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La memoria di un portale


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avatarsenior
inviato il 20 Novembre 2018 ore 11:36

Un portale, qualunque esso sia, ha al proprio interno tanti cassetti.
Alcuni sono stati aperti e chiusi molte molte volte, altri meno, altri sono chiusi da molto tempo.
Mi piace pensare che le cose più preziose siano custodite con maggior cura e nascoste per poter essere mostrate solo a chi veramente è in gradi di apprezzarle.
Chi lo frequenta da sempre ha naturalmente di aiuto il ricordo diretto.
Chi lo frequenta da poco deve invece fare ricerche per ricostruirla, e l'assenza può risultargli molto utile.
Ogni tanto mi metto a fare percorsi a ritroso; mi piace quando ho tempo perdermi all'interno della navigazione, senza meta.
Unica direzione della rotta, la curiosità.
Ho cercato e cerco cose, autori, discussioni di quanto sia passato ed abbia lasciato una traccia.
La memoria di un portale è la capacità di conservare informazioni, discussioni, fotografie, autori.
I nuovi spazi riempiti non svuotano niente nella memoria.
In altri post per cercare di dare sostanza alle parole, ho richiamato da memorie di altre cose che mi erano più familiari.
Piano piano scopro cose che ritengo utili per me conservare.
Cercherò nei cassetti meno aperti, inseguendo le cose più preziose.
Non sono un critico, tanto meno un esperto; solo un curioso che scrive due righe per se stesso, prendendo in prestito quanto altri hanno offerto e messo a disposizione per alcuni riflessioni personali.

Chiedo a chi leggerà di non scrivere sotto questo topic ed i successivi post.

Vorrei lasciare questo cassetto il più in ordine possibile, se scriverò sciocchezze pazienza.
Potranno essere rilevate con altri mezzi.

Non so se sia lecito richiamare come mi appresto a fare, l'url per l'immagine e l'url per il post.
Se non posso farlo i moderatori potranno farmelo rilevare, e cercherò altre soluzioni.







La prima fotografia l'ho trovato in un cassetto poco dopo la mia iscrizione.

L'autore, iscritto come Giangenti, ha all'interno del suo profilo molte gallerie interessanti su cui mi sono soffermato, in particolare quelle dei circhi.

Per meglio apprezzare una fotografia comprendere il percorso e lo stile di colui che si guarda è fondamentale.
Tra le sue gallerie ho trovato questa postata nel giugno del 2016, dal titolo "Giochi di bambini".
Ha ricevuto 5 commenti, 17 like e 186 visite.





www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1881147

La fotografia è presentata in bianco e nero.
Questa foto dal punto di vista formale presenta un taglio forse anomalo o forse è in 4/3.
Questo probabilmente crea qualche problema di bilanciamento di volumi e spazi a destra, lasciando una sorta di triangolo vuoto in alto.
La restante parte appare invece davvero perfetta.
La tavolozza di sabbia è ben dipinta dei volumi dei neri dei soggetti, ritagliati senza sovrapposizione alcuna tra i bianchi dei pali. L'occhio non ha difficoltà alcuna ad individuare gli elementi protagonisti e comprimari.

Il bianco e nero è ruvido, con un deciso richiamo alla vecchia pellicola.
La forte presenza di grana-rumore è assolutamente funzionale.
Aiuta a ricostruire l'atmosfera e il contesto di ciò che mostra.
Ci una indica che probabilmente siamo in prossimità di un tardo pomeriggio, o comunque un momento, una situazione di luce crepuscolare e come meglio della grana-rumore può essere rappresentato?
Personalmente non ne conosco altri.

La scena che si presenta è un bel racconto racchiuso dentro al titolo.
La diagonale tra il bambino che ruota attorno al palo ed il bambino che guarda fuori campo ha molta forza e motivo di interesse per chi osserva l'immagine.
Primaria importanza per spazio ha ovviamente il bambino in primo piano che, mentre si trattiene con la mani al palo, effettua una rotazione che il mosso contribuisce a restituirne il movimento.
Non meno importanza e forza ha il volto dell'altro bambino.
Ciò che può apparire come n difetto, ossia la mancanza di luminosità sul viso, è in realtà una forza di quel punto.
Ci dobbiamo concentrare meglio per comprendere l'espressione, che però una volta trovata diventa assolutamente protagonista.
Il tutto si amalgama con le residue figure sullo sfondo, che arricchiscono il contesto e la scena.

Una fotografia da un forte contenuto estetico, dalla assoluta atemporalità di luogo e momento, che mi piace moltissimo e che per il tema trattato metto nello stesso cassetto della mia memoria assieme ad un'altra che ben ricordo, ma questa è una storia che non interessa.

