Semplicemente Australia
Semplicemente Australia, testo e foto by
Mello. Pubblicato il 09 Settembre 2011; 2 risposte, 4782 visite.

A quanti l'idea di mollare tutto e andare lontano non è passata per la testa almeno una volta? Quell'idea di mollare tutto e andarsene via? Lontano, il più lontano possibile. Non so... in Australia.
Bene io l'ho fatto, due anni fa ormai. Lavoravo come progettista in un'azienda mobiliera della Brianza, quando a 26 anni sento il bisogno di cambiare, sento il bisogno di una nuova energia, di una boccata d'aria fresca, sentivo dentro di me che in quell'ufficio, senza finestre stavo morendo pian piano. L'idea di andare in Australia matura pian piano, ci ho messo mesi a prendere una decisione. Il mollare tutto non è facile, amici parenti, familiari, lavoro...
Alla fine parto, venerdì 17 novembre 2006: destinazione Sydney. Il mio sogno è arrivare la, lavorare un pochettino per pagarmi una macchina e viaggiare in lungo ed in largo in questo continente immenso, fotografando in tutti i modi possibili. Parto con pochissimo bagaglio, 12kg, mentre il bagaglio elettonico (computer, macchina fotografica, cavalletto, varie lenti, caricabatterie e cavi vari )ne pesava quasi 10.
Appena atterrato a Sydney mi sposto fin da subito a Bondi beach, la spiaggia più rinomata e famosa della città. Qua mi fermo per lavorare per quasi tutta l'estate. Il posto è bello, la città, Sydey, è una metropoli multietnica di 4 milioni di abitanti, una città fantastica da vivere e conoscere, il lavoro di traslocatore poi mi permette di vedere e conosere ogni singolo angolo della città. Semplicemente bellissima.
A fine febbraio parto alla volta di Melbourne con un ragazzo conosciuto a Bondi, Vanni, (il quale da quel momento diventerà il mio compagno di viaggio per i prossimi 9 mesi) e due ragazze francesi che abitavano con me. Restiamo a Melbourne il tempo di una settimana, il giusto per girare la città e comprarci la famosa macchina. La scelta cade su una Ford Falcon SW 4.0 6 cilindri che ci scarrozzera in giro x la terra dei canguri per i prossimi 24000km.
Da Melbourne traghettiamo verso la Tasmania, un'isola perlopiù disabitata, dove le verdi montagne si alternano a spiaggie bianchissime e incontaminate. Il clima che troviamo non è dei più miti, l'autunno è alle porte e alcune notti passate in montagna, la temperatura si abbassava molto, arrivando a quasi 4 gradi. Dallo sbarco sull'isola guidiamo per quasi 300km fin a Hobart, la capitale, dove dopo un paio di giorni, salutiamo alla volta della east coast dell'isola, passando e visitando spiaggie meravigliose quali Cook beach e la famosissima (una delle dieci spiggie più belle d'Australia) Wineglass bay. Una spiaggia bianchissima a forma di bicchieri di vino appunto, incastonata in mezzo a montagne verdissime. La spiaggia è isolata, e per raggiungerla bisogna camminare per quasi due ore scollinando la montagna che la protegge. Gli ultimi 5 giorni invece li passiamo nelle montagne, nella Creadle valley, a nod ovest dell'isola.

