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Profilare la fotocamera con DCamProf


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avatarsenior
inviato il 04 Settembre 2015 ore 17:56

Inizio questa guida con tre immagini per mostrare quello che si ottiene creando un profilo personalizzato che riproduca più fedelmente la realtà rispetto ai profili standard, aggiungendoci casomai un po' di "sale".









Ho scelto di fotografare il Color Checker Passport e oggetti comuni con colori particolari in modo da poter confrontare le immagini con oggetti che tutti hanno in casa, ed eventualmente confrontare i valori colorimetrici del passport con quelli pubblicamente reperibili.

La prima immagine mostra l'interpretazione da parte di Adobe (tramite il suo profilo .dcp) dello scatto, particolarmente saturo e contrastato, la seconda è l'immagine ottenuta utilizzando un profilo (colorimetrico, cioè con l'intento di riprodurre numericamente esattamente gli oggetti ripresi) creato ah hoc per la Canon 7D con cui ho eseguito lo scatto, la terza immagine è stata creata con lo stesso profilo della seconda ma aggiungendo al profilo una curva tonale e una look table che satura i colori in maniera selettiva ed "intelligente".

Questa guida è dedicata a chi non è soddisfatto, a chi si è sempre chiesto come mai le immagini prodotte dalla propria fotocamera (compatte e cellulati compresi) siano così innaturali, a chi vuole sapere qualcosa in più sul percorso di sviluppo che riceve un file grezzo (*1) e ai fan boy dei vari brand.

Vi serve:
- una fotocamera
- un insieme di soggetti i cui dati spettrali siano noti (praticamente una color chart)
- un computer su cui eseguire programmi per Linux o Mac (su Windows occorre una macchina virtuale o non so cos'altro, mi dispiace!)
- installare dcraw
- installare ArgyllCMS
- scaricare e compilare DCamProf (reso pubblico a metà aprile 2015)


Inizio con una breve descrizione dell'aspetto di un profilo DNG, anche se proporrò una versione della guida che non fa uso di modifiche manuali tramite text editor dei profili. Con questa guida farete fare il lavoro a DCamProf.

I profili colore, DNC o ICC, entrano in gioco quando i dati del file grezzo sono stati decodificati e decompressi, linearizzati e demosaicizzati (ed effettuato il bilanciamento del bianco, nel caso di dcraw e figli).

L'immagine si presenta in questo modo (*2):




Adesso occorre bilanciare i canali (R=G=B nei pixel che si ritengono neutri) e passare dallo spazio colore della fotocamera ad uno spazio di riferimento, XYZ D50.
Il bilanciamento viene effettuato moltiplicando il valore di ogni singolo pixel di ogni singolo canale (che supponiamo essere trattato come intero tra 0 e 255) per un certo numero. Questi numeri vengono chiamati moltiplicatori.
Ecco come si presenta l'immagine (*2) dopo aver moltiplicato il canale R per 2.45 e B per 1.26:




Occorre adesso riprodurre i colori, e ciò lo si fa in prima approssimazione combinando i vari canali tra di loro in modo che essi riproducano in qualche modo lo stimolo dei coni presenti sulla retina (il discorso ovviamente è diverso e più complicato, ma comunque...).
In sostanza occorre arrivare ad uno spazio colore da cui poi si sappia cosa fare, in cui si sappia che quel pixel ha quel determinato colore.

Lo si fa con quello che nei profili DNG viene chiamata la ForwardMatrix.
Affinché la riproduzione dei colori sia precisa, la forward matrix deve essere specifica per l'illuminante (la luce) sotto il quale è stata scattata la foto. Per avere una matrice specifica o la si crea volta per volta o la si deduce da due matrici create per due illuminanti che coprano un range di illuminanti abbastanza e comune.

Questo ci dice che per avere un profilo di uso quotidiano dovremo profilare la fotocamera sotto due illuminanti, in genere 2850K e 6500K i cui spettri sono simili rispettivamente alle emissioni luminose di una lampadina ad incandescenza e luce solare con cielo leggermente luminoso (per avere una stima fidatevi della temperatura stimata da Camera Raw).

Passati sotto la matrice al Profile Connection Space XYZ D50 e da lì ad uno spazio di lavoro, in genere RIMM ProPhoto lineare, ma comunque uno spazio RGB, l'immagine si presenta così:




La riproduzione può essere più o meno perfettamente fedele, si possono leggere i valori delle varie tacche e confrontari con quelli di riferimento (nello stesso spazio in cui li si legge!).