Una fotografia che ben rappresenta un racconto del quotidiano, una storia con molti spazi di libertà per chi osserva ed interpreta.
Un buon esempio di come l'imperfezione sia pressochè irrilevante quanto la foto ha molta forza.
Un buon esempio di come mezzi, attrezzatura e ricerca di perfezioni contino poco o nulla per raccontare qualcosa.
Un buon esempio per me per cercare motivi di riflessione.






avatarsenior
inviato il 21 Novembre 2018 ore 11:21

Oggi mi piace parlare di questa foto in cui ho trovato spunti molto interessanti:

"Rosarno - Largo Bellavista - ca. 1960"





www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=386846

L'autore è iscritto come carloalberto e sulla foto è presente un logo con il proprio nome e cognome.
Non lo conosco e non ne ho trovato altre tracce attuali.

E' stata postata nel marzo del 2013.
La fotografia ha ricevuto un commento, 9 like e 1365 visite.

L'interesse che ha destato in me questa foto sta nel concetto che racchiude.

Nella sua didascalia si legge:
Scoprire il punto esatto in cui una vecchia foto della nostra famiglia è stata scattata ci offre un'emozione unica... è come se quel frammento del passato, rimesso al suo posto, riprendesse vita nel presente, almeno per un istante"
.

Nella sua galleria se ne trovano altre con il solito concetto.
Ho preferito questa poichè la sua esecuzione meno evidente mi permette di concentrarmi maggiormente sul concetto che racchiude, rispetto alla "spettacolarizzazione" della apparenza.

Questa foto mi ha ricordato di aver letto poco tempo fa di un lavoro di un fotografo che aveva eseguito una cosa simile su tante foto rappresentativa di "eventi e fatti storici" del passato. L'autore aveva ricollocato e fotografato le foto nei luoghi originari, per conservarne la memoria degli eventi, con la medesima tecnica di prospettiva.

La fotografia presenta al centro della scena una vecchia foto con tre persone, probabilmente familiari, posizionata in perfetta rispondenza con il panorama sullo sfondo.
Appare chiaro che le tre persone sono state fotografate nel medesimo punto, o quantomeno è quello che l'autore si prefigge, giocando ad "ingannini" con la prospettiva.
Non è sicuramente la prima volta che fotografie (o altri elementi ) sono inserite all'interno del formato direttamente da chi scatta la foto, evidenziando la propria presenza reale e concreta, come se volesse dirci: guarda che IO sono qui, sono quella mano e vi mostro questo.
Tuttavia il tema in questo caso è ancora più interessante per i molti aspetti che ne scaturiscano.
Egli infatti ha inserito delle persone familiari, dei parenti, fotografati negli stessi luoghi, cercando una corrispondenza dello stesso spazio fisico attraverso la coincidenza dei dettagli attorno al formato.
Una sorta di porta spazio-temporale in cui convive passato e presente, riunito attraverso una visione bidimensionale solo di apparenza.
Una porta che lega l'esistenza con la pre-esistenza.
Uno sliding door che si riflette sul presente rappresentato da quella mano.
Una sorta di ricerca della propria origine, in una linea di continuità di luoghi e persone.

Più bravi, attenti e vogliosi, possono allargare questo tipo di riflessioni e significati.

A mio avviso una ricerca di Fotografia molto interessante, diversa, di ricerca e meritevole di attenzione.
Anche in questo caso imperfezioni formali nulla spostano sulle tematiche del contenuto e del valore del lavoro.

Ricordo la richiesta a chi leggerà di non scrivere sotto questo topic ed i successivi post cercando di lasciare questo cassetto il più in ordine possibile


avatarsenior
inviato il 22 Novembre 2018 ore 9:45

Ho trovato una pagina di memoria comune tra me e questo portale che mi piace affrontare come racconto.

La fotografie è questa:

Titolo : nonna





www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=699097

L'autore si chiama Luciano Caterugli.
La foto è stata postata nel dicembre del 2013, ha avuto 491 visite, 4 commenti e 24 like.

E' un autore che virtualmente ho trovato un paio di anni fa, casualmente, su altro portale che comunque non frequentava più.
Rimasi molto colpito per quanto proseguo e l'ho cercai in giro in rete ricostruendo un po le sue gallerie.
E' delle mie parti e rimasi molto colpito poichè nelle sue foto ho ritrovato molte coincidenze di luoghi ed uso degli stessi, che io ho casualmente percorso ai miei inizi, senza conoscerlo.
Fu una delle prime volte che scopri che in realtà quello in che facevo ero stato preceduto, e benissimo, da un altro.
Successivamente ne ho scoperti altri.
Oggi lo trovo normale, difficilmente si crea fa qualcosa di nuovo e vale per tutti, grandi maestri e fotoamatori, ma in quel periodo, ancora digiuno ed affamato di immagini, mi colpi molto.
L'uso dei luoghi come scena per composizioni in attesa che un casuale protagonista assuma la forma di soggetto prendendo sostanza sul palco (tecnica di appostamento) è abbastanza comune, votata tendenzialmente più alla forma che alla sostanza, secondo criteri prevalentemente estetici.
Ebbene nella sua galleria vi sono molti luoghi che l'autore ha sapientemente utilizzato per dare vita a tanti racconti di teatro, in modo molto pulito e minimale, con cura e dovizia.

