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Dopo lo tsunami: una scala di valori







avatarsenior
inviato il 27 Agosto 2015 ore 16:46

Inutile negarlo, le acque placide di un forum che ha per colonne portanti la taumaturgia del "mi piace", l'autoreferenzialità social delle "catene di amici" e l'onanismo ipertecnologico, sono state sconvolte da una bufera di dimensioni sconosciute da anni. Il fotografo più irriverente e, per suo stesso dire, più antipatico d'Italia, ha imperversato per un paio di giorni lasciandosi alle spalle una scia di "credo" irrisi e molti nervi scoperti.
È ora tempo di ritrovare le fila e, soprattutto, di tentare di ricostruirci meglio di prima.
Inutile quindi perdere tempo a stigmatizzare o esaltare certi aspetti della bufera che, come tale, non poteva che essere irrispettosa e creare disordine.
Ha però messo a nudo una debolezza "strutturale" che, a consuntivo, ritengo sia ora utile individuare per cercarvi rimedio.
Senza perderci in puntualizzazioni sulla singola frase, sul modo di esprimersi, che ci porterebbero solo ad altre inutili polemiche, penso sia più opportuno concentrarci sui concetti stessi.
Benedusi, vorrei che fosse chiaro per tutti, nel suo primo intervento ha solo espresso delle ovvietà.
Fossero intervenuti (magari!) anche Scianna, Berengo Gardin, Fontana o qualunque critico affermato, avrebbero detto (in modi diversi, d'accordo) più o meno le stesse cose.
Mi scuso anche per l'immodestia, ma quegli stessi concetti sono stati oggetto di centinaia di miei scritti sul forum che curiosamente (per limiti miei, immagino) non hanno mai dato il via a tanti proclami di "illuminazione".
Ovvietà, dicevo dunque, che però qui, pur al netto della prosa, spesso provocatoria, di Benedusi, hanno sortito da parte di molti, una levata di scudi in difesa di una di quelle debolezze strutturali cui accennavo sopra. Debolezza che si estrinseca attraverso certe dinamiche da forum (tutti i forum) che impediscono, specie per i neofiti, la costruzione di una coerente scala di valori.
E un'accettabile scala di valori non può prescindere dal collocare nel suo gradino più alto la fotografia che si fonda, con tutti i distinguo del caso, sui concetti espressi "ruvidamente" da Benedusi.
Prenderne coscienza richiede, inevitabilmente, studio, applicazione, cultura. Fermarsi al "perché piace a me" è distruggere la scala di valori anziché costruirla, significa rischiare di mettere sullo stesso piano Al Bano e Mozart.
È anche vero che il mondo della fotografia è talmente vasto e variegato che accomunare generi e finalità diverse con metro di giudizio univoco è sempre una forzatura.
Stroncare, utilizzando i parametri più alti, chi di fotografia campa con lavori di stock, matrimoni e quant'altro è perciò troppo facile ed è un'operazione irrispettosa della dignità di chi svolge un lavoro comunque utile alla comunità. Questi fotografi sanno di dover trovare, ogni giorno, un difficile equilibrio tra creatività e compromesso e nessuno di loro, mi pare, ha qui preteso di andare oltre questa consapevolezza.
Pretesa che invece ha animato, più o meno esplicitamente, molti interventi di semplici appassionati vistisi attaccati sul terreno dei loro "credo". "Credo" molto spesso basati solo su un'erronea interpretazione della scala di valori: si entra in un forum fotografico, si ricevono consensi, centinaia di "mi piace", ed il pericolo è quello, per fare un esempio banale, di sentirsi Uto Ughi solo per aver ricevuto l'applauso dopo aver strimpellato qualcosa alla chitarra tra amici e parenti stretti.
Di converso altri, ed è singolare, pur confessando un approccio disimpegnato con la fotografia, si sono sentiti in dovere di rispondere stizziti a chi li inquadrava nella categoria della quale essi stessi rivendicavano, a gran voce, l'appartenenza.
A mio giudizio, molto semplicemente, se vogliamo evitare scontri e polemiche inutili è necessario attribuire pari legittimità e dignità a qualunque approccio con la fotografia, anche il più disimpegnato, a patto di tenere bene in mente che per trovare la nostra (e l'altrui) collocazione, sia nel discutere che nel fotografare, dobbiamo, come minimo, accettarne la scala di valori. Dunque un bel bagno di modestia e di realismo nel quale mischiare e "misurare" le nostre capacità, impegno ed ambizioni.
Chi è contento di quello che fa continui a farlo, fosse anche la foto della pizza mangiata la sera prima. E con tutte le variabili intermedie.
Per chi invece desidera mettersi in gioco ed intraprendere un percorso di maggior impegno, la notizia brutta è che la "medicina" Benedusi, con tutti i distinguo e le eccezioni che volete, è indispensabile. Non esistono scorciatoie allo studio, all'impegno, alla cultura. La "medicina" non ci darà mai la certezza di riuscire a calcare le orme di Berengo Gardin o di HCB ma farne a meno, con buona possibilità, ci impedirà in ogni caso di diventarlo.
La consapevolezza della scala di valori rende infine inutili le contrapposizioni tra social, disimpegnati ed impegnati semplicemente perché le battaglie non hanno più senso se ciascuno occupa un posto coerente con il suo approccio con la fotografia. Se poi, legittimamente, si desidera salire nella scala, credo sia più utile ascoltare ed imparare (con senso critico, certamente) più che cercare, come molti fanno qui, di riportare tutti un gradino indietro.








