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Pelagic Trip Febbraio 2010


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Pelagic Trip Febbraio 2010, testo e foto by Mriago. Pubblicato il 09 Settembre 2011; 0 risposte, 7654 visite.





Questo è forse lo scatto simbolo di tutta la giornata passata fuori in barca (Pelagic Trip), al largo del Delta del Po. Si tratta di due gabbiani reali mediterranei (Larus michahellis) che si contendono una preda (Questa me la magno io?!!! - Canon EOS 7D, Canon 400 f/5.6 L, 1/1600s, f/5.6, ISO200, mano libera). Tutto è nato quasi casualmente, perché quasi casuale è stato l'incontro, inizialmente solo virtuale, con Nicola Donà (vedi qui il suo blog) che ha organizzato, appunto, l'uscita in mare. Inizialmente ero un po' perplesso su tutto. Mi chiedevo se ne avesse valso la pena, dato che saltuariamente soffro di mal di mare. E poi non sapevo quale attrezzatura sarebbe stata necessaria. Mah. Alla fine ci sono andato e mi sono portato dietro i miei pezzi migliori. E cioè, i miei due corpi macchina Canon EOS 7D e 450D, sui quali ho montato il nuovo Canon 400mm f/5.6 e il mio vecchio fidato Sigma 70-200 f/2.8, rispettivamente. Non avendo avuto la minima idea della distanza a cui avrei avuto i soggetti, ho pensato al 400 e ad uno zoom per essere un po' più flessibile. Non so se alla fine la scelta è stata giusta, ma qualche scatto decente l'ho portato a casa. Ho escluso il treppiede, e penso di aver fatto bene. In barca sarebbe stato solo un impiccio inutile. E poi scattare a mano libera mi diverte di più.

Partiti con una motonave da Porto Levante poco prima delle 10.00, abbiamo iniziato immediatamente a pasturare e all'istante i gabbiani hanno iniziato a seguirci. Non essendo particolarmente esperto di gabbiani, l'identificazione delle specie era affidata ai fotografi birdwatcher più esperti ("?guarda una gavina?.", "?per me quello è un nordico?", "?senti che il verso è più acuto? E' sicuramente una gavina?"). Tornato a casa, già avevo dimenticato la maggior parte delle identificazioni, a parte i reali mediterranei (Larus michahellis) e i comuni (Larus ridibundus) che so identificare da solo. Il gabbiano è veramente un uccello affascinante e penso che sia un buon banco di prova per imparare ad identificare gli uccelli. Dopo un'attenta valutazione delle foto e grazie all'aiuto di Menotti Passarella (http://gabbianigulls.blogspot.com/ e birdinggulls.do-talk.com/) e di Nicola Donà (http://falcodipalude1.blogspot.com/) sono riuscito ad identificare la maggior parte delle specie fotografate, che sono sostanzialmente cinque (la sesta è troppo in dubbio, si tratterebbe di un gabbiano pontico). Riporto di seguito una breve descrizione, o meglio le mie impressioni, sulle specie osservate.


Gabbiano comune (Larus ridibundus)




Gabbiano comune (Larus ridibundus) in abito invernale. Dati di scatto: Canon EOS 7D, Canon 400 f/5.6 L, 1/2500s, f/5.6, ISO200, mano libera.

Inizialmente ero un po' disorientato per il fatto che il piumaggio dei gabbiani fosse molto variabile anche all'interno della stessa specie, per motivi stagionali e di età. Poi, almeno per quanto riguarda i gabbiani comuni, ho iniziato ad orientarmi. In particolare, ho scoperto che gli esemplari con il capo di colore scuro (completo e parziale) non sono altro che comuni (Larus ridibundus) che hanno cambiato il piumaggio prima della stagione degli accoppiamenti (in abito nuziale, appunto). Devo dire che sono particolarmente simpatici e anche piuttosto fotogenici.

Gli adulti in abito invernale, invece, non presentano questa colorazione caratteristica. Infatti sono prevalentemente bianchi, come potete vedere nella foto qui sotto (Foto 03), con zampe e becco rossi che staccano molto sul piumaggio chiaro. Rispetto ai gabbiani reali, i gabbiani comuni hanno una taglia decisamente inferiore. Non per questo si lasciano sopraffare dai cugini più grossi. Infatti, durante l'intera uscita non si sono mai fatti spaventare e, anzi, spesso erano seguiti dai reali che cercavano di scippargli la preda che i comuni si erano procurati attraverso doti di agilità e velocità decisamente strabilianti.


Gabbiano reale mediterraneo (Larus michahellis)




Gabbiano reale mediterraneo (Larus michahellis), particolarmente affamato e arrabbiato. Dati di scatto: Canon EOS 7D, Canon 400 f/5.6 L, 1/1000s, f/5.6, ISO200, mano libera.




Gabbiano reale (Larus michahellis) che insegue un comune (Larus ridibundus) in abito invernale, cercando di sottrargli la preda. Dati di scatto: Canon EOS 7D, Canon 400 f/5.6 L, 1/800s, f/5.6, ISO200, mano libera.

