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Testo e foto by Lele55. Pubblicato il 18 Luglio 2014; 60 risposte, 8785 visite.
Risposte e commenti
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Grazie Marlon, sono anche io convinto che la realtà sia molto più complessa del bianco e nero e che ci sia una ampia scala di grigi che poi ognuno legge, ovviamente, secondo il proprio metro. Grazie Mailasia per le tue valutazioni e per i complimenti, che sono ancora più graditi avendo ben presenti le tue foto del "sogno". Emanuele
Ottimo lavoro Emanuele ben scritto e foto che davvero sono splendide non solo per intensità emotiva ma anche per tecnica ....ancor più se si considera che negli anni 80 tutto era molto più complesso e la foto se la sbagliavi la sbagliavi non v'era rimedio.... complimenti davvero Aldo
Grazie Aldo per i tuoi complimenti. Le foto, se giudicate i base ai criteri di oggi, non sono certo tecnicamente perfette, ma a qui tempi il VR non era nemmeno nelle mente di Dio e quando avevi messo in macchina un rullino da 100 ASA gli spazi di manovra erano limitati. Diciamo, comunque, che le immagini sono una testimonianza di tempi ormai andati, sotto tutti i punti di vista. Senza voler dare a questo una connotazione né negativa né positiva, ma solo prendendone atto. Emanuele
so cosa intendi perchè anch io ho usato le reflex analogiche (la mia prima indimenticabile unica yashica fx-3 super 2000) usata quando avevo 16 anni nei primi anni 90 con un 50 mm e uno zooom 75 210 di vivitar ....condivido il tuo pensiero Aldo
Ciao Aldo, avevo già letto il tuo bell'articolo e visto le relative foto, ma me lo sono riletto volentieri. L'ho trovato molto interessante e, come dire, veramente "partecipato". Dai l'idea di aver vissuto sensazioni forti e sei riuscito a farle percepire anche a noi che abbiamo letto il tuo racconto. Le immagini, sia quelle "a corredo" dell'articolo sia le altre presenti nella galleria, sono, oltre che tecnicamente (per quello che vale il mio giudizio) molto buone, veramente di forte impatto emotivo. Dopo le immagini di tanta distruzione, ho poi visto con piacere anche le molte ottime foto della tua bellissima Sicilia. Emanuele
...era il 1980... e chi faceva "quel mestiere" non era una multinazionale giapponese. Anche se sono d'accordo su tutto... il taglio giornalistico che si deve oggi ..è innegabile. Se non ci fossero queste immagini non ci sarebbe un pensiero più evoluto.... Non esageriamo con le riflessioni. Vanno fatte.... ma considerando "chi, cosa, dove e quando". Anche se inconsapevole questa è cronaca giornalistica pura. Sarebbe come avercela coi reporter di guerra. Anzi, grazie per aver rispolverato la coscienza... che oggi tanto va di moda...ma, lo dicono i risultati, non viene molto praticata. Semza polemica con alcuno... ma nel rispetto delle immagini fantastiche..oserei dire quasi storiche.
Ciao Emanuele, ho sbirciato nel tuo profilo e ho scorto questo interessantissimo articolo.
Desideravo quindi farti i complimenti, perché lo hai esposto davvero bene; scorre fluido ed è coinvolgente. Hai accompagnato l'articolo di belle fotografie (non facili da realizzare con i mezzi dell'epoca) che assumono un valore storico non di poco conto. Ti concentri sul necessario, senza fronzoli, e su ciò che realmente emoziona e scuote il lettore.
Essendo amante di tutto il Creato, vedere soffrire quei tonni mi colpisce, inevitabilmente...ma non me la sento di giudicare con tono severo chi svolgeva il proprio lavoro dignitosamente, senza lucrare sullo 'spettacolo' come forse oggi alcuni sarebbero capaci di fare. Erano delle usanze, un modo di vivere radicato nei pescatori e quindi lo si può comprendere se rapportato al periodo storico in cui praticavano quella attività. Del resto scandalizzarsi oltremodo per scene simili (quando oggi magari fanno molto peggio, celati dentro gigantesche navi appositamente progettate per razziare scelleratamente i poveri esseri acquatici), non avrebbe senso.
Nella speranza che una coscienza ambientalista e di profondo rispetto per la Natura (nel suo insieme) trovino sempre più posto nei cuori di tutti gli esseri umani, un articolo come il tuo rappresenta un importante spaccato della società italiana di quegli anni, utile per le persone che verranno. Conoscere usi e costumi passati della propria nazione è una componente importante nella formazione di un individuo, un ulteriore arricchimento culturale che ci aiuta a capire meglio chi eravamo e cosa vorremo diventare in futuro.
Ciao Nicolò, innanzi tutto grazie per i complimenti. Per quanto riguarda "la sostanza", come ho già detto, rimasi allora molto colpito dalla vicenda, nonostante che trentacinque anni fa la sensibilità verso temi ambientalisti e animalisti fosse assai diversa, ma come non mi sentii di dare giudizi allora nemmeno oggi credo di esserne in grado. Mi sono trovato, per una serie di combinazioni, ad assistere ad un evento forte, significativo e, soprattutto, vero che ho cercato in qualche modo di documentare e che a molti anni di distanza, non so dire perché, mi è venuto voglia di mostrare a chi volesse dedicargli qualche minuto di attenzione. Ognuno poi è, ovviamente, libero di avere e esprimere le proprie valutazioni sia sul contenuto che sul contenitore. Buon anno e buone foto. Emanuele
Bellissimo reportage che riesce a restituire emozioni e momenti irripetibili. Ho vissuto in prima persona proprio l'episodio narrato. Mi trovavo a bordo di una motovedetta della Capitaneria di Trapani, dove ho prestato il servizio militare proprio in quel periodo. Ti ringrazio davvero per essere riuscito a farmi rivivere quei momenti molto emozionanti. Oggi, non saprei dire se purtroppo o per fortuna, la pesca con le tonnare (tantissime lungo le coste siciliane) non viene più praticata. Rimangono, spesso lasciati all'oblio del tempo che passa, gli edifici, i barconi e le attrezzature usate al tempo. Consiglio a tutti coloro che avranno il piacere di visitare la mia amatissima Sicilia, di cercare questi luoghi: sapranno darvi spunti per splendide fotografie. Ancora grazie. Vins
Grazie Vins, come ho già detto sono d'accordo con il tuo "non saprei". Per il resto, la tua splendida Sicilia offre una tale quantità di spunti fotografici che una intera vita non basterebbe a coprirli tutti. Saluti. Emanuele