avatarsupporter
inviato il 27 Agosto 2015 ore 17:03

Franco, normalmente ti rimprovero per gli scritti troppo lunghi, stavolta invece questo ci voleva...tutto.
Una lettura attenta ed equlibrata di quanto si è visto sul forum negli ultimi giorni e spero un punto d'inizio da cui incominciare ad andare oltre alla semplice presa d'atto.

avatarsenior
inviato il 27 Agosto 2015 ore 17:19

Direi un analisi condivisibile, riassumendo (adoro sintetizzare) talento + cultura = eccellenza (in ogni campo) ;-)

avatarsenior
inviato il 27 Agosto 2015 ore 17:52

Vi dirò, per quel poco che ho seguito io della vicenda mi è parso di leggere davvero delle ovvietà a cui tuttavia non è stato dato alcun " so what ".

Franco, non sarà la tua analisi né tanto meno qualche intervento lapalissiano di Benedusi a smuovere il bisogno di cultura nelle persone. Quella spinta deve venire in modo naturale, credo.. ;-)

avatarsenior
inviato il 27 Agosto 2015 ore 18:07

Invece è proprio tramite gli interventi duri e crudi che si può smuovere il bisogno culturale delle persone, gli interventi dei giorni scorsi hanno smosso tanto e ne sono la prova la multidudine di interventi che hanno messo a nudo il cambiamento di molti.

Le ovvietà che dici che sono state dette in questo forum non lo sono per nulla ovvie, basta girare per le gallerie proposte e giardare quante copie delle medesime foto che si trovano in giro .

avatarsenior
inviato il 27 Agosto 2015 ore 18:26

Quella spinta deve venire in modo naturale, credo..


Togli pure il credo caro maurizio.
Non a caso il detto dice, il maestro arriva quando l'allievo è pronto. Nel senso che è lo spirito dell'allievo il propulsore di crescita tramite l'aspirazione. Il maestro indica la via.
Ovvio che imporre una via ad minchiam alla massa, serve come una scoreggia nel vento.
Lo so lo so, scusa jero il tono, hai aperto un topic rispettoso e costruttivo, non voglio aizzare le solite merdate.
Anzi, spero che per il ricercatore sincero questo topic sia frutto di crescita e ispirazione, studio e integrazione personale.

Ho una domanda per te jero: cosa ti spinge in questa ricerca? Qual'è la base dietro l'intento di imparare e migliorare la produzione/creazione di una fotografia? Grazie ancora per l'ottimo thread e per la tua onestà intellettuale.

Zen

user16612
avatar
inviato il 27 Agosto 2015 ore 18:40

si può smuovere il bisogno culturale delle persone

Seguo con interesse e senza alcun fine polemico mi chiedo: ma chi decide chi ha bisogno di cultura? chi decide chi deve essere acculturato? come si può pensare di imporlo?
Capisco chi intende proporlo, come un bisogno comunicativo. Ma l'imposizione immotivata genera sempre mostri.

avatarsenior
inviato il 27 Agosto 2015 ore 18:43

Per chi invece desidera mettersi in gioco ed intraprendere un percorso di maggior impegno, la notizia brutta è che la "medicina" Benedusi, con tutti i distinguo e le eccezioni che volete, è indispensabile. Non esistono scorciatoie allo studio, all'impegno, alla cultura. La "medicina" non ci darà mai la certezza di riuscire a calcare le orme di Berengo Gardin o di HCB ma farne a meno, con buona possibilità, ci impedirà in ogni caso di diventarlo.


