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La Stabilizzazione d'Immagine

La stabilizzazione d'immagine è la più significativa innovazione nella tecnologia degli obiettivi dopo l'introduzione dell'autofocus. L'IS permette di utilizzare a mano libera qualsiasi obiettivo con un tempo di scatto 2-3 stop più lento di quello che sarebbe possibile con un'ottica non-IS, e nei supertele riduce notevolmente le vibrazioni anche quando l'obiettivo è montato sul treppiede.


 
Canon EOS 20D, Canon EF 600mm f/4 L IS USM, Canon 1.4x TC, 1/125 f/5.6, iso 800, mano libera. Fiume Sile, Italia. Anche con la stabilizzazione non è facile ottenere una foto nitida a mano libera col 600 f/4 + 1.4x (840mm) a 1/125, ma senza stabilizzazione sarebbe completamente impossibile.
 
La stabilizzazione fu introdotta nel mondo della fotografia reflex nel 1995, quando Canon annunciò il 75-300 IS. Il 75-300 era un obiettivo amatoriale economico e di scarsa qualità - Canon utilizza spesso gli strumenti amatoriali come campo di prova per le nuove tecnologie. Questo obiettivo aveva l'IS di prima generazione, che aveva un'efficenza di 2 stop: in altre pagole, riduce il mosso come un tempo di scatto 2 stop più veloce. L'IS doveva essere disattivato quando l'obiettivo era montato sul treppiede e durante il panning.  
 
Un paio di anni dopo, Canon ha annunciato il 300 f/4 L IS. Questo è stato il primo obiettivo L con stabilizzazione d'immagine; anche se utilizza ancora l'IS di prima generazione, ha un'interruttore per scegliere tra IS Mode 1 e Mode 2. Il Mode 2 è progettato per il panning, e permette di seguire il movimento del soggetto quando si fotografa con tempi di scatto lenti, mentre Mode 1 funziona bene con i soggetti statici.  
 
Nel 1999, Canon ha annunciato la nuova generazione di supertele e la seconda generazione dell'IS. Lo stabilizzatore utilizzato nel 300 f/2.8 L IS, 400 f/2.8 L IS, 500 f/4 L IS e 600f/4 L IS ha ancora un'efficenza di 2 stop, ma può essere usato sul treppiede. Tutte queste ottiche hanno Mode 1 e 2. I supertele stabilizzati sono tra le migliori ottiche mai prodotte, e hanno riscosso un grande successo tra i professionisti.  
 
Nel 2001, Canon ha annunciato il 70-200 f/2.8 L IS: il primo obiettivo con l'IS di terza generazione. Oltre ai vantaggi della versione precedente, la terza generazione ha un'efficenza migliorata all'equivalente di tre stop. L'IS è stato inserito in molti obiettivi, in due versioni: i tele (come il 70-200 e il 28-300) hanno la stabilizzazione di terza generazione con Mode 1 e 2, mentre le focali corte (come il 24-105 IS) non hanno l'interruttore delle modalità.  
 
Cinque anni dopo, nel 2006, Canon ha introdotto la quarta generazione di IS, con l'ottica 70-200 f/4 L IS USM. Questa versione è identica alla terza generazione, ma aumenta l'efficienza a quattro stop.
 
 

