Perché una Leica M, testo e foto by
Ivan61. Pubblicato il 08 Febbraio 2025; 20 risposte, 41641 visite.
Premetto che una buona foto si fa con qualsiasi macchina fotografica ed anche uno Smartphone e che il mio è un discorso generico a prescindere da analogico o digitale, da CCD o CMOS, ecc e comunque sono le mie personali riflessioni dopo quasi 27 anni di Leica M, infatti era il marzo del 1995 quando per la prima volta sono uscito da un noto negozio romano con una Leica M6 ed un Summicron 35 IV versione (il primo asferico è uscito nel 1997, quindi il famoso " ultimo Pre Asph" o anche conosciuto come "King of Bokeh" ) dopo aver dato via il mio corredo completo Nikon e praticamente tutto il corredo Pentax (ho tenuto, e tengo ancora, solo la MX ed un paio di ottiche per affetto) e la prima domanda che mi sono fatto è stata "Ma chi me lo ha fatto fare?" poi ancora dubbi e domande "Avevo una macchina per fare tutto ed ora ho solo questo poco?" "E come faccio?" e via dicendo ... in poco tempo mi sono innamorato della M ed ho scoperto che invece di fare tutto la Leica M mi permetteva di fare bene quello che mi piaceva.
Dopo questa breve introduzione con la mia storia personale per presentarmi a chi non mi conosce vengo al tema del post perché oggi comprare o perché oggi ancora compro ed uso una Leica M?
Sfatiamo subito che è per dire che ho una Leica, cosa della quale non mi frega nulla, ma vediamo perché ancora oggi dopo quasi 30 anni (il 15 marzo 2025 saranno 30 giusti giusti) uso e sono innamorato della mia Leica M a precidere dal modello e dal supporto di registrazione (pellicola o Digitale che sia) sperando che le mie riflessioni possano essere utili a qualcuno.
Una Leica M presenta alcuni vantaggi e molti limiti ... intanto iniziamo con i limiti:
- non esistono zoom e cambiare un'ottica richiede tempo e non è immediato e quindi io ho scelto un'obiettivo, mio di riferimento con il quale so inquadrare e previsualizzare già cosa entra e cosa no nel mio fotogramma prima di portare la macchina all'occhio.
Poi ho compeltato il corredo con un paio di ottiche più "Wide" e più "Tele" (vi devo confessare negli anni ero arrivato ad avere almeno un obiettivo in ogni focale, ma era una confusione assoluta, ogni volta la scelta era complessa e sentivo sempre di non avere con me la focale adatta, ecc, quindi per mia esperienza personale meglio limitare a pochi ma buoni, io per anni ho avuto il solo 35 mm citato e ci facevo tutto togliendomi importanti soddisfazioni) poi ho eletto il 28 mm come tutto fare per tornare al 35 e gli ho abbinato un 21 ed un 90 mm e basta, anche se Diu recente ho ripreso il 50 mm per alcuni utilizzi specifici;
- al di sopra del 135 mm la M non ha più le cornici di inquadratura come non le ha al di sotto del 28 mm (discorso a parte la M2, M3, M4 ed M4.2 che non hanno tutte le cornici che saranno presenti dalla M4-P in poi), ma se per gli Wide si può risolvere con mirino ottici ad hoc, anche se non sono precisissimi. invece il problema è che dal 90 mm in poi c'è la finestrella del telemetro che diventa piccola e comporre in maniera precisa non è facilissimo, per altro fra i grandangoli la cornice del 28 mm abbastanza al bordo crea problema a valutare l'intera area sopratutto a chi porta gli occhiali. A tutto questo si può ovviare per le digitali dalla M240 in poi con la visione dallo schermo posteriore o con il mirino elettronico, ma questo non è così immediato infatti in primis il mirino elettronico consuma moltissima batteria ed oltretutto il Live View della 240 non è minimamente paragonabile al mirino di una moderna ML, meglio il Visioflex della M10 ma sempre lontano dal mirino di ML, le cose sono decisamente migliorate con il Visioflex 2 sulla M11 che è sì compatibile con la M10 ma su quest'ultima la risoluzione non è a livello della M11 per via del processore, quindi chi pensa di prenderla ed usarla prettamente con il mirino elettronico ci pensi, ci sono ottime alternative e spendendo meno;
- il mirino non cambia mai al variare dell'ottica, cambia solo la cornice ... chiunque sia abituto ad una ML o una Reflex è abituato che al cambiare delle ottiche il mirino ingrandisce o diminuisce, su Leica M no, non vediamo un eventuale effetto Wide con un 28 o uno schiacciamento della prospettiva con un 90, quindi dobbiamo imparare a previsualizzare nella nostra testa il risultato con l'esperienza, sappiamo solo che quello che è all'interno della cornice sarà la nostra foto;