Per rendere la cattura ancora più fedele si usa modificare i pixel del colore, e saturazione delle varie tacche del color checker in modo che si avvicinino di più ai valori di riferimento.
Lo si fa con la cosidetta HueSat table, che dice ad esempio di spostare la tonalità (nello spazio HSV) di tot a destra, aumentare la saturazione, diminuire la luminosità ecc...

Dopo questo passaggio l'immagine si presenta come nella seconda foto del confronto. E' la più fedele riproduzione della realtà, numericamente però, perché la percezione del contrasto, della saturazione, della tonalità è soggetta a molti effetti dovuti alle condizioni della scena che si sta osservando, ed inoltre il contrasto che può offrire un monitor è di parecchio inferiore a quella di una giornata assolata e quindi (ad una rapida osservazione, con altre immagini ipercontrastate acconto) quell'immagine può sembrare poco fedele.

Per aggiungere contrasto e saturazione all'immagine, che in condizioni di forta luce sono percettivamente maggiorati, si può farlo in post produzione caso per caso e se lo si vuole oppure si può includere nel profilo una curva ed un'altra HueSat table che faccia questo per voi (sempre e comunque però).
DCamProf è in grado di fare una mappatura dei toni molto più gradevole di quella che rendono le tone curve e HueSat table di Adobe. Per maggiori dettagli su cosa fa andate qui: www.ludd.ltu.se/~torger/dcamprof.html#dcamprofs_neutral_tro

Dopo il passaggio sotto la curva tonale e HueSat map di DCamProf l'immagine si presenta come la terza del confronto.


ATTENZIONE: nei successivi post pubblicherò qualche immagine di come si presenta l'immagine elaborata con un profilo Adobe Standard a cui saranno rimosse la ToneCurve e LookTable, quindi le sole modifiche che dovrebbero essere soggettive.
Vi dico già che la matrice per 2850K presente nel profilo della 7D non era perfetta, creando la mia personale la riproduzione dei colori è migliorata. Comunque se non siete interessati in tutto il lavoro che seguirà potreste essere interessati a limitarvi a rimuovere la LookTable dal profilo standard (tramite decompilazione con DCPTool) e sostituire la ToneCurve con una neutrale (facendo questo dovrete sovraesporre di 0,6EV le immagini, che è sempre meglio della "sovraesposizione" che fa la tone curve).

I profili Camera Standard della 7D erano a singolo illuminante (6500K) per cui risultati lontano da tale illuminante sono pessimi. Con il tempo verificherò quelli di altre camera, ma so già che ci sarà chi mi aiuterà!

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(*1) per quello che serve in questa guida partiamo da dei dati che hanno già subito queste elaborazioni:
- decrittazione e decompressione
- linearizzazione (livello del nero e di saturazione del sensore)
- correzione dell'aberrazione cromatica
- demosaicizzaione

(*2) ho dovuto scegliere come presentarvela! Sono dati nello spazio colore della fotocamera, ho scelto di non farvela vedere scura incollando i dati in uno spazio sRGB lineare (in modo che non venisse applicata nessuna curva gamma decodificante) e poi convertirla in sRGB standard per pubblicarla sul web.

RIFERIMENTI:
Specifiche del formato DNG: www.adobe.com/content/dam/Adobe/en/products/photoshop/pdfs/dng_spec_1.
Sito di DCamProf: www.ludd.ltu.se/~torger/dcamprof.html

avatarsenior
inviato il 04 Settembre 2015 ore 17:57

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - GUIDA - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

Il passo 0 è la parte più noiosa, installare i tre programmi che ci serviranno: dcraw, ArgyllCMS, DCamProf.
Non entrerò nello spacifico perché altrimenti la guida diventerebbe lunghissima, magari lo farò o qualcun'altro lo farà nei successivi post.

1) CREARE GLI SCATTI DI RIFERIMENTO:
Questa parte è fondamentale, perché è su queste immagini che si baserà l'intero processo.
Io ho creato tre immagini di riferimento: StdA = 2850K (tungsten), D50 = 5000K (sun) e D65 = 6500K (cloudy).
Utilizzare il 5000K come terzo piede (cioè due profili 2850K-5000K, 5000K-6500K ed eventualmente anche 2850K-6500K (quello di default) ) può produrre benefici.
Occorre prestare attenzione a quattro cose:
- che la temperatura dell'illuminante non si discosti troppo da quella degli illuminanti standard indicati sopra, diciamo non più di 300K, specie per tungsten (guardate in un diagramma di cromaticità come sono disposti e capirete. Come dicevo sopra potete utilizzare la stima di Camera Raw o Lightroom per le temperature)
- che l'illuminazione sia uniforme sulla chart, che non ci siano riflessi (glare) che potrebbero ridurre il contrasto dello scatto (l'illuminante non dovrebbe essere posto perpendicolare alla chart)
- che l'esposizione sia corretta, cioè niente canali clippati né sottoesposizioni che produrrebbero rumore.
Sovraesporre di 0.5 stop dovrebbe essere la scelta migliore (provate ad esporre a +2EV sul cartellino del neutro con misurazione spot ;-))
- che la chart sia in una prospettiva il più possibile perpendicolare e orizzontale rispetto ai bordi, evitate di coprire gli angoli dell'obiettivo se questo vignetta, chiudete il diaframma a qualcosa com f/8 per mitigare il problema.

