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Ritratto - Fotoreportage. Consigli.


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avatarjunior
inviato il 01 Marzo 2023 ore 9:45

Buongiorno a tutti! Come da titolo scrivo questo post sul forum per chiedere consigli e suggerimenti a chi ne sa di più. In verità chiesi già ad alcune persone nel forum (che ringrazio tantissimo per la pazienza e disponibilità) consigli e suggerimenti, però ho pensato che fare qualcosa di pubblico possa aiutare non solo me ma tutti quelli che ne hanno bisogno.

Insomma, mi sono avvicinato al ritratto (ambientato, mezzo busto, ecc) in contesti di viaggio (e quindi reportage). Vedo molti che riescono a fare foto meravigliose eppure mi sono reso conto della difficoltà nel fare ciò. Quindi la serie di domande è questa:
- Come vi approcciate alle persone?
- Come fate nel caso non si riesca a parlare una stessa lingua? Usate sempre un intermediario o riuscite a farcela anche senza?
- Come vi presentate alla persona che volete fotografare? Nel senso, spiegate sempre il vostro scopo qual è? (Per esempio, state in un bar e trovate un signore anziano che sarebbe stupendo da ritrarre: come iniziate a parlarci fino ad arrivare a potergli fare una foto?)

Ringrazio chiunque risponderà, e chiedo scusa per le domande forse un po' sciocche.

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2023 ore 10:25

La questione avvicinamento pre-ritratto ad un estraneo è sempre un ginepraio. Infatti, qui sul forum s'è arrivati spesso alle mani, perchè c'era chi diceva che bisognava chiedere il permesso, imbastire una conversazione prima dello scatto, spiegare il proprio progetto fotografico alla "vittima", compilare le liberatorie.... e dall'altra c'era chi tagliava corto e scattava la foto, anche perchè non c'e sempre un progetto strutturato dietro ad una foto scattata, ma magari si avvista un soggetto sfizioso e lo si cattura perchè riesce bene in quell'idea e senza arrecargli un danno reputazionale.
Qui sul forum ma anche in giro per il resto del web ci sono migliaia di ritratti di viaggio scattati in Patagonia, Birmania, Etiopia, Alaska... tutti fantastici ed avvincenti, con sfocati da urlo ed ambientazioni suggestivo/surreali
e infatti, un mio caro amico etiope mi disse: "ho visto tantissime foto incredibili in giro, sulla mia gente, ma nessuna di quelle era realistica. Sembravano tutti quanti dei modelli di Vogue".
Questo per dire che se vai dentro ad una tribù di personaggi selvaggi e variopinti e ci chiacchieri e poi li fai mettere bene in posa e in PP le foto veraci le trasformi in scenari da studio, rischi di perdere quel realismo fotogiornalistico che un ritratto da reportage deve avere per riuscire a raccontare un qualcosa, legato alla persona ritratta e al suo contesto ambientale. Se si rimaneggia l'uno e l'altro, si distorce anche il racconto.

Poi ci sono i Salgado e compagniacantante, ma quelli sono casi isolati.

avatarjunior
inviato il 01 Marzo 2023 ore 10:47

Ciao Caneca, grazie per essere passato! Capisco perfettamente il discorso, infatti non faccio riferimento a foto non reali. L'obiettivo è quello di poter narrare un posto attraverso le foto di persone che lo abitano. Il problema però è capire come avvicinarsi ? ho sempre l'impressione di non essere ben visto dalla maggior parte delle persone, o comunque mi vedono con un certo sospetto. Per non parlare del fatto che ci sono alcuni posti dove gli abitanti sono "isolati" dal mondo esterno perché non c'è in alcun modo turismo o conoscenza. Quindi appena vedono uno straniero con la macchina fotografica non è che lo guardino proprio bene. Perciò mi domandavo: come approcciare? Come rimuovere questo muro, anche solo momentaneamente?

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2023 ore 10:56

Come in tante questioni complesse, la risposta credo sia: dipende…
Dipende innanzitutto da quello che vuoi fare.

Nel reportage o nella foto documentaristica il "posato" (cioè il ritratto) è una categoria con le proprie regole. La prima è che il carattere "costruito" (posato, appunto) deve essere esplicito, non bisogna "mettere in scena" un'azione. Questa che è una regola etica (non inganno chi guarda la foto con qualcosa di costruito) purtroppo è spesso disattesa.
Degli esempi positivi li trovi in gran parte della fotografia editoriale su periodici, dove a foto fatte "in azione" si alternano ritratti con i soggetti che guardano in macchina o che sono chiaramente in posa inattiva. Questo è corretto.

Sull'approccio con il soggetto, molto dipende dalla situazione e dal contesto.
Ci sono situazioni che capitano al volo dove è obiettivamente impossibile chiedere un permesso preventivo. Si scatta. Punto.
In altri casi, quando magari si tratta di un contesto specifico dove il fotografo rimane per un certo tempo ed è palesemente un "corpo estraneo", conviene "presentarsi" esplicitamente, dire quello che si farà e con quale scopo. In questi casi vale la pena certamente di farsi firmare una liberatoria.
Dopo di che sta al fotografo "scomparire progressivamente fino a rendersi invisibile" all'interno della situazione e dell'azione che si sviluppa, e scattare "a reportage" o "posati" a sua scelta.

