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Giornata mondiale di......


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avatarsupporter
inviato il 25 Novembre 2023 ore 13:03

“Rientrando a casa di notte dopo una serata con amici, mentre chiudevo il cancello sbucò un ragazzo. Ero sola, mio marito fuori per lavoro. Il terrore. Spinsi con forza il cancello per chiuderlo contro (e lui contro di me per aprirlo) e gridai “non sono sola”. Lui fuggì a tutta velocità e in retromarcia tanto da rendere illeggibile la targa. Tremavo. Chiamai i carabinieri raccontando tutto, mi risposero: “si metta alla finestra e se torna ci avvisi”. La mattina successiva andai alla polizia. Reagirono con grande vicinanza, mi dissero che avevano altre segnalazioni nella mia zona e mi chiesero di tornare per alcuni riconoscimenti. La polizia mi è stata vicina anche nei giorni e mesi successivi. È la reazione diversa tra due istituzioni, la mancanza di fiducia trasmessa al telefono dell'Arma verso una donna, senza considerare i rischi di avermi abbandonata in uno stato di agitazione.” (lettera al Corriere )

Non è sempre e solo colpa delle istituzioni e la semplice data sul calendario non assolve la responsabilità delle singole coscienze.



avatarsenior
inviato il 25 Novembre 2023 ore 13:26

Credo che il sistema, nel suo complesso, non funzioni: troppo spesso chi ha cattive intenzioni non trova ostacoli e riesce a portare a termine il suo piano, nella migliore delle ipotesi viene catturato dopo e, anche allora, sarà reso innocuo per un lasso di tempo troppo breve, sempre che sia soggetto a reclusione e non a misure ridicole come l'ammonimento o il divieto di avvicinamento.
Oggi si fa un gran parlare di educazione e cultura: benissimo, proviamoci, purché non si dimentichi la protezione durante tutto il (lungo) tempo necessario affinché educazione e cultura diano i loro frutti.

avatarsupporter
inviato il 25 Novembre 2023 ore 15:46

Mah , sempre nel massimo rispetto per le FFFOO , prima e unica barriera contro l'illegalità e il caos , a volte ho anch'io l'impressione che "l'anello debole" della catena per quel che concerne i reati contro la persona sia proprio quello .
Certo , il personale è perennemente insufficiente , i mezzi pure , per non parlare delle immense (ingiustificate?) cautele che gli operatori della legge devono adottare contro i criminali , le pastoie burocratiche e quant'altro , tuttavia , come spesso viene lamentato , a volte il cittadino si sente abbandonato o sente sottovalutato il pericolo incombente, pericolo che a volte purtroppo si concretizza in episodi tragici .
Sicuramente , maggiore attenzione al comparto Pubblica Sicurezza (ai suoi operatori , ai metodi e ai rapporti con i cittadini) da parte dello Stato ormai si impone con una piccola ""rivoluzione" che consenta ai tutori dell'ordine maggiore libertà dazione ma , al contempo , vigilando anche sull'attenzione rivolta alle istanze dei cittadini e , soprattutto , delle cittadine .
Infine, rimane per me totalmente incomprensibile la riluttanza o il rifiuto ad utilizzare l'esercito nel pattugliamento di zone cittadine notoriamente "difficili" , con regole d'ingaggio ben precise e con la supervisione comunque degli organi di polizia preposti .

avatarsenior
inviato il 25 Novembre 2023 ore 16:27

'educazione e cultura'... giustissimo ma queste sono vulnerabil ai limiti e alle confutazioni educazionali e colturali... appunto...

mentre il deterrente effettivo e non opinabile è la punizione che infonde il sentore della perdita esistenziale e quindi temibile.

Per alcuni non esiste una riflessione etica capace di dissuadere da un atto criminoso prefigurato (non da raptus) e in mancanza di un deterrente punitivo temibile, del tipo 'durezza e sicurezza della pena' la scelta criminosa e in discesa.

Oggi fare del male a una donna fino alle estreme conseguenze, significa persino avere la possibilità di 'rifarsi una vita' ai costi della comunità.

Tra i 'benefici di pena' vari e le attenuanti che bravi avvocati riescono a scovare, un 'aspirante reo' sa che una pena di trent'anni si ridurrà e dodici, un ergastolo a venti o poco più effettivi e nel frattempo sarà soggetto a molteplici attenzioni bonarie 'di recupero sociale' e potrà studiare e forse laurearsi...

Insomma, un genuino 'cattivo' furbo potrà sfogare gli istinti e spassarsela...

Una società 'affamata' o bisognosa di perdonare fino alla dipendenza, come è quella italiana, genera vigliacchi invidiosi dell'innocenza e si ritrova sempre impreparata a proteggerla...

user249402
avatar
inviato il 25 Novembre 2023 ore 17:34

mentre il deterrente effettivo e non opinabile è la punizione che infonde il sentore della perdita esistenziale e quindi temibile.