Dalla Tasmania ritorniamo a Melbourne ancora con il traghetto. Da li ripartiamo subito per la famosa Great Ocean road, una strada di 450km che costeggia tutta la costa sud, compresa da scogliere a spiovente sul mare a sinistra e foreste di eucalipti sulla destra.
Nel mezzo gli stop son molti, le cose da vedere son tantissime: la spiaggia di Bells beach (per i surfisti le migliore onde in australia si cavalcano li!) i dodici apostoli, il London bridge etc etc etc...
Dopo quasi quattro giorni di viaggio arriviamo al traghetto che ci porterà per una settimana a Kangaroo Island, un piccolo isolotto a sud di Adelaide.Il tempo che troviamo non è dei migliori, freddo e pioggia ci accompagnano per quasi tutta la settimana, lasciandoci pochi spazi di sole. L'isola si presenta subito molto selvaggia, l'unica strada asfaltata corre per la lunghezza dell'isola, da east a ovest per quasi 150km, tutte le altre strade, son per lo più sterrate. A dispetto del nome vediamo tantissimi leoni marini, tanti wallabee piccolissimi, i più bassi superavano a fatica i 30 cm, tanti pinguini, anch'essi piccolissimi, non oltre i 30 cm e pochissimi, se non nessun kanguro. Da Kangaroo island ritorniamo in città, Adelaide; dopo quattro settimane di viaggio per la costa australiana, dormendo in campeggio (a volte) e per lo più in posti di fortuna quali aiuole, aree di sosta o semplicemente in spiaggia, dove piantavamo la tenda, e in compagnia delle onde, delle stelle e di un paio di bottiglie di vino rosso, passavamo la notte.
Ad Adelaide ci separiamo dalle ragazze francesi che proseguiranno a nord verso Darwin. Noi ci fermiamo per un mese raccimolando un po' di soldi facendo i lavori più disparati: imbianchini, carpentieri, giardinieri, trasportatori, pulizia di tetti...
La città ci appare subito bassa. Sì, proprio bassa. Abituati a Sydney e Melbourne e al loro skyline, Adelaide non ha grattacieli, il palazzo più alto credo che superi i 10 piani a fatica, mentre per il resto, non arrivano mai sopra i due-tre piani. La città è accogliente e molto vivibile, il milione di abitanti che la popolano non si vedono, e fanno sembrare Adelaide una cittadina italiana, per via del fatto forse che la comunità italiana qua è molto forte e soprattutto numerosa. Troviamo casa e ci stanziamo nel nostro nuovo bilocale per le future 5 settimane.
L'ultimo lunedì di aprile ripariamo alla volta di Broome, un piccolo paesino di 15000 anime sito nel Western Australia. Nei 5000km che ci separano attraversiamo finalmente l'outback e dopo due giorni di viaggio, incontrando un solo paesino, Coober Pedy e i suoi paesaggi marziani, arriviamo al bivio per Ayers Rock (Uluru).

Il contakilometri segna 2000km macinati in 2 giorni. L'impatto con la momtagna sacra è da mozzare il fiato. Abituati al deserto piatto e selvaggio che ti circonda, vedere un "sasso" (Uluru è il monolite più grosso al mondo) alto 400mt e lungo e largo 4km non è da tutti i giorni. La giornata è perfetta, son le 10 di mattina, il giorno prima ha piovuto, il colore della montagna è saturato dall'acqua che ne bagna ancora la superficie. Il cielo è il classico di un giorno post temporale, il colore blu è più carico del solito e le nuvole, soffiate dal vento assumono forme allungate, sembrano quasi delle pennellate di un maestro impressionista. (...a mio modesto parere il cielo più bello che abbia mai visto durante la luce diurna...).
Tra il si e il no alla fine decidiamo di scalare la montagna. In cima la vista è bellissima e vastissima, il deserto che ti circonda è visibile, grazie alla giornata limpidissima, per più di 200km. Nel pomeriggio visitiamo l'insieme delle Olga, dei "piccoli" monoliti distanti appena 50 km dalla montagna sacra. Il tramonto che ne segue e l'alba accompagnata dalla luna piena completano le 24ore di Uluru.
Sulla via di Broome passiamo da Kings Canyon, da Alice Spring (dovo ricompro il polarizzatore rotolato accidentalmente mentre scalavo la montagna sacra!!!) e da una "scorciatoia" di 400km di strada sterrata.

