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Nel cuore dell'India


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Nel cuore dell'India, testo e foto by Mero788. Pubblicato il 11 Novembre 2015; 23 risposte, 6781 visite.


Nel raccontare un viaggio simile diventa sempre difficile decidere da dove iniziare e altrettanto tirare conclusioni.
Inizierei dalle aspettative.. L'idea che ci si fa in partenza, le speranze di riuscire a fare e vedere tutto quello prestabilito, la tensione positiva nell'essere pronti a buttarsi in un mondo tanto diverso da quello in cui viviamo..
Ad essere sincero, è stato l'unico viaggio in cui sono partito senza aspettarmi nulla, sapevo solo che era il momento dell'India, niente di più.. Mi piaceva l'idea di abbandonare il mondo occidentale per qualche settimana, non solo per vedere monumenti come il Taj Mahal o i bellissimi forti del Rajasthan, ma sopratutto per vivere tutto quello che l'India ti può dare.. E anche togliere.




La partenza è stata da Linate il 7 Agosto , destinazione Delhi, con unico scalo a Francoforte.. Partiamo molto leggeri io e il mio compagno di viaggio e collega di lavoro, Luca, con uno zaino da 45 litri circa (questo è il bagaglio principale) e uno zainetto come bagaglio a mano . Iindispensabile giacca a vento, un paio di pantaloni lunghi e una camicia a maniche lunghe, quest'ultimi due li consiglio perchè altrimenti in alcuni templi non sarebbe possibile entrare. Nel bagaglio a mano ho messo l'attrezzatura fotografica, tranne il treppiede, e un cambio di emergenza caso mai smarrissero lo zaino.

Uscendo dal terminal, trattiamo il prezzo del passaggio, e ci muoviamo in direzione Par Ganj .Arrivati in una zona vicino al centro ci capita la prima disavventura, un enigma irrisolto per i primi giorni ma che con il tempo abbiamo capito che era una cosa tutta progettata... La strada è chiusa, vediamo delle sbarre che impediscono l'ingresso al centro.. il taxista, scende a informarsi sul perchè di questa interruzione e ci spiega che c'è una festa in città e per la notte il centro rimarrà chiuso..
Quindi ci porta a un'agenzia, detta da loro governativa, che ci illustra le varie alternative, offrendoci un autista per 10 giorni e delle sistemazioni in hotel di buon livello. Parlando con il mio amico capisco che siamo un po alle strette, senza un soldo in tasca, senza sapere dove siamo e sopratutto in piena notte.. ci affidiamo quindi all'agenzia, ormai sono le 5 del mattino, e dopo un oretta siamo già pronti su una macchina guidata da Arj (il nostro autista) , che ci porterà per i prossimi dieci giorni attraverso lo stato del Rajhastan.

Ci ritroviamo cosi, inaspettatamente, su una macchina che viaggia in direzione Bikaner, 7 ore di strada tra dormite, sguardi persi che guardano attraverso il finestrino e una confusione totale che ci accompagnerà per i prossimi 2-3 giorni.
Il giorno successivo, 9 agosto, partiamo in direzione Jaisalmer dove ci aspetta un trekking e la notte nel deserto del Thar. Prima però, non possiamo non visitare il tempio dei topi che si trova a 30 km circa da Bikaner.. Ogni tempio ha una storia, che in questo caso ha voluto una reincarnazione nel corpo di un topo a farla da protagonista..




L'impatto è abbastanza forte, però non ci scoraggiamo e decidiamo di entrare addirittura senza calze..
E' pieno, pieno di topolini che girano e si muovono in mezzo alla gente.. Scene che insomma, a distanza, restano impresse nella mente. La destinazione della giornata non è proprio Jaisalmer, ma è un piccolo paesino rurale non lontano dai confini del Pakistan.. Fa caldo e se non avessimo avuto la crema con la massimo protezione dal sole credo che ci saremmo ustionati..




