| inviato il 01 Aprile 2021 ore 16:12
Il lockdown, nel mio caso mi ha fatto riscoprire il piacere di scattare. Con macchina sul cavalletto, "viaggio attorno alle mie stanze" (citando de Maistre); all'aperto "a 200 metri da casa". Dove graffi ai muri, un tombino, crepe nel selciato, portoni, cancelli ed altri dettagli normalmente trascurati, si sono trasformati in preziosi soggetti. Da marzo 2020,mi sono formalmente astenuto dallo scattare foto a strade e piazze vuote! |
| inviato il 01 Aprile 2021 ore 16:26
Sia detto per la cronaca Kalashnikov ha inventato un bel niente. Agli inizi del 1945, in Polonia, o forse in Ungheria, non ricordo bene, gli capitò fra le mani un MP44... in pratica il "geniale", o presunto tale, progettista non ha fatto altro che copiare* di sana pianta un mitra tedesco, curandosi solo di sostituire, dove possibile, il costoso metallo col ben più economico legno. *) Nell'arte di copiare i sovietici erano dei veri maestri visto che copiavano, e poi mettevano in opera, pure i progetti volti a deviare il corso dei grandi fiumi siberiani a colpi di bombe atomiche, progetti che gli americani mettevano a punto e poi, dopo averli rigorosamente etichettati come TOP SECRET, chiaramente, si facevano rubare a bella posta per poi studiarne l'effetto una volta che le "volpi siberiane" l'avessero messo in pratica! |
| inviato il 01 Aprile 2021 ore 16:41
Lo MP-44 era costosissimo da produrre e -a causa della sua sin troppo teutonica precisione- era soggetto ad inceppamenti e malfunzionamenti, dovuti allo sporco e fattori climatici (cose che in guerra, capitano). Kalashnikov non era uno sprovveduto e, esaminata l'arma non la copiò, ma la riprogettò semplificandola, facendone l'arma automatica individuale di maggior successo del dopoguerra. Altro che " sostituire il metallo col ben più economico legno "!. Circa deviare i fiumi con le bombe atomiche, è un'altra ben nota fanfaluca. I sovietici non avevano bisogno di sprecare tecnologia e costosi ordigni: il sistema GuLag, garantiva una quantità immensa di manodopera a costo poco più che zero che, specie fino al 1955-56, permise al governo sovietico di creare reti di canalizzazione, vie d'acqua per trasporti fluviali, dighe e scavi minerari colossali. Gli orrori di quel sistema, li possiamo apprezzare negli scritti di Solzhenitsin, Shalamov ed altri... |
| inviato il 01 Aprile 2021 ore 16:45
“ ... a causa della sua sin troppo teutonica precisione... „ mi fa venire in mente qualche cosa... |
| inviato il 01 Aprile 2021 ore 16:58
“ Gli orrori di quel sistema, li possiamo apprezzare negli scritti di Solzhenitsin, Shalamov ed altri... „ e visto che siamo in un forum di fotografia, unire l'utile al dilettevole leggendo la storia dei fratelli Noble... (Kamera Werk Dresden). |
| inviato il 01 Aprile 2021 ore 17:17
“ e visto che siamo in un forum di fotografia, unire l'utile al dilettevole leggendo la storia dei fratelli Noble... (Kamera Werk Dresden). „ John Noble scrisse anche un libro, riguardo quel che passò, da "ospite" dei sovietici... |
| inviato il 01 Aprile 2021 ore 17:30
Esattamente a quello mi riferivo. |
| inviato il 01 Aprile 2021 ore 17:35
La sua azienda a Dresda, espropriatagli dai sovietici, fu poi il celebre "Kamera Werkstätte" o "KW" che, mentre il suo sfortunato proprietario era deportato in URSS, produsse la mirabile "Praktina", reflex a sistema che arrivò ben prima della Nikon-F e poi la "Praktisix", che evolvette nella Pentacon Six. Il progetto per una nuova "Praktina" sfociò nella Magnifica Pentacon Super: splendida quanto sfortunata Reflex professionale a sistema, dotata di ottiche speciali con attacco a vite 42x1 e sistema di lettura esposimetrica a TA. Ma non divaghiamo, restiamo sulle Zorki offerte da NOC: anche oggi c'è stata l'infornata... |
| inviato il 01 Aprile 2021 ore 17:47
al momento l'armata Zorky, senza garanzie non sembra riempire le casse del noto negozio, per fortuna ci pensa il summilux a coprire le spese |
| inviato il 01 Aprile 2021 ore 18:32
non penso che lo scopo della vendita di quelle Zorki fosse quello di riempire le casse del negozio, bensì di attirare l'attenzione su certe curiosità relative alla storia della fotografia. Sottolineare il fatto che siano senza garanzia è pleonastico. Ho la testa dura, ma l'ho letto anch'io. NOC non fa nulla di male o di sbagliato a non dare garanzia su quel che gli pare, relativamente all'usato, magari pure in conto-vendita. Naturalmente, un Summilux-R venduto, da solo significa una certa entrata. Dispiace vedere "al palo", invenduto, il bel Summilux-M... |
user120016 | inviato il 01 Aprile 2021 ore 22:46
Sinceramente i summilux non mi hanno mai lasciato impressioni indimenticabili. Sia su M che su R gli ho sempre preferito il summicron, se parliamo di 50 mm. Allo stesso modo, sul 90 mm preferisco di gran lunga l'elmarit al summicron... Per carità, sono gusti... |
| inviato il 01 Aprile 2021 ore 23:08
Io credo che la questione sia nell'uso che se deve/vuole fare. Le ottiche ultraluminose, saranno utili, come s'è scritto più volte, nella fotografia ad "available light", qualora si verificassero condizioni di scarsa luminosità ambientale. In tal caso, se ne accetteranno anche i limiti. |
user120016 | inviato il 01 Aprile 2021 ore 23:11
Verissimo |
| inviato il 02 Aprile 2021 ore 8:24
“ Le ottiche ultraluminose, saranno utili, come s'è scritto più volte, nella fotografia ad "available light", qualora si verificassero condizioni di scarsa luminosità ambientale. In tal caso, se ne accetteranno anche i limiti. „ A quei tempi (Leica R) non c'era la possibilità di alzare gli ISO come si fa adesso con il digitale, si dovevano accettare dei compromessi. Curioso come, con il tempo, sia cambiato l'uso di queste ottiche, ora impiegate quasi sempre per ottenere sfocati estremi. Negli anni è cambiata anche la resa, specie a tutta apertura, Sigma Art insegna. |
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