La punizione come deterrente, esiste da quando esiste l'uomo, se fosse efficace, i delitti dovrebbero essersi estinti, non è così, questo è effettivo ed inopinabile.

I femminicidi avvengono, non perché si pensa che la pena sia lieve e sopportabile, ma perché si considera la donna un possesso, un bene personale, di cui poter liberamente disporre.
Il primo deterrente a tali comportamenti è l'educazione al rispetto, e deve iniziare dai piccoli negli asili, poi, ben vengano tutte le altre iniziative, ma non si pensi che, il solo, inasprire le pene riduca i reati contro le donne.

avatarsupporter
inviato il 25 Novembre 2023 ore 17:39

Condivido Odysseus al 100% , quanto al post di Lapo obietto che la questione si può vedere da un altro punto di vista : cioè la pena non tanto e non solo come deterrente (sul quale peraltro è da dimostrare la non efficacia) e men che meno come rieducazione , dimostratosi il più delle volte irrealizzabile, quanto duro , puro , semplice e meritatissimo castigo , volto anche , se non soprattutto , a togliere al criminale la possibilità di delinquere ancora per lungo tempo se non per sempre .

user249402
avatar
inviato il 25 Novembre 2023 ore 17:59

sul quale peraltro è da dimostrare la non efficacia


Che la pena, da sola, sia inefficace lo dimostrano i delitti che si continuano a commettere. L'Italia non è il mondo, ci sono paesi con pene severissime, compresa quella capitale, ed il tasso di crimini non decresce, e questo non lo dice Lapo, ma i freddi numeri.
Il pensiero della pena da scontare è l'ultimo dei deterrenti, anche quando è la pena capitale, e questo vale per tutti i reati.

Voi pensate che chi, in qualsiasi nazione, ammazza la propria moglie, fidanzata, amica... si preoccupi del codice penale? Beati voi.

avatarsupporter
inviato il 25 Novembre 2023 ore 18:32

Torno a ripetere : a parer mio è sbagliato vedere la pena solo come deterrente ma occorre vederla sotto l'aspetto del giusto castigo e soprattutto di mettere il criminale nella condizione di non nuocere per un.periodo di tempo il più lungo possibile.
Quando si arriva a questo , ormai il crimine è commesso : che il colpevole ne paghi la giusta pena (certa e severa) e sia messo nella condizione di non fare del male ulteriore .

avatarsenior
inviato il 25 Novembre 2023 ore 18:41

Lo scopo del carcere in Italia è quello di rieducare (che poi ci riesca è un altro discorso) e il non capirlo è davvero molto grave

avatarsenior
inviato il 25 Novembre 2023 ore 18:42

Condivido Odysseus al 100% , quanto al post di Lapo obietto che la questione si può vedere da un altro punto di vista : cioè la pena non tanto e non solo come deterrente (sul quale peraltro è da dimostrare la non efficacia) e men che meno come rieducazione , dimostratosi il più delle volte irrealizzabile, quanto duro , puro , semplice e meritatissimo castigo , volto anche , se non soprattutto , a togliere al criminale la possibilità di delinquere ancora per lungo tempo se non per sempre .


Grazie 'Olandese'.

In fondo non si tratta di eliminare il problema, dacché impossibile, ma di limitarlo.

Ormai la deterrenza penale italiana è diventata una barzelletta. Molto probabilmente, se l'eroe in questione avesse soppesato l'aventualità di 'marcire' in una prigione messicana, il suo 'macchinario mentale' si sarebbe inceppato parecchio prima di fare il primo passo operativo.

Di fatto, tutto il lavoro sinora di recupero o reinserimento ecc... ecc... è fallito alla grande... e andrebbe rivisto.

avatarsenior
inviato il 25 Novembre 2023 ore 18:45

se l'eroe in questione avesse soppesato l'aventualità di 'marcire' in una prigione messicana, il suo 'macchinario mentale' si sarebbe inceppato parecchio prima di fare il primo passo operativo.


Eh certo,infatti in Messico è un paradiso,non delinque nessuno. Ma certi pensieri come vi vengono?

avatarsupporter
inviato il 25 Novembre 2023 ore 18:50

Purtroppo , come avviene sempre più spesso , la "rieducazione" non riesce e a farne le spese sono altri innocenti ,, è ancor più grave non prendere atto di questo .

avatarsenior
inviato il 25 Novembre 2023 ore 18:51

La punizione come deterrente, esiste da quando esiste l'uomo, se fosse efficace, i delitti dovrebbero essersi estinti, non è così, questo è effettivo ed inopinabile.