L'esperienza sui cammelli e la successiva camminata in mezzo alle dune è molto suggestiva, lo sono anche la successiva cena (fatta seduti su dei tappeti, in un cortile, con cavallette danzanti tra i piatti e piccoli scarafaggi in esplorazione dopo che il buio è calato) e la notte passata a dormire all'aperto in tenda (utile per la notte una coperta o un sacco a pelo confort 15 gradi). La mattina successiva ci spostiamo a Jaisalmer, detta città d'oro per il colore del forte che domina città, dove alloggiamo in un hotel in centro.. La città non è molto grande e un giorno è più che sufficiente per aggirarsi nelle piccole vie all'interno delle mura.

Il giorno dopo ci muoviamo verso Jodhpur (città blu), dove visitiamo il bellissimo forte appena fuori città (probabilmente uno dei forti piu' belli che abbia mai visto), e finita la visita di circa 3 ore ci spostiamo verso il centro per una camminata in mezzo al solito caos e frastuono tipico delle grandi città indiane.
Altra caratteristica di Jodhpur è il colore blu delle terrazze delle case.. Perchè il blu? A riguardo due teorie a sostegno, quella più comune sostiene che essendo il blu il colore dei bramini allora si è scelto questo per pitturare i tetti, la seconda invece (detta dal nostro autista) è un po piu "pratica" infatti il blu è un colore che attira molto zanzare e mosquitos, ne giova quindi l'abitante stesso della casa ad avere meno insetti che svolazzano per le stanze.

La notte alloggiamo in una guest house abbastanza scadente ma siamo talmente stanchi che il sonno e la mattina arrivano presto.
Prossima tappa è il tempio di Ranakpur, un tempio gianista immerso nella giungla sulla strada che collega Jodhpur a Udaipur. Il tempio e l'ambiente intorno sono veramente molto belli, la serenità e la pace che vive in questo luogo sono disturbate solo dalla buona presenza di turisti.




Sotto un acqua incessante visitiamo il tempio e facciamo conoscenza con i monaci che vivono all'interno, sono molto simpatici e socievoli, avendo a che fare con molti turisti si riesce a scambiare qualche frase in italiano o spagnolo. Tra l'altro, credo che il numero maggiore di turisti incontrati siano proprio spagnoli.
Ripartiamo verso Udaipur, facendo una sosta ad un ristorane sulle colline della zona, immerse in un verde rigoglioso regalato dalle piogge che tanto hanno colpito nei mesi di giugno e luglio. Il paesaggio merita, il verde domina e il tutto viene contornato dalla presenza di qualche abitante locale, donne, intente a trasportare carichi sulla testa, sofferenti per il peso ma in pace nell'animo, consapevoli come se a loro fosse stato destinato questo e in questa vita questo faranno. Di nuovo in macchina, per un ora e mezza, e siamo ad Udaipur, la città bianca.. Definita da molti come la Venezia dell'india, e da molti considerata la città più romantica del subcontinente. L'ora è un po tarda e quindi optiamo per restare in hotel a riposare e aspettando l'orario di cena.. Quest'ultima riserverà sorprese!




Dopo il riposo ci avviamo verso la reception chiedendo se ci fosse un ristorante all'interno dell'hotel.. Ci dicono che possiamo cenare al ristorante dell'hotel che si trova sulla terrazza ed ha una vista magnifica su uno dei laghi della città di Udaipur. Senza troppe domande accettiamo e ci spostiamo sulla terrazza! Il ristorante da loro descritto è in parole povere un tavolino singolo, messo li apposta per noi, all'aria aperta... Fantastico! Non ci facciamo intimorire dall'aspetto esteriore e dalle nuvole che ci stanno pian piano sovrastando, cosi accettiamo e ordiniamo da bere. Neanche a farlo apposta l'hotel di fronte ha un ristorante sulla terrazza, pienissimo di gente.. Però a noi sta bene comunque.. Se non fosse che dopo dieci minuti inizia a diluviare! Il "ristorante" si trasloca quindi direttamente in cucina, vale a dire sotto un insieme di lamiere dove 6-7 indiani ci stanno preparando la cena!