Arriviamo a Broome finalmete dopo 7 giorni di viaggio e quasi 5000km percorsi in the middle of no-where.
A Broome ci aspettano i tramonti più famosi d'Australia e difatti nei tre messi passati in questa cittadina fotogorafo qualcosa come una cinquantina di tramonti, uno diverso dall'altro, uno più bello dell'altro. Il sole che scende all'orizzonte sembra inghiottito dall'oceano indiano, le nuvole che riempiono il cielo sono ogni giorni diverse dal giorno prima, i colori che assumono variano dal viola, al lilla, al rosso fuoco, all'arancio...
Tre mesi a Broome e si riparte di nuovo, si ritornerà in 3 settimane sulla costa pacifica all'altezza di Cairns prima e di Port Douglas poi. Nelle 3 settimane attraversiamo posti tropicali e paesaggi al limite del surreale, passando da una foresta di palme ad un deserto di centinai di km, ad una mattina con la nebbia più folta che abbia mai visto, ad un tramonto a Wyniard, dove la bellezza di 5 fiumi convogliano in un solo estuario, dando vita a dei giochi di riflessi e di colori, dove il minimo che possa fare e piazzare il cavalletto e cominciare a scattare con Barbara (Barbara è il nome della mia Canon 300D).


Una piccola sosta per visitare Darwin mi permette di lavorare come giostraio alla più grande rassegna di giostre del North Territory, poi via di nuovo in mezzo al nulla per altri 2000km. A Port Douglas la permanenza forzata di 6 settimane dedite più che altro a lavorare e salvare i soldi che ci permetteranno di ritornare a Sydney. Tolte alcune giornate passate nella foresta tropicale, ed un paio nelle spiaggie che circondano Port Douglas, il resto lo passiamo a lavorare.
A metà settembre il mio socio Vanni ed io ci rimettiamo in marcia per quello che abbiam definito la nostra luna di miele, 30 giorni di tempo per scendere la east coast e ritornare a Sydney, dove il 18 ottobre avremo il volo. La visita alla Greate Barrier Reef è scontata. Grazie all'aiuto di un mio lontano cugino che abita nei paraggi, visitiamo posti non turistici a bordo della sua barchetta. Passiamo due giorni tra spiaggie desolate e isolotti disabitati, ammirando con l'ausilio di maschere e pinne, quella meraviglia naturale che è la grande barriera corallina. Da Innisfail scendiamo nuovamente verso Arlie beach, salpando sulla barca che ci trasporterà per 3 giorni intorno alle Withsunday islands, dove la spiaggia di Whiteheaven beach ne fa da regina (e ne ha tutte le ragioni se considerate che è una delle 10 spiaggie più belle al mondo...)

Acque azzurrissime, al limite del trasparente, spiaggie kilometriche di puro silicio, che le confericono il tipico colore bianco, spiaggia talmente fine che sembra quasi di camminare su della farina "00". I tre giorni trascorrono tra foto, chiaccherate e storie varie in compagnia di altri 15 persone incluso l'equipaggio della barca.
Al ritorno ci spostiamo, con un giorno e mezzo di viaggio, verso sud, a Rainbow beach, dove in compagnia di altre nove pesrone mischiate a "random" verremo abbandonati per 3 giorni e due notti sull'isola di Freazer island in compagnia della nostra jeep, di 3 tende, di 11 sacchi a peli e lo stretto necessario per vivere e sopravvivere in un'isola di sabbia. Freazer island contiene più sabbia di quella presente nel deserto del Sahara, non ha strade asfaltate ma solo di sabbia, ha delle montagne ma son di sabbia, ha una vegetazione che cresce nella sabbia, e la 75miles beach è l'unica via di percorrenza dell'isola. All'interno trovano posto un benzinaio, un piccolissimo supermercato e un Bottleshop. La luna piena ci accompagna per tutte e due le notti, l'esperienza è una di quelle dieci cose che reputo indispensabili fare almeno una volta in Australia.
Ritornati sulla terra ferma ci restano ormai 15 giorni di viaggio, e ci manca ancora metà east coast. Passiamo per Bundaberg dove fanno il rum più famoso d'Australia, dove una tappa alla distilleria è d'obbligo, scendendo poi a Byron Bay sostando per un paio di giorni a Noosa, piccolo centro ma molto caratteristico della east coast e altrettanti giorni a Surfers Paradise, dove i grattacieli a bordo spiaggia, le palme, la spiaggia kilometrica e l'atmosfera, la rendono molto simile ad una Miami australiana (forse per via delle speculazioni immobiliare avvenuta negli anni 70 dagli americani?!??)
Byron Bay è la punta est d'Australia, il suo faro a Cape Byron è il più esposto a est di tutta la mainland Australia. Anche qui le spiaggie e la vegetazione meriterebbero un capitolo a parte ma Juza mi ha chiesto di restare entro le dodicimila battute quindi tagliero corto. Semplicemente bellissime!

