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Il m4/3 nella fotografia wild


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Il m4/3 nella fotografia wild, testo e foto by Emanuele Lucchetti. Pubblicato il 19 Novembre 2022; 23 risposte, 4672 visite.


La fotografia naturalistica in ambito wild ha visto per molti anni padroneggiare i sensori Full Frame ed APS-C.
Il primo è usato perlopiù in ambito professionale mentre il secondo è apprezzato dall'amatore che può beneficiare di un crop in più (1.5x) direttamente dalla fotocamera.
Olympus si è sempre differenziata dagli altri brand sviluppando un sistema compatto di fotocamere ed ottiche creando il sistema 4/3 ("Four Third") ovvero un sensore "piccolo" la cui diagonale è la metà di quella del formato pellicola 35mm (nel mondo digitale conosciuto come "full-frame").

"Quattro Terzi" e "micro 4/3"
Il sensore 4/3 è stato una idea Olympus/Panasonic ed ha debuttato con le reflex digitali fino al 2013, quando Olympus decise di abbandonare le reflex e passare alle mirrorless o MILC (Mirrorless Interchangeable Lens Camera).
Dopo la prima decade degli anni 2000 nascono le Olympus "Pen" fotocamere compatte digitali ad ottiche intercambiabili e nasce la "E-M1" prima mirrorless professionale che prende il posto della "E-5" (ultima reflex digitale Olympus).
Siamo nel 2016 quando il 4/3 cambia nome in "micro quattro terzi" o più semplicemente "m4/3" e viene adottato su tutta la linea di fotocamere digitali Olympus.
Le piccole dimensioni del sensore m4/3 (17.3x13 mm) per tanti anni sono state considerate un limite e la maggior parte dei fotografi professionisti ha sempre premiato il full frame.
Purtroppo è vero ed in ambito naturalistico il sistema 4/3 non ha mai decollato come invece è stato per l'APS-C che fu una rivelazione per un pubblico amatoriale o semi professionista che ha apprezzato questa tipologia di sensore che viaggiava in parallelo al full frame.
Con il passare degli anni l'utilizzo del m4/3 divenne una nicchia soltanto per fotografi amanti di tale sistema. Tutto questo portò, nel 2020, ad una crisi del reparto fotografico della Olympus che fu costretta a cederlo ad una nuova società, la OM Digital Solutions.


Il nuovo sensore m4/3 stacked
Con l'avvento delle nuove tecnologie informatiche ed elettroniche il sensore m4/3 si è voluto fino ad arrivare nel 2022 alla versione "stacked" o retroilluminato. Questo nuovo sensore 17.3x13mm è il primo al mondo ad adottare la tecnologia stacked e debutta sull'ammiraglia OM-1 presentata al pubblico nel 2022 dalla nuova azienda OM Digital Solutions che, dal 2021, è subentrata nella divisione fotografica di Olympus (ora denominata OM System).
La OM-1 ha cambiato il modo di fare fotografia naturalistica da come eravamo abituati a scattare con le "vecchie" Olympus.
Oggi, grazie ad innovativi sistemi software e hardware sviluppati da OM System, presenti sulla OM-1, il divario tra "full frame" e "m4/3 stacked" è inesistente e la qualità di immagine, tra i due sensori, si equivale se non superiore per il m4/3.


Poiana in volo - OM-1 + M.Zuiko 150-400mm f/4.5 TC 1.25x IS PRO
[a 500mm (1.000mm equiv,), 1/2500, f/5.6, ISO 640]

