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Pentax exit pupil distance


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avatarjunior
inviato il 26 Febbraio 2019 ore 22:49

Ho fatto delle misure su ottiche Pentax che forse potrebbero interessare a qualcuno.
Si dice spesso che i grandangolari vintage non si addicono molto ai sensori digitali.
Questo è causato dalla considerevole inclinazione con la quale il sensore viene illuminato, ma dire che questo dipende sempre e solo dalla lunghezza focale è piuttosto approssimativo, se non a volte errato.
In realtà dipende dalla distanza dal sensore della pupilla di uscita dell'obiettivo.
Se da una parte è vero che generalmente questa distanza diminuisce al ridursi della focale dell'obiettivo, è anche vero che dipende molto dallo schema ottico della lente.
Vi riporto i valori che ho misurato su alcune ottiche Pentax, dalle quali si vede che alcuni obiettivi, anche molto corti, creano in realtà meno problemi di focali medie.

Pentax K 18mm f3.5 60mm
Pentax K 20mm f4 55mm
Pentax K 24mm f2.8 50mm
Pentax K 28mm f3.5 shift 67mm
Pentax K 28mm f3.5 42mm
Pentax A 28mm f2.8 56mm
Pentax M 35mm f2 60mm
Pentax M 50mm f1.4 72mm
Pentax K 85mm f1.8 71mm
Pentax A 100mm f2.8 70mm
Pentax K 135mm f2.5 76mm
Pentax M 200mm f4 84mm
Pentax K 200mm f2.5 98mm

Per esempio il 18mm (pupilla 60mm) illumina il sensore molto meglio del 28mm f3.5 (pupilla 42mm).

E se guardate qui:
www.chr-breitkopf.de/photo/exit_pupil.html#other
vedete che casi analoghi ci sono anche in casa Nikon, dove Nikkor 3.5/18 AI-S si comporta meglio del Nikkor 1.8/50 AI.

In casa Zeiss, i Biogon hanno distanze della pupilla di uscita di circa 28mm (cortissime), mentre le stesse focali Distagon sono sui 55mm, molto ma molto meglio.

Ciascuno ne tragga le considerazioni che vuole, ma dire che un obiettivo vintage produce sicuramente risultati scadenti perchè è grandangolare non è sempre vero.

Per dovere di cronaca considerate che le mie misure possono essere affete da un errore di circa 1 mm

avatarsenior
inviato il 27 Febbraio 2019 ore 0:14

Interessante, proprio in questo periodo mi stavo documentando su questo.
Il problema nasce dal fatto che i sensori digitali hanno un vetro (filtro) anteriore piuttosto spesso, sui Sony è 2mm.
E' questo che causa problemi ai raggi non perpendicolari.
Per le ottiche, quelle che danno i problemi più evidenti sono quelle per sistemi a tiraggio corto tipo i Leica M o Contax G, che hanno appunto pupilla di uscita con distanza breve.

Anche lensrental ha fatto misure su questo argomento e ha concluso che il dedadimento ai bordi inizia con distanze pupilla di uscita-sensore minori di circa 70-90mm, diventa evidente sotto i 50mm.

Pensa che c'è una azienda americana che si occupa di sostituire il vetro anteriore del sensore con altro sottilissimo proprio per usare ottiche a cortissima pupilla di uscita senza problemi ai bordi.

phillipreeve.net/blog/review-kolari-ultra-thin-sensor-stack-modificati

avatarjunior
inviato il 27 Febbraio 2019 ore 7:12

Infatti ho voluto quantificare il problema proprio dopo aver letto questo articolo nel quale viene spiegato il fenomeno
www.lensrentals.com/blog/2014/06/sensor-stack-thickness-when-does-it-m
Ci sono arrivato perchè vorrei convertire la mia 5D all'infrarosso.
Appena ho tempo dovrei rimuovere il pacchetto di filtri della mia 5D per sostituirlo con un IR da 720 nm.
Sarebbe interessante, dopo aver rimosso tutto, non mettere niente per vedere la differenza.
Ma poi dovrei rismontarla di nuovo per mettere il filtro IR e soprattutto mi troverei il sensore impolverato da pulire ...

Comunque, fra le ottiche Pentax si possono scegliere grandangolari con pupille di uscita dai 55mm in su, che non è male.
E la mia K1 II potrebbe anche avere un filtro sul CCD sottile, visto che è priva di filtro AA.
Ma non sono riuscito a trovarne lo spessore.
Comunque a me interessava più che altro capire il fenomeno e conoscere meglio le ottiche Pentax.
Non mi faccio nessunissimo problema ad usarle tutte.

avatarsenior
inviato il 27 Febbraio 2019 ore 8:12

Il fascio di luce non è detto che esca da tutta la superficie della lente posteriore. Le pupille (entrata e uscita) non corrispondono alle dimensioni delle lenti (anteriore e posteriore).
Aggiungo:
L'apertura del diaframma incide molto sulla inclinazione dei raggi e che dipende moltissimo dallo schema ottico rapportato con certi sensori, anche se il rapporto dimensione lente-distanza sensore potrebbe far scattare qualche segnale d'allarme nel utilizzo di vecchie ottiche studiate per la pellicola.
Sempre da ricordare che con la modifica del filtro il tiraggio non corrisponderà più e sarà da tarare anche l'AF

avatarjunior
inviato il 27 Febbraio 2019 ore 10:36

Le pupille (entrata e uscita) non corrispondono alle dimensioni delle lenti (anteriore e posteriore)

Giustissimo, ma non avevamo parlato del diametro della lente ...