- sempre il mirino ha delle cornici per le varie focali (28-35-50-75-90-135 queste sono le focali ricoperte), ma non le intermedie, molti ad esempio amano il 40 mm per il quale non c'è un rettangolo di riferimento e bisogna andare fidandosi dell'esperienza (nello specifico per il 40 una buona soluzione è partire dal 35 mm appena più stretto infatti i 57 gradi mediamente di un 40 mm sono più vicini ai 64 gradi di un 35 che non ai 45 gradi di un 50 e parlo anche per esperienza personale avendo usato per molti anni un 40 mm);
- possibilità teorica di montare altre ottiche non baionetta M o vitae M39, dico teoriche perché non apriranno la cornice esatta e non funziona il telemetro della Messa a fuoco (penso alle ottiche Leica R, ma anche Nikon o altre MF in particolare) ... solo usando i mirini elettronici quindi da M240 in poi, ma per un uso prettamente di questo genere una ML risulta essere molto più versatile (mentre con tutte le ottiche a baionetta M e con le ottiche a vite M39 il telemetro funziona correttamente e la cornice la apre l'adattatore);
- tecnologia ed elettronica basica (manca di IBIS, AF, sistemi di lettura esposimetri multizonali ... ad eccezione della M11 che ha più possibilità di esposizione, mentre 240 ed M10 possono avere ulteriori sistemi esposimetrici utilizzando LV o mirino elettronico ... magari a scene, ed altre "diavolerie" di cui sono piene le ML moderne) una M è limitata nei tempi di scatto, una M analogica arriva ad 1/1000 di sec ed una digitale ad 1/4000 decisamente poco se raffrontate a reflex o ML di pari periodo, ma comunque tempi sufficienti per la maggior parte degli impieghi se non si hanno esigenze particolari, anche qui la M11 differisce un pò per il suo otturatore elettronico.
- una M non ha AF, ed il fuoco manuale su un telemetro opto meccanico non sempre è intuitivo e non è comodo per tutti, risulta essere più preciso di una Reflex manual focus (discorso di base telemetrica) fino al 50 mm (anche se all'epoca alcune riviste specializzate parlavano del 90 mm come punto di equilibrio), poi una Reflex (sempre MF) diventa più precisa, il discorso AF è completamente diverso, come diversi sono i sistemi di mesa fuoco dei moderni mirini elettronici delle ML e vanno valutata caso per caso con le loro infinite possibilità. tornando alla M possiamo mettere a fuoco solo al centro (quindi in caso si focheggia sul soggetto e poi bisogna ricomporre) non abbiamo alcun riferimento visivo alla PDC (solo sull'ottica ci sono i riferimenti) e nel mirino risulterà sempre tutto a fuoco (tranne appunto la ristretta area del telemetro) e questo può destabilizzare chi è abituato a previsualizzare l'area di messa a fuoco ed i piani fuori fuoco;
- costo elevato del corpo macchina e delle ottiche (almeno originali, ma è anche vero l'elevata tenuta del valore dell'usato e molte ottime ottiche di altri produttori e le pur sempre ottiche Leica a vite).
Ma allora perché una Leica M? Cosa ci ho trovato io? Provo a riassumere cosa mi ha fatto innamorare del sistema M
- intanto la qualità degli obiettivi al di là dei test da laboratorio che siano MTF o l'esame del bordo estremo con crop del 300% che mi lascino indifferente, ma personalmente (e non solo io) trovo che le ottiche Leica hanno un timbro particolare, una resa del colore diversa, uno sfocato che ne da il carattere e se c'è differenza fra un Summicron ed un Summilux al di là dell'apertura massima, non c'è un meglio ed un peggio, ma caratteri diversi figuraimoci con altri brand ... a solo titolo di esempio il Summicron ha un contrasto maggiore, una resa più uniforme, colori più squillanti tanto che è sempre stato scelto dai più grandi fotografi di Reportage che hanno scelto Leica (da Berengo Gardin ad Ivo Saglietti e tanti altri per le loro M hanno sempre scelto i Summicron), i Summilux erroneamente i più li scelgono pensando che siano migliori in virtù del maggior costo mediamente e della maggior apertura, ma nella realtà un Summilux ha uno sfocato diverso, una resa dei colori più pastellata, un contrasto forse minore, ma con un micro contrasto spesso superiore che regala una superiore sensazione di tridimensionalità (parlo di sensazione essendo la fotografia bidimensionale per definizione) ... ecc e se le differenze si vedevano quando proiettavo le mie Velvia 50 a due metri di lato si continua a vedere oggi sul sensore digitale della M (e lo dico dopo essere stato possessore, anche se non fine conoscitore, di ottiche Zeiss e VGT, 7 Artisan, ma per quanto mi riguarda non c'è storia, non mi sono piaciuti come resa, poi sono gusti personali tutto da provare, non esiste una verità assoluta).
