| inviato il 07 Luglio 2016 ore 15:35
E' un ottica eccellente,già a tutta apertura.
Io li ho tutt e due ma ti garantisco che le differenze sono minime.
Certo ha uno stop in meno di luminosità ma per il resto....ha una resa magnifica.
E poi.....costa quattro soldi! |
| inviato il 07 Luglio 2016 ore 15:53
“ Paco...facciamo 2 passi per la città una sera...sai già prima di partire cosa fotografi e a che distanza sarà da te/sfondo? „
Se voglio ottenere un determinato effetto, esco la sera e scelgo le condizioni giuste.
Sono io che decido dove e quando, non sono gli eventi che decidono per me.
Questa è la grande differenza tra i vari fotografi (secondo il mio modesto parere).
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| inviato il 07 Luglio 2016 ore 15:53
“ E poi.....costa quattro soldi! „ appunto 
Il bello del 2.8 è che lo puoi usare per ritratto o altro (avrei due obiettivi in uno), mentre l'elmar è specifico solo per le macro. Questo è quello che mi frena un po'...
Credo che andrò di Elmar però e il 135 per ritratti 
Chiudo l'OT |
| inviato il 07 Luglio 2016 ore 16:47
Va bene pure per ritratti credimi. |
| inviato il 07 Luglio 2016 ore 17:01
Leggo bene? 460€ per il Distagon 40mm per Hasselblad? Ma non potevi farla ad F8 che sarei stato più sicuro del prezzo?! 
Scherzi a parte, sono d'accordo che quel vetro consenta "naturalmente" di superare limiti che per altri sono invalicabili. Immagini morbide, poco contrastate, trasognanti, che contrastano con lo stile Canon di altre foto che hai in galleria. Un po' forte la tua affermazione che quella è la tua accoppiata preferita, perché essa consente, o meglio si distingue, in un certo tipo di fotografie molto ristretto, dove serve appunto profondità di campo minima, morbidezza di luci e colori. Però se per te è così, cosa possiamo farci? Ci crediamo e siamo contenti per te.
Personalmente ho ormai intavolato un discorso a tre linguaggi, anzi diciamo che vorrei intavolarlo, perché poi il tempo da dedicare alla cosa è sempre troppo poco:
1) corredo Canon EF con zoom veloci ed alcuni fissi luminosi, per scatti veloci, maggior sicurezza del risultato se il tempo è poco, risultato molto "moderno", con colori forti, vivaci, contrasto, risolvenza...
2) corredo Zeiss "analogico" di famiglia, iniziato da mio papà negli anni 70, con vari pezzi Contax, Rollei, Hasselblad. Per me ( e sottolineo PER ME) si tratta del corredo HF, perché a mio avviso è quello che riporta più fedelmente la realtà. Vado in un posto, lo fotografo. Bene. Porto a casa un'immagine il più fedele possibile di quel posto e se è bello o brutto quasi tutto dipende dal posto stesso, senza che la lente ci aggiunga fantacolori, morbidezza o altro.
3) corredino Takumar, in via di costruzione, per immagini un po' più d'ambiente, luci vintage, mi piace molto la resa dei Tak che è un po' una via di mezzo tra Zeiss ed il Leitz per luci e colori.
Un mio parente sta poi mettendo in piedi un corredino leica (90 2,8R e 135 2,8R, cui manca secondo me almeno il 50 2) che trovo abbia una resa calda, piena, quasi da coccola, che permette un linguaggio tutto suo.
Poi sarà anche vero che con la PP io posso prendere una foto di una lente e farla sembrare fatta da un'altra, così come si può prendere una foto di Pippo Franco e ritoccarla sino a farla sembrare di Pamela Prati, sa se posso partire dal risultato finale (fotografare Pamela Prati), è tanta fatica in meno...
Su questi superluminosissimi, ma anche i luminosi in genere, faccio comunque notare che noi stiamo apprezzando una caratteristica collaterale dell'ottica, ovvero lo sfocato estremo ed il grande stacco della fascia a fuoco. In origine, soprattutto i più anziani tra questi vetri, erano stati calcolati per fotografare in scarsa o scarsissima luce. Il risultato più decente possibile, nell'ambito della miriade di compromessi cui una simile progettazione obbligava. Stop. Poi la gente si è accorto che tutto ciò può essere uno strumento espressivo, che ha preso voga. Ed allora sono usciti prodotti più maturi, tipo il 50 1,2L, che sulla base dello schema planar tira fuori uno sfocato tutto suo ed un notevole stacco dei piani, oppure OTUS e SIGMA ART, che sfruttano schemi retrofocali tipo distagon per arrivare a livelli di nitidezza superiori, sfocati meno impastati e più limpidi. Il tutto per contentare i diversi palati. |
| inviato il 07 Luglio 2016 ore 17:15
“ Poi sarà anche vero che con la PP io posso prendere una foto di una lente e farla sembrare fatta da un'altra, così come si può prendere una foto di Pippo Franco e ritoccarla sino a farla sembrare di Pamela Prati, sa se posso partire dal risultato finale (fotografare Pamela Prati), è tanta fatica in meno... „
di fatto il discorso è anche più semplice..