Gli scatti a 5000K e 6500K sono di facile realizzazione, per il 2850K vi consiglio di prendere una lampada ad incandescenza, aspettare che venga il buio (non usare una stanza buia perché il colore degli oggetti presenti potrebbe produrre dominanti) e posizionare all'esterno la lampadina collegandola ad un'attacco montato su filo estensibile, allontanare la lampadina dalle pareti e comunque posizionarsi in un luogo ampio.
Illuminare la chart posizionandola lontano dalla lampadina per evitare una illuminazione non uniforme e... scattare (potrebbe essere necessaria una esposizione anche di diversi secondi).

Fate una prima verifica dello scatto con Camera Raw per quanto riguarda l'esposizione e la temperatura (una volta neutralizzata la seconda tacca neutra più chiara).
Se l'immagine vi convince elaboratela con dcraw con questi parametri:

dcraw -v -o 0 -4 -r 1 1 1 1 -T nome_file_raw.ext

-v indica modalità verbose
-o 0 indica di non effettuare nessuna conversione di spazio colore.
-4 indica di creare un file a 16 bit senza correzione di gamma.
-r 1 1 1 1 indica che i moltiplicatori per R G B G siano 1.
-T salva in .tiff anziché in .ppm

2) VERIFICARE ED ALLINEARE:
Aprite il file tiff appena creato senza assegnare nessun profilo colore (con PS viene assegnato quello di default, ma ciò non modifica i valori) e verificate che sulla tacca neutra più chiara non ci siano canali clippati, considerate ottimi valori compresi tra 180-220 per il canale G in questa tacca.
Allineare il più perfettamente possibile la chart ai bordi dell'immagine, croppare lasciando visibile la chart compresa degli angoletti perché scanin, che dovrà riconoscere la chart non è molto bravo in questo.
Photoshop lavora a 15 bit, quindi se avete un altro programma di fotoritocco (non Gimp che lavora solo ad 8 bit) usate quello, facendo sempre attenzione a non convertire o manipolare in nessun modo i dati. Salvate ancora in TIFF a 16 bit.

3) ESTRAPOLARE I DATI:
Utilizzaremo scanin, un comando di Argyll, per riconoscere la chart, calcolare i valori medi e le devianze dei valori presenti sulle varie tacche e scrivere un file di output con tali dati più i valori di riferimento per effettuare successivamente la profilazione con DCamProf.

scanin -v -dipn nome_file.tif ColorChecker.cht cc24_ref.cie

-v indica verbose
-d(ipn) indica di creare l'immagine di diagnostica diag.tif con l'immagine in bianco e nero, i quadrati delle patch su cui ha effettuato le rilevazioni e i nomi
C'è chi consigli di usare anche -a per effettuare un riconoscimento soltanto nel verso in cui è presentata la foto e -p per effettuare una correzione di prospettiva. Sempre stata una perdita di tempo per me.

Se il programma vi dice che il rilevamento è andato a buon fine controllate sempre l'immagine diag.tif creata perché mi è capitato di vedere dei riconoscimenti insensati!

ColorChecker.cht è un file che descrive come è fatta fisicamente la chart, per il suo riconoscimento.
cc24_ref.cie è un file in cui sono presenti i dati spettrali delle patch del ColorChecker a 24 patch, creato da Anders Torger utilizzando i dati medi forniti da BabelColor su decine di rilevamenti effttuati.
Il Color Checker Passport ha valori leggermente diversi, ma lo stesso Torger e su Babel color viene di fatto consigliato di considerarli uguali, tanto che a quanto pare nella media ci sono anche rilevazioni del Passport.

Il file .cie che in genere si usa con Argyll contiene valori nello spazio XYZ D50, cioè i valori tristimolo generati da una chart illuminata con un illuminante D50. I dati spettrali invece permettono di generare con esattezza i valori XYZ sotto qualsiasi illuminante anziché simularli e ciò contribuirà a creare un profilo ancora più preciso. Ulteriori dettagli qui: www.ludd.ltu.se/~torger/dcamprof.html#prof_illuminants

Il comando creerà un file .ti3 con i dati descritti sopra.

