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Dopo lo tsunami: una scala di valori







avatarsenior
inviato il 02 Settembre 2015 ore 23:53

Basta Zentropa, Masterlight for President. MrGreen


Se si tratta di maestroluce passo lo scettro ben più che volentieri !! :-P



P.s. A proposito, condivido sostanzialmente la visione di master però pure a te benedus ti sta proprio sulle palle !
Porello, non so perchè ma nonostante sia simpatico come una zanzara sullo scroto, mi fa tenerezza. Non so, noto, nonostante un logorroico e petulante stile comunicativo, una certa onestà intellettuale.
Che dire, non riesco ad essere così assoluto nel giudicarlo una boccia persa. Per me ha la sfiga di avere un carattere un bel pò di merda e non essere un granchè come fotografo, ma lo ritengo una persona onesta e vera, e questo (PER ME) non è poco.

P.p.s. Juza (ed è risaputo che mi sta un pò sulle palle anche lui) si è dimostrato un gran signore. Come sempre per altro !

P.p.p.s. Dolce notte a tutti ;-)

avatarsenior
inviato il 03 Settembre 2015 ore 1:13

Bene ragazzi, vi leggo solo ora. Non ho avuto modo di seguire passo passo le ultime 3-4 pagine.
Per me la discussione può considerarsi chiusa.
Abbiamo ottenuto "importanti" risultati:

Il più importante per il nostro percorso fotografico: Benedusi è maleducato!

L'impegno e la cultura servono solo a farsi belli nei forum e con gli amici.

Tutto è relativo. Quindi è vero tutto ed il contrario di tutto.

La scala di valori ognuno se la costruisce a cappocchia, come gli gira, a suo uso e consumo.

Discutere non ha senso perché è molto meglio scattare e scattare e scattare e scattare.

Aprire decine di thread su argomenti critici e culturali (come ho fatto io) è solo noia, vanità e vizio da onanisti.

Infine, sia chiaro, noi non prendiamo lezioni da nessuno!

Poi dicono che le discussioni non portano a niente!
Ringrazio, di cuore, coloro che si sono impegnati seriamente con argomentazioni sostenibili, ed anche coloro che hanno detto un sacco di stupidaggini (è inutile, la penso così, dite quello che volete) viste le palesi attenuanti della buona fede e del non sapere.
Ringrazio infine tutti quelli che sono intervenuti con provocazioni, battute ed inutilità varie.
E' soprattutto grazie a questi ultimi se prossimamente mi guarderò bene dall'aprire nuove discussioni.
Tanto campate lo stesso (e anch'io) e a molti farà pure piacere.
Un saluto a tutti.
Franco





avatarsenior
inviato il 03 Settembre 2015 ore 1:39

Ciao Franco
Secondo me per fare delle riflessioni/analisi del genere ci vuole una sezione dedicata.
Si apre una discussione su un argomento o autore con qualcuno che filtri i messaggi altrimenti con tutte le battute e gli o.t. si perde il filo conduttore che in un analisi è fondamentale.
Io ho cercato di seguire ma come vedi non sono mai intervenuto perché il tema, il punto centrale è stato sempre storpiato e spesso mai ripreso.
Per il tuo scopo è necessario selezionare gli interventi capire quando si stabilisce un punto e poi mettere il prossimo tassello per dare una forma più precisa a tutto.
Naturalmente non te lo dico in modo polemico anzi ho apprezzato la tua iniziativa e spero che possa arrivare a un fine migliore e più concreto.

Un saluto Hank

avatarsenior
inviato il 03 Settembre 2015 ore 1:59

Franco, non ti arrendere...sei riuscito a far nascere dell'interesse dove sembrava impossibile;-):-P
C'e' speranza, dunque...MrGreen


E' soprattutto grazie a questi ultimi se prossimamente mi guarderò bene dall'aprire nuove discussioni.


...e poi lo sai che non resisteraiMrGreenMrGreen

avatarsupporter
inviato il 03 Settembre 2015 ore 3:16

Non penso che [gli architetti] abbiano o debbano avere questa competenza, per quello ci sono gli Ingegneri ...


