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Cos'è?







avatarjunior
inviato il 29 Aprile 2024 ore 23:52

Eppure c'è.
Se osservo attentamente c'è.
È qualcosa di sottile, difficile da definire ma c'è.
Cos'è?
Io non me lo so spiegare, non ci arrivo e perciò chiedo l'aiuto del pubblico (come il noto programma che dispensava prima miliardi e poi milioni): mi riferisco a quell' impronta, quel mood (direbbero così gli anglofoni) che restituiscono le foto scattare in analogico e che nel digitale non c'è.
Posso avere la stessa luce, fotografare lo stesso soggetto, usare la stessa triade esposimetrica, la stessa focale, lo stesso obbiettivo ed in post e stampa usare lo stesso approccio: niente, c'è qualcosa di diverso.
Quelle scattate a pellicola si riconoscono: sono diverse.
Cos'è?

avatarsenior
inviato il 30 Aprile 2024 ore 0:07

Secondo me è la grana e un minor microcontrasto. Recentemente ho scansionato (con scanner Hasselblad) per un amico del forum delle pellicole e queste, raffrontate con le medesime inquadrature fatte in digitale (stessi obiettivi) ai miei occhi appaioni più naturali e piacevoli; quelle digitali sono talmente pulite e dettagliate da apparire piatte e finte, sempre ai miei occhi. Non escludo che il mio giudizio possa essere viziato dalla mia scelta/preferenza di fotografare solo con pellicola, ma, al di là, delle mie preferenze, le differenze che noto sono quelle che ho detto sopra e restano visibili anche dopo la scansione, quando cioè l'immagine della pellicola è diventata un'immagine digitale.

avatarsenior
inviato il 30 Aprile 2024 ore 0:15

Secondo me è la grana e un minor microcontrasto.
quelle digitali sono talmente pulite e dettagliate da apparire piatte e finte

Sostanzialmente è questo.

avatarsupporter
inviato il 30 Aprile 2024 ore 0:17

Potresti provare col foveon ... specie in BN

avatarjunior
inviato il 30 Aprile 2024 ore 1:31

Bella discussione,

Fondamentalmente sono d'accordo con Diebu e Rombro, la grana è diversa proprio per ragioni fisiche.
Per il micro contrasto forse ultimamente ho visto che alcuni brand hanno cambiato praticamente pellicola.
Qualche decennio fa il contrasto era parecchio diverso tra marche e ognuna lo faceva per caratterizzare il loro prodotto e l'immagine del brand.
L'altro giorno ho cercato le caratteristiche della Ilford HP5 e ora la danno stabile come latitudine di posa fiono a 3200 ASA fine anni 70 e inizio anni 80 era a 800 ASA e io che la tiravo a 1600 ASA facevo i salti mortali per mantenere grana e contrasto nei limiti.

Per la scansione invece è una questione di scanner.
Oggi anche i piccoli scanner a tamburo sono praticamente spariti.




Il sistema di scansione era diverso era in pratica una scansione eseguita con fotomoltiplicatori uno per colore o canale come venivano chiamati uno per Rosso uno per verde Green e uno per Blu.
L'originale veniva posto su un tamburo (cilindro) che ruotando a forte velocità faceva allineare a elementi ottici (i fotomoltiplicatori) che scansivano la luce in RGB. La risoluzione e la nitidezza non sono paragonabili agli attuali scanner.
Riguardo il livello di nitidezza, lo scanner a tamburo non teme rivali. Anche se parte da una foto o un'immagine molto piccola, il risultato sarà ugualmente soddisfacente. Non ci saranno sgranature poiché in grado di migliorare l'immagine di partenza, operazione “di restauro” impossibile con i classici scanner.
Prima di poter vedere dei risultati si doveva compiere diversi passaggi, in modo accurato al fine di ottenere una scansione di qualità. L'intero processo doveva essere costantemente esaminato e ricontrollato durante i vari passaggi.
Il primo passaggio era di pulire l'originale da polvere anche da aloni che potevano essere presenti e lasciati dal lavaggio in acqua dopo lo sviluppo della pellicola.
Tra i vari step da compiere, uno in particolare è di cruciale importanza: stendere un velo sul vetro del tamburo dello scanner con uno speciale olio. Questo olio aveva il compito di far aderire bene l'originale al vetro e senza bolle d'aria e di annientare i possibili graffi non visibili a occhio nudo.
Per raggiungere una perfezione di scansione l'operazione poteva essere ripetuta varie volte prima del risultato finale.
Tra lo scanner in foto e uno scanner professionale per l'editoria e la stampa in generale cambiano le dimensioni e le prestazioni sia del software che sono molto maggiori che dei fotomoltiplicatori.
In pratica sia la risoluzione che la nitidezza erano programmabili e quindi adatte all'uso a cui erano destinate le scansioni.
Per fare un esempio da una diapositiva 24x36 si realizzavano scansioni a partire da piccole immagini da stampare all'interno di un catalogo fino ai poste di 6x3 metri.






avatarjunior
inviato il 30 Aprile 2024 ore 17:36

Cos'è?

Tanto tempo libero.

avatarjunior
inviato il 30 Aprile 2024 ore 21:07

Cos'è?

Pippe si chiamano.

avatarsenior
inviato il 30 Aprile 2024 ore 21:21

E' fuffa. Oppure sono i rumori dell'LP che i puristi amano, anteponendolo al CD.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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