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Plaine Morte in MTB


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Plaine Morte in MTB, testo e foto by Yura. Pubblicato il 01 Settembre 2017; 16 risposte, 3588 visite.


Il mio andare in montagna si è evoluto nel corso del tempo, o per meglio dire, si è involuto, a causa della "carta d' identità" e dei conseguenti problemi derivanti dalla data di nascita riportata sulla stessa. In particolare le ginocchia a furia di andare su (e sopratutto) giù, si sono usurate e ciò non mi permette più di praticare come prima alpinismo, arrampicata e sci-alpinismo. Tutti i medici cosultati mi esortavano ad abbandonare le velleità alpinistiche a favore di attività meno stressanti per le mie malandate articolazioni. Così ho trovato modo di soddisfare le mie pulsioni utilizzando una mountain-bike; quindi già sul finire degli anni '80 frequentavo i monti con le prime bici dotate di ruote grasse, però i mezzi di allora non permettevano di fare chissà che. L' evoluzione tecnica ha, nel frattempo, fatto passi da gigante consentendo, sopratutto in discesa, la percorrenza di sentieri che fino a qualche anno fa non era possibile percorrere. La Mountain-Bike, intesa come tipo di attività, oggi ha molteplici sfaccettature. Si va dal semplice percorrere strade sterrate, alle competizioni che tutti conosciamo, fino alle gare di Enduro e Down-Hill che sfruttano per lo più percorsi predisposti alla discesa.
Noi invece pratichiamo quell' attività che è catalogata come All Mountain. Nella pratica si tratta di frequentare l' ambiente montano, a quote più o meno elevate, salendo pedalando su strade, stradine o sentieri (saltuariamente anche con gli impianti) magari anche caricandosi la bici in spalla, per poi ridiscendere preferibilmente da sentieri.
Ciò che rende così affascinante questo genere di attività è la possibilità di ritagliarsi i propri itinerari cucendoseli addosso a seconda dei propri gusti. Intendo dire che è possibile scegliere dislivelli, grado di difficoltà e luoghi in funzione del proprio grado di allenamento, preparazione, capacità tecniche e gusti personali. Non da ultimo l' aspetto della scoperta è un altro fattore che mi piace particolarmente. Intendo dire che spesso gli itinerari si pianificano su mappa e poi si "va a vedere". Non nascondo che qualche volta il rischio di schiacciare qualche cacca è elevato, nel senso che non sempre è possibile capire dalle carte e da immagini satellitari il grado di ciclabilità di un sentiero, tra l' altro la percentuale può variare sensibilmente in funzione delle capacità tecniche, certo è che quando tutto fila secondo programma la soddisfazione è tanta !

Come per le altre attività cerco di unire a questa passione quella per la fotografia, anche se scarrozzarsi tutta l' attrezzatura è un surplus di fatica non indifferente. Spesso arrancando dietro ai "compari di merende" mi sono chiesto "ma chi me l' ha fatto fare?", se penso che c'è chi sta a vedere il peso di ogni singola vite della bici e io mi scarrozzo 5 Kg. tra ferro e vetro mi scappa da ridere...o da piangere !
Non nascondo che ogni volta che preparo lo zaino la tentazione di lasciare a casa tutto per viaggiar leggero mi viene, ma alla fine vince sempre Lei e così fatico e scatto, scatto e fatico.
Quando però, una volta tornato a casa, scarico le foto e le sistemo la soddisfazione è tanta. Mi sembra di rivivere quei momenti, anche riguardandole a distanza di anni ! E allora via, come un altleta che pratica il biathon, corro, mi fermo prendo fiato e "sparo", risalgo rincorro i soci e via così, sia in salita che in discesa...

Quello che ho scelto di descrivere con questo mio primo articolo qui su Juza (siate clementi) è un itinerario percorso a Luglio 2016 che mi auguro possa far capire quanto impegno e passione ci si debba mettere per praticare questo tipo di attività unita alla fotografia, e spero anche di riuscire a trasmetterte quelle sensazioni che si possono provare con essa.


