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Strade, persone e fotografia


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avatarjunior
inviato il 19 Febbraio 2024 ore 22:57

Una certezza, per quel che ne so, è che l'uomo ha il cervello corticale circa 4 volte più sviluppato del primo concorrente tra gli animali. Per questo l'uomo, tra le altre cose, ha una percezione del tempo estremamente più sviluppata di qualsiasi altro essere vivente, noi guardiamo lontano in modo consapevole. Il problema è che ciò comporta anche la conoscenza della fine del tempo che abbiamo da vivere.
Gli animali possono accantonare qualche provvista per l'inverno, ma non hanno piani pensionistici, neppure culto dei morti, non hanno cognomi che facciano riconoscere la loro progenie; le bestie si riproducono per istinto, ma, passato lo svezzamento, dimenticano i loro figli che dimenticano i loro genitori.
Noi no; per noi, la brevità del tempo è un elemento centrale che informa il nostro comportamento quotidiano, la nostra progettualità, desideri e paure, amori ed odi. Lo scimmiotto di pietra (semidio e quindi immortale) non si duole più di tanto per una punizione divina che dura 500 anni, noi invece ci disperiamo per un'occasione perduta, le cose possono capitare ancora, ma non sarà più quel giorno, non avremo più quell'età.
In sintesi, gli animali sono mortali ma non conoscono razionalmente la fine del loro tempo; gli Dei conoscono l'eternità e ne dispongono, noi siamo nella situazione peggiore: conosciamo l'immortalità, ma non l'abbiamo. E ne soffriamo. Abbiamo mangiato il frutto dell'albero della conoscenza, per chi segue a tradizione cristiana, e adesso gli animali hanno paura di noi
Esiste una sola soluzione seria per lenire questo dolore: sentirsi parte integrante del tutto, o meglio di una della quattro categorie che ci appaiono come immortali e potenti, quindi salvifiche: L'ambiente (scalare montagne, solcare oceani, cacciare nei boschi, …); il trascendente (che sia Dio o Allah o Manitù, o il big bang o il destino, scienza o religione); la spiritualità (anima, inconscio, karma, destino che sia) e … le altre persone (la politica, l'arte, il volontariato, l'odio e l'amore, …).
Chiamatelo come volete, fotografare persone è un esorcismo, una condivisione, una comunione, l'illusione di mimetizzarsi nella massa, una curiosità ossessiva. Archiviando e guardando gli sguardi deli altri cerchiamo di capire come fanno a farcela, alimentiamo la speranza di non essere soli.
Possiamo discutere se siano foto di denuncia, agiografiche, retoriche, demagogiche, commerciali, ma alla fine, quello che crea una coazione compulsiva a scattare foto di persone normali, spesso simili e altrimenti inutili, è il bisogno di sentirsi parte dell'umanità condividendone la condizione.

avatarsenior
inviato il 20 Febbraio 2024 ore 6:30

Ma una concezione così involutiva e riduttiva dell'animalità, con tutto il rispetto e pur considerando quanto sia purtroppo diffusa nel discorrere comune, par veramente presa di peso da un Essere e tempo di M. Heidegger - cioè un'opera che ha quasi cent'anni (1927) - ove si affermava che "gli animali" (come se poi noi non lo fossimo!) sarebbero poveri di mondo. Gli Animal Studies sono andati un pochettino avanti, per fortuna.

* * *

Per quanto mi riguarda bisogna essere eterodossi, se non addirittura eretici rispetto al pensare dominante che si attesta su una tradizione ben attestata ma che vedo come profondamente erronea ché ha portato solo sconquassi - dalle guerre alla distruzione dell'ambiente all'importo della bolletta del gas che mi arriva con l'inevitabile tediosità delle stagioni poco amate, circostanze luttuose peraltro collegate.
Quale speranza ci danno in ultima istanza le quattro categorie che citi, ricomprendendo peraltro nell'ambiente - per ironia - la mortifera pratica della caccia? Ma, ciò detto, sentire religiosi e parareligiosi, mistici, metafisici e idealistici in genere finiscono tutti per provocare bagni di sangue non metaforici, perché manca un criterio di ragionevolezza nel seguire l'una o l'altra e in questo veramente noi Homo sapiens ci contraddistinguiamo, siamo abilissimi nello schiacciare l'altro da sé, nel mortificare l'alterità.

* * *

Quanto alla fotografia ci sarebbe da ripetere, e l'ho fatto ad nauseam quanto su di essa un D. Mormorio si interroga (vado ormai molto a memoria, e la medesima mi fa difetto a tratti), se sia figlia dei Lumi o loro nemica... cristallizzando l'attimo sfida vivificamente l'entropia o, come una Neuromante steampunk (parafrasando il romanzo celeberrimo di W. Gibson), fa rivivere per un attimo i ricordi morti, e a questo si limita?

