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Nel paese di Robin - Nottingham


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Nel paese di Robin - Nottingham, testo e foto by Cusman. Pubblicato il 08 Aprile 2016; 7 risposte, 4423 visite.


Nottingham è il paese degli autobus. Di ogni colore: verde, marrone, rosso, celeste, blu, arancione, giallo. Il numero è tanto elevato che nella stessa strada si possono trovare più fermate, a distanza di pochi metri l'una dall'altra, per evitare lunghe file e facilitare l'accesso dei passeggeri.


Il numero incalcolabile di mezzi pubblici è la prima cosa che ti colpisce all'arrivo nella città di Robin Hood.
All'aeroporto di East Midland, dove arrivi in poco più di due ore, da Pisa o da altri aeroporti serviti da Ryanair, trovi facilmente il bus che in un'ora circa ti porta in centro. Non si tratta di uno di quei grossi mezzi che si trovano nelle nostre metropoli, ma di un mezzo urbano con una trentina di posti su due livelli. Paghi all'ingresso a un autista gentile che ti consiglia anche come risparmiare sulla tariffa.
Avevamo prenotato con mio figlio un albergo di buon livello nel cuore della city, a una ventina di metri dal castello e ad altrettanti dalla piazza dove sorge Coucil House, intorno alla quale si apre un reticolo di stradine tipiche con decine di sale da te, pub, ristoranti e bar.


Nottingham è una città universitaria piena di giovani. Nei locali trovate quasi esclusivamente ragazze e ragazzi di non più di venticinque anni che gestiscono con leggerezza il locale, sono sorridenti e attenti, pronti a venirvi incontro per le vostre necessità e a scusarsi di qualche ritardo o defaillance della cucina.
Nottingham appare molto tranquilla. Intorno alla Council House, solcata di continuo da tram, ci sono sedili in pietra che ospitano ragazzi intenti a chiacchierare o ad assistere a partitelle di calcio all’interno di un’area realizzata appositamente, con istruttori che guidano ragazze e ragazzi nei primi approcci con uno degli sport nazionali più seguiti. Un grande schermo rimanda le prodezze dei campioncini.
Dal castello si gode una vista sull’intera città. Basta muoversi lungo la cinta muraria per buttare lo sguardo sulle costruzioni seicentesche o le aree più moderne in lontananza o ancora le foreste che circondano la città fra le quali quella famosa di Sherwood che vide protagonisti i leggendari personaggi della saga di Robin


Proprio sotto il castello sorge uno dei locali tipici più pubblicizzati dalle guide: lo Ye Olde Trip to Jerusalem, che secondo le iscrizioni , risalirebbe al 1189. La locanda è in parte scavata all’interno delle grotte del castello. All’ingresso potete aprire un conto che salderete all’uscita dopo aver fatto il pieno di birra. Si può anche cenare (questa è la ragione per la quale eravamo andati) ma il menù è un po’ deludente. Soprattutto se non arrivate abbastanza presto (in ore che per noi italiani e mediterranei sono impensabili) rischiate di dovervi accontentare di una sola insalata e di un dolce. L’atmosfera tuttavia è gradevole, con pareti ricoperte di legno, piccoli tavoli e altrettante minuscoli sgabelli. Gli ospiti sono gentili. I clienti alle prese con pinte di birra fanno la spola verso il bancone all’ingresso per ricaricare la dose di bevande.
Nottingham è circondata dal verde. Bastano pochi minuti di bus (puntuali e puliti dove trovate sempre da sedervi, con ampie rastrelliere dove potete riporre valigie o borse fotografiche) per essere immersi nel più folto dei boschi. Avevo poco tempo e non ho visitato Sherwood, mi sono accontentato di un altro sito interessante Wollaton Park, complice l’interesse di mio figlio per il mondo dei fumetti e dei supereroi, come vi dirò fra qualche istante.
Il parco ha al suo centro, su una collina, una splendida casa di campagna inglese costruita in appena otto anni nel 1580. La magione è circondata da alberi secolari e da prati ben tenuti. Ad alcune centinaia di metri c’è un lago di discrete estensioni affollato di uccelli stanziali, oche soprattutto, ma anche germani reali, gabbiani, folaghe, cormorani, e cigni.