La questione relativa ai dati spettrali è complessa, perché tira in ballo l'inconsistenza (o meglio la non perfetta consistenza) della percezione visiva, qualora la si voglia simulare! Inizio subito a dire che i dati spettrali aumentano in ogni caso la precisione di stima della temperatura dell'illuminante, sia che si voglia un profilo con modellazione dell'apparenza dei colori sotto diveri illuminanti (CAM, Color Apparence Model) che un profilo con perfetta consistenza dei colori, ovvero come se la scena fosse sempre illuminata da luce diurna D50. Nel prossimo passo entro nel dettaglio.

4) PROFILO A SINGOLO ILLUMINANTE:
Utilizziamo DCamProf per creare il profilo vero e proprio, con le matrici di trasformazione da RGB camera to XYZ D50 e tutto il resto che gli chiederemo.
Questa operazione fatta con altri strumenti, quali il software della X-Rite fornito in corredo con il ColorChecher o con DNG Profile Editor porta a risultati deludenti e fornisce meno flessibilità. Una modifica a mano può richiede inoltre molto tempo mentre con DCamProf il lavoro sarà fatto... in una frazione di secondo e con estrema precisione.

Il programma consente di fare numerose altre cose, per cui io indicherò soltanto ciò che serve a noi:

Per creare il profilo, con matrice di trasformazione, e HueSat table (chiamata LUT da Torger, perché di fatto è una look up table, come viene chiamata anche nei profili ICC):

dcamprof make-profile -i StdA -w all 1.3,1,2,1.5,1 nome_file.ti3 nome_profilo.json
***EDIT*** con la versione 0.10.0 di DCamProf molte cose sono cambiate. L'opzione -w ha cambiato di significato e il range di valori di DE accettabili lo si specifica con l'opzione -l, anche se degli ottimi valori di default per smussare il profilo sono forniti di default.
Il comando che consiglio adesso è, molto più semplicemente:

dcamprof make-profile -i StdA nome_file.ti3 nome_profilo.json

-i indica il tipo di illuminante sotto il quale è stata eseguita la ripresa. StdA per 2850K, D50 per 5000k, D65 per 6500K, altri non dovrebbero servirvene.
***EDIT*** dalla versione 0.10.0 il significato delle opzioni -w e -l è cambiato, ciè che segue è da aggiornare: -w gruppo a,b,c,d,e indica il peso da assegnare a vari fattori durante la generazione del profilo. "all" indica che ciò che segue vale per tutte le patch (qualcuno potrebbe voler perseguire riproduzioni più precise per le pelli, ma il file ti3 andrebbe inserita questa nomenclatura. A me non interessa), "a" indica il massimo valore di DE medio (delta-e medio), cioè di errore medio, che si è disposti ad accettare. Tale errore verrà indicato nelle statistiche alla fine della creazione del profilo. Si potrebbe pensare di inserire 0, ma ciò porterebbe ad una deformazione dello spazio HSL della fotocamera troppo rigido e forzato, e ciò potrebbe creare effetti indesiderati (http://www.ludd.ltu.se/~torger/dcamprof.html#weighting).
"b" indica il peso da dare alle tacche che appartengono al gruppo durante la creazione della matrice. 1 è il default.
"c" è un coefficiente che controlla il peso dell'errore di chiarezza (L*_tacca - L*_riferimento) nella formula del DE. E' un valore che sta al denominatore, quindi aumentandolo si fa diminuire il peso dell'errore di chiarezza. Averlo maggiore di quelli della saturazione e tonalità ha senso perché una differenza di chiarezza è meno percepita come errore.
"d" come sopra, riferito alla saturazione
"e" come sopra, riferito alla tonalità
I valori che ho suggerito sopra hanno avuto senso nel mio caso, siete liberi di sperimentare i vostri.
Ad esempio l'errore medio con la sola matrice per i 6500K era di 1.42, ho indicato che se proprio doveva esserci una modifica dei valori allora l'errore medio non doveva aumentare, per cui ho indicato 1.5.
Non guardate soltanto all'errore medio ma anche all'errore massimo indicato nelle statistiche.
Si potrebbe aggiungere l'opzione -l 0.1,0.1 per rilassare la HueSat table ulteriormente. ***EDIT***


