| inviato il 01 Aprile 2024 ore 19:16
La questione che voglio porre non è solo lessicale. Vedo molti contributori del forum che scrivono "ho svilluppato un raw" come se fosse un gesto unico, quando in realtà io lo vedo come una delle miliardi di istanze possibili prima dell'export di una foto. In Lightroom io prendo i raw (magari anche 100 in una volta) e li importo con settaggi predefiniti a cui non do molta importanza, e poi a seconda della foto, modifico i parametri (a volte partendo da preset dati o che ho creato io) e poi esporto. Oppure non esporto ma faccio lo/la snapshot dei parametri (così da poterli richiamare) e vario. Non c'è mai una combinazione perfetta, ma molte che mi piacciono. Nel corso del tempo, quello che mi piaceva smette di piacermi, e cambio, ma insomma non sviluppo niente. Quando sviiluppavo un rullino, era un'operazione irreversibile. Qui muovo degli slider, e lo posso fare milioni, anzi miliardi di volte senza perdere neppure un'informazione. Con i filtri AI (ad esempio quello del denoise) poi posso creare un'immagine ex novo, che contiene informazioni non presenti in quella iniziale. Insomma io non sviluppo nessun raw, li importo, li modifico e poi li esporto in Jpeg. Il tutto in modo non distruttivo. Sbaglio qualcosa? |
| inviato il 01 Aprile 2024 ore 19:32
Demosaicizzi. Forse il termine corretto |
| inviato il 01 Aprile 2024 ore 19:39
“ La questione che voglio porre non è solo lessicale. „ In realtà penso che lo sia. Nel tuo pensiero associ al verbo "sviluppare" il concetto di "irreversibilità". E' quello che associ al verbo che ne definisce la reversibilità. Nulla vieta di "sviluppare" concetti e idee (anche infinite volte) partendo dagli stessi dati e dalla stessa conoscenza. E così succede in fotografia. Lo sviluppo di un rullino è irreversibile, quello di un raw non lo è. E aiuta a capirci tutti. Potrei anche obiettare che il raw non lo modifichi... dovresti trovare un altro termine. A me "sviluppare" pare molto azzeccato. “ Demosaicizzi. Forse il termine corretto „ Appunto, però poi l'oggetto demosaicizzato lo devi prendere e modificare per renderlo "piacevole"... "sviluppo" ha dentro un po' tutto. |
| inviato il 01 Aprile 2024 ore 19:42
“ Demosaicizzi. Forse il termine corretto „ Ma è un'operazione che non è sacra e irripetibile, o sbaglio? Su LR lavori puoi "demosaicizzare" il raw un ogni volte che muovi uno slider, o no? |
| inviato il 01 Aprile 2024 ore 19:43
Maori, la questione è proprio questa (e quindi non è meramente lessicale sempre che io non stia sbagliando) “ Appunto, però poi l'oggetto demosaicizzato lo devi prendere e modificare per renderlo "piacevole"... "sviluppo" ha dentro un po' tutto. „ La demosaicizzazione non è un'operazione a monte, ma a valle delle modifiche. (l'import iniziale è solo una delle demosaicizzazioni possibili) |
| inviato il 01 Aprile 2024 ore 19:48
Secondo me il problema viene dal fatto che molti usano Camera Raw (che io non ho mai suato) dove mi pare (forse mi sbaglio eh) che l'import coincida con la modifica del Raw. Lightroom (che ha lo stesso moìtore software sotto il cofano) invece separa le due fasi, rendendo non univoca la modifica. |
| inviato il 01 Aprile 2024 ore 19:50
Se apri lo stesso RAW con 2 software diversi non è detto che abbiano la stessa resa.... Il termine sviluppo trovo che non sia sbagliato...in fondo anche da un negativo si poteva ottenere stampe diverse senza modificare la pellicola Poi un termine vale l'altro basta capirsi |
| inviato il 01 Aprile 2024 ore 19:55
“ Se apri lo stesso RAW con 2 software diversi non è detto che abbiano la stessa resa.... „ Lo so ma non è questo il punto, infatti non voglio entrare nelle diatribe su qual è il miglior software di conversione raw. “ in fondo anche da un negativo si poteva ottenere stampe diverse senza modificare la pellicola „ in realtà si sviluppava il negativo, quella di cui parli tu era la fase di stampa “ Poi un termine vale l'altro basta capirsi „ Per me no, il linguaggio è importante |
| inviato il 01 Aprile 2024 ore 20:02
Lo sviluppo di una foto comprende anche la stampa.... Beh il termine più corretto sarebbe ...esportazione....nel formato desiderato..... però non facciamo una tragedia anche se si usa il termine sviluppo. |
| inviato il 01 Aprile 2024 ore 20:06
Perdonami vengo dalla camera oscura e lo sviluppo era quello del negativo, il processo di stampa era altro, anche se uno dei chimici si chiamava "sviluppo". Da un negativo sviluppato male non potevi ottenere una buona stampa. |
| inviato il 01 Aprile 2024 ore 20:30
Concettualmente sono d'accordo con Maori quando dice“ Nel tuo pensiero associ al verbo "sviluppare" il concetto di "irreversibilità". „ “ Quando sviiluppavo un rullino, era un'operazione irreversibile. „ Ma quando sviluppavi una stampa, ne potevi fare versioni molto diverse. Ogni esemplare era "irreversibile". Ok, parliamo sempre di fotografia, ma il paradigma tecnico oggi si è evoluto e possiamo sviluppare in modo reversibile. Non mi crea alcun problema. “ La demosaicizzazione non è un'operazione a monte, ma a valle delle modifiche. „ Non è proprio così. Se non demosaicizzi i dati lineari del raw, non vedi nemmeno l'immagine su cui lavorare. In realtà forse il termine esatto è "elaborazione" del RAW. Perché si tratta di un'operazione composta da molte fasi dove la demosaicizzazione è solo una di queste. www.boscarol.com/blog/?p=1269 |
| inviato il 01 Aprile 2024 ore 20:34
“ Non è proprio così. Se non demosaicizzi i dati lineari del raw, non vedi nemmeno l'immagine su cui lavorare. „ ovvio, ma tale preview ti permette poi di demosaicizzare fino all'export “ Ma quando sviluppavi una stampa, ne potevi fare versioni molto diverse. Ogni esemplare era "irreversibile". „ La stampa la stampavi, non la sviluppavi. link utilissimo, grazie ma se leggi, conferma quello che sto provando a dire |
| inviato il 01 Aprile 2024 ore 20:39
"www.boscarol.com/blog/?p=1269" Ottimo Ale, grazie. |
| inviato il 01 Aprile 2024 ore 20:47
“ La stampa la stampavi, non la sviluppavi. „ Ma no… scusami sai… Esponi un materiale sensibile (pellicola o carta) basato su componenti chimici analoghi usando la luce e un dispositivo ottico (fotocamera o ingranditore). In entrambi i casi usi un procedimento che nel bianco e nero è fatto sostanzialmente di due bagni chimici analoghi nei componenti (con tante possibili varianti). Il negativo e la carta possono essere trattati con chimici diversi, tempi diversi, temperature diverse per ottenere risultati diversi. Entrambi sono processi di inversione positivo-negativo. L'unica differenza è che una stampa su carta la vedi finita e la puoi rifare diversamente. Il negativo no. A meno che tu non lavori con un banco e fai diversi scatti dello stesso soggetto che poi sviluppi diversamente, visti i risultati di uno. |
| inviato il 01 Aprile 2024 ore 20:49
“ ma se leggi, conferma quello che sto provando a dire „ Allora non capisco io… |
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