La regione del Vallese (siamo quindi in Svizzera) è quanto di meglio possa desiderare un appassionato di Montagna...a 360°. Ci sono decine di vette che superano i 4000 mt. alcune famosissime (il Cervino penso lo conoscano anche i Venusiani) altre un pò meno per i non addetti ai lavori. Il bello è che, anche senza praticare alpinismo, si possono vivere emozioni forti anche solo alzandosi a quote medie, assaporando panorami superbi in ambienti naturali perfetti.

La zona di questa uscita è quella di Plaine Morte, un' immenso bacino glaciale posto a ca. 3000 mt. bordato da cime smussate. E' uno scenario impressionante e strano, perché ben differente dalle guglie aguzze e ghiacciai abbarbicati sulle ripide pendici delle altre montagne del Vallese. La vetta principale di questa zona è il Wildstrubel.


L' ambiziosissimo programma steso dal mio Amico Happykiller (un cinghialone da sentieri) prevedeva un tour ambiziosissimo. Alcuni contrattempi, la troppa neve in alto e il cambiamento delle condizioni meteo hanno però condizionato la gita e pertanto abbiamo dovuto accorciare il giro. Poco male, è stata comunque una giornatona da emozioni forti !

La prima parte è in discesa su un facile sentiero che conduce all' altezza del pianoro glaciale.





Risaliamo quindi ad una sella. Siamo ad inizio stagione, c' è più neve di quella che avevamo ipotizzato e le calzature che abbiamo non sono proprio l' ideale per camminare sulla neve; con un pò di attenzione però riusciamo comunque a non correre rischi. Siamo tra i primi biker a passare quest' anno, e dalle poche tracce sulla neve capisco che anche di escursionisti non ne sono passati molti. Vengo continuamente rapito dallo scenario attorno a noi: le cime della Corona Imperiale le ho viste tante volte e da ogni angolazione ma ogni volta magnetizzano il mio sguardo. Siamo solo noi tre su questo versante, ciascuno sale con il proprio passo e con i propri pensieri. Io mi perdo idealmente sulle cime in lontananza ipotizzando possibili vie di salita, immaginandomi sulle creste e rivedendomi con sci e pelli di foca a ripercorrere gli itinerari sciistici fatti durante le scorse primavere.

La cresta sud che parte dal passo Wisshorelücke, che abbiamo nel frattempo raggiunto, è morbida alla vista e spinosa al tatto, smussata dall'erosione, è una dorsale di schegge affilate che si protende verso i suddetti 4000. Da lì si può ammirare per l'ultima volta l'immensità della bianca “pianura morta”. Incito Kikko a perdere altri 5 minuti per salire sul panettone successivo, fuori rotta, per godersi il panorama a 360° e per fare alcuni scatti. Non c'è tanto tempo da perdere, siamo in ritardo sulla tabella di marcia, ma non riesce proprio a dirmi di no. Lo adoro perchè è il compagno ideale: forte, determinato, sempre positivo. Da ultimo ha una passione smisurata e sa andare in bici come pochi altri, il soggetto ideale per esser fotografato... Mia moglie è un pò gelosa anche se sa che sono convintamente etero !




Ed è proprio qui che veniamo premiati.
Mentre scatto la foto precedente, con la coda dell' occhio intravedo qualcosa che si muove tra i sassi, come un' immagine fantasma...no, non c' è nulla....ma poi appare Lei, maestosa!
Prima ci ha studiato guardinga ed a debita distanza. Il tempo di sostituire il grandangolo con il tele ma, nonostante la velocità di Tex Willer, ho perso l' attimo per riprenderla con le montagne sullo sfondo...poco male.