L'ultimo giorno di viaggio lo passiamo guidando gli ultimi 900km che ci separano dal nostro campo base, Sydney. Attraversiamo campi di grano in pieno tempo di mietitura. L'alternanza del verdino del grano si innesca perfettamente in mezzo al cielo azzurrino e al rosso della terra già scavata. Il paesaggio sembra quasi uno di quegli schemi di SuperMario Bros...
La penultima sera mi concedo un'escursione in notturna, in compagnia di una fotografa inglese, mia ragazza all'epoca, nei pressi dell'Opera House, il monumento simbolo e orgoglio di questa bellissima città. Il silenzio e la calma ne regnano sovrani, alle 4 di mattina la città sta ancora dormendo, l'Opera House è tutta per noi due.

Il 18 il volo di ritorno, con una piccola sosta di 24 giorni per visitare la Thailandia. Ma questo è un altro capitolo...
Simone Colombo nasce a Como nel 1980. Suo padre, fotografo semiprofessionista gli insegna fin da piccolo ad usare una reflex. Le sere passate nella piccola camera oscura improvvisata in una cameretta non si contano. Con l'avvento del digitale Simone riscopre l'antico amore per la foto mischiato ad un'altra sua grande passione che è l'informatica. La sua prima seria macchinetta digitale è una Canon 300D, la quale lo porterà nei 5 continenti compresa l'Australia, dove negli 11 mesi passati nella terra rossa realizza qualcosa come 12000 scatti. Al rientro, sull'onda della passione per la terra rossa, realizza una mostra personale intitolata appunto "Semplicemente Australia" dove trovano posto 30 foto/quadri che mostrano l'Australia in un aspetto diverso dalle solito foto comunemente reperibili in internet.
Simone si definisce un fotografo a 358gradi, ovvero fotografa tutto tranne animale e fiori (ndr: aimè!!!). Nell'ultimo anno trascorso in Italia si è specializzato in servizi glamour, ritrattistica e still-life, senza dimenticare il suo grande amore per i paesaggi. Dall'ottobre 2008 Simone è ritornato a Sydney per lavorare in uno studio fotografico e affinare la sua tecnica. Ad oggi la sua nuova compagna si chiama Nanostella (una Canon 1Dmk3). Potete visitare i suoi siti alle pagine www.semplicementeaustralia.it e www.onecol.com. Questo articolo è il sunto di un viaggio durato 11 mesi il cui diario è stato pubblicato e stampato in un libro in vendita su lulu.com: www.lulu.com/content/1556804. Risposte e commenti
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| inviato il 16 Novembre 2015 ore 19:30
Che dire di questo coraggioso e avventuroso viaggio? Bravo una decisione non da poco , ti invidio! Ti auguro buone cose: FB- |
| inviato il 21 Febbraio 2025 ore 16:23
bellissimo, leggo ora 14 anni dopo il tuo post |