user120016 | inviato il 02 Aprile 2021 ore 9:49
Per me che non uso pellicole oltre i 400 ASA (a parte quelle sensitivizzate ai vapori di mercurio per astrofoto, ma è altra roba) l'ottica luminosa serve appunto per le situazioni di luce scarsa. Lo sfocato è un effetto collaterale, non sempre gradito. Per questo motivo ho sempre diaframmato di 1-2 stop rispetto alla massima apertura. Considerando poi che al 90% faccio paesaggio su treppiedi, è evidente che l'apertura esagerata, gli alti ISO ed i tempi veloci non sono affatto un'esigenza vitale per me. E ci metto anche l'autofocus (che infatti manca sul 90% delle mie ottiche). |
| inviato il 02 Aprile 2021 ore 9:54
Io fotografo a pellicola... Naturalmente, negli scatti che eseguo in digitale, lo "sfocato estremo" si può ottenere anche con un'ottica dall'apertura massima di 3,5. Per la M6 ho comprato il 7Artisans 50/1,1, il cui difetto principale è il prezzo, assai basso. Altrimenti, il Sonnar 50/1,5 per la Contax a telemetro, sia su Contax/Kiev, che su Leica M6 grazie ad apposito adattatore, rimane per me un'ottima scelta. |
| inviato il 02 Aprile 2021 ore 9:59
A pellicola anche una lente sovietica può dare soddisfazioni |
user120016 | inviato il 02 Aprile 2021 ore 10:30
Se hai la bocca buona ti accontenti di tutto, pellicola o digitale che sia. A me le ottiche russe piacciono perché hanno un carattere peculiare. Piaccia o non piaccia ma la resa non è sterile e piatta come le ottiche moderne. Che poi, nella quasi totalità dei casi, tutte le caratteristiche tecnologiche uscite negli ultimi 20 anni servono solo a giustificare il prezzo ed il continuo ricambio di modelli. Il digitale ed il continuo cambio di attrezzature non portano aumenti di qualità... |
| inviato il 09 Aprile 2021 ore 21:29
Bisogna farlo vedere a Schyter, credo che gradirebbe, e magari ci racconterebbe anche la storia di quella macchina con qualche aneddoto. |
| inviato il 10 Aprile 2021 ore 9:47
“ Ci sarebbe un aneddoto (leggenda ?) incredibile legato al suffisso "sd" ... ma è talmente clamoroso che è oggetto di super bonus; per chi lo indovinerà super premio a sorpresa !!! „ È sufficiente questo link? Ah, dimenticavo, "sd" sta ovviamente per "svetodiod" ... tutto in cirillico mentre la sigla "XP" deriva da "eXPort" e identifica la versione per l'esportazione. |
| inviato il 10 Aprile 2021 ore 11:35
@Al Tarbal Tar ..............wow !!! ma tu sei fuori categoria !!!! Le sai tutte !!! Quindi, ricapitolando ... SD significa/va "svetodiod" ... praticamente "LED" (segnalazione luminosa dell'esposimetro nel mirino) !!! ed era l'unica differenza sostanziale con l'antecedente Zenit TTL (che aveva il classico aghetto). Da dire che in realtà la prima fotocamera in cui i proletari sovietici videro per la prima volta i led nel mirino, fu la rara Zenit 15 prodotta unicamente da MMZ-Belomo / Vilejka. La XP indicava unicamente le fotocamere destinate anche all'eXPort (anche la scritta Zenit era in caratteri latini). Come suggerito dal link di @Al Tarbal Tar ... il suffisso SD ( S icherheits D ienst) non era assolutamente gradito in Unione Sovietica perchè rimandava a tristi e terribili ricordi della Grande Guerra Patriottica e delle nefandezze compiute da quei reparti nazisti. Si scelse quindi, per evitare il richiamo a quanto sopra, di realizzarli in caratteri minuscoli !!! |
| inviato il 10 Aprile 2021 ore 14:25
Dal video si sente la dolcezza dello scatto della M2 black paint con l'ottonatura che la renda unica e il suono da catenaccio della Zenith, due oggetti pensati per usi diversi, una ha fatto la storia della fotografia l'altra |
| inviato il 10 Aprile 2021 ore 16:19
@Beles13 ... concordo ... la Zenit (senza acca naturalmente ... quella gliela metto gli incompetenti) ha fatto certamente e senza alcun dubbio la storia della fotografia. |
| inviato il 10 Aprile 2021 ore 17:38
La Zenit ha uno scatto più rumoroso della splendida M2, giusto perché la sovietica è una reflex e come sanno anche gli scattini della domenica, la meccanica del sollevamento e ritorno dello specchio, col suo naturale rumore, si aggiunge al "flipp!" della sola tendina. Comunque, battute a parte, se consideriamo il numero di esemplari costruiti della Zenit, si può affermare senza tema di smentita, trattarsi di una fotocamera che fa parte della storia della fotografia. |
user120016 | inviato il 10 Aprile 2021 ore 18:32
La Zenit E, per me rimarrà LA fotocamera. Una nave scuola su cui ho imparato... E ricordo ancora le lunghe notti boreali, in Lapponia, all'epoca in cui vivevo in Finlandia, io a fotografare con la mia 122 che non perdeva un colpo e lo zenitar 16 mm... i miei amici digitali che dovevano spegnere e riaccendere la macchina dopo ogni scatto, con due batterie per tasca, sperando di mantenerle in temperatura. Spesso inutilmente... |
| inviato il 10 Aprile 2021 ore 19:09
"Universally known on the amateur market, the production numbers of the ZENIT-E rank it amoung the most copiously produced single camera models in the world. With a total production of 3,334,540 units between 1965 an 1981 (plus one in 1962!) the ZENIT-E surely deserves a place in the great ledger of such records." Jean Loup Princelle, "The Authentic Guide To Russian And Soviet Cameras - Second Edition", pag. 156 |
| inviato il 10 Aprile 2021 ore 19:41
E per chi vuol conoscere di tutto e di più sulla Zenit: www.g-st.ch/privat/kameras/zenit.html C'è veramente di tutto, compreso il pdf del bellissimo volume di Alexander Schulz. |
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