...con un paio di giri si avvicina..."FERMA, FERMA UN ATTIMO", dammi almeno il tempo di passare in modalità TV accidenti, ho paura che la frenesia non mi permetta di far le cose per bene e di scegliere le impostazioni più adatte, non sono abituato alla caccia fotografica, devo un pò improvvisare !
Volteggia con quell'eleganza ipnotizzante e regale, prima girandoci intorno alla nostra altezza, poi prendendo quota con minimi movimenti delle penne. Il vento teso la sospinge in alto fino a confondersi col sole e dominare la Terra come una divinità. È tutto talmente maestoso da farci sentire piccoli piccoli, tanto microscopici quanto grati per un regalo così straordinario. Io e Kikko ci guardiamo, in quegli attimi non ci siamo detti una parola, gli unici rumori erano le raffiche della reflex ed il fruscio del vento. Ciascuno con le proprie emozioni e con i propri pensieri, ma mi basta uno sguardo per leggere negli occhi dell' amico lo stesso stupore di un bambino la notte di Natale di fronte ai regali ! WOW !




Mi emoziono ancora adesso vedendo la foto, avevo già visto altre volte l' aquila ma non l' avevo mai fotograta. Quei momenti mi sono sembrati ancora più brevi di quello che sono stati nella realtà, forse per la tensione del riuscire ad immortalare quegli attimi. Ora invece li rivivo ogni volta che rivedo le foto, come se il tempo si fosse dilatato, ed è per queste cose che nonostante la fatica continuo a portarmi tutto appresso. Che gioia !

Passata questa emozione forte, ricominciamo a danzare con le nostre dame, che al posto di due gambe hanno due ruote. E' ancora neve, neve da surfare in bike con equilibrismi da circo fino al rifugio Wildstrubelhütte.
Lasciandoci alle spalle anche le pietre scistose grigie, cominciamo la picchiata sulle rocce rossicce, col sentiero che si attorciglia sui tornantini verso le verdi montagnette del Bernese e i laghi smeraldo, macchiati freddi di latte.




Quando si è così presi dall' azione è difficile capire gli spot più giusti presso i quali fermarsi per scattare. Il trucco è giudare con un occhio sul sentiero e l' altro che si guarda attorno, stando comunque bene attenti a dove si mettono le ruote! Quando il tutto è davanti non c' è problema, ma qualche volta è necessario girarsi per cogliere i punti migliori ed allora meglio frenare e fermarsi.





Affrontiamo ora una sezione particolarmente difficile. Ci sono passaggi impegnativi continui e l' esposizione incute timore. Kikko al solito guida in maniera sublime, veder lui sembra tutto facile, Cristiano non si fa intimorire e chiude anche lui diversi passaggi difficili. Io mi difendo, se non sono sicuro preferisco scendere dalla bici e fare qualche passo a piedi piuttosto che rischiare di farmi male. Lo zainone con l' attrezzatura si fa sentire impedendomi movimenti liberi ma non demordo. Qualche escursionista ci dice che siamo matti, qualcun' altro ci fotografa, nessuno si lamenta della nostra presenza e noi facciamo di tutto per recare meno disturbi possibili. La convivenza tra biker e trekker in alcuni casi è un problema, ma basta un minimo di educazione e rispetto per non aver discussioni.




Planiamo quindi sul pianoro che conduce al Rawilpass all' altezza di alcuni deliziosi laghetti ancora parzialmente gelati. Ancora neve fino al colle dove le rocce rossicce vengono sostituite dal calcare bianco. Cambiano le pietre, cambiano i fiori. Il giro di Plaine Morte è sicuramente uno dei più ricchi dal punto di vista della cromia delle pietre e della varietà floreale. Grigio quasi nero, argento, rossiccio, bianco, poi di nuovo grigio, eccetera. E nonostante la neve tardiva, i prati sono già multicolori. In questo tratto le difficoltà diminiuscono e di conseguenza si allenta la tensione, guidare diventa così puro godimento.




Siamo proprio di fronte al Wildhorn e vedendo i miei compagni da lontano mi rendo conto di quanto piccoli siamo in questo primordiale universo parallelo fatto solo di montagne, pietre, laghi e prati.