All'ingegnere è bene demandare i calcoli di verifica strutturale (per certe tipologie è obbligatorio), ma l'architetto DEVE sapere come funzionano le strutture edilizie e quali sono le caratteristiche dei materiali, oltre a conoscere i fondamentali del calcolo strutturale. Del resto all'IUAV di Venezia e al Politecnico di Milano (e quasi sicuramente anche nelle altre facoltà - ho citato le due che conosco) gli esami di statica, scienza delle costruzione e vari altri di tecnologia sono obbligatori. Poi magari, interagendo con l'ingegnere, quest'ultimo ti suggerisce di fare travi o pilastri più spessi o sottili rispetto a quelli che hai ipotizzato, oppure ti prospetta una soluzione strutturale alternativa. Ma devono avere una base in comune di competenze tecniche. La cosa funziona bene quando tra i due c'è un rapporto di conoscenza approfondita e di stima professionale. Un esempio di ciò è stata la sinergia tra Gio Ponti e Pier Luigi Nervi per il progetto del "Pirellone" nella seconda metà degli anni '50, che ha portato alla realizzazione di una struttura avanzatissima per l'epoca (oltre alla qualità formale, era una delle torri in cemento armato più alte al mondo).
Altrimenti si torna all'Ottocento, con gli ingegneri laureati al politecnico e gli architetti diplomati all'accademia di belle arti. A questi ultimi, il più delle volte, veniva affidata solamente la decorazione dell'edificio (in realtà le cose erano più complesse e c'erano laureati in ingegneria che si qualificavano come architetti - alcuni di loro avevano studiato anche all'accademia).
Mirava a superare questa dicotomia, tra sapere tecnico-scientifico e umanistico-artistico, la riforma della disciplina di cui fu protagonista Gustavo Giovannoni, che faceva in proposito riferimento alle teorie di Camillo Boito (a sua volta allievo di Pietro Selvatico - il primo teorizzatore italiano del concetto moderno di disciplina architettonica). Tale riforma culminerà nella fondazione della prima Facoltà di Architettura a Roma ai primi anni '20.
Scusate l'ot, ma ci tenevo a far chiarezza su alcuni punti di una disciplina in cui, a differenza che nella fotografia, non sono un dilettante.

P.S. Che poi gran parte degli edifici realizzati negli ultimi sessant'anni, sia che portino la firma di geometri, architetti o ingegneri, finiscano per deturpare il territorio, è un'altra faccenda che qui non possiamo affrontare altrimenti l'ot non passa più.


faccio un esempio banale: un passamano che divide una scalinata, costruito con una piattina di ferro, piegato e avvitato con due bulloni sui gradini. la piattina è senza "venature" e quindi quando la afferri per sorreggerti, questa si flette nella stessa direzione della forza MrGreen ... è come voler andare su un ghiacciaio con dei ramponi in gomma mordida


Ci sono anche medici che non ci azzeccano con una percentuale spaventosa delle loro diagnosi. Top manager con fior di lauree e master che mandano a ramengo tutte le aziende a cui mettono mano. Eccetera eccetera...
Se prendiamo i peggiori incapaci a paradigma di ogni disciplina non si salva niente e nessuno.

avatarsenior
inviato il 03 Settembre 2015 ore 3:32

@ Masterlight:

Devo sbrigarmi ad ordinartene o sono già in sold out?
Dimentico sempre che è pieno di artisti.

La qualità del tuo libro, delle tue idee, l'hai appena messa in questa frase, non ho bisogno di ricevere copie a casa, grazie.
Per questo dico sempre che chi fotografa farebbe bene a parlare meno e pubblicare di più, con le parole si fanno più danni che altro.

Questa frase dice quasi tutto di te, molto più degli artisti che pensi di conoscere o delle foto che hai da far vedere ;-)

La verità è che quando qualcuno è un pò più schietto e diretto come me, escono fuori le vere personalità che inevitabilmente mettete anche negli scatti.
?