Parlo per esperienza personale, sviluppata in contesti molto vari. Naturalmente altri avranno altre esperienze.
Mi è capitato anche di passare 24 ore con delle persone prima di tirar fuori la videocamera.


avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2023 ore 11:07

" Come vi approcciate alle persone?"

A parte le situazioni dove la gente viene spudoratamente per farsi fotografare (Lucca Comics, Carnevale di Venezia, etc) su gente normale, io l'approccio educatamente, spiego chi sono, gli dico che vorrei fargli un ritratto e gli spiego perché ho scelto proprio lui/lei par fare un ritratto, pio gli spiego un po' di tecnica del ritratto e che ci vuole un minimo di tempo, di preparazione, mia e sua.

Solo pochissimi rifiutano di farsi fotografare.

In Paesi esteri, faccio lo stesso, io parlo fluentemente inglese e francese, ed in Paesi poveri, fotografando un povero, un soldino lo trasforma in modello.

Non è nulla di nuovo sotto il sole, lo hanno sempre fatto tutti da quando esiste la Fotografia.

Io la foto "rubata" la vedo una scortesia, per non dire una carognata, nei confronti del soggetto, e non l'ho mai fatta, in oltre mezzo secolo

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2023 ore 11:08

Di solito scatto senza portare la macchina all' occhio, a volte tenendola di fianco. Non sono diapositive e l' inquadratura può essere aggiustata in seguito. Lo facevo con la leica M, oggi con tutti gli automatismi è molto più facile.
Se voglio fare più di una foto, tipo un artigiano al lavoro e roba simile, lo chiedo.
Se non parlassimo la stessa lingua, basta indicare, con un sorriso, la macchina fotografica e mimare l' atto di fotografare.
La risposta è al 99% affermativa. Se l' ambiente è ostile, metto la macchina in borsa.
Me ne frego di liberatorie e altre rotture. Le trovo utili solo se le foto fossero destinate a pubblicazioni commerciali.
Tempo fa mio figlio si trovò a passare per via Tuscolana, a Roma, per motivi non fotografici, ma aveva con sé una piccola Fuji x100v. Le macchine piccole o il cellulare aiutano molto, perché fanno tanto "fotoamatore innocuo". Noto' una officina di un meccanico che sotto l' insegna aveva uno striscione con su scritto " del vostro parere non me ne frega un caxxo" evidentemente rivolta ai clienti che vanno lì con la diagnosi pronta . Io avrei fotografato senza farmi problemi. Lui invece chiese al meccanico se poteva fotografarla. Il meccanico disse si e si mise persino in posa sotto la sua insegna.
La gentilezza è la chiave.

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2023 ore 11:35

Ho il vago presentimento che anche questa volta si andrà "alle mani"MrGreen
Per me, il ritratto è un qualcosa di personale, il modo migliore per esprimere ciò che si vuole trasmettere. E' anche un modo per "mettersi a nudo" ed ognuno ha il suo.
Non è un furto ma il risultato di un legame con il soggetto, umano prima che fotografico. Ci deve essere contatto, forse non empatia, ma connessione

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2023 ore 20:12

Enrico molto dipende dal livello empatico che si ha, ricordo moltissimi anni fa in Egitto, nelle oasi i bambini facevano a gara a farsi fotografare da me, forse perché con il mio lavoro so farci con i bambini, ad un mio amico invece tiravano i sassi e ti posso garantire che anche lui era educato e rispettoso ma mancava di empatia

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2023 ore 20:43

Io sono per l'approccio di Kwlit. Molto spesso macchina al petto e scatto al volo, anche con la pellicola, iperfocale e via. Sono scatti che non pubblico, non sono un professionista e non chiedo liberatorie.
L'altra sera ho guardato un documentario a tema street, tra i fotografi trattati c'era Bruce Gilden, ripreso in azione mentre spara il flash in faccia alla gente e scatta. A me piacciono le sue foto, ma credo che ogni tanto qualche sberla l'abbia presa.MrGreen

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2023 ore 20:50

Io sono per l'approccio di Kwlit. Molto spesso macchina al petto e scatto al volo, anche con la pellicola, iperfocale e via. Sono scatti che non pubblico, non sono un professionista e non chiedo liberatorie.


Temo si stia confondendo ritratto in strada con street ;-)

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2023 ore 20:52

Le foto di Gilden non sarebbero mai uscite, senza la sua audacia.
I vari casi vanno però diversificati opportunamente, perchè tanti fotografatori e tanti soggetti fortuiti si fanno delle pippe mentali del tutto inutili, considerate le foto e considerati i soggetti MrGreen

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2023 ore 22:18

Temo si stia confondendo ritratto in strada con street


Dici? Non sono un grande appassionato di temi fotografici...

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2023 ore 23:26

Se si chiede il permesso non è street e in più Enrico parla espressamente di ritratti

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2023 ore 23:58

Tre buone regole sono sorridere , sorridere e poi sorridere.

Dopo , sempre sorridendo , approcciare in maniera veloce e chiedere in qualsiasi lingua se puoi fare una foto ritratto.

Generalmente funziona.

Non funziona di solito nei paesi Arabi

Se invece pensi da fare una street-ritratto serve , oltre a sorridere dopo , un po' di coraggio misto a faccia tosta.

Nei paesi Arabi anche due buone gambe per la fuga.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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