Ci specchiamo nel laghetto di Plan de Roses prima dell'ultima galoppata verso il Lac de Tsauzier. Ormai è tardi e il vento gelido ha portato precocemente nuvole minacciose. Non ci sono più le condizioni per il giro del Sex Rouge. Ci fermiamo a mangiare i panini su un balcone erboso sopra al lago di sbarramento, contemplando le vette che si stagliano a sud in questa cornice idillica.




La mulattiera attraversa una galleria, taglia una falesia e ci porta al rifugio del lago. Abbandonando l'idea del doppio tour, ci prendiamo la libertà di perdere tempo intorno al lago, sul versante est, maledettamente strapieno di pedoni. Grazie ad una profusione di gentilezza, nessuno si lamenta del nostro passaggio. Singletrack bellissimo.





Arrivati alla diga, il cielo si chiude minaccioso e abbandoniamo definitivamente l'ipotesi di risalire anche solo parzialmente verso il Sex Rouge per prendere la pista da DH di Anzere. Decidiamo di fare la Bisse d'Ayent, un canale d'irrigazione scavato nel 1442 per portare l'acqua del torrente La Liéne fino ai pascoli e vigneti dei versanti solatii tra Sierre e Sion. Le bisse sono canalizzazioni tipiche di queste zone, costruite a partire dal 1300 servivano per portare l' acqua nelle zone che ne erano sprovviste. Alcune furono costruite dopo che il signorotto di turno aveva imposto alla popolazione tasse anche sull' acqua (non sono cambiate molto le usanze in questi secoli). La particolarità sta nel fatto che queste costruzioni corrono, con pendenza costante, attraversando falesie impressionanti, in gallerie scavate a mano o su gronde in legno che ancora resistono dopo secoli !





Ora pioviggina, i passaggi sulla bisse restano indubbiamente molto scenografici ma in alcuni punti anche molto pericolasi. Bisogna tenere i sensi all' erta: precipizi, sottili sentieri, gallerie striminzite con l'acqua di fianco; ma anche larghe e lisce mulattiere pianeggianti che costeggiano canali più ricchi d'acqua, in mezzo a belle pinete.

Restiamo tranquilli sulla Bisse d'Ayent fino a Chamoissaire, per poi volare veloci su semplici tratturi e ricongiungerci alla traccia più in basso. Il sentiero che piomba nelle gole di St. Leonard è una pista da discesa velocissima, molto battuta dai bikers locali. Una libidine.

Per uscire dalle gole il sentiero a balcone ad un certo punto si conficca nella roccia con un passaggio in galleria talmente stretto che siamo costretti a smontare la ruota davanti e fare due viaggi per portare prima ruota e zaino, poi il resto della bici attraverso il lapideo pertugio “intestinale”. Resto al buio totale nei meandri della galleria: per fortuna i soci all' altra parte mi riaccendono la luce e risolvono la stipsi della montagna. Che ridere!

È finito il divertimento. In piano sul sentiero raggiungiamo i vigneti. Evitiamo di proseguire fino a Sion; visto il meteo, rientriamo a Sierre a pedali tra i frutteti e su e giù a ridosso delle vigne, sospinti da un amichevole vento alle spalle. Abbiamo fatto un viaggio in MTB che ci ha condotto dai 3000 mt. ai ca. 500 del fondovalle, su sentieri meravigliosi !

Avevamo previsto di arrivare nella notte, saturi di fatica, portando a casa il doppio bottino, invece siamo alla macchina a metà pomeriggio. Pazienza. Non c'è nulla di cui rammaricarsi quando si conclude senza danni e senza infortuni un giro stupendo con buoni amici. E abbiamo visto l'aquila da vicino! Yeeeah!

Grazie compagni per aver condiviso questa piccola, grande avventura e grazie in anticipo a chi e riuscito ad arrivare a questo punto. Spero di nono essermi dilungato troppo, del resto le regole prevedono che si sia un minimo di battiture rispetto alle foto inserite.



