| inviato il 07 Maggio 2014 ore 8:59
Sono d'accordo con Guiliano sul fatto che se deve fare un ritratto le focali lunghe ,tecnicamente ,sono più adatte, e quella è fisica ! Di contro devo dire che quando guardo un a foto di Ale Bergamini trasuda qualcosa e so che è di Bergamini anche se non ho letto, La didascalia sia che l'abbia scatta con il 35 che con il 135 |
| inviato il 07 Maggio 2014 ore 9:01
io non ho ancora capito se in questo post si parla di bokeh o di sfocato, che non è proprio la stessa cosa! |
| inviato il 07 Maggio 2014 ore 9:05
E giustamente,quello è lo stile.Ognuno pedala in modo diverso, ed è riconoscibile ..... |
| inviato il 07 Maggio 2014 ore 9:08
Bokeh vuol dire sfocatura.....prima degli anni 90 era un termine sconosciuto . E' un po come la gazzosa che col tempo è diventata Sprite. Oppure da spazzino a....operatore ecologico. |
user39791 | inviato il 07 Maggio 2014 ore 9:15
Wikipedia: Bokeh è un termine del gergo fotografico derivato dal vocabolo giapponese "boke" , che significa "sfocatura" oppure "confusione mentale". A partire dalla metà degli anni novanta, si è affiancato all'uso terminologico tradizionale di espressioni come contributo delle aree fuori fuoco o resa dello sfocato. La parola bokeh indica propriamente le zone contenute nei piani fuori fuoco di un'immagine fotografica e la qualità estetica della sfocatura; per estensione, si riferisce anche alla tecnica che permette di ottenere un gradevole effetto "sfocato" tramite un utilizzo creativo delle proprietà ottiche degli obiettivi. Il concetto di bokeh risulta intrinsecamente legato alla nozione di profondità di campo: mentre il contributo dello sfocato di ciascun obiettivo è caratteristico della lente (e di conseguenza non modificabile), la scelta di un opportuno valore di apertura consente al fotografo di manipolare la profondità di campo dell'immagine, permettendo così di declinare le peculiarità del bokeh. Con delle lenti adatte, l'effetto "sfocato" si può ottenere ricorrendo a un basso rapporto focale; le ottiche migliori per esaltare il bokeh, in virtù delle loro proprietà fisiche, sono i teleobiettivi e gli obiettivi per macrofotografia. La resa dello sfocato riveste un'importanza particolare anche per i cosiddetti obiettivi "medio tele", caratterizzati da lunghezze focali comprese tra gli 85 e i 150 mm, che spesso vengono utilizzati per i ritratti: nella ritrattistica fotografica, infatti, si sceglie solitamente un rapporto focale basso, minimizzando la profondità di campo al fine di creare un piacevole effetto "sfocato" dello sfondo che permetta di far risaltare maggiormente il soggetto principale. |
| inviato il 07 Maggio 2014 ore 9:16
Infatti mi stavo confondendo io sapevo che bokeh era una parola giapponese che indicava lo sfocato |
| inviato il 07 Maggio 2014 ore 9:19
Allora prescidendo il fatto che qui siete tutti cultori del ff .... Ma il 50mm non Lo nominate quasi...eppure io mi ci trovo alla grande per ritrattistica (vero uso aps c quindi secondo molti non dovrei nemmeno commentare questo genere xD ) |
| inviato il 07 Maggio 2014 ore 9:28
Vigna88: sono convinto che tu sia contento del 50mm. Un ottimo obiettivo che diventa 80mm. sul formato Aps-c e quindi valido per ritratto. Io ,personalmente, non sono un cultore del FF. Fotografo indifferentemente con Fuji ( aps-c) e con Canon (FF). E' chiaro che il 24x36 offre più sfocatura ma si può ottenere molto anche con Aps-c ,specie nel campo tele. Ultimamente,poi,stanno uscendo obiettivi interessanti tipo il Fujinon 55 1,2( per aps-c) che offrono notevoli capacità di sfocatura. Oppure gli 1,0 per il formato 4/3.( Voigtlander) |
| inviato il 07 Maggio 2014 ore 9:32
bokeh e sfocato saranno la stessa cosa, però per me l'effetto bokeh è quando lo sfondo è "meglio"(o quasi) del soggetto in primo piano |
| inviato il 07 Maggio 2014 ore 9:33
