| inviato il 19 Novembre 2013 ore 12:45
Ultimamente mi domandavo se la scelta da parte dei brand fotografici di produrre macchine con sensori esclusivamente Cmos sia una strategia intelligente. Leggendo e documentandomi a riguardo vedo che come unico reale difetto nel CCD un costo di produzione maggiore e un consumo superiore in termini d'energia molta rispetto al Cmos. Per gli altri aspetti il CCD è superiore: genera meno rumore, ha una gamma dinamica maggiore, una precisione cromatica alta rispetto al Cmos; allora perché le case hanno preferito migliorare il Cmos? Per risparmiare sui costi di produzione? Ma con il tempo avrebbero potuto fare lo stesso con i CCD, nel senso: ora come ora i sensori sono sempre migliori, si cerca di aumentare la gamma dinamica e di contenere il rumore.... ma a quel punto con un "piccolo" sforzo se fossero rimasti sul CCD avremmo sensori superiori, forti di migliorie ottenute in anni di progettazione. Voi come la pensate? |
| inviato il 19 Novembre 2013 ore 13:05
Lo sviluppo dei ccd non è cessato Babu,si è solo indirizzato verso un altro tipo di fotocamera dove si privilegia la fedeltà cromatica,ossia i dorsi digitali. Io lo preferisco perchè più vicino alla pellicola come funzionamento e resa,però oggi vanno di moda gli alti iso e quindi si preferisce il cmos,facilmente amplificabile ma che rende le foto meno reali. |
user10907 | inviato il 19 Novembre 2013 ore 13:06
che tutto si basa sull'equazione maggior profitto/minor costo. se con i cmos si eguaglia il risultato del ccd investendo la metà delle risorse perchè fare ricerca e sviluppo sul ccd? a parità quindi di ricerca e progettazione e conseguenti migliorie di realizzazione, è sempre più conveniente e pratico puntare sul cmos. questo criterio è alla base di tutta la tecnologia industrializzata (e forse anche non). |
| inviato il 19 Novembre 2013 ore 13:07
Credo che la più grande differenza sia nei video, feature che ormai la gente chiede. |
| inviato il 19 Novembre 2013 ore 13:10
secondo me (e qua dico la mia cavolata del giorno) canon doveva lasciare almeno e dico almeno sulla serie 1D sempre il sensore CCD, lasciarlo solo ai dorsi digitali fa capire che uno se lo desidera è portato a sborsare tanti soldi per forza.... ok che su aps-c magari non ci fa nulla, dato che il consumatore medio non gli cambia nulla se la fotocamera è così o cosà, ma per un fotoamatore evoluto o un professionista, magari la cosa fa storcere il naso e non poco. |
| inviato il 19 Novembre 2013 ore 13:12
Credo che un limite dei CCD (almeno mi sembra di averlo letto) fosse principalmente la velocità di lettura da esso... troppo lenta per poter pensare a macchine da 10fps.... |
| inviato il 19 Novembre 2013 ore 13:12
Leggendo in rete dicono il contrario |
| inviato il 19 Novembre 2013 ore 13:15
Supportare due tecnologie diverse = due linee di produzione, due centri di ricerca, due gruppi di tecnici specializzati in campi diversi e chissà cosa altro da duplicare. Difficilmente i costi industriali tornerebbero... |
| inviato il 19 Novembre 2013 ore 13:17
Probabilmente mi son confuso io.... |
| inviato il 19 Novembre 2013 ore 13:30
CMOS regge meglio agli alti ISO, CCD maggiore affidabilità del colore. |
| inviato il 19 Novembre 2013 ore 13:42
il problema del CCD è che se alzi gli iso son dolori... |
| inviato il 19 Novembre 2013 ore 13:50
L'architettura dei CCD consente di avere dei ADC più precisi, da questo viene la maggiore fedeltà di colori, ma è questione di tempo perchè anche il CMOS possa pareggiare il GAP. Il CCD è più lento (non fa video HD e alti fps), perchè la carica deve venire trasferita al sito vicino giù giù fino al DAC per essere letta, invece il CMOS legge direttamente il fotosito. D'altronde questo consente di avere DAC più performanti. Il CCD è più costoso a parità di tecnologia, perchè non usa la stessa tecnologia CMOS condivisa con gli altri circuiti integrati. Il CCD non sale di iso come il CMOS Il CCD consuma di più quindi non puoi avere una DSRL che scatta a 100K iso a 8fps a 16Mpixel a 6K euri |