La capacità del nostro sistema visivo di adattarsi a luci di diversa composizione spettrale (adattamento cromatico) ci permette di dire sempre che un foglio di carta è bianco, una banana è gialla ecc... Questa è la componente della nostra percezione si può dire cioè di costanza. L'adattamento cromatico ha bisogno di tempo per avvenire completamente e non deve essere disturbata da luci di altri colori.
C'è una parte di percezione che però non è costante, e ciò è dovuto proprio alla composizione spettrale delle diverse fonti luminose.
Prendiamo ad esempio due set di colori, caldi e freddi: da una parte giallo, arancione, rosso, rosa ecc... dall'altra parte blu, azzurro, celeste, violetto ecc... Supponiamo di selezionare gli oggetti in maniera tale che sotto luce diurna il rosso ci appare luminoso quanto il blu, il giallo quanto il celeste, l'arancione quanto il violetto.
Sotto luce molto calda, in cui la componente che stimola i coni L, saremo sempre in grado di distinguere i colori, ma i colori "caldi" ci appariranno più luminosi e saturi rispetto alle controparti in confronto a come ci apparivano di giorno.
Al crepuscolo, con luce molto fredda, oppure all'ombra, i colori del set "freddo" ci appariranno più luminosi e saturi rispetto alle controparti.

Con DCamProf potete scegliere se simulare o meno questo aspetto di inconsistenza visiva.
Di default ciò viene simulato, mentre se volete un profilo perfettamente consistente, ad esempio per effettuare riproduzioni di opere d'arte, cioè per avere sempre gli stessi valori nelle tacche del color checker sotto diversi illuminanti, potete dirlo al programma con il parametro -C

Profilo consistente:
dcamprof make-profile -i StdA -w all 1.3,1,2,1.5,1 -C nome_file.ti3 nome_profilo.json

Questa opzione non farà altro che trasformare i dati XYZ simulati (grazie ai dati spettrali) sotto illuminante indicato, ad esempio tungsteno, in dati XYZ D50, e quindi creare la matrice e HueSat table in modo da coprire questi valori e non quelli della simulazione effettuata direttamente sotto luce D50.
Il programma simulerà in ogni caso i valori XYZ sotto l'illuminante utilizzato per creare il profilo per creare la matrice ColorMatrix, che viene utilizzata per stimare in seguito la temperatura colore quando andrete a neutralizzare un punto dell'immagine.

5) CREARE IL PROFILO:
Già al passo precedente avremmo potuto creare un profilo .dcp semplicemente cambiando l'estensione del file di output, ma visto che noi vogliamo creare profili a due illuminanti il file .dcp lo creiamo in un successivo passaggio.
Notate che nel passo precedente non abbiamo indicato qual'è l'illuminante, lo faremo adesso per creare il profilo dcp.

Profilo a singolo illuminante:

dcamprof make-dcp -n "Canon EOS 7D" -d "descrizione del profilo" -t linear nome_file.json nome_profilo.dcp

-n indica il nome e modello della fotocamera. E' fondamentale e deve essere esattamente uguale a quello utilizzato da LR o CR se intendete utilizzare il profilo su teli programmi.
-d è la descrizione del profilo, e comparirà nel menù a tendina dei raw converter. Usate ad esempio "Canon EOS 7D 2850K-6500K".
-t indica il tipo di ToneCurve da includere nel profilo. Descritto al passo 6.

Profilo a doppio illuminante:
dovete prima eseguire il passo precedente anche per il secondo illuminante. Fate attenzione ad inserire prima il profilo per l'illuminante a temperatura minore!

dcamprof make-dcp -n "Canon EOS 7D" -d -t linear "descrizione del profilo" profilo_illuminante_1.json profilo_illuminante_2.json profilo_doppio_illuminante.dcp


Avete creato il vostro profilo personale, e se tutto è andato bene dovreste ottenere immagini come la seconda del confronto!

6) TONE MAPPING:
Per tone mapping si intende la modifica soggettiva, per motivi estetici o funzionali, dei valori di chiarezza (quella che in gergo viene chiamata luminosità) presenti in uno scatto fedele.
Ad esempio il color checker ha una fila interamente dedicata ai neutri, con valori di chiarezza che sono: 20, 37, 51, 67, 82 97.
Cioè la seconda tacca più scura, osservata dal vivo, appare all'incirca come due volte più chiara rispetto alla più scura.
La terza tacca più scura appare come la metà più chiara rispetto ad un oggetto che riflette (in maniera diffusa) il 100% della luce incidente, come fa più o meno la tacca più chiara.