So quanto tempo deve avere impiegato per la realizzazione e per la selezione.
Accontentarsi del primo che passa su una bella scena, e come prendere il primo che passa per recitare un monologo shakespeariano, a parte i registi fortunelli.

Ho avuto poi la fortuna di incontrarlo, sempre virtualmente in altro portale, e scambiarci qualche breve saluto.ma non ho avuto il piacere di incontrarlo di persona, almeno per ora, e ne ho nuovamente perso le tracce.

Sono stato molto indeciso su quale scegliere, in particolare tra quattro aventi caratteristiche diverse, di almeno tre esemplari per affrontare argomenti per me di particolare interesse.

Alla fine ho scelta questa bellissima fotografia.

L'autore ci dice che è stata scattata in analogico, trovando conferma a quello che già dal primo impatto l'osservatore percepisce.
La grana e le tonalità dei grigi sono davvero ben evidenziate, e fanno sorgere il rimpianto di non poterne vedere una bella stampa 50x70.
La composizione valorizza benissimo la scena ed il racconto di una bella storia.
Si passa dal nero assoluto di un luogo che non viene mostrato, una capanna, un fienile, un ripostiglio, o chissà cosa (prima domanda che sorge) che portano sino alla protagonista assolute della scena.

Una nonna.
Una nonna che tiene in braccio una bambina nell'atto del riposo, probabilmente dorme.
Si intravede nel passaggio verso destra della parte chiara una bici poggiata in terra ed una vanga, che assieme all'abbigliamento ci introduce verso un ambiente rurale di qualche decennio fa.

Il centro della foto è assolutamente magnetico.
Lo sguardo della donna verso l'esterno non ci permette di conoscere cosa sta guardando, assortita, un po cupo.
E fa sorgere un'altra domanda: cosa guarda?

La gestualità dell'abbraccio, di quell'incrocio tra le tre mani visibili, un abbraccio sicuro quella della nonna e lieve, appoggiato quello della bambina, accompagnata dall'appoggio sul torace del capo, creano un forte senso di legame tra l'anziana e la bambina.

Chissà cosa sia successo, prima di questo fotogramma. Quante storie possono essere ipotizzate.
Altre domande.

E' un gran bel piacere quando innanzi ad una foto ci si sofferma su tanti aspetti e ci poniamo tante domande.
Non dare tutte le risposte ma lasciarle cercare a chi sia interessato è una gran dote per un insegnante.
Suscitare interesse e passione.

Figuriamoci per un fotografo.

Una foto che, a mio modesto avviso, potrebbe benissimo stare in un museo di fotografia, valida non solo per l'aspetto emotivo e coinvolgente, ma per la struttura stessa dell'immagine, semplice ed essenziale ma nello stesso tempo complessa e dettagliata.

Una foto che probabilmente si potrebbe definire secondo Berengo Gardin, una foto di strada umanista, ed a prescindere dalle odiose classificazioni, una Fotografia davvero pregevole.

Ricordo la richiesta a chi leggerà di non scrivere sotto questo topic ed i successivi post cercando di lasciare questo cassetto il più in ordine possibile




avatarsenior
inviato il 23 Novembre 2018 ore 8:59

Considerando questo spazio come ricostruzione di memoria, ho pensato che fosse doveroso un piccolo segno, una sorta di post stick per me, di chi ha creato questo portale.

Il suo profilo è denso di gallerie relative a molti "generi" che non pratico e che ho minor interesse a seguire, nei quali posso esprimere meno riflessioni sulle fotografie per gusto personale.

Ho scoperto tuttavia che sono presenti alcune sezioni di reportage di viaggio in vari luoghi, ed ho scelto tra questi questa fotografia:


Titolo: Verso il pozzo.





www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=495602

L'autore è Juza.
La foto è stata postata nel giugno del 2013, ha avuto 1178 visite, 2 commenti e 31 like.

Ero curioso di guardare a ritroso nella galleria dei reportage di viaggio, per comprendere l'evoluzione di chi pratica questo genere.
Debbo onestamente dire che nel corso degli anni ho avuto modo di assumere un atteggiamento di pregiudizio, un pochino distaccato verso il genere, per vari motivi che ritengo inutile evidenziare in questa sede.
Chiunque ha un po di dimestichezza con portali e forum probabilmente sa quali sono gli argomenti che ogni tanto compaiono nelle discussioni.