Avendo l'autore del topic decretato, a ben ragione, la sua fine e avendo deciso di staccare la spina, in ultimo non posso far passare in cavalleria plateali sciocchezze elargite come fossero perle di saggezza dal Sigmund Freud de noantri (ovvero l'autoproclamatosi "Maestro della Luce").
Dal quale mi aspetterei a questo punto che posti foto del suo dottorato in psicologia conseguito per dimostrare la propria autorevolezza sull'argomento.

"A meno che siano ben accette spedizioni di libri in contrassegno"

Ebbene hai detto che ha te basta questa frase per avere capito contenuti, foto, idee dei miei libri fotografici, fino ad avere capito tutto di me e della mia personalità... Beh una cosa è certa:
o Carl Jung ti fa un baffo, o le tue doti divinatorie e di chiaroveggenza farebbero impallidire il divino Otelma al tuo cospetto. Sorriso

Invece molto più seriamente ti dico che sei un talentuoso comico involontario. ;-)

Comunque devi esserti confuso anche nello scrivere in questo topic.
Nel caso non te ne sia accorto era nell'ultimo thread di S.B. che si chiedeva il proprio autore preferito, mentre vieni qua a citare una dozzina di volte il tuo idolo Toscani, (quello che ha dato lustro all'intera umanità (sic), e all'Italia nel mondo secondo te, manco fosse un vincitore del nobel ).

Il tuo Beneamato, per me è un gran pubblicitario, ma come fotografo non è nulla di che, con doti fotografiche quasi ordinarie.
Pensa quanto siamo nella stessa lunghezza d'onda.

Se le tue doti di insegnante sono direttamente proporzionali a quanto hai qua argomentato e dimostrato...Beh allora buoni workshop, a chi ci casca. MrGreen


P.S. Un applauso a te Jeronim per il tuo post di commiato. Adesso mi capirai quando ho detto che in genere resisto, fino a quando i testicoli toccano terra.


avatarsenior
inviato il 03 Settembre 2015 ore 4:22

Ebbene hai detto che ha te basta questa frase per avere capito tutto, contenuti, foto, idee dei miei libri fotografici, fino ad avere capito tutto di me e della mia personalità...


...magari un libro di grammatica ? MrGreenCool

avatarsupporter
inviato il 03 Settembre 2015 ore 4:30

Sono conscio di quello che dici tu, so che alcune opere di quelli che ho citato hanno creato parecchi grattacapi a che poi le ha realizzate, ma sinceramente do per scontato che dietro all'opera di architetti realizzati ci sia una visione , una progettualità e uno studio degli spazi e del linguaggio architettonico che io non posso avere perché non sono formato per quello, non è il mio lavoro


