| inviato il 06 Gennaio 2014 ore 13:20
Siccome vorrei aggiustare il mio "listino" mi piacerebbe sapere se ci sono formule per calcolare il costo "a scatto" di una fotocamera, tenendo conto di più variabili possibili come gli scatti garantiti, i consumabili ecc... |
| inviato il 06 Gennaio 2014 ore 13:21
esattamente come si fa con un automobile per determinare il costo al km |
| inviato il 06 Gennaio 2014 ore 13:37
Mi sa che è più complicato di quello che sembra perchè andrebbero considerati:
- Uso sportivo o comunque con raffiche che fanno raggiungere un numero elevato di scatti a corpi temporalmente giovani
- Esperienze di esemplari con problemi all'otturatore
- Nuovi modelli in uscita
Insomma, alla fine il prezzo lo fa il mercato, io non avrei problemi a prendere una serie 1 con 80mila scatti, ma una macchina tenuta da un amatore magari ne ha passate di cotte e di crude con 1500 scatti all'anno. |
| inviato il 06 Gennaio 2014 ore 13:48
si quello che dici tu riguarda l'acquisto di un usato, quello che dico io e' quantificare il costo dell'attrezzatura in un servizio fotografico. Pongo esempio di un servizio in cui ho effettuato 200 scatti totali
allora prendo il prezzo d'acquisto della fotocamera, 2500 euro
la fotocamera in questione e' garantita a 300000 scatti, ossia che ne può fare anche di più pero' raggiunta quella quota un fotografo professionista potrebbe anche dover cambiare attrezzatura.
divido quindi 2500 per 300000 che fa 0,008 euro a scatto. moltiplico per 200 e mi fa 1,6 euro per i 200 scatti del servizio.
poi ci aggiungo la vita delle batterie, le schede di memoria, i flash, il computer per l'elaborazione, gli obbiettivi(che non hanno una vita se tenuti in modo corretto) e altri consumabili |
| inviato il 06 Gennaio 2014 ore 13:59
“ io non avrei problemi a prendere una serie 1 con 80mila scatti, ma una macchina tenuta da un amatore magari ne ha passate di cotte e di crude con 1500 scatti all'anno. „
Io penso che sia molto più probabile il contrario. Un professionista che ha in programma di dare il giro all'attrezzatura si fa molti meno scrupoli di un amatore che ha messo i suoi risparmi su una macchina e deve farsela durare a lungo.  |
| inviato il 06 Gennaio 2014 ore 14:11
Zerba,
a guardare il valore finale che hai calcolato, per me è un sistema che non vale la pena perseguire.
Poi un cliente può sempre risponderti che a lui bastano le 10 foto buone... 
Piuttosto io ragionerei sui tempi di ammortamento. Tu hai investito un certo capitale che deve essere ripagato entro un tot di anni. Per esempio, hai speso 5.000 euro e conti di rientrare in 5 anni, sono 1.000 euro all'anno che vanno spalmati sempre per esempio su 10 lavori. A ciascun cliente quindi chiedi 100 euro di ammortamento attrezzatura.
Poi, più sei bravo e più vai a frazionare l'ammortamento per ciascun bene, tipo macchina fotografica in 2-3 anni, obiettivi 5 anni, luci... |
| inviato il 06 Gennaio 2014 ore 14:35
Ok, non avevo proprio capito la domanda iniziale.
Comunque il tempo d'ammortamento dell'attrezzatura è da contare anche attraverso il valore dell'usato, perchè quando scatti hai in mano un bene eventualmente rivendibile ma è difficile fare una previsione sul suo valore futuro.
Poi c'è da aggiungere tanta altra attrezzatura, il tempo, gli spostamenti, l'hardware per la postproduzione che ha una svalutazione esagerata.
Dipende anche da quanto hai intenzione di mantenere l'attrezzatura che hai.
Potresti ammortare gli obiettivi anche in 7-8 anni, la macchina in 3.
@Luckyluki Non mi riferivo necessariamente a professionisti ma al tipo di foto fatte con certe macchine, per cui il valore dell'usato in rapporto agli scatti è completamente diverso da altre più "meditative". |
| inviato il 06 Gennaio 2014 ore 16:35
quoto Lucky sull'ammortamento.
il costo a km di una macchina è molto differente dal costo a scatto di una fotocamera considerando gia solo il fatto che la macchina per fare 1 km ha dei costi vivi che la fotocamera non ha.
io mi preoccuperei di più a capire i costi di una giornata lavorativa e relativa ricompensa giornaliera; per il costo di una giornata lavorativa va diviso il costo vivo annuale e moltiplicato per i potenziali giorni lavorativi che normalmente vengono considerati in 200 giorni. il risultato è il costo delle spese che hai da recuperare nei 200 giorni potenzialmente lavorabili e che il tuo committente dovrebbe pagare sommato ai costi extra per svolgere quel determinato servizio e poi da qui il compenso che può essere calcolato in un sacco di modi, anche forfettario.
sicuramente il discorso è un pochino più complesso ma questa è una buona base da cui partire per non lavorare sotto costo che vorrebbe dire solo fallimento, a lungo andare, è solo questione di tempo.
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| inviato il 06 Gennaio 2014 ore 17:27
Le macchine hanno otturatori da 100-150-300 mila clicks.
in pochi se non i prof arrivano ad dovere cambiarli, possiamo dire che si parla di 50-60000 scatti.
Col digitale non penso che vadano aggiunti i costi di stampa.
1000 euro di fotocamera : 50.000 scatti= 2 centesimi a scatto.
Direi che questa è la situazione peggiore. Chi sfrutta le macchine di più li paga meno.
Chi però, fa, che ne so, 10.000 scatti e poi cambia macchina ha già un costo di 1 euro ogni dieci scatti. non pochissimo.. |
| inviato il 06 Gennaio 2014 ore 17:31
Nel computo dei costi devi mettere anche il tuo( e di eventuali collaboratori) tempo/costo impiegato per il servizio, sia per scattare che per la PP.... |
| inviato il 06 Gennaio 2014 ore 17:53
Inoltre sul costo di uno scatto dovrebbe essere inclusa anche la professionalità che garantisci: mi spiego meglio. Oltre alle attrezzature, tu hai dovuto spendere tantissimo tempo per arrivare a raggiungere determinate competenze (sia per scattare, che x la fase di PP). E' quello che succede quando vai da professionisti quali dentisti, avvocati,... i quali ti fanno pagare cifre assurde se paragonate al tempo che ti hanno dedicato (ma tu in pratica gli paghi anche, e giustamente, gli anni impiegati per gli studi, il praticantato ecc...).
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| inviato il 06 Gennaio 2014 ore 18:17
ok, un bordello...hahahahaaa! |
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