costruisce nidi a piattaforma sulle rive dei fiumi; i maschi difendono l'area del nido dopo che la cucciolata è nata.
La femmina partorisce due volte l'anno dai 5 ai 12 piccoli, è munita di quattro-cinque paia di mammelle situate molto in alto, i piccoli si attaccano alla madre anche mentre nuota.
Originaria del Sud America, è stata introdotta in Europa, dopo la seconda guerra mondiale, per essere allevata per la sua folta pelliccia marrone. Ci sono popolazioni rinselvatichite in molte regioni a causa di animali di allevamento fuggiti e che hanno formato delle colonie.
Il cranio della Nutria ricorda quello del Castoro sotto molti punti di vista. La testa è piatta e massiccia. Con una mascella superiore sporgente e incisivi affilati, di colore arancione, che sporgono oltre le labbra.
Scheda tecnica Folaga Regno Animalia, Classe Uccelli, Ordine
Gruiformi, Genere
Fulica, specie
atra Lunghezza: 36-39 cm
Stanziale, migratore di breve distanza, non ha zampe palmate, ma solo dita leggermente allargate e lobate. Nuota procedendo a scatti dandosi lo slancio con il collo.
Si nutre prevalentemente di piante acquatiche, di insetti e più raramente di piccoli animali acquatici. Raccoglie spesso il cibo dalla superficie dell'acqua (insetti) ma anche tuffandosi in immersione e non ultimo sul terreno.
E' un massiccio uccello d'acqua color nero lavagna, con il capo nero brillante munito di becco e una placca frontale bianca molto visibile. Quando vola rasenta il pelo dell'acqua, di solito per inseguire un rivale o per fuggire da un pericolo.
Nidifica lungo le sponde dei laghi o dei fiumi dove costruisce un nido spesso scoperto, a volte poco nascosto tra i canneti, sul terreno oppure a livello dell'acqua, a forma di voluminosa coppa con foglie morte e steli di piante acquatiche, spesso ben elevato.
Il nido viene costruito da entrambi i sessi, il maschio procura la maggior parte del materiale, la femmina lo dispone sistemandolo a forma di coppa.
Dal mese di marzo in poi inizia la stagione riproduttiva, la covata è doppia e a volte tripla, dipendendo dai livelli dell'acqua e dal cibo a disposizione oltre che dai disturbi umani e/o da altri predatori.
Covano entrambi i sessi e la femmina depone a giorni alterni, l'incubazione dura circa 25 giorni.
La prole nasce con piumino grigio scuro e con peli sul capo di colore arancione ben evidenti.
In età più adulta il giovane evidenzia il collo e il petto e il ventre di colore biancastro.
Bibliografia consultata
Lars Svensson - Guida dagli uccelli – Ricca editore
J. Zahradnik – J. Cihar – Impariamo a conoscere gli animali – Istituto Geografico De Agostini - Novara
Risposte e commenti
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| inviato il 10 Marzo 2025 ore 11:07
Ciao, che bello lo stile documentario che hai tenuto. ottima lettura, belle foto. grazie del contributo! |
| inviato il 11 Marzo 2025 ore 8:41
Grazie a te Alberto per averlo letto, ciao |
| inviato il 11 Marzo 2025 ore 10:04
Bel racconto, molto interessante, abbiamo solo dà imparare dal mondo animale,ma purtroppo non è così. Complimenti |
| inviato il 12 Marzo 2025 ore 8:13
Grazie Andnol, ciao |