Risposte e commenti


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avatarjunior
inviato il 08 Settembre 2017 ore 17:28

Buongiorno!

Intanto complimenti per il servizio, per le foto e pure per il manico (conosco bene quei sentieri)!
Non immagina la sorpresa di vedere la mia casa di adozione MrGreen !

Se capitaste ancora in zona non esitate a contattarmi per un caffè...
O anche per parlare delle favolose possibilità offerte dal Vallese Cool

avatarjunior
inviato il 08 Settembre 2017 ore 18:14

Bellissimo racconto, denso di emozioni di chi scrive col cuore e ama quello che fa ! E quando si fotografa ciò che si ama con la stessa passione i risultati non mancano, bellissime foto ! Poi l'incontro con l'aquila credo sia stato il massimo. Complimenti !

avatarsenior
inviato il 08 Settembre 2017 ore 20:31

@pc74:
se mi da del lei mi fa sentire ancor più vecchio di quel che sono !!!

SorrisoMrGreen

A parte ciò mi fa molto piacere tu abbia apprezzato questo mio articolo.
Cosa dirti...se è la tua casa di adozione hai tutta la ia invidia...TANTAAAA !!!
Il Vallese è un luogo magico, lo conosco direi abbastanza bene...sopratutto per ciò che riguarda le possibilità offerte per la MTB (Illhorn, Becs de Boston, Portail du Fully, Barrhorn, Aletsch...potrei andare avanti 10 minuti), ma anche per l' alpinismo, lo sci-alpinismo, l' arrampicata...può bastare ? La mia auto ormai il Simplon Pass lo fa a memoria ! Potrei anche dormire e lasciarla andare ;-)

Grazie per l' apprezzamento e quando tornerò dalle tue parti un caffè passo volentieri a berlo...anche perchè da voi costa almeno 3/5 CHF !!!

MrGreenMrGreenMrGreenMrGreen

avatarsenior
inviato il 08 Settembre 2017 ore 20:34

@Ugo Ferrero :
Ringrazio tanto anche te ! Mi fa molto piacere che tu possa aver percepito la passione che mi spinge a fare le attività che ho la fortuna di poter praticare...molto piacere.
L' aquila mi ha stregato, l' avevo già vista in altre occasioni ma poterla vedere così da vicino e poterla fotografare è stato proprio un momento magico.

Buona serata e grazie ancora !

avatarjunior
inviato il 09 Settembre 2017 ore 14:28

@se mi da del lei mi fa sentire ancor più vecchio di quel che sono !!!

SorrisoMrGreen

A parte ciò mi fa molto piacere tu abbia apprezzato questo mio articolo.
Cosa dirti...se è la tua casa di adozione hai tutta la ia invidia...TANTAAAA !!!
Il Vallese è un luogo magico, lo conosco direi abbastanza bene...sopratutto per ciò che riguarda le possibilità offerte per la MTB (Illhorn, Becs de Boston, Portail du Fully, Barrhorn, Aletsch...potrei andare avanti 10 minuti), ma anche per l' alpinismo, lo sci-alpinismo, l' arrampicata...può bastare ? La mia auto ormai il Simplon Pass lo fa a memoria ! Potrei anche dormire e lasciarla andare ;-)

Hai ragione!MrGreen

Il lavoro mi ha portato a Crans-Montana e... Come immagini è stato un passaggio obbligato iniziare a fotografare!
Impossibile spiegare a parole quello che gli occhi vedono!
In più, essendo l'autunno alle porte e la stagione è tranquilla, ora per me comincia il vero divertimento!:-P

avatarsenior
inviato il 09 Settembre 2017 ore 15:08

Uuuuuuh Crans .... In MTB sono stato anche sotto ad una cascata magnifica dalle tue parti, nei pressi di Varen:

www.juzaphoto.com/me.php?pg=58315&l=it#fot862343

...poi in mille altri posti...



avatarjunior
inviato il 09 Settembre 2017 ore 23:08

Direi la Chute de la Raspille! MrGreen
Se sei arrivato da Leukerbad attraverso la Tièche, poi Aminona e poi giù verso Salgesch, o Varen.
Splendido passare dai ghiacciai ai boschi e poi ai vigneti, vero?