- qualità costruttiva sia del corpo macchina interamente in metallo ed ottone calotta e fondello (con eccezione della M6 con fondello e calotta in lega di zinco, non la Titan ed alcune altre serie particolari ... anche le M11 nere sono in lega di alluminio per risparmiare peso, mentre le m11 cromate sono in ottone) sia delle ottiche originali costruite in ottone e vetro ottico con rivestimento in alluminio per quelle nere e ottone anche il rivestimento per quelle cromate, ma non per le ultimissime serie.
Quando prendete in mano una ottica M ed un'ottica di un'altro brand qualsiasi che sia compatibile o no e sentite differenze di peso fatevi una domanda o hanno lenti interne in policarbonato (che abbassano il peso ed il costo di costruzione) e vanno comunque benissimo da nuove, ma hanno una polimerizzazione inevitabile con il tempo, con gli sbalzi di temperatura, ecc perdendo le loro caratteristiche e/o non hanno gli ingranaggi interamente in metallo pregiato che inevitabilmente con il tempo, con l'usura, con le vibrazioni, sbalzi di temperatura, ecc prendono inevitabili giochi e per obiettivi con diaframmi ad aperture importanti può diventare un problema non avere più la perfetta precisione. Poi non possiamo tacere che Leica è l'unico brand a produrre ancora tre macchine analogiche e proprio della serie M (MP, M-A ed M6) quindi le ottiche nascono corrette in progettazione e costruzione non attraverso un profilo, perché probabilmente un acquirente di una M analogica compera (o ha le ha già in casa perché magari possessore anche di una M digitale) anche un Summicron od un Summilux di ultima generazione ed andrà a goderselo con una Velvia 50, ovviamente sappiano tutti cosa vuol dire avere un'ottica corretta all'origine (un Wide spinto ad esempio) senza dover stirare i pixel per non avere distorsioni eccessive.
- compatibilità delle ottiche M con sensori M, infatti quando si fotografava con una Velvia 50 quello che faceva la differenza era l'obiettivo, quindi avrei potuto benissimo usare il mio Summicron su una Bessa (tralascio il discorso base telemetrica per una messa a fuoco di precisione o la precisione ed affidabilità dell'esposimetro e mecanica) oggi c'è anche il sensore che fa la differenza (se prima cambiavo sensore ogni 36 scatti oggi devo scegliere a priori il sensore che meglio si sposa con le mie ottiche) e le ottiche M rendono al meglio coni corpi Leica in generale ed in particolari con M (è ben noto il discorso microlenti), anche se con le dovute eccezioni sono godibili anche su altri brand. Ma la compatibilità vuol dire anche accedere ad un parco ottiche enorme dalle prime ottiche a vite degli anni 30 (io l'ho fatto con risultati incredibili) fino ai moderni Asph e Apo, con una scelta di resa e di costo enorme, dalla resa vintage (prendo ad esempio il 35 mm una focale molto diffusa fra gli utilizzatori M) di un Summaron 35 mm f/3,5 per oche centinaia di euro alla resa piacevole e assolutamente attuale di un Summaron f/2,8 per un migliaio di euro fino al moderno e perfetto Summicron Apo da 7.000 euro e passa ... proprio la qualità costruttiva mantenuta nel tempo (di cui ho parlato sopra) consente oggi di accedere ad ottiche vintage come magari al primo Summilux 50 mm del 1960 ed usarlo in maniera estremamente affidabile a TA su una M11;