Oltretutto la fotografia non è solo rappresentazione di persone umane o non - e lo dico da ritrattista inveterato: come cantavano S. Salerno e J. Squillo, C'è di più...

avatarsenior
inviato il 20 Febbraio 2024 ore 9:15

Fino a prova contraria, siamo gli esseri più evoluti del pianeta.
Sarà un caso? probabilmente sì o probabilmente no.
Fatto è che, fino a prova contraria, siamo anche gli esseri più evoluti del sistema solare, della galassia e per quanto ne so anche dello stesso universo.
Chiaro è che non si può escludere che vi siano state altre civiltà su pianeti lontani o che ce ne saranno in futuro.
Chi lo sa...
Per il momento, godiamoci questo status di unicità e teniamolecolo ben stretto cercando di non autoditruggerci.
Siamo su questa palla di metallo fuso che schizza a velocità pazzesca in uno spazio in continua espansione indipendentemente da credenze, fedi o superstizioni.
Godiamoci i nostri affetti e diamoci soddisfazioni che appagano la nostra curiosità e/o desiderio di essere ancora più unici senza limitare il prossimo.
Per tutto il resto ... c'è Mastercard MrGreen come diceva una pubblicità di qualche anno fa.

avatarjunior
inviato il 20 Febbraio 2024 ore 9:40

Andrea a me interessava parlare dell'uomo più che degli animali; se gli 'animal studies' più recenti mi contraddicono, per favore dimmi di più che mi interessa.
Mi interessa molto anche se conosci una quinta categoria, oltre alle 4 che cito.
Non so se sentirsi parte del tutto trascendente, spirituale, ambientale e umano ci possa dare una vera speranza, ma credo lenisca il dolore della nostra mortalità; ma ripeto la domanda: conosci altro?
La fotografia non ritrae solo persone, ma io parlavo di quel genere.

Photo Infinity il concetto di evoluzione non è necessariamente negativo, ma neppure necessariamente positivo.
Sono molto d'accordo sul non limitare il prossimo.
Se posso, mi autolimito sempre cercando di non dispiacere le persone che mi circondano e le loro sensibilità, anche quelle che non condivido.
Ma credo che nessuno, neppure la maggioranza assoluta di una collettività, abbia il diritto di limitare gli altri, soprattutto le minoranze, se non per tre motivi:
Proteggere i diritti fondamentali (non si uccide, non si ruba, non si fa violenza ...)
Rendere sostenibile l'inevitabile consumo delle risorse ambientali (si regolamenta il come, ma non si può vietare l'agricoltura, l'allevamento, la pesca, la caccia, i viaggi, lo sport...)
Garantire una ragionevole equità sociale (nessuno può possedere tutta l'acqua del mondo, ...)
Per il resto, ognuno è libero di esprimere il proprio orientamento culturale, sessuale, religioso, morale, etico ... ma nessuno ha l diritto di imporlo o vietarlo agli altri.

Ma il tema che volevo discutere è se e come la fotografia possa aiutarci a vivere meglio soggettivamente, se e come può aiutare il fotografo.

Provo affetto verso le persone che fotografo, stimo la loro capacità e fatica di essere se stessi, e questo fa bene a me.


avatarsenior
inviato il 20 Febbraio 2024 ore 10:31

Dissento fortemente sull'impostazione dell'OP sulle c.d. "risorse ambientali", ma - seguendo il suo invito - mi limito a parlare di fotografia.

...fotografare persone è un esorcismo, una condivisione, una comunione, [...] cerchiamo di capire come fanno a farcela, alimentiamo la speranza di non essere soli.
Possiamo discutere se siano foto di denuncia, agiografiche, retoriche, demagogiche, commerciali, ma alla fine, quello che crea una coazione compulsiva a scattare foto di persone normali, spesso simili e altrimenti inutili è il bisogno, di sentirsi parte dell'umanità...


...il tema che volevo discutere è se e come la fotografia possa aiutarci a vivere meglio soggettivamente, se e come può aiutare il fotografo.

Opinione assolutamente personalissima è che ritrarre persone voglia in realtà significare comporre un collage di selfie portati da noi all'esterno tramite gusto estetico, sensibilità e "manico" tecnico; autoscatti impropri che "si ripropongono", introiettati e carichi di tutto la loro valenza di speranze e speriamo non di illusioni, delusioni, cattive esperienze; affinché se ne possa godere o provare comunque un'emozione che - come dice Quiete - ci fa nel bene o... nel male, comunque sobbalzare il cuore.