Ho scelto questa foto perchè la trovo una delle migliori dell'autore in un genere in cui probabilmente all'epoca non aveva molta esperienza.
Certamente le sue capacità sono assolutamente meglio rappresentate in altre gallerie e generi, ma tuttavia ho trovato interessante questa per la decisa funzionalità di questa immagine in relazione a quella che dovrebbe, a mio avviso, essere la finalità principale della fotografia di viaggio.

Documentare.
Si può raccontare anche solo documentando.
Si può interpretare anche solo documentando. Ma l'interpretazione non deve andare oltre e sconfinare nella fantasia.

Questa foto documenta benissimo, al punto che il titolo è assolutamente pleonastico.

Ci mostra come un gruppo di bambine ed adolescenti (non ho motivo di sapere perchè siano solo di sesso femminile) si reca verso una fonte di acqua con dei secchi.
Posso pensare ad una precisa divisioni di compiti e ruoli? Forse.
Una sequenza di immagini dovrebbe indicarmi una risposta.
Interessante la percezione che si ha nel comprendere con certezza che il gruppo si sta recando e non tornando.
I secchi si comprende che sono vuoti, si vede che sono inclinati e leggeri; dietro emerge inoltre un'altra figura, sempre femminile, con le braccia tese per l'evidente motivo che i secchi sono pieni.
Interesse destano le espressioni delle ragazze, in un momento di condivisione di compito assolto con divertimento.
Si comprende che la foto sia naturale e non posata da queste espressioni e dal contatto visiva con una delle stesse che si è accorta della presenza dell'autore.
Questo contatto visivo, questo scambio tra sguardo del soggetto diretto verso l'obiettivo, crea uno scambio con il fotografo (e con l'osservatore) immediato e diretto, come si si fosse stati in quel luogo in quell'istante.
Il contorno contestualizza un probabile recinto e gli animali probabilmente ai margini di un villaggio.

L'uso probabile di una focale lunga ha schiacciato un po i piani e formalmente vi sono alcune sovrapposizioni che a me non creano particolari disturbi;
considerando che il racconto effettuato in maniera neutrale, senza particolari enfatizzazioni di carattere estetico, drammaticità e via aggiungendo, più accentuate negli anni recenti, mi risulta eseguito con molta sobrietà e chiarezza.
Una foto in cui la interpretazioni mi appare maggiormente nella giusta direzione di mostrare persone, luoghi, usi, costumi, senza dover necessariamente strappare stupore.
Lo stupore finalizzato ad un contenuto estetico eseguito con tanta frequenza, quando viene percepito come non naturale e fuori dal contesto della situazione concreta, appare come elemento distorsivo del racconto, spostando l'ago interpretativo del documento a racconto di fantasia, divenendo più facilmente espressione priva di originalità e stereotipo.
Mi pare giusto evidenziare che sia solo la mia opinione di osservatore dal momento che non ho mai avuto modo di cimentarmi in queste cose; potrei esprimere concetti che forse non seguirei se dovessi trovarmi a praticarle, trascinato allo stesso modo verso una direzione opposta ad un racconto più neutrale.

La contestualizzazione di questa foto assieme alle altre della stessa serie, se lo vogliamo considerare una specie di reportage, evidenzia qualche problema di sequenza e di bilanciamento di peso e di importanza.
E' possibile che ovviamente sia solo una piccola selezione meramente esemplificativa di diversi intenti di una più ampia serie.



Ricordo la richiesta a chi leggerà di non scrivere sotto questo topic ed i successivi post cercando di lasciare questo cassetto il più in ordine possibile

avatarsenior
inviato il 26 Novembre 2018 ore 11:42

Girando in gallerie che sono meno frequentate ho trovato nello still life questo fotografia che, seppur estremamente diversa, mi ha ricordato un vecchio lavoro di Kesrtesz, molto noto.

Titolo: sedia moderna.





www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=8322.

L'autore si chiama Marco Bizziocchi.
La foto è stata postata nel luglio del 2011, ha avuto 1057 visite, 9 commenti e 27 like.

Il ricordo evocato è meramente sul soggetto e sulle ombre.
La metodologia di approccio e di studio rendono i due lavori decisamente diversi.
Tuttavia mi piace la semplicità di composizione ed il risultato finale ottenuto.
La preparazione richiede pochi e semplici materiali, un po di fantasia e di studio per la realizzazione, ed il risultato è un gradevole minimalismo, probabilmente senza particolari pretese dal punto di vista concettuale, ma interessante dai punti di vista sopra descritti.

Elementi utili da conoscere se si volesse procedere anche per cose più complesse.

Certi aspetti grafici mi piacciono molto, anche se non ho ancora avuto modo di vedere lavori più concreti per una valorizzazione a 360° del lavoro finale.


Ricordo la richiesta a chi leggerà di non scrivere sotto questo topic ed i successivi post cercando di lasciare questo cassetto il più in ordine possibile



avatarsenior
inviato il 27 Novembre 2018 ore 9:16

Oggi sarò molto breve nello scrivere, dal momento che quanto richiamo richiede molto tempo ed attenzione.