- tenuta del valore ... se fra i difetti abbiamo parlato del prezzo ora dobbiamo spezzare una tenuta a favore della tenuta del valore nel tempo e se è tanto più valido con le macchine analogiche cresciute moltissimo nell'ultimo periodo vale anche per gli obiettivi in continua e lenta ascesa, ma anche un corpo M digitale mantiene il valore nel tempo, basti pensare che una M8 APS-H (prima Leica M digitale, prima c'è stata la Epson RD1 che ho anche avuto) oggi si trova a non meno di 1.500 euro ed una M9 che ha ormai oltre 12 anni (presentata alla stampa il 9 settembre del 2009) si trova almeno ancora a quasi il doppio quando allo stesso prezzo si trova una ML nuova, insomma c'è sì una perdita di valore come qualsiasi cosa elettronica, ma in percentuale molto più contenuta di altri brand e comunque una possibilità di rivendibili nel tempo, comprando un usato a prezzo equo si rivende sempre facilmente senza rimetterci l'osso del collo (con le ottiche non è infrequente guadagnarci qualche decina di euro o almeno non rimetterci);
- versatilità del sistema M digitale dalla 240 in poi, perché in realtà la M può considerarsi la prima ML della storia ed il suo tiraggio minore di molte reflex vuol dire che oggi si possono montare molte ottiche Reflex MF naturalmente usando il mirino elettronico per la messa fuoco o per ottiche spinte. Diciamo che avendo chiaro il campo di utilizzo della M occasionalmente si possono montare ottiche specifiche diverse (ad esempio per un periodo ho usato anche il 180 Apo teli della R ed il Super Angulon 21 mm per R anche sulla M6 con mirino ottico e giocando con la PDC)
- dimensioni contenute anche se oggi molte ML riescono ad essere più piccole sopratutto scendendo di formato di sensore;
- bassa tecnologia ... ecco che un'altro difetto può diventare un punto di forza, le ottiche non hanno elettronica e quindi non "invecchiano" tecnologicamente per un AF più prestante o uno stabilizzatore nell'ottica migliore, ma eventualmente con i nuovi modelli potrebbe solo cambiare la resa. Sulla bassa tecnologia del corpo macchina invece mi rifarei al vecchio asserto, da ex motociclista e viaggiatore africano, che tutto quello che non c'è non si rompe ed aggiungo che invecchia meno rapidamente ... così fra una M9 ed una M10R c'è lo stesso modus operandi, la più nuova avrà un buffer più veloce, una velocità di trascrizione più veloce, ma fondamentalmente nulla di drammatico nella filosofia M (qualcosa è cambiato con la M11), quello che cambia è ovviamente il sensore e la sue resa tanto che oggi molti ancora preferiscono la più anziana all'ultima uscita e non per il prezzo ma direi di più una M analogica si usa esattamente come una M digitale (penso ad esempio alla M7 che è addirittura semi automatica a priorità di diaframmi volendo) stesso look, stesso feeling, i comandi principali (ISO a parte) nella stessa posizione, addirittura le stesse informazioni Basic nel mirino, ecc, cambia solo il sistema di registrazione dell'immagine, chimica per una ed elettronica per l'altra.
Ecco queste sono le principali differenze che mi vengono in mente dal punto di vista tecnico, poi c'è la filosofia di scatto, l'imposibllità di zoomare ad esempio (in realtà ci sono due ottiche che sono 3 in una, i TriElmar 28-35-50 e 16-18-21, ma non sono veri zoom limitandosi a tre focali e non le intermedie), non avere AF, non avere punti di messa fuoco da selezionare, ma solo al centro e poi reinqudrare, poco automatismi (al massimo una modalità di semiautomatico a Priorità di diaframmi) ne fanno un unicum e se è possibile usare una qualsiasi ML con la stessa filosofia la M te lo impone è lenta a scattare e ti impone di pensare, muoverti, ti obbliga a pensare in termini di ottica montata da conoscere a fondo e previsualizzare lo scatto nella mente, decidere prima cosa si vuole e non si può "vedere" se ci piace, se sta venendo bene, bisogna saper leggere le luci e le ombre come ua volta e non controllare se le luci sono ben esposte e le ombre ben messe ... insomma si scatta pensando molto e se la foto verrà bene, se sarà bella siamo stati noi ad averla fatta e se sarà sfocata non potremo dire la macchina ha sbagliato il fuoco, saremo noi a non aver fatto scelte adeguate ... se sarà mossa non voluta avremo scelto un tempo di scatto inadeguato non è l'IBIS che non ha lavorato bene.