vuoi la foto che esce fuori da una elaborazione fatta da un giapponese a suo piacere per come la ditta gli dice o come gli girava quel giorno o una fatta come piace a te?
Io voglio avere il pieno controllo di ciò che esce dalle mie foto e non mi va di spendere mille mila euro per il placebo del sapore lente quando alla fine sempre di 1 e 0 si tratta...o per poter dire quanto è bello un vetro più di un altro per il sapore dei colori e perchè voglio continuare a usare in pieno 2016 il digitale facendo finta di stare sull'analogico..
CONTANO IL SENSORE e i convertitori e le scelte di fabbrica.
Per queste bevute di brandy davanti al camino compro 5 euro di rullino, un corpo a pellicola e allora parliamo un'altra lingua ed escono i vetri color MINOLTA.. color PENTAX.. Color NIKON... color Leica ecc... ecc... a PARITA' di PELLICOLA.
Vedo decine di pagine con foto .. che dovrebbero dirmi .. che belli i colori Leica o quelli Zeiss.... scattate in jpeg con corpi Nikon.. Canon.. Sigma.. Sony...Fuji..
Cosa dovrei capirci? 
1-0-1-0-1-0-0 ecco cosa sono quelle foto.. (mi fate sentire Bender quando va indietro nel tempo ) |
| inviato il 07 Luglio 2016 ore 17:29
Aspetta... io non sto dicendo che lo sviluppo non serva a nulla. D'altronde anche nell'analogico lo sviluppo era fondamentale.
Raw = negativo
Jpg = polaroid, dove l'immagine finale esce secondo parametri preimpostati in fabbrica.
Anzi il bello del digitale è che lo sviluppo è alla portata di tutti, non necessita di Stanze buie a temperature costante, annusare acidi, ecc, ed è reversibile.
Io volevo solo dire che sebbene una foto fatta col canon con tanta PP può sembrare fatta col leica, è più facile partire dal leica, e viceversa. |
user80653 | inviato il 07 Luglio 2016 ore 18:39
“ Anzi il bello del digitale è che lo sviluppo è alla portata di tutti, non necessita di Stanze buie a temperature costante, annusare acidi, ecc, „
...e soprattutto, a fine lavoro, non c'è la scocciatura di dover lavare le bacinelle. |
user39791 | inviato il 07 Luglio 2016 ore 19:04
Sarà ma per me il bello della fotografia sta anche nell'usare certe ottiche particolari, che non vuol dire per forza molto costose. Ce ne sono certe che costano meno di una cena in un discreto ristorante che hanno rese particolarissime. Se devo uscire con un paio di zoom ultra perfetti e poi smenarmela in post per "abbruttirli" cambio hobby e faccio le 4 foto ricordo che mi servono con lo smartphone. Va bene togliere la magia, ma almeno lasciate vegetare un po di poesia. |
| inviato il 07 Luglio 2016 ore 19:29
“ ...e soprattutto, a fine lavoro, non c'è la scocciatura di dover lavare le bacinelle. „
Non devi smaltire gli acidi vecchi e non rischi di macchiarti le braghe |
user80653 | inviato il 07 Luglio 2016 ore 19:37
Giusto, Filiberto.
Il bello della fotografia sta anche nello scoprire che un'ottica da due soldi è favolosa e la soddisfazione è molto maggiore di quella che si può ricavare utilizzando un'ottica dal prezzo stratosferico. Io ho un Takumar 50 f/2 talmente buono che mi verrebbe voglia di custodirlo in cassaforte. L'ho pagato 35 euro. |
| inviato il 07 Luglio 2016 ore 19:40
Filiberto for president!!! |
user39791 | inviato il 07 Luglio 2016 ore 20:00
Alanino |
user80653 | inviato il 07 Luglio 2016 ore 20:01
Meglio il Takumar. Gli Zeiss mi paiono troppo "freddi".
Se qualcuno è interessato, il mio Takumar 50 f/2 lo vendo a 10.000 euro, non trattabili! |
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