E' effettivamente un mestiere molto difficile. E qui non parlo di laurearsi, quella è solo la parte propedeutica; è a quel punto che si comincia veramente a imparare per poter padroneggiare la disciplina ed essere in grado di conciliare, tramite le proprie capacità progettuali, le esigenze distributive, strutturali, formali, di efficienza energetica, di inserimento nel contesto, conformità alle normative, necessita di stare nel budget, soddisfare il committente ecc. Esigenze queste che spesso sono in conflitto tra di loro. Naturalmente l'atto progettuale deve poter trascendere questo mero "conciliare le diverse esigenze", altrimenti la qualità architettonica non esiste.
Tocca poi sapersi interfacciare con tecnici delle più differenti specializzazioni, oltre che naturalmente con clienti, impresari, burocrati ecc. E' qualcosa che conosce bene solo chi ha esperienza in proposito.
Non ci sono dilettanti in architettura. Al giorno d'oggi è necessaria una laurea e l'esame di stato; ma in passato ci sono stati sovrani o dittatori che si sono cimentati in questa disciplina, ovviamente senza bisogno di autorizzazione.
Mi viene in mente l'Imperatore Adriano, le cui ingenuità progettuali gli attirarono gli sfottò del suo architetto, Apollodoro da Damasco (probabile progettista del Pantheon, del ponte sul Danubio, del Foro di Traiano con la Colonna Traiana, del Porto di Traiano ad Ostia, ecc.). Il poveretto ci rimise letteralmente la testa (la Yourcenar mette in bocca ad Adriano una versione molto edulcorata della faccenda).
1800 anni dopo l'architetto Albert Speer si accorse di numerosi errori distributivi che affliggevano la residenza sul Berghof che il suo mecenate, il cancelliere tedesco dell'epoca, aveva progettato con le sue mani (costui era un architetto mancato, essendo stato respinto all'ammissione dell'Accademia di Belle Arti di Vienna ai primi del '900). Questo lo racconta in Memorie del Terzo Reich (Milano, Mondadori). Probabilmente Speer, vista la sua formazione intellettuale, conosceva il precedente di Apollodoro quindi tenne per sé le proprie considerazioni.
Di architetti dilettanti che hanno fatto dei buoni lavori me ne vengono in mente solo due:
Thomas Jefferson, ma non so se sia da considerarsi un dilettante dell'architettura o piuttosto un architetto di professione che, come hobby, ha fatto l'ambasciatore a Parigi e il presidente degli Stati Uniti. È stato anche avvocato, inventore, grande proprietario terriero e "padrone di centinaia di schiavi nonché che uno dei maggiori teorici della libertà umana" (cit. da La colazione dei campioni di Kurt Vonnegut).
Curzio Malaparte con la sua villa di Capri. Vero che partì da un progetto di Adalberto Libera ma poi, in sede di esecuzione, fece parecchie modifiche (dando direttamente ordini ai muratori perché non mi risulta che padroneggiasse il disegno tecnico) e alla fine il magnifico risultato è sia opera sua che di Libera.
Ci sarebbe anche Richard Boyle, terzo conte di Burlington, detto più brevemente Lord Burlington: nobiluomo inglese del '700 che costruiva edifici palladiani sulle sue proprietà o per i suoi amici aristocratici. Ma sappiamo che egli dedicò allo studio e alla pratica dell'architettura gran parte della propria vita e può essere definito dilettante solo nel senso che esercitava tale disciplina per diletto.

P.S.: Va considerato a parte il caso della collaborazione del filosofo Ludwig Wittgenstein con l'architetetto Paul Engelmann per la progettazione della casa viennese della sorella Margaret Stonborough-Wittgenstein, tra il 1925 e il '26. Costui era per formazione ingegnere, pur non essendosi laureato; studiò a Berlino e Manchester indirizzandosi verso i motori aeronautici: suo è uno dei primissimi progetti per un motore a reazione nel 1911. Inoltre c'è da considerare che è stato uno dei più grandi logici del XX secolo. Aveva quindi la formazione scientifica e intellettuale per affrontare problemi di progettazione architettonica.

P.P.S.: Dimenticavo il caso della Rocchetta Mattei, progettata quale propria dimora dal conte Cesare Mattei che, oltre che architetto dilettante, era pure un medico dilettante, autore di un "metodo terapeutico, che chiamò elettromiopatia e dichiarò ottimo rimedio per un gran numero di patologie, in modo particolare per il cancro: consisteva, in buona sostanza, in una sorta di mescolanza di omeopatia e di fitoterapia, di alchimia e di magnetismo, che andava ben oltre i principî hahnemanniani dei similia similibus e delle diluizioni." Cit. da: www.treccani.it/enciclopedia/cesare-mattei_(Dizionario-Biografico)/
In parole povere, un fuoriditesta non privo di una bizzarra genialità, a cui però mai e poi mai avrei affidato la mia salute.

avatarsenior
inviato il 03 Settembre 2015 ore 7:40

Per deformazione culturale, Jeronim non me ne vorrà, ritengo i post di Roberto P. illuminanti e di una chiarezza adamantina. Magari un pelino OT, ma assolutamente legittimi in difesa della categoria inopinatamente tirata in ballo.