Per immagine fedele si intende quindi un'immagine in cui un color checker, abbia dei valori numerici di chiarezza (il canale L* dello spazio colore Lab) che siano esatti. E se il vostro monitor riproduce esattamente la chiarezza in un'immagine fedele del color checker potrete riscontrare gli stessi rapporti di chiarezza visti sopra per le varie tacche.
Se il vostro monitor invece è impostato con molto "sale", contrasto, luminosità, ecc... allora questo aggiungerà il suo sale a quello che metterete voi creando un'immagine non fedele.

Il tone mapping non è una cosa da evitare, anzi! Semplicemente va deciso di volta in volta se, come e quanto applicarne.
Il motivo per cui si è portati ad aumentare il contrasto in un'immagine ritratta in pieno sole, ad esempio, è dovuta al fatto che la scena che osservavate ad occhio nudo aveva un contrasto (rapporto tra l'oggetto più luminoso e quello meno luminoso (non chiarezza) ) di molto superiore al contrasto riproducibile da un monitor.
L'immagine fedele avrà rapporti di chiarezza esatti, ma percettivamente, se nella foto vediamo forti luci e ombre dure, vorremmo vedere più contrasto.
Ciò possiamo farlo, possiamo cioè aumentare il contrasto dell'immagine visualizzata sul monitor, ma ciò non potrà essere fatto se non a discapito delle zone più scure e piu chiare. Come?
Semplicemente rendendo più scure i neri e più chiare le luci!
Ciò aumenterà il contrasto delle zone medie, e l'occhio sarà felice.
Ma questo non è sempre necessario, ad esempio in ritratti di scene con luci morbide e diffuse non lo è, ed un profilo che renda sempre e comunque un'immagine ipercontrastata non è il massimo che si vorrebbe.

L'opzione "-t linear" passata a dcamprof nel passo precedente, serve a creare un tone mapping linere, cioè il profilo dirà al raw converter di non apportare nessuna modifica ai dati lineari nello spazio di lavoro (generalmente ProPhoto con gamma 1).
Teoricamente sarebbe superfluo dirlo, ma se non lo si fa Camera Raw e Lihghtroom applicano una loro curva tonale ad immagini elaborate con profili che non indicano nessuna curva tonale.

Se creerete un profilo con curva tonale lineare le vostre foto saranno sottoesposte di circa 0.6EV.
Il problema non è il profilo, ma il fatto che le moderne fotocamere commerciali sono create allo scopo di seguire sempre e comunque un trattamento che comprenda una curva tonale di questo tipo:




Ricordate che la curva tonale lavora su dati lineari, per cui una curva del genere, invece, equivale ad aumentare di 1 stop l'esposizione:
[IMG]

[/IMG]

La prima curva tonale postata quindi, effettua una sorta di sovraesposizione strana, che evita di clippare le luci.
Per poter subire questo trattamento i dati grezzi devono essere tali che la foto sia leggermente sottoesposta.
Ecco che le vecchie fotocamere esponevano un grigio medio 18%, mentre le moderne fotocamere espongono al 12%.
Per recuperare le possibili luci clippate da questo incremento di 0.6EV digitale potete usare i comandi Luci e Bianchi.

Se preferite il look della terza foto del confronto, con un tone mapping applicato già dal profilo, il che può essere comodo in alcuni casi, il consiglio è di utilizzare il tone mapping offerto da Torger, che è anni luce avanti rispetto al bruto approccio di una semplice tone curve, che oltre a modificare la chiarezza interviene anche sui toni e sulla saturazione.
Torger fa cooperare ToneCurve e LookTable per mitigare gli effetti colorimetrici della curva tonale!
www.ludd.ltu.se/~torger/dcamprof.html#tone_curves

Per avere la curva tonale neutrale di Torger nel vostro profilo utilizzate il paramentro "-t acr".

dcamprof make-dcp -n "Canon EOS 7D" -d -t acr "descrizione del profilo" profilo_illuminante_1.json profilo_illuminante_2.json profilo_doppio_illuminante.dcp

user46920
avatar
inviato il 04 Settembre 2015 ore 19:08

seguo volentieri ;-) (molto interessante)

avatarsenior
inviato il 04 Settembre 2015 ore 19:38

seguo..grazieSorriso

avatarsenior
inviato il 05 Settembre 2015 ore 16:44

Ho aggiunto qualche considerazioni sul tone mapping, sul se e perché farlo. Adesso aggiungo i comandi per DCamProf.

avatarsenior
inviato il 05 Settembre 2015 ore 16:56

Versioni compilate

DCamProf

x windows
app.box.com/s/l1ci6j8ybh9t438fnkhlbqwdr9ooxnaq

x osx
s3.amazonaws.com/IliahBorg/dcamprof.0.9.5.zip

.............................................................................
Dcraw

x windows
www.centrostudiprogressofotografico.it/download/dcraw-9.26-ms-32-bit.z

avatarsenior
inviato il 05 Settembre 2015 ore 17:16

Grandioso! Il fatto di dover usare Linux o Mac era una limitazione per molti, credo!

