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Censimento fotografia analogica


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avatarjunior
inviato il 13 Dicembre 2014 ore 17:34

Io sono interessato alle Fuji formato 120 per Zenza Bronica.
Ho trovato solo nel negozio tedesco, segnalato gentilmente da marinaio, le pellicole che mi interessano.
Chi di Roma e vicinanze è interessato all'acquisto ? Possiamo eventualmente fare un acquisto più corposo per abbattere le spese postali ecc.
Sentiamoci in MP

avatarsupporter
inviato il 13 Dicembre 2014 ore 17:38

Bravo Zeta, un altro argomento interessante e' quello di segnalare i negozi attivi e competitivi di materiale analogico.

user15476
avatar
inviato il 13 Dicembre 2014 ore 19:24

Le pellicole Fuji a Roma si trovano qua: www.ars-imago.com/-c-21_26_94.html

avatarjunior
inviato il 13 Dicembre 2014 ore 19:53

"Le pellicole Fuji a Roma si trovano qua: www.ars-imago.com/-c-21_26_94.html "
Grazie del suggerimento, ma non ha quelle che mi interessano !
Inoltre quelle che ho trovato in Italia sono tutte a breve scadenza.
In frigo ho ancora 3 bobine da 30 metri di Velvia 50 , bastano per almeno 45 rullini da 36 fotogrammi.

avatarjunior
inviato il 13 Dicembre 2014 ore 20:10

Per almeno 10 anni ho sviluppato le dia col processo E6. Acquistavo i chimici della Kodak in confezione da 1 gallone ( circa 3.6 litri ). Poi stampavo in Cibachrome. Bei tempi
Prima del processo E6 c'era quello che le pellicole invertibili dovevano essere "passate" alla luce di 5500° kelvin , tra il terzo e quarto bagno .Lo utilizzavano le AGFACHROME poi anche l'Agfa passò all' E6.

avatarsenior
inviato il 13 Dicembre 2014 ore 20:16

Zeta1, sai se c'è ancora qualcuno che vende la Velvia 50 in bobine da 30 metri ?

Anche io la bobinavo con la bobinatrice....Zeta. ;-)


P.S. quanti ricordi nei tuoi racconti...Cool

avatarjunior
inviato il 13 Dicembre 2014 ore 20:23

No purtroppo le bobine da 30 mt furono tra i primi prodotti ad uscire dal catalogo del "pellicolame".
Le mie hanno scadenza ottobre 2010, le ultime pellicole , ricavate dallo stesso lotto di bobine, sviluppate 2 o 3 mesi fa sono ancora perfette.

avatarsenior
inviato il 13 Dicembre 2014 ore 20:28

OK, beato te. ;-)

P.S. anche io ho avuto esperienza con Velvia 50 (1° confezione) vecchia di 4 anni e più, conservate in frigo. Perfette !

avatarsenior
inviato il 14 Dicembre 2014 ore 4:51

A me piace di piu' il BN analogico, non trovo che la stampa a getti d'inchiostro abbia neri piu' profondi, il nero analogico puo' essere nerissimo.


Basta prendere uno strumento e misurare per capire che è così. Ma giustamente... occhiometricamente parlando uno può dire ciò che pensa di vedere.
questo penso sia un dato di fatto.

avatarsenior
inviato il 14 Dicembre 2014 ore 5:02

in analogico sappiamo che la stampa e' stabile nel tempo, in digitale sappiamo che non lo e'.

sappiamo? scusa ma in digitale ormai una stampa dura ben più che non una analogica.
e non serve il w. research. Basta appenderne una su un palo all'aperto per rendersene conto.
In pratica non è corretto. Ovvero, una stampa digitale a PIGMENTI (non dye) dura considerevolmente di più di una stampa chimica.

Una curiosita' nella stampa BN hai provato le nuove carte multigrade variando in continuo il contrasto in stampa?