L'apertura del diaframma incide molto sulla inclinazione dei raggi

Questo non mi è chiaro ... perché la distanza della pupilla di uscita di un'ottica fissa è costante al variare dell'apertura del diaframma. Dipende da quanto è telecentrico lo schema ottico.
Non dubito che sia vero, ma sarebbe interessante che ci spieghi il perché.
Chiudere il diaframma dovrebbe comportare l'arrivo al CCD di un'intensità luminosa inferiore, ma perchè i raggi dovrebbero cambiare inclinazione?

Sempre da ricordare che con la modifica del filtro il tiraggio non corrisponderà più e sarà da tarare anche l'AF

Giustissimo, non oserei sostituire il pacchetto dei filtri con uno più sottile, perché non deve cambiare lo spessore (ottico) equivalente. Ovvero il nuovo filtro, più sottile, dovrebbe avere un indice di rifrazione tale da mantenere lo spessore equivalente che avrebbe avuto il filtro originale con indice di rifrazione di 1.52
E la cosa mi pare alquanto difficile da fare ...
Oltretutto tarare l'AF potrebbe comunque non permetterti di mettere a fuoco all'infinito se il tiraggio per qualche ragione dovesse diminuire.
Nel caso della mia modifica per fotografie IR non mi preoccupo di usare l'AF, perchè troverò nella ghiera della messa a fuoco la posizione di riferimento spostata.
E il tiraggio mi aumenta quindi non perdo la messa a fuoco all'infinito.
E soprattutto non pretendo risultati eccezionali ;-)

user170878
avatar
inviato il 27 Febbraio 2019 ore 10:52

" L'apertura del diaframma incide molto sulla inclinazione dei raggi"
Questo non mi è chiaro ... perché la distanza della pupilla di uscita di un'ottica fissa è costante al variare dell'apertura del diaframma. Dipende da quanto è telecentrico lo schema ottico.
Non dubito che sia vero, ma sarebbe interessante che ci spieghi il perché.
Chiudere il diaframma dovrebbe comportare l'arrivo al CCD di un'intensità luminosa inferiore, ma perchè i raggi dovrebbero cambiare inclinazione?

L'apertura del diaframma modifica sempre il diametro e la posizione delle pupille (sia d'entrata che d'uscita). Basta sapere cosa sia la pupilla di un sistema ottico e si capisce perfettamente poiché è insito nella definizione :). Per la pupilla d'entrata, oltretutto dipende anche dalla distanza del piano oggetto dal gruppo ottico, mentre la pupilla d'uscita, ovviamente, rimane fissa al variare della distanza di maf.
Poi per quanto riguarda la telecentricità della proiezione posteriore del sistema, essa è sempre e solo un'approssimazione poiché la pupilla d'uscita non risulta mai essere davvero a infinito sul piano oggetto, anche se a certe aperture, coincidenti a rapporti focali molto alti, (appunto) tale approssimazione risulta essere abbastanza veritiera ai fini pratici ;). Saluti :)

avatarsenior
inviato il 27 Febbraio 2019 ore 11:09

Non dubito che sia vero, ma sarebbe interessante che ci spieghi il perché.

Cerco di spiegarmi.
Ogni punto luce viene proiettato sul sensore attraverso un cono di luce (se fuori fuoco vuol dire che la punta del cono non corrisponde esattamente alla superficie del sensore).
Ogni preciso diaframma corrisponde a un preciso angolo del cono, con più è luminoso con più l'angolo è ampio. Per esempio se abbiamo un obiettivo 1.4 (non importa che focale sia) arriverà un cono di luce con ampiezza di 41° circa (i raggi esterni del cono arrivano con un inclinazione di 69.5° rispetto il sensore). Un F/2 da 30° (inclinazione massima 75° rispetto il sensore) ecc.
Tutto questo al centro ma se si va ai bordi si aggiunge anche l'inclinazione della proiezione geometrica. Quindi se geometricamente la proiezione arriva con un angolo di 10°, i raggi con maggiore inclinazione a f/1.4 sarà di 59.5° (90-20.5-10) e a f/2 sarà di 65° (90-15-10)...tralasciando il fattore vignettatura ovviamente

avatarjunior
inviato il 27 Febbraio 2019 ore 11:58

Grazie, siete stati chiari.
In effetti non ci avevo pensato, quanto più il diaframma è chiuso tanto più i due raggi opposti che arrivano su un punto ai lati del sensore lo illuminano con angoli simili.
Il raggio che prima arrivava più perpendicolare peggiora l'angolo di incidenza e quello che arrivava più inclinato lo migliora.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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