Andyv, hai avuto qualche approccio?

Anche oggi devo andare, spero di vedere qualche vostra immagine, perché parlando di fotografia penso che valgano più di 1000 parole.

avatarsenior
inviato il 05 Settembre 2015 ore 17:32

Devo decidermi ad acquistare il ColorChecker Passport...MrGreen

avatarjunior
inviato il 05 Settembre 2015 ore 21:32

Finalmente un approccio al colore fatto di numeri e non di sensazioni!

avatarsenior
inviato il 05 Settembre 2015 ore 23:34

Seguo con immenso interesse...

avatarsenior
inviato il 06 Settembre 2015 ore 2:55

Un confronto nel ritratto:










L'ultima immagine è creata a partire dalla seconda aggiungendo una curva al canale L* con soli due punti: 12->8 per scurire il vestito della mia fidanzata ed aggiungere contrasto e 50->50 (che nel frattempo con il primo punto era sceso) per ridare "luminosità" alla foto. Ho aggiunto saturazione sempre in Lab, mitigando l'effetto sui neri e le luci tramite maschera di contrasto.

Si può notare che nella versione di Adobe (con tutti gli slides a zero, quindi si sarebbe potuto mitigare l'effetto di default!!!), il contrasto è eccessivo, ha scurito eccessivamente i neri e tolto dettaglio e saturazione dalle zone più illuminate della pelle, mentre quelle più scure sono ipersature. Il tipico effetto di una curva di contrasto applicata in RGB.
In Lab si può lavorare selettivamente sulla chiarezza e sul colore, ma questo è tutta un'altra storia :)

avatarjunior
inviato il 06 Settembre 2015 ore 8:06

Molto interessante. Sarebbe anche interessante avere, tanto per confronto, un'immagine dei pomodori e magari anche delle regazze, ottenuta tramite elaborazione del software del Colorchecker.

avatarsenior
inviato il 06 Settembre 2015 ore 12:05

Avevo uno scatto del ColorChecker sotto una luce di circa 5400K, l'ho elaborata con quattro profili diversi: Canon EOS 7D Adobe Standard, DCamProf consistente con neutral tone mapping, Canon EOS 7D Adobe Standard a cui ho rimosso tone curve e look table, DCamProf consistente solo matrici e HueSat table. Ho fatto un confronto visivo.

Confronto visivo delle differenze di chiarezza e colore:




Confronto delle differenze di solo colore:




Si vede che il problema del profilo adobe è proprio la curva tonale.
La curva tonale di Torger ha lo stesso effetto ma non incide così tanto sulla saturazione, perché utilizza la look table per annullare in parte le variazioni di tonalità e saturazione che la tone curve apporta.

Le matrici del profilo standard sono ottime, il che suggerisce che se non si hanno gli strumenti per creare un proprio profilo (consistente o inconsistente) si può modificare il profilo standard rimuovendo tone curve e look table e sostituirle con una curva tonale lineare oppure con il neutral tone mapping di Torger (https://drive.google.com/file/d/0B1YPIKLxSTRzWlY0Z3VFRlJMTWM/view?usp=sharing).

Il profilo creato con DCamProf potrebbe anche correggere totalmente gli "errori" di riproduzione, cioè le differenze di colore e chiarezza tra la chart fotografata ed i valori di riferimento, ma ciò è sconsigliato dal momento che i valori di riferimento sono dei valori medi tre decine di chart, e a quanto pare in commercio (indipendentemente dal formato) esistono esemplari con diferse composizioni dei pigmenti delle patch (fonte: Babelcolor) e quindi non si è certi rispetto a quali valori correggere a meno che non si possieda uno spettrofotometro con cui rilevare il proprio esemplare di chart.
Inoltre la chart copre soltanto una piccola parte del volume dei colori riproducibili, ed uno "stress" eccessivo al volume HueSatValue potrebbe creare effetti indesiderati.
Comunque nulla vieta di variare i pesi durante la creazione del profilo; DCamProf offrirà instantaneamente una statistica del nuovo profilo.


@Tomcat: come si nota da questo test, le differenze maggiori sono dovute al tone mapping incluso nel profilo, e il software della X-Rite fornito con il color checker non permette di eliminare la curva tonale, mentre invece lo si può fare con il software della Adobe, selezionando nell'apposito tab una curva lineare.