Come funziona la stabilizzazione

Prima di spiegare come funziona, bisogna chiarire di cosa si tratta. La "vera" stabilizzazione d'immagine muove un elemento dell'obiettivo, o il sensore, per controbilanciare le vibrazioni della fotocamera. Se non ci sono elementi in movimento, non è stabilizzazione: la stabilizzazione "elettronica" utilizzata in alcune videocamere riduce la qualità d'immagine e funziona esclusivamente col video (è una funzione che ritaglia e muove ogni fotogramma per creare un filmato più fluido); la stabilizzazione "elettronica" di alcune fotocamere è solo un falso. Molte compatte hanno questa finta stabilizzazione (due esempi sono la "Picture Stabilization" della Fuji F30 e il cosidetto "Anti Shake DSP" di Casio): in realtà si limitano ad alzare la sensibilità ISO, e non hanno niente a che fare con la vera stabilizzazione d'immagine. Tutti gli obiettivi Canon IS utilizzano la vera stabilizzazione; Nikon ha una tecnologia identica detta VR, e Sony e Pentax utilizzano una tecnologia simile che muove il sensore invece che un elemento dell'obiettivo. Lo stabilizzatore è uno strumento a forma di anello composto da due sensori giroscopici, una CPU e un motore.Il sensore rileva i movimenti della fotocamera (dovuti ai tremolii delle mani, a supporti instabili, o ad altre cause) su ogni asse (X e Y), e poi invia i dati alla CPU dell'obiettivo. La CPU analizza ed elabora i dati e dà al motore le istruzioni per muovere una lente o il sensore. Il risultato pratico è che l'immagine proiettata sul sensore sta ferma, e si possono ottenere foto nitide anche se la fotocamere si muove. Ovviamente, la stabilizzazione ha i suoi limiti. Al giorno d'oggi, permette un "guadagno di nitidezza" di 2-3 stop; in altre parole, la foto sarà nitida come se fosse stata scattata con un tempo di scatto 2-3 stop più veloce. Esempio: un'immagine scattata a 1/60s con la stabilizzazione sarà nitida come un'immagine scattata a 1/250s.


 
Da sinistra a destra: foto intera, ritaglio da foto scattata con IS, ritaglio da foto scattata senza IS.
 
Ci sono molti miti e incomprensioni riguardanti la stabilizzazione.  
 
La stabilizzazione non diminuisce la qualità d'immagine degli obiettivi: le ottiche stabilizzato sono nitide come le precedenti versioni non stabilizzate, o addirittura superiori. Ovviamente, le lenti stabilizzate aggiungo complessità al progetto, ma i miglioramenti nel campo dell'ottica permettono di mantenere o superare la qualità ottica delle versioni precedenti. La stabilizzazione è sempre più diffusa, anche in obiettivi standard e grandangolari (come il Canon 24-105 IS): è molto utile anche nelle focali corte. Se siete in grado di scattare una foto nitida a 1/20 con un obiettivo 18mm, con la stabilizzazione potresta scattare addirittura a 1/2!  
 
Alcune case produttrici (Sony, Pentax) utilizzano la "stabilizzazione del sensore" invece che la "stabilizzazione dell'obiettivo". Il principio è lo stesso: l'unica differenza è che un sistema incorpora lo stabilizzatore nell'obiettivo, l'altro nel corpo della fotocamera. La stabilizzazione del sensore ha l'ovvio vantaggio che una volta che avete comprato una fotocamera stabilizzata, potete usare la stabilizzazione con tutti i vostri obiettivi. Lo svantaggio principale è che non è possibile vedere gli effetti della stabilizzazione nel mirino, e alcuni fotografi sostengono che questo sistema sia un pò meno efficace della stabilizzazione dell'ottica. Con quest'ultima, è necessario acquistare un obiettivo stabilizzato, ma avete il vantaggio di vedere l'effetto della stabilizzazione nel mirino.  
 
La stabilizzazione riduce il mosso dovuto ai movimenti della fotocamera, ma non quello dovuto dai movimenti del soggetto. Se state fotografando un soggetto in movimento, e il tempo di scatto è molto lento, bisogna alzare la sensibilità ISO: la stabilizzazione aiuta a ridurre i vostri movimenti, ma solo un tempo di scatto più rapido può congelare i movimenti del soggetto. Inoltre, ricordatevi che la stabilizzazione necessita di circa un secondo per attivarsi: se premete immediatamente il pulsante di scatto, l'IS non darà alcun vantaggio. Dovreste sempre premere a mezza corsa il pulsante di scatto per un secondo prima della foto: quando riprendo gli animali, tengo il pulsante premuto a mezza corsa per tutta la durata dell'azione, per avere la certezza di essere sempre pronto a scattare.
 
