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Uomini e animali...quali differenze?


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user177356
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inviato il 04 Gennaio 2020 ore 15:39

In Italia non è consentito lavare le uova, e nemmeno negli altri paesi dell'UE (il Regolamento europeo in materia prevede un'eccezione per i paesi che lo consentivano prima del 2003, ma l'Italia non è uno di essi). Non è nemmeno consentito refrigerarle artificialmente al si sotto dei 5°, salvo che per il trasporto e per non più di 24 ore.

Alcuni stabilimenti di impacchettamento spazzolano le uova per ripulirle dalle deiezioni della gallina, cosa che non è vietata.

avatarsenior
inviato il 04 Gennaio 2020 ore 16:09

www.essereanimali.org/2019/08/consumo-di-carne-latte-in-calo-in-europa
consumo della carne in calo dal 2011 al di là degli orgogli e delle mode.
fino al 2011 era una continua crescita.

avatarsenior
inviato il 04 Gennaio 2020 ore 16:20

Ooo, ben venga, ma mi sa che delle cause elencate nel servizio l'unica veramente attiva sia questa:
invecchiamento della popolazione e quindi una dieta meno proteica;

io, ad esempio, mi sto accorgendo che proporzionalmente consumo sempre più frutta col progredire dell'età, da qualche anno a questa parte, anche se i miei gusti alimentari o le mie convinzioni non sono cambiati; probabilmente è solo un'esigenza fisiologica legata ai cambiamenti del metabolismo nelle varie fasi della vita.

avatarsenior
inviato il 04 Gennaio 2020 ore 21:12

Paolo, il mio intervento non vuole essere assolutamente critico del tuo ultimo post, anche se so che tu lo sai e non mi sembri il tipo, lo specifico perché noi esseri troppo "intelligenti" spesso soprattutto in questo genere di approccio c'è chi non accetta altro pensiero oltre che al suo.
Ciao
Domenic


Domenic, ci mancherebbe, il tuo intervento è gradito, e, finora non ho visto interventi fuori dal mio punto di vista..
Anche Salt, con cui ho discusso su altri argomenti, ha una visione su cui concordo alla grande.
Alessandro Pollastrini ha sempre i suoi interventi molto decisi, ma in questo caso credo condivisibili.

Manca finora il punto di vista di un animalista, di un vegetariano, di un vegano, di un respiriano... insomma uno di quelli ai quali in fondo è rivolta la domanda del 3D: Perché noi uomini dovremmo essere diversi dagli altri animali?

avatarsenior
inviato il 05 Gennaio 2020 ore 15:28

se animalista significa nutrire simpatia ed empatia per gli animali, presente.
non sono vegano, nè vegetariano, ma stimo mio fratello che è un vegano non integrale.
Significa che non mangia nè latticini, nè carne, raramente uovo ed eccezionalmente mitili.
Per il resto è vegano totale, quindi non integrale ma potrebbe consumare circa due chili di cibo animale l'anno.

Perchè lo stimo?
perchè la sua è una scelta etica. Mi ha spiegato di quanto sia atroce la separazione del vitello dalla madre, e non ho bisogno di lui per sapere quanto sia altrettanto aberrante l'allevamento degli animali, dalle ovaiole agli equini, dai maiali alle mucche. Sono consapevole e vorrei che questi animali se la passassero meglio.
Io non sono determinato come mio fratello.
Sono solo riuscito a ridurre il consumo di cibo animale, diciamo... a dimezzarlo rispetto a quanto ne mangiavo prima, ma sono assolutamente animalista.
Mangio carne non tanto perchè sono un carnivoro obbligato, come invece è il mio gatto, ma la mangio per diversi motivi che mi rendono un essere umano peggiore di quanto invece potrei essere.
Uno dei motivi è anche quello di avere una portata velocemente e pronta. quanto è facile farsi una bistecca...
Lui (mio freatello) pesa 76Kg, è pieno di energia, sembra molto più giovane di me. Io sono spesso fiacco, peso 90Kg, e ho una cera peggiore.

Sono animalista, come potrebbe esserlo quella leonessa che fece da mamma al cucciolo di gazzella, ma di fatto continuo a consumare molto più cibo animale della dose che mi farebbe molto meglio alla salute.
La carne dovrebbe costare molto più cara e molti allevamenti dovrebbero essere aboliti.
Non solo da vivi, ma anche da morti, ai polli fanno dei mastrussi, come le iniezioni per gonfiarli.
Di tutto può arrivare sulle tavole. L'allevamento ha anche molte sacche di clandestinità altrimenti non si potrebbero spiegare certi prezzi. Allevare in modo civile costa.
Chiedo un pollo da oltre due Kg quando vado a fare la spesa perchè vorrei evitare di comprare quelli che vengono chiamati polli che in realtà sono pulcinotti di 35 giorni, ma non riesco mai a trovarli.

avatarsenior
inviato il 05 Gennaio 2020 ore 16:06

La carne dovrebbe costare molto più cara e molti allevamenti dovrebbero essere aboliti.