Un patrimonio di un portale non è solo costituito da immagini, ma anche da una parte "letteraria".

Molti sono i post che si susseguono, perdendosi nei meandri dei file.
Altra componente potrebbe essere costituita dai commento sotto le foto, ma su questo punto ho un po desistito.
Troppi commenti sotto le foto, troppo difficile la ricerca.

Venendo al post che ho scelto, ho trovato curiosa la base di partenza, ossia un vecchio articolo di Michele Smargiassi, il cui link è riportato all'interno del topic, sul Kitch.
Ho trovato curioso il fatto che una cosa simile accadde su un'altro portale che frequentavo con esiti decisamente laceranti tra gli utenti.
Qui mi pare sia stata svolta in modo più civile, e forse più proficuo.

Un ultima notazione va per chi ha iniziato il post, con il quale, recentemente, alla comparsa della parola Kitsch in altro post, probabilmente ha riaperto un vecchio cassetto nella propria memoria ed ho avuto modo di scambiare due parole... mmm scritte! MrGreen

Un post del genere è interessante per molteplici aspetti e non solo per il contenuto.
Si conoscono pareri ed idee di persone che hanno contribuito a lasciare traccia e segni in un dato periodo, sia dal punto di vista dei contenuti sia come percezione di rapporti tra utenti.

Prendetevi un po di tempo o saltate per altra occasione e.. buona lettura.

Il dubbio, il kitsch, l'arte.


www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=1223747&show=1

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avatarsenior
inviato il 21 Dicembre 2018 ore 11:28

Un po di tempo fa, girando nelle foto della K30 trovai questo autore che non conoscevo che mi è piaciuto tantissimo per uno stile concreto, efficace e esteticamente molto valido.
Un po stuccato da certi reportage di viaggio esterofili, ho trovato una conferma alla personale opinione che non occorra camminare molto per trovare più vita vera e meno clichè.
Ho trovato molte difficoltà nello scegliere una immagine, tra le molte, anche di serie che mi hanno colpito.
Alla fine ho scelto questa come rappresentativa di come una mera immagine documentativa possa colpire e centrare molti aspetti.

Titolo: Pescivendolo.






www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1694020

L'autore si chiama Frank Holymount.
La foto è stata postata nel febbraio del 2016, ha avuto 556 visite, 7 commenti e 18 like.
E' un immagine relativamente semplice, potremmo definirla un ritratto ambientato che grazie al punto di ripresa consente all'osservatore di inquadrare perfettamente soggetto (un giovane venditore di pesce), ambiente (un probabile mercato), strumenti e presenza di folla.
Il quadro è tutto perfettamente chiaro ed ordinato.
L'espressione del soggetto è un misto tra sorpresa, diffidenza e curiosità ed ha un forte impatto sull'osservatore.
Si nota perfettamente ripresa la gestualità del ragazzo.
Parlerei di una foto che va oltre il mero ritratto, che da sostanza a quanto troppo spesso, banalizzando, si dice "un ritratto che parla" legando" ad elementi comuni come le rughe, gli occhi e via dicendo negli anziani, come se certe caratteristiche non fossero presenti nella comunanza di soggetti analoghi.
In questo caso, dall'abbigliamento, dal taglio dei capelli, dal lavoro, dall'ambiente, e da quella particolare espressione, si può quasi davvero avere una idea della personalità del ragazzo, al punto che quasi mi sembra di conoscere le sue caratteristiche e pensare che potrei descriverlo se avessi necessità di inserire una figura simile in un libro.
Come unico appunto che muoverei mi viene da pensare che il titolo, più che il ruolo del soggetto, un po pleonastico, potrebbe arricchire la documentazione della foto molto più con un semplice luogo e data.

Una foto di molta sostanza.

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avatarsenior
inviato il 04 Gennaio 2019 ore 11:11

La curiosità che ogni tanto spinge a girovagare nei topic mi ha portato ad un vecchio post del settembre 2013 dal titolo "classifica su Juza? iniziato dal Bal.
Era iniziato dall'autore per cercare di trovare del materiale da seguire, ed è piano piano scivolato su argomenti che ciclicamente si presentanoe ri-presentano in tema di like i via dicendo.
Nulla di nuovo sotto il sole e non mi interessa evidenziare questa parte.

Ho trovato interessante invece uno dei post finali nel quale sono riassunti gli autori che risultavano più seguiti con alcuni numeri nel settembre del 2013. Non tanto per vedere chi erano i più famosi, ma nel verificare cosa è rimasto oggi di allora.
Taluni sono iscritti anche oggi, altri non postano da tempo variabile, altri sono cancellati.
Anche qui nulla di nuovo sotto il sole, ma mi ha sempre fatto riflettere questa cosa, prendendo la consapevolezza dei mutamenti avvenuti in altri luoghi in cui ho principiato.
Le motivazioni variano nel tempo, stanchezza, problemi, consapevolezza e via dicendo sono solo alcune delle molteplici motivazioni che stanno dietro a tante scelte.