I supertele
La comodità di avere un crop 2x in macchina, offerto dal sensore m4/3, consente di raggiungere distanze focali impressionanti difficili da avere con altri sistemi alla stessa focale nominale.
Gli zoom o i teleobiettivi fissi utilizzati per il m4/3 consentono di ottenere prestazioni eccezionali in ambito naturalistico e sfruttando il crop 2x del sensore si hanno lunghezze focali doppie.
Con l'ultimo nato Olympus, il M.Zuiko ED 150-400mm f/4.5 TC 1.25x IS PRO, montato su di una mirrorless m4/3 si ottiene una escursione focale che varia dai 300mm ai 1.000mm se raffrontato al sistema full frame. Se poi ci abbiniamo un teleconverter 1.4x e 2x arriviamo a focali astronomiche che arrivano a toccare i 2.000mm fino a 4.000mm se usiamo anche il teleconverter digitale 2x presente in molte fotocamere Olympus o Panasonic.
Tutto questo è una gioia per il fotografo naturalista che opera in ambito wild dove i soggetti sono sempre molto lontani.
Anche il peso e l'ergonomia sono due fattori essenziali per chi scatta in ambiente outdoor ed il m4/3 offre un corredo fotografico con una attrezzatura compatta. Basta un piccolo zaino per avere tutto l'occorrente per fotografare in ambiente wild non controllato.
Infatti il peso delle ottiche per il m4/3 è decisamente contenuto, se pensiamo che il M.Zuiko 150-400mm f/4.5 pesa meno di 2Kg rispetto al doppio di un'ottica equivalente per mirrorless full frame.


Camosci - OM-1 + M.Zuiko 150-400mm f/4.5 TC 1.25x IS PRO + 2x
[a 1.000mm (2.000mm equiv,), 1/640, f/11, ISO 500]

La fotografia mostra una coppia di camosci fermi sul crinale di una vetta nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
La grande distanza dal soggetto rendeva impossibile scattare con il M.Zuiko 150-400 f/4.5 senza utilizzare un teleconverter aggiuntivo.
Usando il 2x (MC-20) è stato possibile arrivare a 2.000mm di lunghezza focale e sfruttando le funzioni computazionali della OM-1 (Hight Res Shot e Teleconverter digitale 2x) si è ottenuto un risultato come se fossimo a 4.000mm in un full frame.
Seppure la fotografia non è ricchissima di dettagli, è comunque buona e vista la grandissima distanza e l'importanza del soggetto, si può considerare un ottimo risultato del sistema m4/3.
Altri scatti sono stati effettuati con il teleconverter 1.4x (MC-14) provato a Petrella Liri (AQ) sui grifoni.
Il comportamento del M.Zuiko 150-400 è stato ottimo restituendo scatti molto buoni considerando che, la distanza del soggetto dal punto di osservazione, era superiore a 200 metri.


Grifoni - OM-1 + M.Zuiko 150-400mm f/4.5 TC 1.25x IS PRO + 1.4x
[a 700mm (1.400mm equiv.), 1/1250, f/8, ISO 320]

I teleobiettivi
Utilizzando i telebiettivi con una distanzia focale che arriva a 300mm il sistema m4/3 è un ottimo compagno di viaggio. Infatti, sfruttando il crop 2x del sensore, con un tele 40-150mm otteniamo un 80-300mm e se poi utilizziamo le ultime ottiche f/4 di OM System avremo un teleobiettivo leggero e luminoso.
E' il caso del nuovo M.Zuiko 40-150mm f/4 PRO che pesa soltanto 380 grammi ed è lungo meno di 10 cm.
In ambito wild con una lunghezza focale che arriva a 300mm (600mm se usiamo anche il teleconverter 2x della fotocamera) possiamo immortalare soggetti a distanze medie o realizzare vere e proprie macro su fiori o insetti che troviamo sul sentiero.
Infatti, sfruttando le funzioni computazionali di una OM-1 con il M.Zuiko 40-150mm f/4 si ottengono bellissimi primi piani che nulla hanno da invidiare agli scatti di una vera e propria ottica "macro"


Macro - OM-1 + M.Zuiko 40-150mm f/4 PRO
[a 150mm (300mm equiv.), 1/200, f/11, ISO 200]