Le multigrade coi filtri variabili sono almeno venticinque anni che ci sono. (era per la parola " nuove " che ho posto questa affermazione.
Io stampo e ho sempre stampato per lavoro e prima (chiaramente) di passare al digitale stampavo per terzi in c.o.
Ormai il digitale ha superato la c.o. su tutto e ben me ne guarderei dal tornare indietro.
Maggior gamut di stampa. Maggior profondità di neri. Maggior scelta di supporti su cui stampare.
Minor inquinamento...
Minor costo, meno fatica lavorando al chiaro e non al " buio " .

avatarjunior
inviato il 14 Dicembre 2014 ore 5:43

io scatto continuamente a pellicola, anche se l'85% dei mie lavori è in digitale. Per il piccolo formato uso una Nikon F90. Per il 6 X 4,5 una Mamiya 1000s. Per il 6 X 6 una Rolleiflex T. Per il 6 X 7 una Pentax 6 X 7. Per il 6 X 9 una folder Zeiss. Quanto alle emulsioni, alterno Rollei RPX 25 ASA, Ilford Delta 100 e FP4, Kodak Portra 160 ASA (quest'ultima solo sui formati maggiori).

avatarsenior
inviato il 14 Dicembre 2014 ore 9:55

se qualc'uno è interessato ho bel kit per ritocco in BW prof da vendere;-) visibile nel mio blog

avatarsupporter
inviato il 14 Dicembre 2014 ore 18:02

Callisto perdonami, ma continui a parlare di maggiore densita' di neri. Nella stampa analogica il nero esce nero, cosa devo avere di piu' profondo.
Non ho nessun problema ad ottenere il nero ovunque lo voglia nella foto.
E qui parlo di densita' misurate e non di rilevamenti ad occhio.
Il densitometro si usa come saprai benissimo sia sulle pellicole che sulle carte, io lo uso da tempo e i neri ci sono ovunque, basta saperli tirar fuori.

Si certo, le multigrade esistono da molto tempo, ci sono pero' materiali nuovi che escono di continuo e le nuove carte se hanno un difetto e' quello di avere un Iso Range piu' basso, quindi non e' avere contrasto il problema, semmai e' tenerlo sotto controllo.

Per quanto riguarda la durata scusami ma mentre le carte baritate fotosensibili sono sotto gli occhi di tutti da piu' di cento anni e se trattate opportunamente non hanno subito variazioni per il digitale le tecniche presunte stabili sono uscite da poco. Io preferirei vederle tra una ventina d'anni prima di dire che sono veramente paragonabili alle tecniche archival.

Ultimo aspetto, non parliamo dei costi a stampa. Stampare in casa un prodotto fine art digitale costa molto di piu' di un fine art analogico.

Se poi mi dici che tu da stampatore professionista non torneresti indietro posso crederti, in digitale e' molto piu' semplice stampare in serie.
Forse pero' torneresti indietro pensando a quanta gente faceva stampare le sue foto ai laboratori in passato e a quanto e' calato il lavoro di stampa ai giorni d'oggi.

Comunque ti ripeto, questo non e' un topic analogico vs digitale, non e' il solito argomento del forum in cui si cerca di far prevalere un marchio o una tecnica su un'altra.
Ti trovi bene con i BN digitali, benissimo continua contento, a me non piace, e non quello stampato da me ma quello stampato da fior fior di stampatori, ragion per cui ho deciso di rimontare la camera oscura, di andare a studiare da persone competenti come Andrea Calabresi, e finalmente ho ritrovato stampe BN che mi soddisfano.

Tralascio poi il piacere di scattare in medio e grande formato a costi umani, perche' forse in parecchi casi la differenza la fanno anche i sistemi impiegati per ottenere le foto, e comunque il piacere di scattare a pellicola in generale anche in 35 mm.

avatarsenior
inviato il 14 Dicembre 2014 ore 19:31

Confermo la mia grande stima per Gianluca. ;-)

avatarsenior
inviato il 14 Dicembre 2014 ore 21:59

Callisto perdonami, ma continui a parlare di maggiore densita' di neri. Nella stampa analogica il nero esce nero, cosa devo avere di piu' profondo.
Non ho nessun problema ad ottenere il nero ovunque lo voglia nella foto.
E qui parlo di densita' misurate e non di rilevamenti ad occhio.
Il densitometro si usa come saprai benissimo sia sulle pellicole che sulle carte, io lo uso da tempo e i neri ci sono ovunque, basta saperli tirar fuori.


Non ho detto che i neri non ci sono ma se mi dici che una perla multigrade ilford può dare dmax superiore alla stessa ilford ma matte, beh era quello che intendevo.
Poi anche un dmax 15 è di fatto nero. Ma meno denso di un valore 2. Mi pare normale.

Però mi parrebbe normale considerare che mentre le carte ed i procedimenti inkjet son praticamente neonati, dall'altra parte abbiamo un bel centinaio di anni di esperienza alle spalle no?