La mattina seguente andiamo a visitare la città, partendo dal city palace, molto bello sia all'esterno sia all'interno, e finendo con il girovagare per i viottoli cittadini stretti e caratteristici.. Ogni punto della città è un bazar a cielo aperto. Prima di pranzare decidiamo di andare a vedere i ghat della città, gradini che portano solitamente sul fiume e dove si svolgono le preghiere dei fedeli. Ad udaipur non ce ne sono molti, anche se devo dire sono belli da vedere in quanto non sono affollati.. Il cielo però non annuncia niente di buono, e quando meno te l'aspetti incomincia a piovere! In pochi minuti la pioggia diventa veramente incessante, tanto che decidiamo di fermarci sotto una tettoia di fortuna ad aspettare che smetta.. Appena sembra placarsi un attimo attraversiamo il ponte che ci porta sull'altro lato della città, ma ancora dal nulla la pioggia ritorna ad essere insistente! Allungo il passo e trovo un altra tettoia a riparo in un punto un po più interno.. Pensando che Luca mi avesse visto lo attendo ma dopo qualche minuto non arriva ed inizio a preoccuparmi! Lo incontro dopo circa dieci minuti, fradicio causa lo strabordamento di una fogna che lo ha praticamente sommerso fino le ginocchia! Saliamo al primo ristorante e restiamo li finchè stavolta il monsone non cessi veramente.




Ricordo nel passare quel ponte, l'immagine di due signori anziani, probabilmente marito e moglie, che per non spostare la loro piccola bancarella hanno costruito un riparo di fortuna fatto di un telo di plastica e due bastoni di legno come sostegno.. Erano sul ponte e li abbiamo rivisti più tardi con il sari della donna inzuppato ma comunque tranquilli e sereni per aver "salvato" i pochi beni che vendevano sul quel telo steso in terra. La mattina seguente partiamo alla volta di Pushkar, la città santa del Rajasthan!

Il giorno dopo di buon mattino iniziamo con la visita della città, spostandoci di ghat in ghat e osservando le scene di vita comune in questo angolo di India. Nel primo pomeriggio ci avviamo poi per una camminata di un ora che dovrebbe portarci al tempio che domina la città dall'alto di una collina di 700 metri! Incontriamo ad inizio percorso due ragazzi, fratello e sorella, con cui avevamo condiviso una cena a Jaisalmer, e insieme iniziamo la strada che a gradoni ci porterà ad osservare la città dall'alto.




A metà strada circa inizia a gocciare e come se non bastasse dopo altri dieci minuti siamo sotto l'ennesimo colpo di coda del monsone estivo! La pioggia è molto forte e annuncia acqua per molto tempo.. E in effetti sarà cosi..
Finalmente smette di piovere e cogliamo il momento per tornare in città! Quando tutto sembra andato per il meglio.. Una nuova sorpresa ci aspetta.. La città in un paio di punti è allagata, l'acqua raggiunge circa i 40 cm di altezza, il colore è tutto tranne che limpido.. Cerco di passare in mezzo al piccolo laghetto che si è formato mentre Luca, saggiamente e memore di quello che gli era successo ad Udaipur, aspetta. Dopo tre metri ho l'acqua alle ginocchia, Ottimo! A metà strada mi fermo, salgo su un gradino di una casa, sperando in qualche intervento divino e quando meno te l'aspetti ecco che dietro vedo Luca su un carrettino trasportato da un signore, che all'occorrenza si è messo nei panni di traghettatore di anime!

Torniamo in hotel, esausti, e pensiamo all'avventura/disavventura che ci è appena capitata.. L'India è proprio cosi, imprevedibile, ogni minuto tutto può cambiare senza che tu possa fare niente, è lei a decidere per tè: dove ti sveglierai, dove mangerai a mezzogiorno, con chi ti incontrerai e dove dormirai la notte. Iniziammo a capire, dopo la confusione iniziale, che per vivere al massimo questa esperienza bisognava lasciarsi andare completamente, senza troppi progetti e senza troppa organizzazione, sarebbe stata l'India a scegliere per noi.
La prossima tappa prevedeva una sosta di due giorni a Jaipur, la capitale del Rajasthan.
Arrivati in città ci spostammo subito alla stazione centrale per comprare due biglietti del treno, il primo da Varanasi ad Haridwar, il secondo da Haridwar a Delhi.