Le funzioni computazionali del m4/3
Fin dalla prima uscita della E-M1, Olympus ci ha abituato ad avere funzioni computazionali che aiutavano il fotografo ad ottenere scatti che, per dimensioni e zoom, andavano oltre i requisiti fisici della fotocamera stessa.
Un esempio è l'High Res Shot (brevetto Olympus, nato nel 2017 con un aggiornamento firmware sulla prima E-M1) che funziona mediante un algoritmo mettendo insieme vari scatti facendo una interpolazione software del soggetto, con il risultato di un unico file di grandi dimensioni (50 megapixel).
Un progetto che si è evoluto negli anni fino ad arrivare nel 2022 sulla OM-1 con un sistema avanzato di ingegneria informatica che riesce, a mano libera su soggetti fermi (e non), a realizzare una fotografia di 50 megapixel (80mpx con treppiede) ricca di dettagli con uno sfondo sfumato (effetto bokeh) pari o superiore a quello ottenuto da una ottica f/4 PRO montata su di una fotocamera full frame.


Cormorano - OM-1 + M.Zuiko 150-400mm f/4.5 TC1.25x IS PRO
[a 500mm (1.000mm equiv.), 1/1250, f/5.6, ISO 250)
Crop 40% del JPEG in modalità High Res Shot a 50mpx a mano libera

Anche il teleconverter digitale 2x offerto dalle fotocamere OM System ha la sua importanza in ambito wild.
Se utilizzato nelle giuste condizioni e con tempi ISO adeguati al soggetto può restituire ottimi risultati dando quel crop in più che altrimenti avremmo dovuto ottenere elaborandoi il file con i software grafici in post produzione.
Un lavoro, in parte, già pronto nella fotocamera.
La fotografia mostra un primo priano di un biancone in volo ossservato nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga utilizzando il teleconverter digitaler 2x della OM-1.
Visto il tipo di soggetto (il biancone era un giovane molto chiaro e privo di contrasti), la grande distanza del soggetto dal punto di osservazione (quasi al limite dell'utilizzo della focale "liscia" del M.Zuiko 150-400mm f/4.5) e non disponendo del duplicatore 2x (MC-20), ho scelto di utilizzare la funzione computazione del teleconverter digitale della fotocamera raddoppiando la lunghezza focale arrivando a 2.000mm.
Il risultato è stato alquanto sorprendente, la OM-1 ha restituito uno scatto perfettamente a fuoco con il soggetto nitido ed uno sfondo omogeneo con dettagli del becco, degli occhi e delle zampe.


Biancone - OM-1 + M.Zuiko 150-400mm f/4.5 TC 1.25x IS PRO
[a 1.000mm (2.000mm equiv.), 1/1250, f/5.6, ISO 400)
Crop del 30% dal JPEG originale con teleconverter digitale 2x

E' anche possibile usare il teleconverter digitale 2x insieme all'High Res Shot con ottimi risultati. In questo caso la posizione ferma del soggetto rende più semplice lo scatto e l'interpolazione computazionale della OM-1 è più precisa con scatti nitidi e puliti.
La domanda se è meglio usare il teleconverter digitale 2x o fare crop in post produzione via software è lecita.
La risposta non è scontata, dipende molto dal soggetto che stiamo fotografando e sulle condizioni di luce che ci sono in quel momento.
Se il soggetto è ricco di contrasti e dettagli, magari è meglio lavorare il crop in post produzione, al contrario se ha una colorazione uniforme molto chiara con pochi dettagli che spiccano (come ad esempio un gabbiano reale adulto lontano) allora possiamo optare per il teleconverter digitale che, seppur liscia un po' la foto, avremo lo stesso risultato di un crop in post produzione.

In conclusione, oggi il sistema m4/3 con sensore stacked montato sulla OM-1 ha raggiunto livelli qualitativi davvero impressionanti ed affiancato a tutte le novità ingegneristiche presenti sulle fotocamere m4/3 rappresenta un ottimo strumento per fotografi in natura.
L'ergonomia, la compattezza ed il peso leggero di una attrezzatura m4/3 ne fanno una gioia per chi, come me, pratica fotografia wild in ambito naturalistico.