Il link è questo con il titolo: "classifica su Juza"
www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=484488&show=5%20Classifica%20su%20
e metto un piccolo segno sempre come materiale per ricostruire un po di passato con discussioni, autori e via dicendo.

Buon anno nuovo.

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avatarsenior
inviato il 07 Gennaio 2019 ore 19:44

In un recente post di Juza aperto alla comunità per ricevere suggerimenti su migliorie possibili ho indicato qualcosa che avesse a che fare con contenuti.
Un esempio utile, meglio ancora se organizzato più compiutamente, ritengo potrebbe essere questo.

Nell'oceano di topic delle varie sezioni fiumi di parole non è solo una canzone dei Jalisse.
Peccato che scorrono via più velocemente dei like e delle foto stesse.
Un topic utile ed interessante, per neofiti e non, è stato aperto aperto dall'utente Filiberto che si è poi preso la briga di mettervi un po di ordine.
Mi è parso di capire che per vicende personali abbia preso una pausa.
Certamente meritevole di un ringraziamento, trovo utile indicarlo come fonte utile di studio ed informazione, con l'auspicio che prima o poi possa essere aggiornato e magari organizzato con una migliore sistematicità.
Intanto al momento mi pare possa essere senz'altro più utile di rumors, specifiche e via dicendo per chi come me si interessa più al contenuto che al mezzo.

Poichè non è proprio immediato da trovare ho ritenuto utile segnare questa sezione per chi passa da queste parti.

Il topic è questo ed in alto è fisso l'indice (ripeto non aggiornato per cui altri fotografi possono essere trovati con l'indice di ricerca).

"Fotografi famosi o importanti per la storia della fotografia" :
www.juzaphoto.com/viewforum.php?sf=113&l=it


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avatarsenior
inviato il 14 Gennaio 2019 ore 15:53

Un po di tempo fa avevo avevo scambiato due parole scritte con questo autore su un topic, e mi ero promesso all'inizio di questa raccolta di tornarvi sopra quando ne avessi avuto l'occasione.

Titolo: Urban life





www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1891572

L'autore si chiama Jeronim.
La foto è stata postata nel giugno del 2016, ha avuto 926visite, 14 commenti e 51like.

Questa foto mi ha interessato per due motivi:
- un primo per l'uso del colore, che mi ha ricordato molto certe foto di alcuni maestri americani pionieri nell'adoperare le prime pellicole kodak e concorrenziali.
Nella galleria dell'autore sono presente altre foto con il medesimo stile, una certa saturazione, un uso del mosso, uso di tagli e composizioni non convenzionali.
Il fatto di rinvernire certi aspetti in uno uso continuato denota una ricerca ed unità di visione; diverse considerazioni possono essere fatte per uno scatto occasionale.
Dal momento che amo molto i lavori che mi ricorda, non potevo essere esentato dall'attrazione, e dalla curiosità, anche di questi scatti.
Da un punto di vista formale potrebbe forse anche essere considerato un filo ampio lo spazio sovrastante l'indiscutibile soggetto.
Il volto del ragazzo è una bella macchia chiara che permette a chi osserva la foto di percepire quanto sia assorto nei proprio pensieri, nello scorrere del quotidiano. Un attimo di luce su un piccolo frammento itinerante.
Una foto dal contenuto estetico di una certa fascinazione, che fa delle proprie imperfezioni una ricerca peculiare.
Probabilmente se fosse stata perfettamente nitida e congelata non potrebbe raggiungere lo stesso effetto su chi osserva l'immagine.
- L'altro aspetto che mi interessava rilevare era l'uso di una focale lunghissima se vogliamo considerarla una foto di strada. Talvolta discutendo in alcuni topic sul tema ho espresso che ogni focale ha le proprie caratteristiche e precludere l'uso di alcune a dispetto di altre è a mio avviso solo una limitazione.
Probabilmente questa foto per alcuni può non rientrare sotto "classificazioni" più limitanti che in parte condivido, tuttavia per quanto mi riguarda non avrei alcun dubbio nel definirla una classica foto di strada in tutti i sensi, che ben rappresenta alcuni padri del genere.