L’ingresso è libero e ci si può addentrare fra i suoi sentieri per una passeggiata ristoratrice. Un lungo viale consente di raggiungere il cuore della tenuta, non prima però di aver osservato i maestosi alberi che sorgono lungo il tragitto o le decine di scoiattoli che scorrazzano senza timore da una parte all’altra dei sentieri più battuti o che attraversano il campo di golf alla destra del visitatore. Qui dominano i suoni del bosco, i canti degli uccelli, i richiami dei corvi, lo stormire delle foglie. E’ il regno anche dei cani portati a sgambettare in libertà.


Tutto intorno è possibile vedere, pigramente sdraiati sul tappeto erboso, esemplari adulti di cervi, dalle imponenti impalcature di corna. Sono facili da avvicinare(con qualche cautela solo durante la stagione degli amori come prudentemente informano i cartelli all’ingresso). Ogni tanto il silenzio è squarciato dal loro bramito prolungato. Sono una delle attrazioni più ricercate del parco. Anche i bambini li osservano e li sfiorano senza particolare preoccupazione.
Dicevo dei super eroi. Cosa c’entrano? Presto detto, la casa alla sommità della collina è stata utilizzata come set per molti film e tra questi per alcune scene del “Il cavaliere oscuro-Il ritorno”. In questo caso Wollaton Hall è diventata Villa Wayne. La casa ospita un museo di storia naturale di un certo interesse. Nelle costruzioni, probabilmente vecchie stalle, più in basso si trovano centri di ristoro, ottime marmellate e torte, e anche piccoli souvenir originali che richiamano la storia della tenuta.


Nottingham è nota oltre che per la leggenda di Robin Hood alla quale sono dedicate non poche statue e sculture nei pressi del castello ma anche in altre zone della città, anche per la sua università. E questa è soprattutto la ragione per la quale con mio figlio ho intrapreso il viaggio.
Anche questo polo universitario, come molti altri inglesi è immerso in uno spettacolare quanto esteso parco
Un grande lago costeggia uno dei lati del campus. Come in quello di Wollaton Park, anche qui tanti uccelli, soprattutto cigni e gabbiani, che si avvicinano alle famigliole per ricevere briciole. Ma basta allontanarsi di qualche metro e costeggiarlo nelle zone meno frequentate per osservare uccelli che di solito sono selvatici, ma che qui si vede chiaramente, sono abituati alla presenza degli uomini. In particolare le folaghe che pasturano sull’argine e gli aironi che si possono avvicinare con una certa facilità ben oltre la solita soglia di sicurezza. La ricca vegetazione tuttavia non consente scatti particolarmente semplici perché la luce soprattutto nelle anse più strette è scarsa.


Razionale la disposizione degli edifici, in parte in mattoni rossi, in parte di più recente costruzione. Poche le vetture ammesse. Gli studenti si muovono a piedi o in bicicletta, i laboratori sono piccoli ma funzionali, e nella zona a sud sorgono gli alloggi per gli studenti.
Non mancano bar e mense. All’esterno di una di esse c’è anche un piccolo mercato di frutta biologica dove è possibile approvvigionarsi di mele, pere e altra frutta di stagione. L’atmosfera è gradevole. Si riceve una sensazione di un luogo sano, dove è possibile non solo studiare ma anche costruire relazioni e progetti per il futuro. Ci sono studenti di ogni parte del mondo. Soprattutto orientali perché l’università ha stretto un partenariato con la Malesia. Tanti anche gli europei. Imponente l’area dedicata all’ospedale e alle aule di medicina che sorgono di fronte ad uno dei quattro ingressi del campus.
Una piccola tappa andrebbe programmata anche per visitare il Mulino a vento di Green, che prende il nome dalla famiglia che lo gestiva. Qui è nato e vissuto il matematico e fisico inglese George Green, padre dello studioso dell’elettricità e del magnetismo e ispiratore di altre ricerche come quelle sul potenziale di Carl Gauss. Il Mulino, restaurato da qualche anno, dopo un secolo di abbandono, sorge sulla sommità di una collina, a ridosso di un piccolo parco da cui si può volgere lo sguardo verso la valle sottostante, la città e i boschi circostanti. All’interno della costruzione c'è un piccolo centro scientifico aperto al pubblico.