Aggiungo:

la "medicina" non ci darà mai la certezza di riuscire a calcare le orme di Berengo Gardin o di HCB, ma molto probabilmente ci insegnerà a guardare le opere di Berengo Gardin o di HCB capendone qualcosa di più.

E questa è una spirale discendente negli inferi della conoscenza.... non si può guardare The Americans di Robert Frank senza porsi degli interrogativi sociali, e da qui contestualizzarli in un'epoca, e da qui.. e da qui.. e da qui..

avatarsenior
inviato il 27 Agosto 2015 ore 19:31

ma chi decide chi ha bisogno di cultura? chi decide chi deve essere acculturato? come si può pensare di imporlo?

Io non la vedrei come un'imposizione ma come una spinta che deve venire da dentro e un piacere. La stessa spinta e lo stesso piacere che possono portarci a studiare uno strumento, scrivere... Insomma approfondire una propria passione e acquisire gli strumenti critici necessari per apprezzarne anche le massime espressioni.

avatarsenior
inviato il 27 Agosto 2015 ore 20:31

A mio giudizio, molto semplicemente, se vogliamo evitare scontri e polemiche inutili è necessario attribuire pari legittimità e dignità a qualunque approccio con la fotografia, anche il più disimpegnato, a patto di tenere bene in mente che per trovare la nostra (e l'altrui) collocazione, sia nel discutere che nel fotografare, dobbiamo, come minimo, accettarne la scala di valori. Dunque un bel bagno di modestia e di realismo nel quale mischiare e "misurare" le nostre capacità, impegno ed ambizioni.
Chi è contento di quello che fa continui a farlo, fosse anche la foto della pizza mangiata la sera prima. E con tutte le variabili intermedie.


Hai espresso talmente bene quello che avrei voluto dire, che posso solo quotarti, anche per il resto. Aggiungo solo che, l'italiano, purtroppo, è una lingua che facilmente si presta a fraintendimenti, ognuno capisce quello che vuole, non cosa c'è realmente scritto, i più estrapolano una frase e la usano come un piede di porco per scardinare i concetti espressi da chi lo ha preceduto; si sprecano le citazioni di personaggi famosi, elaborarle con la propria testa masticarle e digerirle, dimostrando cosa si è capito, a parer mio, sarebbe meglio. Benedusi, come hai giustamente scritto, ha detto delle ovvietà, avrei preferito Scianna o Fontana, di cui preferisco l'approccio nei confronti degli altri.

Ciao
Luca

avatarsenior
inviato il 27 Agosto 2015 ore 20:55

Mi sono trovato ad amministrare per circa due anni un forum di aviazione, di cui sono grande appassionato, ma ovviamente non professionista, e i problemi erano sempre gli stessi, c'era il bimbominkia con centinaia di ore di flight simulator che tentava di spiegare come si pilota un aereo a comandanti con più di 15.000 ore di volo all'attivo.

Il problema credo sia soprattutto umano, appena si inizia a capire qualcosa, ci si sente arrivati, poi se c'è la voglia di apprendere veramente, più si studia e più ci si convince di non sapere.
Questo preambolo per arrivare a dire che Benedusi ha fondamentalmente ragione (la scoperta dell'acqua calda), ma il suo discorso, come la varie discussioni iniziate da Franco valgono se e solo se chi legge ha già dentro se, per carattere o per formazione lo spirito e la motivazione ad andare avanti.

Una buona parte dei fotoamatori ha il mezzo con cui scatta come fine, li paragono a certi collezionisti di automobili, che poi le tengono in garage invece che usarle e fare viaggi. Se la mentalità è quella si può raccontare, provare a spiegare, ma il loro divertimento sarà lucidare le cromature e non capiranno mai cosa vuol dire viaggiare.