Purtroppo tra le motivazioni per cui non è così c'è anche il fatto che in quel modo crollerebbero anche le produzioni agricole; la spinta della mentalità occidentale a mangiare sempre più carne è dovuta anche al fatto che l'allevamento intensivo è la prima e quasi unica forma di utilizzo (e retribuzione, seppure a prezzi irrisori) dell'enorme surplus di produzione agricola; la resa finale al consumo è parecchio inferiore, ma considerando anche l'indotto dell'industria di trasformazione del prodotto agricolo (mangimi), della macellazione e trasformazione delle carni, trasporti ecc., riesce a mantenere un numero molto maggiore di addetti che non la sola agricoltura. Questa a sua volta, come ho già scritto, senza il supporto degli allevatori subirebbe un tracollo perché non riuscirebbe a piazzare gran parte del prodotto, con conseguente calo di occupazione, aumento indiscriminato delle tensioni sociali e via dicendo.
L'unica soluzione per tornare ad un'alimentazione equilibrata per tutti sarebbe che il 70-80% della popolazione mondiale potesse tornare ad essere proprietaria di un appezzamento di terra da coltivare in "regime di sussistenza", come accadeva nell'antichità, ma questo vorrebbe dire abbandonare le tecniche e i macchinari agricoli moderni, abbassare la resa dei campi a livelli pre-rivoluzione industriale e, temo, la quantità di terreno agricolo attualmente sottratto ai vari ecosistemi non basterebbe per un'equa redistribuzione a tutta la popolazione mondiale riconvertita al lavoro nei campi; a meno di non riequilibrare anche il numero di abitanti del pianeta.
Siamo in troppi, con un'eccessiva differenziazione d'impiego, soprattutto in settori non produttivi, ma comunque da stipendiare e nutrire, e questo è legato a doppio filo ai bassi redditi dei contadini, alla necessità di produrre in eccesso e a quella di smaltire la produzione con sistemi fondamentalmente assurdi come: allevamenti intensivi se si parla di produzioni agricole, ma anche elettrodomestici inutili, televisori che ogni 3x2 vanno cambiati perché vengono artatamente cambiate le tecnologie di trasmissione, autoveicoli (avete presente le recenti pubblicità di piccole auto elettriche presentate come veicoli da usare "solo" in città, così che l'automobilista venga invogliato ad acquistare "anche" un'auto per i viaggi autostradali e magari un fuoristrada ecc.) e chi più ne ha più ne metta

avatarsenior
inviato il 05 Gennaio 2020 ore 16:32

io credo che dopo migliaia d'anni di agricoltura ed allevamento, oggi l'uomo, può far fruttare 10 mq di terra + di quanto un tempo facesse fruttare un ettaro, e questo è demoniaco se l'unica propulsione è il profitto.
Se il trend è quello della riduzione del consumo animale non ci sono discorsi che tengano, è la domanda che determina l'offerta.
Per il lavoro perso non ho prorio voglia di discuterne. Se domani scopriamo come produrre energia dalla pietra licenziati tutti quelli che lavorano nel petrolio. Sorriso
I passaggi nelle abitudini alimentari sono graduali e licenziamenti o riconversioni perchè si mangia un chilo di carne in meno all'anno non mi sembra motivo di catastrofe.

user177356
avatar
inviato il 05 Gennaio 2020 ore 16:48

Ribadisco di parlare da onnivoro convertito al vegetarianesimo e poi tornato ad essere onnivoro (dopo oltre dieci anni).

Onestamente, la questione sul rispetto degli animali mi lascia del tutto indifferente. O meglio, sono convinto che il problema non risieda nelle pratiche di allevamento intensivo di per sé, ma nel fatto che quelle pratiche sono necessarie per ottenere un output coerente con la domanda.

Domanda che possiamo anche cercare di ridurre limitando il consumo pro-capite di prodotti alimentari di derivazione animale, ma onestamente il modo migliore è ridurre la popolazione umana. Il problema non è la pressione che esercitiamo sull'ambiente, ma il fatto che abbiamo messo l'ambiente in condizioni di non esercitare più pressioni su di noi. Altrimenti l'ecosistema potrebbe tranquillamente trovare un equilibrio.

Visto che è concretamente impossibile ridurre i consumi alimentari ed energetici pro-capite, l'unica speranza è che il trend di rallentamento (e di probabile successiva inversione) della crescita della popolazione umana riesca a riequilibrare il sistema.

Ma ribadisco, nei confronti della pecora o della mucca (o del salmone) ho lo stesso identico approccio del leone nei confronti della gazzella.

avatarsenior
inviato il 05 Gennaio 2020 ore 18:07

Il problema non è la pressione che esercitiamo sull'ambiente, ma il fatto che abbiamo messo l'ambiente in condizioni di non esercitare più pressioni su di noi. Altrimenti l'ecosistema potrebbe tranquillamente trovare un equilibrio.