Dopo aver acquistato i biglietti, iniziamo a visitare la città senza moltissime aspettative; inizialmente pensavamo addirittura di saltare Jaipur per avere più tempo in altre mete. Anche qui veniamo smentiti perchè la città è piena di monumenti, colori e bazar.. Il caos è inevitabile, ma per il resto troviamo Jaipur molto affascinante! La seconda sera, per la cena, optiamo per qualcosa di diverso e grazie ad un amico del nostro autista organizziamo un banchetto a base di pollo speziatissimo cucinato sulla strada da noi e da altri ragazzi indiani amici di amici. Tutto di fronte e dentro al negozio di spezie N.1 di Jaipur. Raj, il proprietario, è molto gentile e di compagnia, anche leggermente folle direi!Verso mezzanotte e mezza ci avviamo a piedi verso l'hotel, il traffico si è placato e l'aria umida e calda la fa da padrone in mezzo a strade piene di persone dormienti; siamo quasi in periferia di Jaipur e ogni notte queste scene si ripetono, come se fosse un normale scorrere del tempo.
Il mattino seguente ci spostiamo ad Agra, città famosissima per il monumento ormai divenuto simbolo dell'India : il Taj Mahal. Prima del tramonto andiamo a dare la prima occhiata al monumento senza entrare nel complesso.




Prima che arrivi una forte pioggia ci allontaniamo e torniamo in hotel dove ceniamo ed andiamo presto a dormire in quanto la sveglia è puntata alle 5 del mattino. La sveglia suona presto ma siamo abbastanza riposati e carichi per la visita del mausoleo! Al sorgere del sole si aprono le poche nuvole rimaste e lo spettacolo è unico, i colori del primo sole riflettono sui marmi della costruzione dandogli un colore leggermente arancione.




Oggi pomeriggio ci aspetta il primo treno indiano con destinazione Orchha! Io sono abbastanza elettrizzato da questo cambio di mezzo di trasporto, e salutando il nostro autista Arj attendo impaziente l'arrivo della locomotiva che con qualche minuto di anticipo si ferma sul binario 1.. Si sale! La classe scelta è la sleepers, vale a dire la piu' utilizzata dagli indiani per le tratte notturne, in quanto economica e "vivibile". Lo scompartimento è da 6 posti più 2 nel corridoio, non c'è aria condizionata e le finestre sono sbarrate a scacchiera, stile finestra da carcere. Inoltre ad ogni fermata e anche non, il corridoio è un pullulare di persone che vanno e vengono.. Chi vende "chai","chapati","paneer pakora" ecc ecc... È STUPENDO!




Senza dubbio uno dei momenti in cui mi sono sentito piu' a contatto con la gente del luogo è stato proprio in treno nelle classi inferiori.. Già nella sala d'attesa i nostri visi richiamavano curiosità o domanda tipo "cosa ci fà un ?bianco' (non in senso offensivo) qui in stazione la sera quando per pochi soldi in più potrebbe viaggiare con mezzi più comodi?' ... La risposta c'è ma è difficile spiegarlo.. È qualcosa che ti da adrenalina, che soddisfa la curiosità, che apre la mente in tutti i sensi, ci si sente partecipi di qualcosa che normalmente non accadrebbe mai ma in quel momento sai che è tutto quello che vorresti..
Osservando, si può vedere quante persone vivono intorno al mondo della stazione.. Da noi, in Italia, la sera in una stazione del treno di un qualsiasi cittadina si possono trovare massimo 10/15 persone.. In India, stessa città in termini di grandezza, le persone sono almeno 500, e non esagero..Le stazioni nel subcontinente sono luoghi (ovviamente ce ne sono altri) in cui si incontra un' India vera, autentica.