Franco
Partendo da uno Tsunami (quindi una specificità già polemica di sua) e trattando un argomento in senso fortemente lato senza traslare in esempi ben precisi, cosa potevi aspettarti ? Hai intenzioni lodevoli e ti seguo per quel motivo, ma così rischi di diventare accademico... suona meglio in inglese: "verbose". Per questo, ogni tanto, sdrammatizzare può contribuire a mitigare la litigiosità. Questo non significa che ti si manchi di rispetto. Se continuiamo a seguirti ed accalorarci in discussioni, è proprio per il loro interesse (nativo)... obviously, IMHO.

user20639
avatar
inviato il 03 Settembre 2015 ore 9:15

Condividere riflessioni

Di sicuro le discussioni sul tema del senso della fotografia e dei metodi con cui trovarlo, non finiranno mai, non siamo noi l'organo che può decretare la fine o l'inizio di tali possibilità, ma sono tutti coloro che hanno la curiosità e la pazienza, passione per indagare questi aspetti.

L'arte e la sua ricerca non è una ricetta unica, come si tenta con la globalizzazione del cibo, ma è il contributo continuo e costante della storia dell'arte, che non è altro: parte del contributo della storia dell'uomo.

La storia dell'arte ha analizzato che in vari momenti ci sono state delle mutazioni epocali, con cadute di ideali che hanno sancito la nascita di nuovi.

Inutile pensare che la cultura di un epoca possa essere valida per le generazioni successive, la cultura è soggetta a mutazioni continue, come tutto il sapere.

Essere relativi nelle considerazioni è il metodo principe per l'analisi dei fenomeni e per essere aderenti alla razionalità, pensare di aver ottenuto un risultato finale su un argomento non è nemmeno considerato nell'arte, nemmeno nella scienza. (Nella Letteratura, ad esempio, in Proust il tempo è interiorizzato e vissuto in rapporto alla propria sensibilità ed esperienza. Con il suo capolavoro "Alla ricerca del tempo perduto" ci propone una concezione innovativa del tempo in cui " un'ora non è soltanto un'ora, è un vaso colmo di profumi , di suoni, di propositi, e di climi" che riaffiorano alle nostre memorie tramite reminescenze involontarie.

Nella Fisica è Einstein a stravolgere la concezione del tempo e dello spazio con la sua Teoria della Relatività del 1905. Per lui non esistono punti di riferimento privilegiati.

Quasi contemporaneamente Picasso introduce il concetto di Relatività nell'Arte. Si rende conto che la realtà è soggettiva, perchè vista da un'unica prospettiva; cerca allora di rappresentarla in modo oggettivo e integrale, superando i parametri della geometria euclidea e della prospettiva, che con lui diventa spaccata e frantumata in volumi. Aggiunge una quarta dimensione, il tempo, per conoscere in modo completo la realtà, per avere contemporaneamente una visione dell' oggetto da più prospettive.)

Alla fine, si tratta di andare avanti, con cognizioni minime:

Ovvietà
(Apertura mentale e accoglienza delle idee e analisi dei metodi.
La fondamentale analisi della storia, ma con distacco emotivo, per essere aperti a quella nuova.
La consapevolezza che dentro ogni persona c'è tutta l'originalità che serve, siamo unici e irripetibili: è una scelta, farla scaturire.)

La certezza che tutto è mutabile, tutto è in movimento, la certezza di qualche cosa: è solo un concetto umano.
La più importante, che fa la differenza: l'arte è ... Non si sa, comunque è un mezzo che l'uomo usa per comprendersi, che si manifesta con la passione, il bisogno di amare e indagare nel futuro. Quello che era l'obbiettivo finale, il "bersaglio grosso" di una "identificazione", si è frantumato, è esploso in particelle di verità: disperdendosi nell'universo della mancanza di certezze.