Molti altri appassionati sono collezionisti di immagini, che di specie animali, chi di aerei, chi di gnocca. Ogni foto ad un soggetto nuovo è un trofeo da aggiungere in bacheca. Questa è una questione di mentalità, se piace così è giusto che ognuno faccia quello che vuole e che lo appaga. (magari senza dare del × a chi vuole andare oltre e approfondire)

Le discussioni come questa e le precedenti hanno bisogno di un seme già presente nel sentire dell'interlocutore per poter attecchire, ed è per questo che non hanno un successo rivoluzionario come ci si potrebbe aspettare. Ognuno ha le sue ambizioni e dovrebbe vivere per perseguire la sua felicità, non quella degli altri. Se poi a forza di battere sul chiodo si riesce a penetrare più in profondità è un gran successo e il forum non può far altro che guadagnarci.

ps.
Ci sarebbe anche da valutare l'operato commerciale da quello personale di chi campa con la fotografia perché il mercato è spesso standardizzato e richiede immagini che lasciano poco spazio a creatività e ricerca.

avatarjunior
inviato il 27 Agosto 2015 ore 22:06

Jeronim, da quello che ho capito (potrei anche sbagliarmi!), invita ad andare oltre il personaggio Benedusi e a cogliere la palla al balzo per ulteriori spunti - mi scuso per l'estrema sintesi -. Per questo dicevo nell'altra discussione che B. ha portato la "luce". Per quel che mi riguarda ho (ap-)preso ciò che volevo prendere.
Io porrei un quesito che forse va un po' fuori dei binari della discussione in oggetto: esiste ancora la figura del fotografo-intellettuale?

avatarsenior
inviato il 27 Agosto 2015 ore 23:04

Una buona parte dei fotoamatori ha il mezzo con cui scatta come fine, li paragono a certi collezionisti di automobili, che poi le tengono in garage invece che usarle e fare viaggi. Se la mentalità è quella si può raccontare, provare a spiegare, ma il loro divertimento sarà lucidare le cromature e non capiranno mai cosa vuol dire viaggiare.

Molti altri appassionati sono collezionisti di immagini, che di specie animali, chi di aerei, chi di gnocca. Ogni foto ad un soggetto nuovo è un trofeo da aggiungere in bacheca. Questa è una questione di mentalità, se piace così è giusto che ognuno faccia quello che vuole e che lo appaga. (magari senza dare del × a chi vuole andare oltre e approfondire)

Le discussioni come questa e le precedenti hanno bisogno di un seme già presente nel sentire dell'interlocutore per poter attecchire, ed è per questo che non hanno un successo rivoluzionario come ci si potrebbe aspettare. Ognuno ha le sue ambizioni e dovrebbe vivere per perseguire la sua felicità, non quella degli altri. Se poi a forza di battere sul chiodo si riesce a penetrare più in profondità è un gran successo e il forum non può far altro che guadagnarci.


Non aggiungerei nulla: davvero condivisibile, secondo me. Sorriso

avatarsenior
inviato il 27 Agosto 2015 ore 23:10

A volte ci si interroga sul futuro della fotografia,se tutti fotografano tutto mettendo dopo poco le immagini in rete,qual è il senso e quale sara' il futuro?Trasferirsi in islanda?Si pensa che la propria foto sia speciale", e possa ricordare le piu' apprezzate che ricevono tanti elogi,poi un giorno qualcuno viene a dirti che forse,forse, non è esattamente cosi'...
La fotografia è anche osservazione riflessione rivedendo la scena sia apprezzeno i particolari ,ma nel caso andasse persa la motivazione primaria dello scatto,puo' sempre puo' nascere un dibattito.Le ampie vedute si accorciano e la posizione appare un un filino dogmatica.Vedo un concorso con valanghe di foto e al primo posto c'era proprio il gatto.
Dopo sette settimi posti "agghiacciante"!

avatarsenior
inviato il 28 Agosto 2015 ore 0:27

Ma se Benedusi ha detto cose ovvie (come mi pare molti sostengano), perchè tutto questo putiferio?

Ma se Jeronim queste cose (ovvie) le dice da anni, come mai non è riuscito a creare questo putiferio?

Perchè Benedusi è famoso e Jeronim lo è molto meno?

Secondo me no.

Avete presente un bimbo di 3 anni un po' annoiato che deve mangiare?

"Su piccolino, mangia la pappa dai...." E lui nulla, che gliene frega

Poi arriva Benedusi

"Uè, cocco di mamma, vedi di mangiare questa pasta perchè fino a stasera, ti prometto che non ti do più nemmeno un tozzo di pane e se hai fame ti arrangi!!!"

Ecco la differenza.

La cosa triste è che il putiferio si è creato per i modi di Benedusi e non per i suoi contenuti.

L'altra cosa triste è che tutti volevano farsi sottoporre le proprie foto e volevano da lui la ricetta per migliorarle.

Questo è semplicemente recepire in maniera disambigua le informazioni che c'erano, erano tutte lì, presenti e forti, sbattute in faccia....

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