Poi, non volendo trasformare questo topic nella solita caciara digitale vs analogico ripeto che ogni tanto anch'io mi sparo qualche rullo nel più beato e totale relax. e non sto affatto dicendo che questo è meglio dell'altro ma quando sento parlare di immagini pittoriche, lo posso senz'altro considerare nel bianco e nero digitale stampato su carte tipo RAG, o peggio ancora, quelle che io chiamo con texture, media o grossa che sia.
é normale sia diverso, in fondo tali carte in analogico di fatto non esistono e quindi la cosa è nuova anche per l'osservatore più attempato.

Il motivo per cui non tornerei indietro non è tanto la riproducibilità (in fin dei conti se ci penso, raramente mi chiedono più copie della stessa fotografia, ma è anche vero che a distanza di tempo , se si usa un workflow corretto, la riproducibilità è senz'altro garantita in termini di qualità.
Non tornerei indietro perché preferisco lavorare al chiaro, come ho già detto. senza sniffarmi liquidi ed acidi di sorta, senza inquinare... etc etc etc...

Non sono affatto convinto peraltro che i laboratori hanno calato il lavoro. semmai c'è un altro tipo di concorrenza che, in assenza del digitale (ma soprattutto della rete) non c'era.

é anche vero che all'inizio del digitale e soprattutto con le nuove leve, molti non sapevano nemmeno che le foto digitali si possono STAMPARE.
Questo è un dato di fatto ed inizialmente i laboratori soffrivano abbastanza di tutte queste foto rilegate in chiavette o eventuali pc.

Il lavoro però è cresciuto perché ci sono molte più persone che hanno una fotocamera e molte più persone che, grazie al digitale, riescono ad ottenere una foto decentemente stampabile.

Per la durata, ripeto che ci sono centri di ricerca tipo il william research che vive di questo. Le carte stampate a pigmenti hanno una durata più elevata, inutile dire il contrario.

Mi rifaccio sempre alle parole di Adams che disse che il futuro sarà digitale e starà a noi comprenderlo per sfruttarne al meglio le capacità ai fini artistici.

E ho sempre aggiunto che oggi se fosse vivo , adams userebbe una 5d3 e avrebbe una epson 4900 per stampare le sue foto. (che è perfino esagerata, gli basterebbe tranquillamente una 4800 che era venduta con le taniche da 80ml piene a 800 euro il che vuol dire che la stampante costava 400 euro.

se pensi che un ingranditore professionale tipo i durst che ancora posseggo (e che stampano da negativo fino a 13x18 se non ricordo male) costi meno di 400 euro, beh...non saprei proprio che dirti.
certo se poi uno si vuole comprare un ingranditore di basso costo o di plastica...sui 300 euro te la dovresti cavare.

se facciamo una statistica di costo effettivamente il digitale costa di più perché oltre all'ingranditore (stampante) necessita di un computer.

Ma non è questo il vero costo del digitale. Per il popolo dei professionisti che non fanno fine art ma semplicemente lavorano con matrimoni, battesimi e simili, il tempo di lavorazione del file è di gran lunga maggiore che non il tempo che ci voleva in analogico.

é normale, in analogico colore bastava scattare e portare ad un lab. pro o meno che fosse.
Oggi non è così e la maggior parte dei fotografi passa il tempo a post produrre foto piuttosto che a farle.
Infatti sono nati altri mestieri, proprio quello dei postproduttori per terzi.

trovo più comodo mascherare o bruciare una foto al computer che in camera oscura. senza contare che lo sbaglio in CO contemplava un foglio buttato mentre davanti al computer no.

Poi con l'esperienza si buttavano via sempre meno fogli ed ormai si andava praticamente quasi a colpo sicuro, così come è vero che anche in digitale stampo sempre un provino prima di farne l'ingrandimento effettivo.

concludendo, io non è che mi trovo bene coi bianco neri digitali. Io fornendo un servizio per terzi, oltre a quelle 4 foto patetiche che faccio io... devo semplicemente e mi sono adeguato alle richieste. Tutto qui.
Tu dici che preferisci il bianco e nero analogico, mi sta bene. Ma un mio cliente che stampava tutto in laboratorio professionale analogico (e tutto su baritata), quando ha visto le mie (e di certo non solo le mie!) stampe su baritata ha definitivamente abbandonato la stampa chimica.

Non l'aveva mai abbandonata per il semplice motivo che continuava a servirsi di comuni laboratori per avere stampe in bianco e nero. questo, senza entrare nel merito tecnico, di fatto non è possibile.

scusate la lunghezza




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