 

Stabilizzazione e treppiede

La stabilizzazione non sostituisce il treppiede. Quando fotografate con focali corte, come il 24-105 IS, dovreste scattare a mano libera solo quando avete un ottimo motivo per non usare il treppiede (per esempio: con un soggetto molto attivo e sfuggente; quando fotografate da auto, barche o aerei; in luoghi dove i treppiedi sono vietati; quando dovete assolutamente ridurre il peso dell'equipaggiamento; ecc.). Se, invece, avete la possibilità di usare il treppiede, non siate pigri e utilizzatelo: l'ultima versione della stabilizzazione riduce il mosso per l'equivalente di circa 4 stop, ma solo il treppiede lo elimina completamente ;-)  
 
Gli obiettivi più grandi, come il 400 f/2.8, 500 f/4 e 600 f/4 vengono spesso utilizzati sul treppiede, quindi si potrebbe pensare che la stabilizzazione non sia necessaria: è sbagliato. Questi obiettivi sono così pesanti e voluminosi che creano un pò di vibrazioni anche sul più solido dei treppiedi; le lunghe focali aumentano l'effetto di ogni movimento e, inoltre, quando si fotografa gli animali la testa del treppiede non viene mai bloccata, quindi è molto facile avere del mosso. Attualmente, non comprerei mai un supertele senza IS.  
 
Utilizzare l'IS su treppiede solleva alcuni dubbi. Prima di tutto, può ridurre la qualità d'immagine? Con tutti gli obiettivi annunciati dopo il 1999 (dalla seconda generazione), l'IS può essere usato sul treppiede senza problemi. Le uniche ottiche Canon non compatibili col treppiede sono i pochi obiettivi di prima generazione ancora in produzione - il 300 f/4 IS, il 100-400 IS e il 28-135 IS. Se usate un'altra marca, e non siete sicuri della compatibilità con treppiede, vi vi suggerisco di fare questo semplice test: montate la fotocamera su un solido treppiede e scattate due esposizioni; una con la stabilizzazione e una senza. Se sono ugualmente nitide, non avete problemi; altrimenti è necessario disattivare la stabilizzazione quando di usa l'obiettivo su un treppiede ben stabile. In ogni caso, l'unico rischio è una diminuzione della qualità d'immagine - non ci sono rischi di danneggiare l'unità IS anche se lo si dimentica acceso quando si monta un obiettivo di prima generazione sul treppiede.  
 
Quando si monta un'ottica "compatibile con treppiede" sul supporto, con l'IS attivo, bisogna impostare il selettore delle modalità (se è presente) su Mode 1. Mode 1 è in grado di rilevare il treppiede: se i sensori giroscopici rilevano vibrazioni nulle o quasi nulle, l'obiettivo "riconosce" il treppiede e, dopo circa un secondo, si regola su una modalità speciale progettata per correggere le vibrazioni dello specchio e dell'otturatore. Canon sostiene che "l'analisi attenta dei risultati dimostra con certezza che non ci sono vantaggi nel disattivare l'IS, anche quando si utilizza il sollemento dello specchio". Nella mia esperienza, questa affermazione si è dimostrata veritiera, ma ricordatevi che dovete premere a mezza corsa il pulsante di scatto per almeno un secondo prima dell'esposizione, altrimenti si potrebbe avere del mosso, dato che l'IS necessita di un secondo per rilevare il treppiede.  
 
Quando l'obiettivo è montato sul treppiede, ma la testa non è bloccata e muovete l'obiettivo per seguire l'azione, l'IS (Modo 1) funziona esattamente come quando si fotografa a mano libera: cerca di corregere movimenti abbastanza ampi, sia in direzione orizzontale che verticale. Questo vale anche per l'obiettivo su monopiede o su altri supporti non bloccati.
 
 

Mode 1 e Mode 2

Alcuni obiettivi hanno due modalità IS. Mode 1 funziona sia in direzione verticale che orizzontale, mentre Mode 2 funziona solo in direzione verticale, e non cerca di ridurre i movimenti in orizzontale. Il Mode 2 è necessario per il panning: se seguite il soggetto con un tempo di scatto lento, l'IS Mode 1 cerca di controbilanciare il movimento, spostando l'immagine nella direzione opposta ai vostri movimenti - il risultato è una perdita di nitidezza. Mode 2 invece corregge solo le vibrazioni in verticale, quindi potete seguire liberamente il soggetto.  
 
In genere, il Mode 2 è la scelta migliore per i soggetti in movimento, mentre il Mode 1 funziona bene con i soggetti statici - quando la fotocamera è orientata in orizzontale. Quando la fotocamera è in verticale, il Mode 1 è l'unica scelta.
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