Proprio nella mancanza di certezze, nasce l'arte migliore, quella che spacca il passato dal presente e proietta nel futuro. Pensate alla precarietà di tutti i più grandi artisti, nell'incertezza delle condizioni fisiche e intellettuali, nascono i più grandi lavori della storia. In questa condizione nasce potente la ricerca, la domanda. (Socrate so di non sapere, Dante il futuro, Caravaggio la luce, Van Gogh la realtà)

Una buona pratica per l'arte di qualsiasi disciplina è sempre il dubbio e l'incertezza, tutti la conosciamo: evitare quello che viene automatico, si entra nella banalità. La banalità del male:
(Hannah Arendt....
Vita activa: la condizione umana (1958) emerge una speranza determinata dalla vita attiva del pensiero di coloro che si dedicano all'arte. Questi, attraverso il linguaggio, colmano la frattura tra il mondo sensibile e il mondo razionale, aprendo all'uomo una via di fuga da quella passività e quel conformismo di massa che sono all'origine della banalità del male di uomini normali, impiegati e burocrati, parte di un sistema meccanicistico dove sono assenti il pensiero e la libertà di agire:"la politica ci consegna in modo ineluttabile alla società del lavoro e ci trasforma in impiegati, come se la vita individuale fosse stata sommersa dal processo vitale della specie e la sola decisione attiva ancora richiesta fosse di lasciar andare, di abbandonare la sua individualità, la fatica e la pena di vivere sentite ancora individualmente e adagiarsi in un attonito, "tranquillizzato", tipo funzionale di comportamento)




avatarsenior
inviato il 03 Settembre 2015 ore 9:43

chi fotografa farebbe bene a parlare meno e pubblicare di più


Giusto. Vado anche oltre. Chi vuole può venire all'esposizione alla Fortezza Firmafede di Sarzana il prossimo week end. Il fatto che qua serva il patentino fotografico per avvalorare le proprie dichiarazioni, è uno dei motivi per cui ho tolto le (poche) foto che avevo caricato su questo sito.
Siamo troppo immaturi per discutere semplicemente di concetti.

user20639
avatar
inviato il 03 Settembre 2015 ore 9:47

Una domanda: se l'arte parla dell'uomo, come mai alcuni grandi fotografi parlano solo di fotografia?

avatarsenior
inviato il 03 Settembre 2015 ore 9:49

Una persona che stimo moltissimo, una persona che ha saputo far parlare di se in tutto il mondo con il suo lavoro e le sue reali qualità.

Mi viene da ridere quando Benedusi dice "tu non hai idea della progettualità dei miei scatti" e bla bla bla.


Toscani fa dei buonissimi ADV, ma umanamente, in campo professionale lascia molto a desiderare. E diciamo che è molto protetto politicamente. Così, giusto per chiarire.
Malgrado ciò, in alcune sue dichiaraizoni mi sento in accordo con lui. Non mi metto a dar contro per partito preso.

avatarsenior
inviato il 03 Settembre 2015 ore 10:52

Una domanda: se l'arte parla dell'uomo, come mai alcuni grandi fotografi parlano solo di fotografia?


Sempre meglio che leggere le tue astruse farneticazioni. Inutili quando ovvie, incomprensibili per il resto.

Ma ti rendi conto che l'unico che qui ha portato verità assolute, i dogmi che sembri voler tanto combattere, sei stato solo tu con la crociata pro relativismo "de noartri".
Se tutto è relativo, è relativo anche affermare che tutto è relativo!
Ed è questo il circolo vizioso, l'impasse logica, nella quale finiscono gli appassionati frequentatori del circolo filosofico del bar dello sport: tu e tre quarti (almeno) di questo, culturalmente disastrato, forum.

L'ignoranza (sì,sì,sì,sì, ignoranza!) non è neppure il maggior problema. Basterebbe esserne consapevoli e, se interessati, fare qualcosa per porvi rimedio. Il peggio è non stare al proprio posto, alzarsi e pretendere di fare i tribuni del nulla.

Scusate tutti ma, come ha scritto qualcuno, non ho resistito.


user20639
avatar
inviato il 03 Settembre 2015 ore 10:55

Anche io, non resisto, ti stai arrampicando sugli specchi!SorrisoSorrisoSorriso
Un saluto, a quando sarai più calmo.



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