Infatti; concordo in pieno

avatarsenior
inviato il 05 Gennaio 2020 ore 18:09

è la domanda che determina l'offerta

Si, ma sai bene come al giorno d'oggi la domanda sia costantemente pilotata dal martellamento mediatico

avatarsenior
inviato il 05 Gennaio 2020 ore 18:22

Comunque, qualche giorno fa mi son mangiato uno spiedino di cavallette ed un hamburger sempre di cavallette.

L'hamburger non era male… probabilmente la carne era simulata con la soia.
Lo spiedino di cavallette mi e' sembrato francamente abominevole.

Mentre mangiavo, mi e' venuto un dubbio.

Ho sempre associato le cavallette alle pestilenze. Quando maledici un contadino, gli auguri di venire invaso dalle cavallette. Cavallette che son note per fare piazza pulita di qualsiasi cosa sia edibile.


Ora.. il proporre le cavallette come soluzione alla mancanza di proteine sara' poi sensato?.

Non vorrei che si finisse come per gli allevamenti di pesci. Dove un Kg di carne di pesce ottenuta costa due kg di carne di pesce inserita nella filiera di alimentazione.
Allevare pesci non e' remunerativo, a meno di non variarne l'alimentazione eliminando appunto la carne di pesce.

Lo fanno gia' senza preoccuparsi, li alimentano a farine e via andare.
Del resto, mucca pazza e' il risultato dell'aver nutrito le vacche con carne di maiale in farina. Per cui….MrGreen

user177356
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inviato il 05 Gennaio 2020 ore 18:30

Utilizzare animali come cibo è irrazionale se sei tu a doverli alimentare. In natura il leone non procura l'erba alla gazzella, infatti.

Il problema è che noi siamo diventati sapiens anche attraverso un apporto nutritivo che i vegetali da soli non possono dare, se non dopo che abbiamo raggiunto la maturità. Siamo costretti dalla nostra stessa evoluzione ad essere onnivori, ma ciò è sostenibile solo fin quando la popolazione rimane contenuta.

user177356
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inviato il 05 Gennaio 2020 ore 18:40

Di cani e gatti non mi nutro semplicemente perché trovo bovini e pollame più gustosi, e a livello personale non nutro alcuna empatia con alcuna specie animale. Ho avuto animali in famiglia per lungo tempo, molti anni fa, ma oggi tollererei un animale solo se fosse strettamente necessario (es. in cane guida).

Per me il benessere degli animali allevati è essenziale, ma solo in funzione della qualità dei prodotti che se ne ricavano.

Ho il massimo rispetto per la natura e tutte le specie, a livello collettivo. Se però considero il singolo esemplare, come ho già detto mi pongo nella stessa ottica del leone. Quindi sono favorevole a qualsiasi intervento sensato di riduzione dell'impatto ambientale, ma non a quelli miranti a salvaguardare i singoli animali per motivi etico-morali.

Ops, rispondevo ad in intervento che non c'è più.

avatarsenior
inviato il 05 Gennaio 2020 ore 18:47

Siamo costretti dalla nostra stessa evoluzione ad essere onnivori

ehm, non esattamente.
un onnivoro ("costretto") alimentare è un animale necessitato a introdurre una dieta mista, vegetale/animale, anche se non in dosi uguali per lo meno in quantità importanti, diciamo almeno il 10% di cibo animale e o vegetale. Cani e orsi, appartenenti all'ordine dei carnivori (ma la tassonomia è un altra cosa) sono degli onnivori. Il panda gigante è tassonomicamente un carnivoro ma è un erbivoro alimentare.
Non è il caso dell'uomo quello dell'obbligo dell'onnivoria, poichè può vivere sia con una dieta quasi completamente animale (inuit), sia con una dieta quasi completamente vegetale.
Un apporto sporadico e in un certo periodo della vita di un po' di cibo animale non ci rende onnivori obbligati.
Di fatto un uomo può essere carnivoro o erbivoro per scelta (malattie a parte).

nessuno dice che l'elefante è onnivoro anche se mangia pure insetti e lumache.

avatarsenior
inviato il 05 Gennaio 2020 ore 19:39

Comunque il problema non è riducibile al solo rapporto uomo-natura; da quando sulla Terra sono comparsi gli organismi pluricellulari, a parte le piante (e nemmeno tutte, ci sono piante parassite di altre piante), la vita si alimenta di altra vita e non c'è una vera soluzione alternativa a questo: se mangio un pollo uccido un essere vivente, ma se mangio un rapanello faccio l'identica cosa.
Ci può essere o meno un diverso atteggiamento rispetto ad organismi con cui abbiamo una storia di convivenza differente (cani, gatti), ma nemmeno questo risolve il problema in modo radicalmente diverso.
I cinesi sono più pragmatici: per loro, tutto ciò che si muove si può mangiare. Io non arrivo a pensare come i cinesi, ma nemmeno li condanno per questo.
Diverso è il problema di come gli animali vengono trattati in vita, ovvero di come vengono allevati; in tal senso una riduzione generalizzata del consumo di carne potrebbe forse portare ad un miglioramento delle loro condizioni, non certo come obiettivo primario, ma per lo meno come risultato "collaterale" di un cambiamento nelle modalità di allevamento.

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