La sera del nostro arrivo mangiamo nel primo ristorante che ci viene proposto e andiamo a letto esausti. Il giorno seguente ci svegliamo abbastanza presto e decidiamo di noleggiare due bicilette! Cerchiamo, come da suggerimento della guida, Rajhu bike.. Un semplice ed essenziale noleggio biciclette! Le biciclette, come immaginavamo, non sono di prima classe, però con un paio di sistemazioni fatte in corso ci permettono di percorrere tranquillamente un bel po di km in mezzo al verde di una riserva faunistica! Prima di riconsegnare la bici, facciamo un improvvisa deviazione dal percorso battuto in direzione di un villaggio non lontano dalla strada principale.

E, quando meno te l'aspetti ti capitano i momenti migliori del viaggio. Veniamo infatti accolti con una grande curiosità dai pochi abitanti del villaggio che, non abituati alle visite, si dimostrano gentilissimi iniziando ad offrirci tutto ciò che hanno. Limoni dalle piante, un chai fatto in casa e tentano anche di trattenerci per cena! Dopo aver conosciuto la famiglia al completo, e scambiato qualche parola e gesto, torniamo ad Orchha, ringraziando tutti quanti per l'accoglienza.




La riconsegna delle bicicletta viene siglata con un GOOD scritto e firmato su un block notes. La sera salutiamo i ragazzi della guest house e prendiamo un taxi per la stazione di Jhansi dove saliremo sul treno notturno diretto a Varanasi..
Varanasi.. È forse la città che prima di questo viaggio mi suscitava piu interesse, curiosità.. E a primo impatto non ne sono molto impressionato, o meglio, vuoi che causa piogge, di conseguenza Gange in piena, non si potrà navigare sul fiume legalmente (preciso legalmente, perchè in India tutto si può fare, basta pagare qualcosina in più), e inoltre la città è proprio caotica, rumorosa, trafficata da qualsiasi mezzo immaginabile..




Il cuore pulsante di Varanasi è la città vecchia, un insieme di vicoletti stretti dove svoltando ogni 10 metri in una traversa si può arrivare ad un diverso ghat. Ci sono tre o quattro ghat famosi, ognuno di questi per un proprio motivo. Nel ghat principale, Dashashwamed se non ricordo male, si raccolgono la maggior parte dei fedeli, all'alba e al tramonto, per celebrare la Puja, cerimonia giornaliera dove si accendono dei lumini e vengono lasciati galleggiare sul fiume mentre tutti i fedeli si bagnano nelle acque dimenticandosi imbarazzo e il pudore della nudità.




In altri gath vengono poi svolte le cremazioni, all'aria aperta, di persone defunte a Varanasi. Ci è capitato un paio di volte di assistere al trasporto di una persona defunta nei vicoletti della città vecchia, ed è stato il momento dove forse ho sentito più pressione o ansia.. Non so come spiegarlo, ma gli urli delle donne mentre il defunto usciva di casa, trasportato su una barella a cielo aperto, con ghirlande di fiori che cadevano dal corpo coperto da un velo, il profumo del corpo stesso.. Dico il profumo perchè chiudendo gli occhi era impossibile capire di essere vicino a un corpo senza vita, tra fiori e profumi vari gli indiani ai "funerali" non badano a spese.
Insomma, Varanasi è proprio incredibile! E quando pensi che tutto ti abbia sorpreso.. Vieni smentito.. Infatti, ricordo stupendo del viaggio, salendo le scale della nostra guesthouse arriviamo sulla terrazza dove prima del tramonto vediamo gruppi di ragazzi che giocano a cricket sui tetti delle case,




Le scimmie approfittano dell'arrivo del buio per rubare qualcosa a qualche malcapitato, mentre nel cielo si vedono sventolare centinaia di acquiloni sotto uno sfondo color arancio. La mattina successiva partiamo con il treno per Haridwar, facendo scorta di banane e pacchetti di patatine perchè le ore da far passare stavolta sono 18..

Viaggiamo in classe sleepers mentre attraversiamo colline leggermente coperta dalla foschia e illuminate dalla prima luce fioca del sole. L'aria è fresca, il nuovo giorno è iniziato e noi ci sentiamo pieni di energie! Al pomeriggio, dato che abbiamo camminato poco, ci avviamo verso un sentiero di montagna per vedere una cascata famosa nei dintorni, mentre la mattina successiva ci svegliamo presto per andare a vedere l'alba da un tempio a 1600 di quota!
L'escursione è organizzata dai ragazzi dell'ostello e ad un costo minimo abbiamo trasporto Jeep fino al tempio, lezione di un ora di yoga e percorso di trekking in discesa con guida.