Ti consiglio, se non li hai ancoravisitati, il Binntal www.landschaftspark-binntal.ch/it/index.php (Binn è un villaggio stupendo, ma sembra Jurassic Park tanto è nascosto. Secondo me il postino gli spedisce le lettere...) ed il Löschenthal www.loetschental.ch/ dove arrivi anche a toccare i ghiacciai!

avatarsenior
inviato il 10 Settembre 2017 ore 11:13

Bingo !!!
Proprio lei pc74...bellissimo il tuo della Varneralp. Abbiamo raggiunto la cascata salendo da Sierre con la funicolare, pedalata di riscaldamento fin sopra ad Aminona, Cascata e poi sentiero bello tossico per scendere fino a Mollens. Ripedalata bella lunga passando di nuovo ad Aminona, poi Bisse de Tsittorette, Cababe de la Tièche. Da li traversone infinito verso la Varneralp e quindi in picchiata su Varen e goduria su varie Bisse per tornare a Sierre...Una giornata memorabile anche se infinita.

La Binntal la conosco di fama ma non l' ho mai frequentata, mentre la Lochental l' ho scesa un paio di volte con gli sci uscendo dal bacino dell' Altesch. La prima passando dalla classica Lötschenlücke dopo avere salito la Jungfrau e il Grünhorn, e poi dal' Annugletscher scendendo dal Mittaghorn: sciata fantastica in mezzo ai seracchi !
Ho visto che ci sarebbero un paio di giri da fare anche in MTB ma non ho ancor avuto l' occasione.

Ma cosa ti ha portato in quel paradiso ? Che tipo di attività pratichi ?

Buona Domenica !

avatarjunior
inviato il 10 Settembre 2017 ore 12:34

www.lecrans.com MrGreen

avatarsenior
inviato il 10 Settembre 2017 ore 19:30

Eeeek!!!Eeeek!!!Eeeek!!!

Diciamo che il caffè lo prendiamo alla stazione va...MrGreen

Cazzius che meraviglia di posto...un sogno !

avatarjunior
inviato il 11 Settembre 2017 ore 17:45

Tranquillo! Un caffè posso anche offrirlo!!!MrGreen

Sì, l'hotel è spettacolare. Ho la fortuna di lavorarci da 4 anni, ma devo dire che in Svizzera ci sono molti posti davvero splendidi.

avatarsenior
inviato il 12 Ottobre 2017 ore 14:22

Foto e reportage ciclistico fantastico. Bravo al prox.

avatarsenior
inviato il 12 Ottobre 2017 ore 16:36

Grazie mille Maurizio, contentissimo ed onorato che ti sia piaciuto... Grazie davvero !

;-)

avatarsenior
inviato il 02 Novembre 2017 ore 18:44

Bel giro di pedali e di foto! Complimenti...
Ah, mi sa che abbiamo quasi la stessa bici, se la tua è quella dell'ultima foto...Sorriso
Antonello

avatarsenior
inviato il 08 Novembre 2017 ore 15:36

Sono un discreto escursionista, amante della montagna, e (non a questi livelli), ma sono stato anche un discreto bikerista (adesso la mia schiena non me lo permette più) ... come non apprezzare un racconto simile!? Le foto sono tutte molto belle, il racconto molto coinvolgente, tanti complimenti quindi caro Yura, sia per l'ardua impresa, sia per l'articolo chiaro e scorrevole e infine ma non ultimo per la condivisione, perchè ritengo che condividere sia un piacere reciproco.
Un caro saluto, Rod;-)





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