“ Non si può sempre sacrificare sull'altare dello sfocato la riproduzione corretta di un viso.... „ Siamo alle solite: da una indicazione nata per sensibilizzare i fotografi al significato di prospettiva abbiamo derivato un canone estetico, un... paletto. Corretto... È lo stesso termine che si usa per le aberrazioni ottiche, e quindi in maniera apparentemente innocente insinua che una prospettiva più ravvicinata sia "abnorme". Non c'è nulla di abnorme nella prospettiva ravvicinata: non è un difetto dell'obiettivo a produrla. È come gli umani vedono quando sono più vicini all'oggetto. Chi dice di aver letto Feininger deve aver saltato qualche pagina... A qualsiasi distanza gli oggetti più lontani sono riprodotti più piccoli di quelli più vicini. Non è che oltre il metro e mezzo la prospettiva si annulli: c'è ancora! Il problema è solo: di quanto. Quindi il famoso 1,5mt è solo un'indicazione convenzionale. Stiamo facendo di una norma di... bon ton che prescrive che "non è educato avvicinarsi troppo alle persone" - o tuttalpiù di una convenzione per la validità di un supporto per l'identificazione - un canone estetico ("la riproduzione corretta"). Se un "macrocefalo" - come altrettanto poco simpaticamente lo descrivete - ha valore estetico oppure no non lo decide il fatto che la sua prospettiva sarebbe "non corretta". È correttissima. È l'uso che intende farne il fotografo ciò che è in discussione. E quindi è una discussione che riguarda esclusivamente il valore della foto, il rapporto mezzi/fini. Se la foto per te ha valore, la prospettiva è "corretta". Se la foto non ha valore il fotografo non ha usato il mezzo prospettico in maniera efficace. E in ogni caso le focali corte non si usano soltanto da distanze ravvicinate: con grandi aperture sfocano anche con soggetti a 1,5mt. Paolo |
| inviato il 07 Maggio 2014 ore 9:37
Secondo questo ragionamento chi fa macrofotografia è... un criminale. |
| inviato il 07 Maggio 2014 ore 9:38
@giuliano Mi sa che c'è stato un malinteso oppure hai un pò la coda di paglia: quando parlavo di foto alla sagra della porchetta e di via del Corso mi stavo riferendo a me (la sagra della porchetta é ad Ariccia e via del Corso, quasi per definizione, é a roma). Rimane il fatto che, a mio avviso, togliendo il talento eccezionale di alcuni, la fotografia ritrattistica é fatta per il 70% dal soggetto e il restante lo fa la tecnica e l'astuzia del fotografo. Le foto di ale Bergamini sono belle e stop. Io non vedo macrocefali o gente deformata dal 35, io vedo immagini che danno emozioni e comunicano messaggi, cosa che nella maggior parte degli scatti che vedo, inclusi i miei, manca totalmente. Questo dipende si dell'abilità del fotografo a catturarli, ma, e anche questo può essere considerato un talento, dipende, e molto, dall'espressività e dal vissuto del soggetto che si sceglie di fotografare . Una bambina afgana che si trova in un campo profughi pakistano o uno dei più grandi attori del nostro tempo saranno più espressivi e comunicativi della donna che pascola per negozi in cerca dell'accessorio giusto da indossare per riaccendere gli appetiti del marito? O no? |
| inviato il 07 Maggio 2014 ore 9:43
Scusa Paolo: Io mi posso avvicinare quanto voglio al bambino ....ma nella realtà non vedo una testa che è più grossa di tutto il corpo. Esistono regole, che si possono anche trasgredire per fini artistici.... ma quel bimbo non è naturale,lo vede chiunque. Metaforina: se mi avvicino ad una bella donna e la vedo come quel bimbo......mi faccio prete!!!!! |
| inviato il 07 Maggio 2014 ore 9:50
salto mezza giornata e il gruppo bokeh è diventato gruppo ritratto? |
| inviato il 07 Maggio 2014 ore 9:52
Viper: esatto. La location conta! Se leggi i miei interventi sulle foto di Bergamini,noti che siamo molto vicini come pensiero. Detto questo, anche io faccio molte foto alla "sagra della porchetta " come te. Da me si chiama Carnevale. Certo che ,se dovessi proporre quelle foto alla Bergamini......non ne venderei una. Ma questo è un altro discorso. Esistono anche i francobolli che tra l'altro son tutti diversi. |
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