Un consiglio, se si decidesse di fare trekking in India è fondamentale avere una guida, i sentieri (almeno quelli che ho visto io) sono privi di segnaletica! La giornata è molto bella, lo yoga in un contesto del genere è un'esperienza da provare e la discesa in mezzo alle risaie e ai villaggi rurali di questo lato di Himalaya sono un piacere per gli occhi. Arriviamo in ostello abbastanza tardi e decidiamo per una doccia e un giro in centro! Per la colazione, pranzo e cena consiglio un posto che per noi è stato una rivelazione.. Si trova affacciato sul Gange, il nome dovrebbe essere Ganga beach..abbiamo praticamente passato li ogni giorno, si mangia molto bene e il posto è pieno al punto giusto. La struttura in canne di bambù e legno, i pavimenti ricoperti di cuscini e i tavolini bassi, la musica di sottofondo, lo scorrere dell'acqua del fiume alle spalle.. Insomma è un posto dove si ritrova la pace con se stesso.




Ormai è arrivato il giorno di tornare a Delhi, città che si rivelerà dai due volti: il primo, Old Delhi, caotica come tutte le grandi città indiane, piena di bazar, piena di movimento e scorrere della vita che non viene mai interrotto; il secondo, New delhi, vagamente occidentale, verde, decorata da grattaceli e zone commerciali "all'avanguardia", guidata dal simbolo della nuova India "Il Gate of India".

Dopo piu di 20 giorni dall'arrivo di cose ne sono cambiate.. Non abbiamo compreso o capito l'India totalmente, perchè è impossibile arrivare al cuore di questo paese, unico certamente, popolato da un miliardo di anime, da migliaia di dei, dove vengono parlate un infinità di lingue, dove le stranezze e le contraddizioni si vedono ogni giorno. Ci siamo sforzati di trovarci qualcosa di razionale ma, se avessimo insistito su questa via saremmo tornati a casa delusi. E' facile a dirsi (meno a farsi), ma non bisogna far altro che dimenticarsi di se stessi. L'india in qualche modo ti ripagherà, non ti farà mancare nulla; sarà un po come fidarsi di un estraneo che ci dice di buttarci nel vuoto..dopo il salto ci saranno 2 miliardi di mani pronte a sorreggerti.



L'autore scrive di sè:" Mi chiamo Mario, la mia passione principale è quella per i viaggi zaino in spalla, senza vincoli e programmi definiti. E' nella fotografia che ho trovato il modo più semplice e immediato di trasmettere quello che provo viaggiando.



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avatarjunior
inviato il 11 Novembre 2015 ore 17:45

ci si sente partecipi di qualcosa che normalmente non accadrebbe mai ma in quel momento sai che è tutto quello che vorresti

Ti capisco perfettamente.
Grazie per la condivisione; sono un po' entrato nelle stradine piene di mille storie di umanità.

Ciao
Stefano

avatarjunior
inviato il 11 Novembre 2015 ore 22:09

Grazie per il commento Stefano !!
L' India, credo,è un paese che dal punto di vista "umano" non ha eguali.

Ciao

Mario

avatarsupporter
inviato il 12 Novembre 2015 ore 9:22

Ciao Mario,
l' India è un paese che amo profondamente per la sua gente che mi ha conquistato fin dalla prima volta che ci sono stato ( nel 2000 ) ed ho trovato il tuo racconto molto bello e sentito.
Non mi convincono sempre le foto ma è questione di gusti e, non so se sia stata una scelta, ma hai inserito la stessa foto due volte;-)

avatarjunior
inviato il 12 Novembre 2015 ore 10:52

Ciao memy,
Grazie per il commento!
La foto inserita due volte è un errore mio :) Sulle foto c'è sicuramente da migliorare :D)
Per ora è stato il viaggio che piu mi ha "scosso ",nel senso che confonde,affascina, turba, fa riflettere allo stesso tempo..credo sia inevitabile un ritorno in futuro :)
Grazie ancora
ciao
Mario