La differenza tra i due software è poi il fatto che il primo crea profili senza forward matrix, ma solo con ColorMatrix, che sono le matrici di traduzione da RGB_camera a XYZ_illuminante, cioè quelle che vengono utilizzate per stimare la temperatura, che invertita e applicatigli i moltiplicatori può essere usata come forward matrix.
Il secondo crea profili con forward matrix, ma che sono sempre quelle del profilo di base selezionato, e il profilo è sempre per gli illuminanti StdA e D65, mentre con il primo puoi creare profili anche per altri illuminanti.

avatarsenior
inviato il 06 Settembre 2015 ore 12:51

Profili Adobe non-Standard Sorriso con tone mapping by Torger e lineari:

Canon EOS 550D - Neutral tone mapping
drive.google.com/file/d/0B1YPIKLxSTRzSDJrQ2VRTWFiQmM/view?usp=sharing<
Canon EOS 550D - Linear
drive.google.com/file/d/0B1YPIKLxSTRzYVV2TEFPbUs3UEU/view?usp=sharing<

Canon EOS 5D Mark II - Neutral tone mapping
drive.google.com/file/d/0B1YPIKLxSTRzMGlLS2dQeVNKeVk/view?usp=sharing<
Canon EOS 5D Mark II - Linear
drive.google.com/file/d/0B1YPIKLxSTRzOWFwUDBWbkFDTkk/view?usp=sharing<

Canon EOS 5D Mark III - Neutral tone mapping
drive.google.com/file/d/0B1YPIKLxSTRzcXdSUVVzU3BPbms/view?usp=sharing<
Canon EOS 5D Mark III - Linear
drive.google.com/file/d/0B1YPIKLxSTRzS1BUQmhDbVpMaTg/view?usp=sharing<

Canon EOS 5DS R - Neutral tone mapping
drive.google.com/file/d/0B1YPIKLxSTRzS1BsTmoxSHVRNjg/view?usp=sharing<

Canon EOS 7D - Linear Color apparence
drive.google.com/file/d/0B1YPIKLxSTRzRnFOMUFaZzlCUzA/view?usp=sharing<
Canon EOS 7D - Neutral tone mapping Color apparence
drive.google.com/file/d/0B1YPIKLxSTRzZjdES1JFd2M3bnc/view?usp=sharing<
Canon EOS 7D - Linear Color constancy
drive.google.com/file/d/0B1YPIKLxSTRzdmdsWFBYT3hMblE/view?usp=sharing<
Canon EOS 7D - Neutral tone mapping Color constancy
drive.google.com/file/d/0B1YPIKLxSTRzNHpnc2FFa2JhS1U/view?usp=sharing<


Nikon D750 - Neutral tone mapping
drive.google.com/file/d/0B1YPIKLxSTRzM0sxN19nUVpTaDA/view?usp=sharing<
Nikon D750 - Linear
drive.google.com/file/d/0B1YPIKLxSTRzYXV4WjdENEZkY2c/view?usp=sharing<

Nikon D800 - Neutral tone mapping
drive.google.com/file/d/0B1YPIKLxSTRzU3phTldCT3l6dDA/view?usp=sharing<
Nikon D800 - Linear
drive.google.com/file/d/0B1YPIKLxSTRzZVFqSTROcDlXSGc/view?usp=sharing<

Sony ILCE-7RM2 - Neutral tone mapping
drive.google.com/file/d/0B1YPIKLxSTRzNm9UZUtGXzYwUEE/view?usp=sharing<

user46920
avatar
inviato il 06 Settembre 2015 ore 14:49

Sono impossibilitato a fare prove perché al momento uso un windo inclassificabile (è giusto sufficiente per scrivere qualche messaggio qui ;-)), ma dal monitor che ho "tarato" ad occhio (e quindi che è anche lui inclassificabile, nonostante tiene conto di tutta la mia esperienza applicatagli nell'unica maniara possibile), posso dire di vedere i risultati con Adobe Standard, come extra-saturi e dinamicamente compressi, con un contrasto apparentemente eccessivo ... però di contro vedo i risultati col Personalizzato Fedele o col Profilo Neutrale, come leggermente hi-key o con contrasto insufficiente: i colori sono o appaiono sicuramente più naturali, ma nel complesso, obbiettivamente, perdono, insieme alla "dinamica", l'effetto reale ... divenendo leggermente insaturi.

Mi chiedo, visto che hai sicuramente un monitor calibrato e profilato, è lo stesso che vedi tu o no ???

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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