Nottingham da il meglio di sé nel pomeriggio quando il tramonto colora di un bel giallo le antiche case che sorgono intorno alla piazza principale. Il cielo blu intenso ci ha accompagnato nei fortunati giorni della nostra permanenza e nell’ora magica in cui si accendono le luci dei locali offre un’occasione magnifica per scatti non scontati e suggestivi.
Anche i locali, come dicevo affollati soprattutto da giovani, sono gradevoli. Buoni piatti, prezzi medi, servizio rapido, dessert interessanti . Sono luoghi per stare in compagnia, chiacchierare in maniera distesa senza la frenesia che caratterizza le metropoli inglesi e delle altre capitali europee. Nottingham è provincia e si vede e con le province europee condivide una certa lentezza. Un ritmo nuovo che s’impadronisce anche di giovani abituati a ben altre realtà.
In uno dei ristoranti, gestito da un acclamato chef, che sorge all’interno del piccolo casinò locale abbiamo mangiato ottime carni. La signorina che ci ha accolto ci ha mostrato un vassoio con vari tagli, descrivendo in maniera professionale le caratteristiche delle singole bistecche. Accanto non potevano mancare, in un raffinato vassoio di rame una buona dose di patate fritte e una crema all’aglio per condirle.
Conclusioni. Nottingham è una città allegra, facile da visitare, grazie alla fitta rete di mezzi di comunicazione sui quali evidentemente la municipalità ha investito nel tempo. Ci si sposta facilmente da un luogo all’altro, quando non si decide di andare a piedi. Nel centro storico soprattutto dove la circolazione è vietata e ci si trova in una vastissima area pedonale. Bastano tre giorni per una prima visita. Il primo si può riservare alla città, il secondo al suo castello e a Wollaton Park e il terzo alla foresta di Sherwood.
Nottingham a molti ricorderà anche il calcio. Il Nottingham Forest Football Club, è stata una delle più blasonate squadre di calcio inglesi, oltre che una delle più antiche. Nel suo carniere la vittoria per ben due volte della Coppa dei Campioni, della Premiere League e della Supercoppa europea. Ho qualche anno e mi ricordo i loro colori e anche i loro successi. Dal 2008 è precipitata in seconda divisione dove milita attualmente. Nel cuore di questa parte d’Inghilterra adesso il suo posto è stato preso dal Leicester , la squadra dell’omonima cittadina che sorge a poche decine di miglia da Nottingham, che con la guida di Ranieri veleggia nella parte alta della classifica del campionato inglese di massima serie.


Cusman scrive di sè: "Sono appassionato di fotografia da sempre . Ho cominciato con una Elioflex a pozzetto e pellicole 6x6. Poi sono passato alle reflex Canon AE1. successivamente ho fatto il salto verso le macchine professionale la Canon F1 old e poi la New con una ricca dotazione di lenti dal 17 mm al 400. Stampavo le foto con un Durst e usavo carte Ilford e sviluppavo le dia in Cibachrome. Insomma sono un dinosauro ormai. Dopo una lunga pausa dovuta al lavoro e a ragioni personali ho ripreso a scattare con nuovo entusiasmo. Ho una Canon 6d che mi accompagna spesso nei miei viaggi.Presto avrò anche una "piccolina" (Sony o Fuji). Adesso mi sto addentrando nella postproduzione. Una delle mie più grandi passioni, che si coniuga anche con la mia professione, sono i videoreportage montati con Final Cut."



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avatarsenior
inviato il 08 Aprile 2016 ore 16:30

...Interessante e ottimo reportage...BRAVO Cusman...un saluto Fiorenzo

avatarjunior
inviato il 08 Aprile 2016 ore 19:54

Grazie

avatarjunior
inviato il 08 Aprile 2016 ore 23:59

Raccolgono momenti di vita quotidiana, molto belle! Maurizio

avatarjunior
inviato il 09 Aprile 2016 ore 1:06

Sono stato a Nottingham 2 anni fa e me ne sono innamorato!
Grazie alle tue bellissime foto ho ripercorso quel magnifico viaggio;-)

avatarjunior
inviato il 09 Aprile 2016 ore 19:19

Che bel reportage. MrGreen

avatarsenior
inviato il 10 Aprile 2016 ore 1:13

Complimenti per le foto ed il viaggio ;-)
E' una destinazione che probabilmente faro' volentieri anche io.
Un mio amico abita li a Nottingham per lavoro. Mi ha fatto notare che il castello che si vede nella 4a foto è quello usato per i film di Batman con Nolan Cool

avatarjunior
inviato il 09 Settembre 2016 ore 10:18

Ci ho vissuto 5 mesi devo dire che è proprio una bella città , ottimo reportage .





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