Poi andando sulla filosofia pura io non riesco a digerire ancora i mirini elettronici ed amo ancora i mirini ottici ... importanti reporter del passato hanno sempre definito la M una finestra sul mondo (parafrasando e guardando dentro un mirino elettronico a me personalmente sembra di vedere attraverso un televisore), la possibilità di inquadrare con l'occhio destro e contemporaneamente il sinistro aperto vedere tutto intorno grazie al mirino decentrato (tecnica usata dal grande HCB e che ha bisogno di allenamento) le cornici più strette (diciamo dal 50 in poi in particolare) consentono non solo cosa stiamo inquadrando, ma anche cosa c'è nell'intorno di quello che stiamo per scattare, quello che sta entrando nel nostro campo, ecc ... tanto che io personalmente non uso mai il mirino elettronico neanche con il 21 mm, mi baso sul mirino ottico che ho sempre usato e conosco con i suoi limiti cosa mi restituisce e per la messa a fuoco selettiva quando serve (il mio 21 mm è un f/2,8 quindi a TA creo un leggero sfocato all'occorrenza) spostare l'occhio da un mirino per la messa a fuoco al vedere cosa inquadro in un altro non è certo un problema essendo allenato a questa pratica anche dalla IIIf che ogni tanto uso.
Ecco perché sorrido quando leggo qualcuno che scrive le M hanno senso solo quelle meccaniche (per altro anche sulle meccaniche si trovano meccaniche molto più affidabili sulle giapponesi) ed una M digitale non ha senso ... è quel qualcuno che non conosce la filosofia di una M, io la uso per la sua filosofia e perché la uso esattamente come la mia vecchia M6 o addirittura come usavo la mia M4-P (senza esposimetro), prefocheggio stimando la distanza, imposto il diaframma (ed eventualmente anche il tempo) in base agli ISO selezionati e sulla mia esperienza e solo dopo porto la macchina all'occhio e mi confronto con l'esposimetro il mio sistema di uso non è cambiato cambiando il sistema di registrazione dell'immagine da analogico a digitale.
Ecco riassumendo per me la M si deve scegliere per l'esperienza d'uso, per la tenuta del valore, per la qualità delle ottiche, per questi motivi, tutti o uno solo ma se pensate di usarla come una qualsiasi macchina fotografica senza comprenderla lasciate perdere, la M è un unicum con tuti i suoi limiti, se si vuole solo sfruttare al meglio le ottiche M mantenendo le comodità di una ML personalmente vi consiglio la SL (per rimanere nella Real Casa) sulla quale addirittura vi suggerisco di vedere fra le ottiche per R che sono di apri qualità ed a volte anche superiore alle contemporanee M a prezzo inferiore spesso delle compatibili o una qualsiasi Nikon, Canon, Sony
Poi c'è il discorso tropicalizzazione ... sempre dalla 240 in poi Leica ha dichiarato di aver adottato guarnizioni di protezione da polvere e spruzzi d'acqua ... ora e è vero come è vero che l'elettronica è sensibile ad acqua ed umidità è anche vero che la meccanica lo è molto meno, quindi con M analogiche e con gli obiettivi c'è poco da temere (magari da evitare una forte pioggia battente) mentre con le elettroniche precedenti alla M240 (ovvero M8 ed M9) porrei maggiori attenzioni ... personalmente sono stato ovunque con le mie M, attualmente abito in Magreb e posso garantire di averle usate a +48 del Magreb ed a -20 sul Mar Baltico a Capodanno, di averle portate dal deserto del Sahara a una umida Norimberga invernale, per mesi e mesi in barca a vela, dalla Turchia agli oltre 2.000 metri sulle piste da sci sotto le nevicate, ma anche in Lituania e Polonia con la neve, ecc (l'elenco sarebbe lungo ed imperfetto) e non ho mai avuto problemi alcuno ... per altro so per certo che alcune ottiche moderne (come il Summaron 75 Apo) hanno delle guarnizioni di tenuta anche se non sono considerati tropicalizzati, ma su questo termine potremmo aprire una lunga disussione, cosa è e cosa significa tropicalizzato? Molti Brand lo usano senza definire i parametri di resistenza e poi si scopre chiamando in assistenza che la macchina è stata soggetta ad umidità la garanzia non è riconosciuta ... solo alcune case (Leica serie SL e Q, Olympus e forse Pentax) certificano la loro tropicalizzazione con certificati di resistenza IP
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, ovviamente anche in questo Forum c'è chi la usa da ancor prima di me, perché avete scelto M o perché pensate alla M, viceversa anche perché non vi piace la M senza tifoserie da squadra di calcio