Risposte e commenti


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avatarsenior
inviato il 19 Novembre 2022 ore 14:18

Articolo molto interessante e foto esemplificative molto utili (oltre che ben fatte)! Da quindici giorni ho una Om d em1 mk 3 e sono felicissimo della scelta, al momento ho ancora tutto da imparare su questo sistema e sull'uso della machina fotografica (anni luce diversa dalla 7D), ma da quello che vedo e leggo ho fatto un'ottima scelta!

avatarsupporter
inviato il 19 Novembre 2022 ore 14:33

Grazie mille dei complimenti, io ho usato per tanti anni anche Nikon fino alle ultime Z, ma oggi per chi fa wild in ambiente outdoor il sistema m4/3 è all'avanguardia poi il nuovo m4/3 stacked della OM-1 fa cose veramente impressionanti.

avatarsenior
inviato il 19 Novembre 2022 ore 18:06

Buon articolo.
Oggi le soluzioni per fare fotografia naturalistica sono tantissime e ci si può sbizzarrire per ritagliarle sulle proprie esigenze...
Il micro è una valida possibilità per chi vuole raggiungere buoni ingrandimenti con ingombri accettabili....il prezzo da pagare è chiaramente una minore qualità in scarsa luce....

avatarsupporter
inviato il 19 Novembre 2022 ore 18:39

La scarsa luce dipende molto dalle ottiche, ho provato sulla OM-1 gli ultimi tele PRO f/4 OM System come quelli testati nell'articolo e devo dire eguagliano gli f/4 full frame che avevo su Nikon Z7 II. Stesso discorso vale per il grandangolari f/1.2 OM System, la differenza rispetto agli omologhi f/2.8 full frame è impercepibile.

avatarsenior
inviato il 19 Novembre 2022 ore 20:07

In realtà dipende dal sensore, a parità di apertura di un'ottica....
Un f4 su ff a parità di apertura darà sempre un file almeno 1 stop più pulito rispetto ad un f4 su una 4/3...

avatarsenior
inviato il 19 Novembre 2022 ore 21:04

Emanuele io ho fatto il cambio principalmente per via della comodità di trasporto del m4/3, ovviamente però 10 anni di tecnologia piu fresca si sentono tutti eccome!

avatarsupporter
inviato il 19 Novembre 2022 ore 22:22

Grazie :-P

avatarsupporter
inviato il 20 Novembre 2022 ore 8:42

È così ad oggi OM System ha ripreso il sistema m4/3 e rinnovato mettendoci fentro, con la OM-1, tutta la tecnologia oggi disponibile in ambito fotografico, dal sensore stacked agli algoritmi computazionali.

avatarsenior
inviato il 23 Novembre 2022 ore 17:55

In Olympus dai tempi del 4/3 con la E 510.
Bell'articolo!!
Ciao!
Raffaele

avatarsupporter
inviato il 23 Novembre 2022 ore 23:06

Grazie mille.....bei ricordi quelli del 4/3 con la serie E, la E-450, a E-510 e E-520 erano reflex molto compatte gli arbori delle mirrorless.

avatarsenior
inviato il 24 Novembre 2022 ore 12:00

Andrò probabilmente controcorrente qui e me ne scuso poiché l'intento non è in malafede, ma le foto postate credo che non osannino il sistema m4/3 a causa di moltiplicazione estrema, diffrazione, condizioni di luce non favorevoli e diaframmi troppo chiusi. Tolta la poiana (bellissimo scatto tra l'altro), le altre foto non risultano piacevoli.

avatarsenior
inviato il 24 Novembre 2022 ore 14:10

Anche la Poiana mi sembra abbastanza 'impastata'.
Forse distanza eccessiva.