Il gabbiano reale mediterraneo è abbastanza inconfondibile, secondo me, almeno quando è adulto. Il piumaggio è abbastanza definito e la colorazione gialla brillante del becco e delle zampe lo rendono abbastanza facile da identificare. Rispetto ai gabbiani comuni è parecchio più grande e la sua voracità nei confronti del cibo è veramente strabiliante. Alcuni esemplari continuavano a scipparsi reciprocamente il cibo, rincorrendosi in volo ed esibendosi in manovre acrobatiche degne di un aereo da caccia. L'espressione affamata è piuttosto evidente in alcuni scatti, con lo sguardo più da rapace che da gabbiano, urlando continuamente verso gli altri egualmente affamati. Le evoluzioni in volo di questi uccelli sono incredibili, come ho già detto sopra. Nella Foto 06 si può osservare come un gabbiano reale stia letteralmente frenando in avvicinamento ad altri esemplari che stavano pasteggiando (con una orata).

La forma e la struttura delle ali di questi volatili costituiscono un aspetto sicuramente interessante ed affascinante, almeno dal mio punto di vista. Nella foto sottostante (Foto 06) potete osservare proprio questo aspetto in una situazione "particolare", ovvero durante una frenata dopo una specie di picchiata. Le ali sono disposte in avanti in posizione frenante, in pratica come aerofreni. Lo sguardo minaccioso fa il resto.


Gabbiano reale nordico (Larus argentatus)

L'avvistamento più interessante della giornata, a posteriori purtroppo per me, ha riguardato un reale nordico. Nella moltitudine di gabbiani che ci inseguiva sono riuscito a procurarmi uno scatto di questo bel nordico dall'occhio chiaro, anzi praticamente bianco (Foto 07). Ringrazio Menotti Passarella per l'identificazione di questo esemplare di gabbiano che io avrei tranquillamente confuso con un reale mediterraneo. Questa specie sembra non essere molto frequente nella zona del Delta del Po, mentre si può trovare più facilmente più verso nord a Chioggia e dintorni, oppure verso sud sul litorale emiliano-romagnolo.


Gavina (Larus canus)

Dopo un'attenta ricerca ho scovato tra le mie foto anche una gavina (Larus canus), da tutti acclamata durante il tour in barca, in abito di primo inverno. Anche in questo caso ringrazio Menotti per l'identificazione. Secondo quanto dicevano i più esperti, la gavina è riconoscibile innanzitutto dal verso. Produce, infatti, un suono più acuto rispetto ai reali ed è pertanto facilmente distinguibile da questi.

Mugnaiaccio (Larus marinus)

Dopo che ho realizzato che altri miei "compagni di viaggio" avevano ritratto un mugnaiaccio (Larus marinus), mi sono ricordato di uno scatto un po' strano, che avevo inizialmente scartato perché tecnicamente poco riuscito, oltre che ritenuto poco interessante. Il gabbiano ritratto in questo scatto (Foto 09, qui sotto) era un po' diverso dagli altri reali mediterranei, soprattutto per la forma complessiva, più tozza rispetto al Larus michahellis. La testa più grossa di quella di un reale e il collo taurino, insieme alla zampe rosa e all'anello perioculare tendente al rosso, mi hanno fatto propendere per il mugnaiaccio. Questa specie di gabbiano, in passato piuttosto occasionale in Italia, viene attualmente osservata con una certa frequenza anche nella zona del delta del Po. Il bilancio finale dell'uscita in mare è quindi di cinque specie.


Altre specie osservate

Durante questa uscita abbiamo visto prevalentemente gabbiani, anche se in lontananza alcuni cormorani avevano tentato un avvicinamento. Invano. purtroppo. Erano cinque esemplari e sono riuscito a riprenderne uno, giusto come testimonianza (la foto non è un gran ché), data la notevole distanza che ci separava da loro.





Come si è comportata la 7D?

Questa uscita ha rappresentato il primo vero banco di prova, oltre che per me, anche per la mia 7D e per il 400mm f/5.6 L, che nel complesso sono stati un'abbinamento veramente eccellente. Le condizioni di scatto erano davvero difficili e molti aspetti di questa reflex sono stati messi alla prova. Giusto per capirci, si trattava di isolare un soggetto interessante tra centinaia di altri gabbiani che come una nuvola continuavano a volare ovunque, passando spesso davanti al soggetto scelto che a sua volta cambiava direzione di continuo perdendo talvolta di interesse costringendomi a cambiare gabbiano. Il tutto dalla barca, ovviamente in piedi, per quasi 4 ore consecutive con la luce che variava continuamente, dal pieno sole al coperto quasi buio, con il riflesso del sole sul mare da un lato e i miei compagni di viaggio che come me volevano il posto migliore dall'altro. Bene, in questo marasma, sono quindi molteplici gli aspetti che vanno presi in considerazione. Innanzitutto la maneggevolezza della macchina. Come ho detto sopra, scattare di continuo per 4 ore in piedi (e sottolineo, in barca!) mette a dura prova i principianti come me (soprattutto se si soffre un pochino il mal di mare?). In queste condizioni, la 7D si è dimostrata davvero pratica: comandi al posto giusto, accessibili e veloci, personalizzazione delle impostazioni davvero all'altezza. L'ergonomicità complessiva è davvero ottima, soprattutto per chi come me ha le mani un po' grandi (alla 450D ho dovuto abbinare il battery grip proprio per questo motivo?). Anche la copertura del mirino si è dimostrata una caratteristica molto interessante della 7D. Il peso direi che è abbastanza allineato con le altre reflex della stessa fascia. Un aspetto sicuramente messo alla prova in questa situazione riguarda ovviamente il sistema autofocus.