Naturalmente C., forumer eccelso e che stimo, direbbe che sto facendomi pazzeschi pipponi (pseudo)intellettuali.

avatarjunior
inviato il 20 Febbraio 2024 ore 11:44

Stai facendoti pazzeschi pipponi (pseudo) intellettuali.
Ma anche sobbalzare il cuore.

avatarsenior
inviato il 20 Febbraio 2024 ore 15:13

Ma il tema che volevo discutere è se e come la fotografia possa aiutarci a vivere meglio soggettivamente, se e come può aiutare il fotografo.


Qui allora, per quanto riguarda me ovviamente, la vedo in maniera molto più semplice (=semplicistica ?)...
Considero la fotografia come un hobby e nulla più.
Se mi fa vivere meglio ? Sicuramente non peggio.

avatarjunior
inviato il 20 Febbraio 2024 ore 19:41

Andrea i pipponi possono anche essere interessanti, gran parte delle discussioni qui sono pipponi, però bisogna entrare nel merito perché siano in qualche modo fertili, dibattibili.

Dici che la mia visione degli animali è superata, ma non dici come,
Dici che le categorie che cito non danno speranza, ma non ne proponi altre
Non ci dici se la fotografia, secondo te, sia figlia dei lumi o loro nemica
Dici che la mia opinione è soggettiva (e non ti smentisco) ma non ci dici la tua

Ma te, se fotografi, perché lo fai?
Se vuoi rispondere, ovvio.

avatarjunior
inviato il 20 Febbraio 2024 ore 19:45

Photo infinity, il gioco dei perché deve arrivare al nocciolo, o almeno avvicinarsi
se dici che fotografi perché è il tuo hobby, l'ovvia domanda è:
perché hai scelto quello e non altro? perché scegli quei soggetti?

Se uno ne vuole parlare, ovvio

Altrimenti io dico che fotografo perché premo il pulsante di scatto e ci fermiamo qui.

avatarjunior
inviato il 21 Febbraio 2024 ore 16:35

Ciao Quiete
Sono pienamente d'accordo sulle motivazioni che ti spingono a fotografare le persone, infatti anche per me è la stessa cosa.
Io amo la gente e mi piace fotografare le espressioni le emozioni o anche le pose banali, mi piace molto passeggiare per il mio paese e fotografare chi incontro oppure fare semplicemente due chiacchiere, mi fa sentire bene e pazienza se le foto sono ripetitive e mediocri.
Tanto fotografo solo per me stesso, quindi sono felice così.
Un saluto
Mansueto

avatarsenior
inviato il 22 Febbraio 2024 ore 6:39

Ma te, se fotografi, perché lo fai?
Se vuoi rispondere, ovvio.

Fotografo ormai di rado; il che non vuol dire che abbia abbandonato la magia delle immagini, le ho solamente traghettate verso altri lidi.

"Ci sono altre voci da ascoltare. E ci sono altri canti da cantare."

- Il canto di Kali, Dan Simmons

avatarsenior
inviato il 22 Febbraio 2024 ore 8:54

@Quiete
perché hai scelto quello e non altro? perché scegli quei soggetti?

In realtà i motivi sono molti nonostante riconducano (quasi) sempre alla stessa risposta: sperimentare strade nuove, provare a dare una visione diversa dal solito e "dire" la mia anche in campi percorsi da molti altri.
A volte (molto poche) ci riesco, altre no.
Se fossi un professionista direi che scatto per denaro ma dato che non lo sono scatto per puro ed egoistico piacere.
Devo anche dire, però, che la vita mi ha insegnato a non pormi molte domande soprattutto su cose non prettamente (per me) basilari per la vita stessa.MrGreen

avatarsenior
inviato il 22 Febbraio 2024 ore 9:15

Quasi mai fotografo persone per "la persona", mi chiedo sempre quale diritto e/o motivo ho per farlo.

avatarjunior
inviato il 22 Febbraio 2024 ore 12:10

Mansueto
Le tue foto mi sembrano tutt'altro che mediocri. Ed essere ripetitivi non credo sia un difetto: mangiare e bere, lavarsi e sporcarsi, fare l'amore, le partite di serie A, i quadri di Pollock... non credo siano meno ripetitivi delle nostre foto, mediamente.

avatarjunior
inviato il 22 Febbraio 2024 ore 12:13

Andrea,
"Dove vai? Porto pesce."
- sagacia popolare

Ma se ció ti rende felice, sono lieto che tu lo sia.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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