L'autore in un post sotto la foto, dialoga con altro utente e scrive:

I limiti della street:
Premetto che le mie foto, a mio giudizio, sono raramente classificabili come street, almeno nella sua concezione classica. Non sono nemmeno un cacciatore di attimi decisivi anche se la velocità è spesso fondamentale. Mulas diceva che tutti sono attimi decisivi. Si tratta, in sostanza, di trovare suggestione e poesia (ci provo eh!) in situazioni che non hanno nulla di straordinario. In questo senso ritengo che le mie finalità si possano ritenere coerenti con una forte dose interpretativa da ricercare nei tagli, nel mood, nelle soluzioni estetiche senza grossi vincoli. In sintesi non mi interessa mostrare qualcosa di "strano" o "originale" che ho trovato ma piuttosto tradurre in immagine quella spinta che mi ha fatto vedere quell'immagine così come l'ho notata io più col pensiero che con gli occhi.
L'approccio, per coloro che praticano la street, sarà evidentemente diverso perché, in genere, la loro ricerca è meno introspettiva e punta essenzialmente a documentare i costumi di vita "congelando" momenti particolari. In questo caso, normalmente, si bada meno a questioni estetiche (anche se ci sono illustri eccezioni) e ci si dovrebbe porre, viceversa, maggiori limiti nel percorrere certe soluzioni interpretative, soprattutto in PP, per evitare il rischio di uscire dalla filosofia "candid" del genere.


Per me l'affrontare in street la questione estetica ha lo stesso valore di altre ricerche ed interpretazioni.
Condivido quanto sopra ed apprezzo molto questo risultato.

Un ultima considerazione personale in merito al titolo, che preferisco in italiano.
Mi domando sempre se la nostra lingua non possa esprimere quanto molti autori preferiscono indicare in inglese, e la risposta è spesso positiva. Anzi può essere anche migliore. Spesso ci sorrido su, prendetela come una battuta ovviamente, e non una polemica.

Ricordo la richiesta a chi leggerà di non scrivere sotto questo topic ed i successivi post cercando di lasciare questo cassetto il più in ordine possibile





avatarsenior
inviato il 21 Gennaio 2019 ore 10:58

Per certi aspetti in linea con la foto precedente, avevo trovato questo paesaggio che ho apprezzato.

Titolo: il vento.





www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=248507

La foto è stata postata nell'ottobre del 2012, ha avuto 2578 visite, 39 commenti e 52like.
L'autore è Max57, nella cui galleria ho avuto piacere nell'apprezzare anche degli interessanti ritratti di musicisti jazz.

Non sono un gran amante della paesaggistica, sopratutto di un certo tipo imperante.
Ad ogni modo quello che mi ha colpito di questo paesaggio è, come sopra, l'ampliamento di una percezione sensoriale avvenuto questa volta attraverso l'uso del mosso.
Anche in questo caso, visivamente, si lascia che l'osservatore sia coinvolto oltre la mera immagine, lasciando in effetti una sensazione di poter sentire il soffio del vento che suona nelle proprie orecchie.
L'ampia quinta che potrebbe apparire invadente, in realtà la ritengo efficace e funzionale in relazione a ciò che l'autore ha pensato, il vento.
E' ben presente nella scena e ne è l'assoluto protagonista visivo e sonoro.


Ricordo la richiesta a chi leggerà di non scrivere sotto questo topic ed i successivi post cercando di lasciare questo cassetto il più in ordine possibile




avatarsenior
inviato il 24 Gennaio 2019 ore 8:53

Un topic piacevole ed interessante da scorrere, a tema ritratto, peraltro nemmeno arrivato a 15 pagine.

L'autore Ironluke motiva:
Apro questa discussione per proporre l'idea che chiunque desideri contribuire indichi dei ritratti fotografici che ritiene in qualche modo particolarmente significativi, notissimi o meno conosciuti, opera dei fotografi che apprezza di più o che lo ispirano
.
Sono emersi alcuni temi classici, una serie di fotografi noti e meno noti, qualche link di riferimento a pensiero degli autori, e via proseguendo.
Scorre bene e con materiale interessante per un primo approccio da approfondire successivamente.
"Ritratti"
www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=1864170&show=1

Ricordo la richiesta a chi leggerà di non scrivere sotto questo topic ed i successivi post cercando di lasciare questo cassetto il più in ordine possibile

avatarsenior
inviato il 07 Marzo 2019 ore 11:47

Avevo fatto un giro in una galleria della quale davvero so poco e pratico nulla, ossia quella subacquea.
Ho trovato con piacere alcune fotografie di un autore che fotografa nei nostri fiumi, facendo a mio parere un ottimo lavoro documentale.
A dimostrazione che, come per esempio con la fotografia di viaggio, non occorre andare poi chissà dove se le idee e le competenze sono valide.
Spesso sottovalutiamo ciò che ci circonda, sfogando frustrazioni ed incapacità con la ricerca di luoghi lontani.

Titolo: Luccio cieco.





www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=2933073

La foto è abbastanza recente, è stata postata nell'ottobre del 2018, ha avuto 291 visite, 9 commenti e 23 like.
L'autore è Mattia Nocciola, nella cui galleria ho rinvenuto altri riferimenti per osservare e guardare i suoi lavori.
In altre foto ci sono didascalie che uniscono una parte narrativa alle foto, che permettono di contestualizzare i lavori che presenta.
Nulla posso dire su tecniche, mezzi e via dicendo.
A pelle mi piace molto la "naturalezza" della scena e della resa finale, che valorizza bene il pesce nel proprio ambiente naturale.
Un piccolo segno dunque anche per me per approfondire con curiosità argomenti non solo di fotografia.