avatarsenior
inviato il 12 Novembre 2015 ore 13:43

Articolo interessantissimo che ho letto tutto d'un fiato, sarà perchè l'India mi ha sempre affascinato.
Complimenti per il racconto, fluido e scritto in maniera davvero piacevole.
Le fotografie mi sono piaciute molto perchè rendono bene l'atmosfera dei luoghi e il carattere delle persone.
Complimenti per il viaggio, l'articolo e le foto
Ciao
Filippo

avatarjunior
inviato il 12 Novembre 2015 ore 18:15

Grazie mille Filippo !
Sono contento che nel complesso ti sia piaciuto un pò tutto.
E' proprio quello che ho cercato di fare, inserire foto dove riuscire a trasmettere il piu' possibile la realtà che si vive ogni giorno in India (poi sul riuscirci o meno, è compito di chi legge giudicare Sorriso MrGreen )
Grazie ancora!
Ciao
Mario

avatarsupporter
inviato il 12 Novembre 2015 ore 21:39

Rileggendo il tuo diario e vedendo le foto ho rivissuto pienamente il mio viaggio in Rajasthan fatto a Febbraio del 2014.
Anche se il mio è stato notevolmente meno avventuroso, ma forse un po' più fortunato a proposito del tempo, non sono mancate le emozioni, In India non si può essere turisti, ma solo viaggiatori. Questo popolo non manca mai di sorprendere nel bene e nel male, ma forse una piccola parte di questo universo sta nelle parole della guida che ci ha accompagnato sui ghat: "questa è Varanasi, la mia città, il vostro viaggio non finisce, ma inizia qui.
Ancora ieri ho ricevuto una mail dalla nostra accompagnatrice, una ragazza veneta che ormai viene in Italia solo in ferie, questo per dire come l'India possa cambiare le persone.
Namaste Mario,
Marisa

avatarjunior
inviato il 12 Novembre 2015 ore 22:50

Ciao Marisa, grazie del commento,
L India cambia nel profondo..avventuroso o meno, un viaggio in un paese cosi va al di la dei luoghi, in se sicuramente belli da vedere, però quello.che resta sono le sensazioni e le emozioni!
Varanasi poi è incredibile!!!
Grazie ancora Marisa
Namaste
Mario

avatarsenior
inviato il 12 Novembre 2015 ore 23:06

Emozionante...grazie per averci reso partecipe di questo bellissimo viaggio, raccontato anche da delle belle foto oltre che dalle parole...

avatarjunior
inviato il 13 Novembre 2015 ore 8:17

Ciao Stefano,
sono contento che questo racconto sia riuscito a coinvolgerti e a trasmetterti emozioni!
Grazie per averlo letto !! :)
Ciao
Mario

avatarjunior
inviato il 13 Novembre 2015 ore 12:08

Complimenti, uno dei reportage più belli di Juza

avatarjunior
inviato il 13 Novembre 2015 ore 17:15

Grazie mille Marco, gentilissimo !!
Ciao
MarioSorriso

avatarjunior
inviato il 15 Novembre 2015 ore 11:33

Ciao complimenti per il bel racconto e viaggio.
Molte foto sono toccanti...
Ciao Ale

avatarjunior
inviato il 15 Novembre 2015 ore 23:23

Ciao! Grazie mille Ale!!
Felice che ti abbia colpito :)

Mario

user26730
avatar
inviato il 21 Novembre 2015 ore 9:51

Io in India ci sono stato per qualche mese nel lontano 1990. Avevo 20 anni, un mare di songi e nessuna paura. Da qualche tempo mi è tornata la voglia di India e mi piacerebbe veramente tornare nei luoghi in cui sono stato per riassaporarli e per vedere se e quanto sono cambiati.
Il tuo racconto mi è piaciuto tantissimo e mi fa percepire il fatto che in quell'immenso e particolare paese il tempo scorre ad una velocità diversa che in altri punti del globo.
Il tu favoloso racconto ha rinforzato in me la voglia di tornarci.
Max





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