| inviato il 19 Novembre 2013 ore 14:12
per quei pochi che usano iso elevatissimi (io personalmente anche potendo non andrei oltre i 3200) |
| inviato il 19 Novembre 2013 ore 14:18
I sensori CCD, per come sono strutturati, hanno tempi di lettura più lenti, consumano di più, generano maggior calore e conseguentemente più rumore (anche se si può limitare in parte con dei sistemi di raffreddamento) rispetto ai CMOS. Lasciando perdere i costi di sviluppo e produzione, quale sensore scegliere dipende principalmente da che tipo di utilizzo si intende farne, ogni tecnologia ha i suoi pro e i suoi contro. |
| inviato il 19 Novembre 2013 ore 16:00
Per completezza di informazione, è bene dire però che non tutti i costruttori si sono uniformati al CMOS. Com'è noto Fuji ad esempio ha prodotto una sua variante personalizzata di CCD, il SuperCCD che fa largo uso della funzione di Pixel Binning consentita dalla tecnologia CCD (tecnologia che permette di unire i dati di 4 pixel adiacenti in modo da moltiplicare la sensibilità del sensore, riducendo la risoluzione). La particolarità di Fuji è che ha impiegato la tecnologia sia in ambito consumer che pro, per compatte e DSLR, mentre altri costruttori come Phase One, hanno realizzato loro versioni ma solo in ambito professionale per dorsi Medio Formato. La gamma dinamica e la resa di alcuni aspetti della fotografia, permessa da questa tecnologia, è inarrivabile al momento per qualsiasi corpo CMOS, ma d'altro canto presta il fianco ad altre "controindicazioni" di cui i CMOS invece non soffrono. Circa il discorso "rumore" così caro all'utenza, c'è da dire che in effetti gli amplificatori mono-pixel di cui son dotati i sensori CMOS, rispetto ad un amplificatore a banda larga per CCD, hanno una larghezza di banda ridotta, dovendo questi amplificare il segnale di un solo pixel e non dell'intero sensore come succede nel CCD. Questo aspetto costruttivo, consente all'amplificatore CMOS di acquisire voltaggi maggiori prima che i livelli di rumore diventino eccessivi. In questo modo il CMOS riesce mantenere un rapporto Segnale/Rumore maggiore rispetto al CCD. In sostanza l'operazione di amplificazione del segnale (nota causa del rumore) nel CMOS è più semplice ed efficace rispetto alla controparte CCD. C'è da dire però che è proprio la stessa tecnologia CMOS che permette minor fattore di rumore, a rendere meno precisa la riproduzione cromatica, che nei sensori CCD è infatti maggiore, in quanto gli amplificatori mono-pixel del CMOS, generano valori di illuminazione e rumore poco uniformi. Nel caso del CCD invece, le informazioni di tutti i fotodiodi sono amplificate dallo stesso componente, quindi la variazione dei valori fra un pixel e l'altro sarà minore, di conseguenza il relativo segnale in uscita risulterà più omogeneo. Entrambe le tecnologie (CMOS e CCD) hanno prò e contro e a mio avviso, non esiste un "vincitore assoluto", nel senso che le rispettive peculiarità offrono vantaggi e svantaggi. Per esempio in ambito astronomico si utilizzano spesso dei CCD raffreddati appositamente, per sfruttare il meglio di questa tecnologia. L'ideale sarebbe avere il meglio dalle rispettive tecnologie, ad oggi non ci è arrivato ancora nessuno, ma in futuro chissà... Direi che il vecchio adagio che non si può aver "botte piena e moglie ubriaca" calza a pennello, ...almeno con l'attuale tecnologia. Fabio |
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