Ricordo la richiesta a chi leggerà di non scrivere sotto questo topic ed i successivi post cercando di lasciare questo cassetto il più in ordine possibile





avatarsenior
inviato il 06 Maggio 2019 ore 15:54

Giravagando a ritroso nella galleria fotogiornalismo mi sono imbattuto in questa foto.

senza titolo




www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=43988

La foto è stata postata nel settembre del 2011, ha avuto 997 visite, 10 commenti e 78like, ed è la sua foto più popolare. Molte altre sono passate praticamente inosservate.

L'autore ha il nick Pietrodg e anche guardando velocemente le sue immagini si capisce che ha un'altra marcia.
Nei commenti un utente fa riferimento ad un podio al WPF del 2001 ma non sono riuscito a trovarla per capire meglio.
Cercherò altri elementi con più calma.
Ad ogni modo guardando nel suo port, dicevo, si capisce di vedere un'altro passo, e si intuiscono alcuni riferimento a lavori più completi, alcune davvero molto forti.
Lascio un piccolo segnalibro per ricordare di tornarci su.
Scrivere due righe su questa foto mi pare abbastanza superfluo, mi limito a rimirarla perbene.

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avatarsenior
inviato il 03 Giugno 2019 ore 10:53

Ho trovato una piccola serie di foto documentative interessanti, peraltro postate abbastanza recentemente, che hanno attirato la mia attenzione, ed aprendo ho trovato una piccola storia di tanti anni fa.
E' rimasto tutto pressochè inosservato, ed mi ha fatto riflettere l'accostare la perdita materiale del materiale dell'autore (che ci dice andato perso) e la perdita di queste foto nel dimenticato della rete...


titolo: Sardegna Olina 1969 foto fatte con Zanza Bronica 6x6





www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&bk=n-800-&t=2858109


La foto è stata postata nel luglio del 2018, ha avuto 31 visite, 0 commenti e 5 like.

L'autore si chiama Walter Buonfino e ci narra sotto la serie che "Sardegna 1970, avevo 17 anni io e il mio amico Pippo, siamo andati in Sardegna. Il nostro intento era fotografare le persone che vivono nelle zone rurali, con mezzi di fortuna arriviamo a Oliena in provincia di Nuoro, allora un piccolo paese di contadini, la gente indossava ancora i costumi tradizionali. Ci alloggio un pastore che ci offri da dormire in una stanza adibita a stalla per le capre (dormivamo con loro). Avevo una 6x6 polacca, tipo rolleiflex, ma molto più economica. Cercavamo di stabilire dei contatti, ma nessuno ci parlava, la lingua, la diffidenza, non sapevamo perché. Ma dopo 3 giorni che frequentavamo una cantina dove si riunivano gli uomini, finalmente accettarono a farsi fotografare, attrezzai cavalletto e apparecchio fotografico ed ecco le foto. Ho trovato solo questi negativi, ne avevo fatte molte di più, ma si sono persi. Oggi quel mondo non esiste più, per me e il mio amico Pippo era gia lontanissimo dalla nostra quotidianità di cittadini del continente. Ogni foto una storia, ogni storia una scoperta, nel tempo, il mio che con questi scatti diventa anche Vostro."

Sono tutti formati 6x6, ritratti e qualche momento comune, che ci mostrano (purtroppo pochi) usi e costumi di un mondo che, come ci scrive, appariva sconosciuto anche a lui stesso, in quel periodo contemporaneo, figuriamoci oggi.
Ho scelto questa foto tra le alter per la gradevole composizione nel pari lati, ben distribuita ed equilibrata, e per il rapporto particolare che viene mostrato tra l'uomo e l'animale.
Nonosutante la contrapposizione frontale, il legame forzato della catena, la diversa posizione (primo piano uomo sfondo animale) entrambe le figure assumo la stessa postura, quasi a richiamare un solido e vecchio legame.
Se posso essere dispiaciuto io per non poterne vedere altre, posso solo immaginare il rammarico dell'autore nell'averle smarrite.

Nel sito dell'autore ho rinvenuto altresì molte vecchie fotografie di quegli anni gradevoli e molto interessanti, con una grande attenzione al rigore formale, ma egualmente forti dal punto di vista narrativo e non comuni per un semplice fotoamatore.
Davvero molto bravo.

Edit: Ho cercato e trovate altre cose sull'autore, che in effetti non merita assolutamente di essere definito fotoamatore dal
momento che ha lavorato come fotoreporter di professione. Ora mi spiego molte cose.


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