La 7D presenta una serie di possibilità di personalizzazione dell'AF, molto utili dei diversi casi in cui ci si può trovare a scattare. All'inizio de questa uscita in mare ho provato a selezionare il punto centrale con i punti adiacenti, ma facevo davvero fatica ad inseguire il soggetto mantenendolo coperto dall'AF. Ho perciò cambiato immediatamente impostazione, lasciando alla 7D la scelta del punto AF dato che le condizioni erano ottimali per questa scelta, ovvero sfondo uniforme cielo/mare e soggetti molto veloci e "movimentati". Devo dire che sono stato sbalordito dall'altissimo numero di scatti con messa a fuoco accettabile. Pensate che tra più di 900 scatti circa il 90% presentava il soggetto a fuoco. Ovviamente bisogna poi fare i conti con la composizione, che in molti casi era inaccettabile, ma questo non era dovuto alla macchina quanto piuttosto alla mia inesperienza, prima di tutto, nonché alla difficoltà oggettiva della situazione. La selezione automatica del punto di MAF si è rivelata davvero molto efficace. L'autofocus agganciava quasi subito il soggetto che cercavo di inseguire e non lo mollava mai, nemmeno quando una nuvola di altri gabbiani gli passavano davanti. Nel complesso direi che il sistema AF della 7D è davvero efficace, veloce e molto adattabile alle condizioni di scatto. Anche per quanto riguarda la precisione devo dire che nonostante la luce facesse spesso i capricci la messa a fuoco non ne ha risentito particolarmente.

La prestazioni della mia Canon EOS 7D sono state molto soddisfacenti anche dal punto di vista della velocità complessiva, in particolare per quanto riguarda la raffica. Anche grazie alla CF Sandisk Extreme Pro (UDMA6, 600X) che avevo montato per l'occasione, la raffica della 7D si è rivelata una caratteristica chiave della situazione. Non avrei avuto così tanti scatti buoni senza la raffica che avevo a disposizione. Come detto sopra, dato che era quasi impossibile comporre con il 400mm e la nuvola di gabbiani che prendeva direzioni imprevedibili, avere a disposizione una raffica così efficace e prestante si è rivelato davvero importante, perché una volta inquadrato il soggetto tentavo sempre di anticipare il momento più dinamico e interessante, partendo con la raffica e sperando di coglierlo anche in un solo scatto (vedi la foto che apre l'articolo). Il mio giudizio complessivo sulla 7D è, come si può facilmente intuire, eccellente. Giusto una piccola curiosità: quando sono arrivato a casa mi sono reso conto di non avere girato nessun video con la 7D. Beh, che dire? Sarà per la prossima volta!






Alessandro Botton affonda orgogliosamente le sue radici nella provincia di Padova, dove vive e lavora attualmente. Vive il lavoro all'Università come una passione alla quale affianca quella per la tecnologia. La prima reflex (la tanto agognata Canon EOS450D) arriva solamente nel 2008 e subito scocca la scintilla con il pianeta fotografia. "E' stata una vera e propria folgorazione?necessita di un livello di concentrazione tale, che è l'unico appiglio di distrazione che possa competere con tutto il resto (moglie e figlio esclusi?)". Dopo una lunga serie di foto mancate e una certa "gavetta" da utente dello Juzaforum, anch'essa costellata da numerosi flop, arrivano i primi scatti "diversi". Il corredo fotografico si allarga (per la gioia della moglie?) e con l'arrivo della EOS7D inizia a delinearsi chiaramente la passione per la fotografia d'azione. "Con il mio lavoro cerco di comprendere gli aspetti più intimi del genoma delle piante, mentre con la fotografia cerco di cogliere i momenti più fuggevoli che ci può offrire la natura. In entrambi i casi c'è una componente determinata dalla mano dell'operatore e un'altra relativa agli strumenti utilizzati. La perfetta integrazione tra operatore e mezzo consente di sfruttare al massimo le opportunità che si presentano". Gli scatti peggiori e migliori, spesso accompagnati da brevi racconti, sono raccolti nel sito www.biomorus.com



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