avatarsupporter
inviato il 24 Novembre 2022 ore 18:16

Sono d'accordo sulla non eccelsa qualità delle foto ma se leggete bene l'articolo ho detto più volte che le foto non erano top, ma buone ed accettabili per il tipo di soggetti fotografati (che ribadisco sono in wild non da capanno su ambienti non protetti e quindi molto alti) con lunghezze focali da 1.000 a 2.000 fino a 4.000mm con teleconverter. Per chi fa fotografia itinerante (non fermi ore ad aspettate lo scatto) in ambiente non protetto (non oasi dedicate alla fotografia) la maggior parte dei soggetti sono lontani ed hai poco tempo per fotografarli ed aggi il m4/3 è il più indicato per il wild itinerante.

avatarsenior
inviato il 25 Novembre 2022 ore 8:53

Si e no.
Io spesso faccio itinerante, anche se ovviamente una rete mimetica me la porto dietro e vestiti adatti lì indosso: le foto il più delle volte le fai da fermo e con un relativamente breve appostamento.
Tranne quelli fatti dall'auto i miei scatti son per lo più effettuati in queste condizioni (e si capisce dato che metto sempre il luogo di esecuzione).
Ho usato Canon 80D + Tamron 150-600 G e G2, adesso 90D + Canon 100-400 us II + moltiplicatore 1.4x III: il peso non ha mai rappresentato un grosso problema, soprattutto in pianura.
Raramente una Lumix G80 col suo 100-300, per lo più in montagna o nel breve periodo tra il furto del primo materiale e l'acquisto del secondo (e in fase di PP la differenza è sostanziale, tranne in scatti molto vicini, 5-6 m).
Quindi la portabilità ha la sua importanza, ma non la ritengo così determinante.
Ed anche in itinerante distanze accettabili, da pochi metri ad una ventina (che per soggetti di medie dimensioni possono andar bene) capitano non troppo di rado.

Altra cosa importante: scattare alle focali che indichi - da 1000 a 4000 mm - non può dare risultati apprezzabili, viste le distanze dei soggetti ritratti.
Per i soliti motivi, in primis la turbolenza dell'aria.
Certo, sono buoni risultati se si considerano le distanze di ripresa, ma avranno un valore più che altro documentativo: il giudizio reale lo si dà sul prodotto finale, indipendentemente dalle difficoltà nell'ottenerlo.

avatarsupporter
inviato il 25 Novembre 2022 ore 17:04

Tutto vero quello che dici ma quelle foto (tranne il cormorano che era in un porto a grande distanza) sono state fatte sopra i 2.500 metri su sentieri del Gran Sasso d'Italia (anche impervi). Ecco perché parlo di fotografia itinerante wild. Chi conosce le falesie dei grifoni di Petrella Liri (AQ) è consapevole che la distanza dal punto di osservazione (e c'è solo quello) è ad oltre 200 metri.
Anche il biancone (un giovane esemplare) è passato alto ad Agosto sulla piana di Campo Imperatore sul Gran Sasso a 2000 metri.
Certamente già in partenza sapevo che non potevo fare foto dettagliate ma meglio immortale lo scatto sfruttando tutta l'attrezzatura che avevo.
Stesso discorso i camosci. Quelli erano veramente puntini.
Anche lì, stesso discorso.....meglio fotografare che stare solo a guardare.
Comunque un buon risultato il m4/3 lo ha fatto con foto buone forse non ricchissime di dettagli per lo schermo ma per altri usi (stampa, web, ecc.. ) vanno più che bene.
Quindi il m4/3 ad oggi è il miglior compagno di escursione per trekking e fotografia itinerante wild.
Io prima avevo Nikon con Z7 II e 200-400 f/4 con 1.4x e ti dico mi portavo 5kg in spalla solo di attrezzatura fotografica e quando avevi soggetti così lontani li stavi solo a guardare perché tanto la foto era da cestinare (neanche utilizzabile per stampa o web). Pregavi solo che un rapace ti passava vicino.





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