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Testo e foto by Claudio Cortesi. Pubblicato il 11 Agosto 2018; 46 risposte, 33043 visite.
Risposte e commenti
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Leone sono abbastanza d'accordo, anche se poi bisogna osservare caso per caso.... Come dici tu il vero problema è che il messaggio che viene veicolato è sbagliato e si deprezza il valore della naturalistica fatta di studio, ricerca, osservazione, sacrifici. Cioè di quella fotografia che ha valore non in quanto bella immagine o piacevole ricordo, ma perché documenta e caratterizza in maniera unica un habitat e un territorio.....
Quello che corrompe la fotografia naturalistica è il consumismo applicato alla fotografia con la sua mentalità innaturale, non sostenibile perché si fotografa viaggiando e pagando per fotografare organizzazioni e organizzatori, per ottenere scatti senza valore perché li fanno tutti e perché a un occhio esperto le foto si fanno usando esche o altri "set" quasi sempre riconoscibili negli scatti portati a casa. Ma ci sono eccezioni, come Marco Valentini che unisce competenze, rispetto e riprese effettuate quasi sempre in condizioni wild nei suoi viaggi fotonaturalistici.
Caso per caso mica tanto. Anche quelli che trovato un nido portano altre 20 persone (es. ghiandaia marina) per me non fanno una buona operazione, sia a livello educativo che poi a livello fotografico. Per me andare in un posto dove va un altro, con stessa luce, stesso sfondo, stessa situazione, mi fa passare la voglia, le foto sono giocoforza uguali, tanto più ora con automatismi di tutti i tipi che appiattiscono le capacità e i risultati.
Di Marco Valentini, ho visto solo qualche foto e ho capito che è molto bravo, ma non lo conosco e non so come fa le foto
Leone mi riferisco ad esempio a chi va a fotografare il bue muschiato in Finlandia... Le foto gioco forza spesso sono simili, ma credo sia in ogni caso una fantastica esperienza personale.... Camminare nella tundra e ammirare dal vivo quei colossi deve essere fantastico... Diverso discorso per le aquile polacche, ad esempio...non ci trovo nulla fi attraente nello stare trincerato spalla a spalla con altri fotografi a scattare la medesima inquadratura per ore.... In questo senso intendo di valutare caso per caso....
Fotografare wild è ben altra cosa Angus. Da giovane mi sono sposato tardi e prima di avere i figli ho viaggiato molto. D'inverno frequentavo un fotonaturalista molto più bravo di me che diceva che i safari li facevano i cacciatori che non sapevano cacciare in Italia. Con questo spostava sulla caccia fotografica il discorso: chi è bravo sa fotografare anche esclusivamente in volo in Italia e lo fa aspettando che i migratori passino in autunno e primavera. Aspettandoli nei posti giusti e facendo in modo così che siano i nostri soggetti a viaggiare e non i fotografi. Così per me è iniziato l'amore per la fotografia wild.
Concordo Claudio.... Bisogna però scindere la ricerca della fotografia di grande valore dalla ricerca di un'esperienza personale appagante.... La seconda è sempre legittima fin tanto che non porta ad implicazioni etiche importanti e/o a danni concreti alla fauna o alla "salute" della foto naturalistica
Perfettamente d'accordo. Ma bisogna divulgare, insegnare ai fotografi questa differenza. Se non si fa esperienza di questo è impossibile solo immaginare di fotografare con rispetto la natura che tutti amiamo. Questo per diffondere cultura, non per proselitismo come qualche volta hanno fatto WWF, LIPU e politici ambientalisti.
Ok per il bue muschiato e per tutte quelle situazioni in cui anche se ti portano per mano lo fai x imparare, non per bruciare l'esperienza in maniera consumistica
Sono sostanzialmente d'accordo coi vostri punti di vista. Però capisco chi magari tiene ad avere una determinata foto pur conscio che sia un po' troppo costruita. Credo che il problema sia anche rendere evidenti le condizioni di scatto, non far passare per naturale uno scatto costruito con preda sul posatoio, ecc... Quindi di fatto un problema di 'onestà'. Come penso sia importante un'indicazione anche non dettagliata del luogo di scatto: certi soggetti sono difficili in Italia e molto meno altrove. Ma vedo che pochi accettano una grande trasparenza.
Certo Angus. Però credo che ci possano essere anche vari livelli di impegno, l'importante è rispettare una certa etica. Per esempio continuo a vedere tante foto di nidiacei e mi chiedo se vengano scattate in condizioni rispettose dei soggetti. Spesso la mia progettualitá si ferma ad una gita nella quale la maggior parte degli scatti son fatti dall'auto. Però sono abituato a scrivere dove son scattate le foto e in che condizioni. Certo, non troverai nelle mie gallerie aquile reali con preda...
C'è un fatto che tanti anni fa una persona più grande di me mi disse. "L'amore si dimostra..." e per me fu una illuminazione. Chi ama la vita e gli esseri viventi lo dimostri nelle fotografie che fa e le divulghi.
“ ...Ok per il bue muschiato e per tutte quelle situazioni in cui anche se ti portano per mano lo fai x imparare, non per bruciare l'esperienza in maniera consumistica... „
Neanche quello Leone. Essendoci stato lo vedo anch'esso al centro di comportamenti consumistici; non c'è neanche bisogno di pagare. Esclusi quelli groenlandesi, il soggetto è lì... a Kongsvoll, impossibile non trovarlo, fatta almeno quella salitina; solo che incontri con certezza qualche decina di fotografi in questa stagione (per tante considerazioni è un soggetto per il quale è meglio muoversi in inverno; non è che si fatichi di più). A ben vedere si tratta di una reintroduzione, seppur non recente; probabilmente gli animali, all'estremo sud del loro areale, soffriranno il rialzo termico. In linea con l'oggetto di questa discussione ricordo che feci questa considerazione: fossi venuto fin quassù per l'erica in fiore (sensazionale) sarei un purista; avendolo fatto per il caprone sono nel gregge dei fotografi. 'E nella consapevolezza di quello che si fa e nella cultura specifica che ne è alla base il cuore del problema; i capanni spagnoli (che non conosco) e quelli ungheresi (un paio di visite) ne sono misura. Il discorso ovviamente è irriducibile ai tempi ed allo spazio di un forum. Sarebbe bello poterne discutere ampiamente in un diciamo Juza meeting; magari saremmo in due. 'E una proposta che giro comunque all'amministratore.
Credo che il forum sia uno spazio aperto dove persone molto diverse possono incontrarsi. Idee diverse in persone diverse. È essenziale accettare questo, dopotutto la scelta di fotografare wild non tutti se la possono permettere.