I femminicidi avvengono, non perché si pensa che la pena sia lieve e sopportabile, ma perché si considera la donna un possesso, un bene personale, di cui poter liberamente disporre.
Il primo deterrente a tali comportamenti è l'educazione al rispetto, e deve iniziare dai piccoli negli asili, poi, ben vengano tutte le altre iniziative, ma non si pensi che, il solo, inasprire le pene riduca i reati contro le donne.
Condivido al 100%.
Si fa notare come, a volte, al femminicidio segua un suicidio. La galera non e' un deterrente. La punizione dev'essere di altro tipo.

Sociale: l'isolamento.

L'isolamento a cui sono costrette le vittime di violenza.
Vi sono centri in cui le vittime di violenza vivono per essere protette, ed ho pensato: la vittima in galera ed il carnefice a piede libero...
L'isolamento sociale avviene nel momento in cui la vittima e' libera di denunciare la violenza ed il vicinato, il supermercato, per strada, gli amici, i bar sono dalla parte della vittima ed isolano il carnefice.
L'isolamento avviene quando non e' la vittima a perdere il lavoro per i lividi, ma il carnefice per averli procurati. L'isolamento avviene quando i docenti a scuola vedendo la vittima, invece di guardarla con occhi pietosi si organizzano ed organizzano gli altri nello stigmatizzare il carnefice. L'isolamento avviene quando la vittima e' conscia di esser tale, quando si sente in diritto di denunciare senza alcun rimorso. Quando a chi ti sta vicino non gli passa nemmeno per l'anticamera del cervello di dire "eh.. pure tu pero'", ma al contrario ti dice: "vieni, stai da me, poi andiamo assieme alla polizia / parrocchia / casa del popolo / comune / associazione / etc. e reagiamo assieme".
Gran parte delle vittime sono senza lavoro non indipendenti, e' li' che bisogna intervenire: dove cacchio va una vittima a dormire se non ha alternative? Per non parlare di vittime con prole. Il tessuto sociale disintegrato contemporaneo dev'essere riunito.

La violenza ha un gradiente, non si parte dall'omicidio. Vi e' possibilita' di bloccare tutto questo, dal nascere.
Bisogna scardinare l'accettazione se non l'emulazione del sopruso, il meccanismo che ti fa pensare: se agisco da prepotente posso fare anche io i caxxi miei. Vedi, ah, non c'e' l'autovelox: 210km/h evvai! etc.


Lo sporco e' qualcosa fuori posto.
La terra, la sabbia, il fango, il sugo non sono sporchi se non sono fuori posto.
Il violento non si sentira' fuori posto fin quando non lo porremo noi fuori posto.
Fin quando continueremo a rinchiudere le vittime in centri, saranno loro a sentirsi sporche, non i carnefici.

avatarsenior
inviato il 25 Novembre 2023 ore 18:55

Purtroppo , come avviene sempre più spesso , la "rieducazione" non riesce e a farne le spese sono altri innocenti ,, è ancor più grave non prendere atto di questo .


Se la rieducazione fallisce io cerco di migliorarla,non trasformo la cosa in una punizione,che è totalmente inutile e anzi,controproducente. Perchè se un ragazzo di 20 anni entra in carcere dopo aver spacciato o rapinato e in carcere trova una vita oscena e punizione,come piacerebbe a molti,quando uscirà (perchè prima o poi uscirà) sarà una persona peggiore e probaibilmente pronta a delinquere nuovamente,se non peggio.
Se invece questo ragazzo lo rieduco,gli insegno cose che magari non ha avuto modo di imparare e fuori dal carcere gli do un lavoro onesto ho la speranza che possa reinserirsi in società.
Troppo complicato da capire?

Poi mi piacerebbe tanto sapere se coloro che sono per le punizioni sono cattolici e vanno a messa...

avatarsenior
inviato il 25 Novembre 2023 ore 19:06

Che la punizione, anche la più severa, non sia un deterrente è vero a metà; infatti il fatto che certi crimini vengano commessi pur in presenza di pene severe (anche in paesi dove sono molto severe) è vero che dimostra che non per tutti è un deterrente. Ma è altrettanto vero che ci sarà sicuramente una parte di popolazione che invece si è astenuta dal commettere un crimine per paura della pena.
Sono sicuro che anche tra molti di noi che scrivono nel forum a qualcuno qualche volta sarà venuto in mente di prendere a pugni qualcuno, o anche peggio, che gli ha fatto un grande e grave torto (a lui oa qualche persona cara) ma si è trattenuto per paura di essere scoperto e delle relatuve conseguenze. Quindi in quei casi la pena ha esercitato il suo effetto deterrente. E questo è solo un esempio, ma ci saranno anche altri casi meno gravi per crimini meno gravi.



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