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Immagini... emozioni, stile e linguaggio


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avatarsenior
inviato il 11 Marzo 2014 ore 17:09

è necessario confrontarsi anche con un pubblico di non esperti che non si lasciano influenzare dal una visione tecnicistica e che corrispondono al 99,9% degli abitanti del pianeta


Concordo con tutto quello che scrivi, tranne che con la frase qua sopra.
Il 99.9% del pianeta se vedesse le foto di eggleston, (ma basta quella del triciclo), oppure quelle di fontana, direbbe una cosa sola: "cosa è questa roba?"
Perchè sono cattivi? forse alcuni si, ma la maggior parte direbbe quello perchè non conosce.
Non conosce la storia della fotografia, le correnti, gli autori, il loro pensiero, il loro approccio, le varie evoluzioni.
E' pericolossisimo affidarsi al grande pubblico ad un certo livello di fotografia (ma di arte in generale... nonostante ci siano tante schifezze in giro).
Porto un esempio: Me. Prima mi avessero fatto vedere il triciclo di eggleston sarei scoppiato a ridere in faccia a chiunque, però mi sono sforzato, impegnato, cercato di conoscere l'autore (come altri) ed ho capito.... Ora quella foto continuo a vederla semplicissima, ma con un grande significato.

Penso esattamente l'opposto, Nel senso che è da ricercare un vero esperto.
Perchè per me l'esperto di fotografia NON è il tecnicista.
Se volevo sentirmi dire "in basso a destra la foto è poco nitida" non lo chiedevo al tecnico, mi compravo una lente d'ingrandimento e controllavo da solo.

avatarsupporter
inviato il 11 Marzo 2014 ore 17:15

Hai perfettamente ragione ma qua secondo me si entra in un discorso di un " elite " ristretta mentre mi sembra che il punto di partenza fossero le immagini di grande forza comunicativa ed universalmente riconosciute.... e quelle secondo me non dovrebbero richiedere una preparazione culturale...

avatarsenior
inviato il 11 Marzo 2014 ore 17:30

Che bella piega ha preso questa discussione:) concordo in pieno con quanto avete detto Matteo e Memy, però credo che entrambe le visioni siano sfaccettature della stessa medaglia, ovvero se pensiamo alle foto famose e di impatto generalmente conosciute, sono quasi tutte di reportage e toccano argomenti "cari" alle masse, mentre le altre foto di grandi toccano spesso argomenti e temi elitari e per questo capite solo da chi di questi temi si interessa... In questo senso intendevo che per essere espressiva una foto deve essere generata da un idea o tema che si conosce bene e si è fatto proprio ed aggiungo deve essere proprio anche del osservatore per poter essere emozionato dalla foto...

avatarsenior
inviato il 11 Marzo 2014 ore 18:04

Ottimo...ci sono in ballo i miei due argomenti preferiti Are e Antropologia...Sorriso

Io personalmente però partirei da un presupposto, l'Arte e la sua comprensione non sono universali, un po' come ha già detto Matteo Fiorelli, quindi voler cercare un modo per far comprendere ha tutti il proprio messaggio è inutile, forse sono un po' radicale, ma mi aiuta a farmi altre domande, e se l'Arte fosse tutto un "darsela ad intendere" ?

L'artista (anche il più grande) comunica ad un ristretto numero di persone, a coloro che fanno parte del suo stesso circuito sociale e culturale, quindi decontestualizzando un'opera d'arte non otteniamo più lo stesso effetto; è questine di codici, se non tutti usano gli stessi codici non tutti potranno comprenderne il significato.

Detto questo vediamo come si sviluppa la faccenda...;-)

avatarsenior
inviato il 11 Marzo 2014 ore 19:26

sono completamente d accordo con tutti voi.. però cerchiamo di esaminare una foto o un insieme di foto.. e cerchiamo di capire perché comunicano e cosa comunicano! così facendo iniziamo a capire cosa ha fatto l autore in fase di scatto per rendere l immagine comunicativa.. chi parte con il postare una foto comunicativa?!

avatarsenior
inviato il 11 Marzo 2014 ore 19:34

L'artista (anche il più grande) comunica ad un ristretto numero di persone, a coloro che fanno parte del suo stesso circuito sociale e culturale, quindi decontestualizzando un'opera d'arte non otteniamo più lo stesso effetto; è questine di codici, se non tutti usano gli stessi codici non tutti potranno comprenderne il significato.


Concordo ed è più o meno quello che non sono riuscito a spiegare ioMrGreenMrGreen
Però ci sono codici universalmente noti, ad esempio quelli usati in queste foto:







Queste due, toccano valori universali, soprattutto in quegli anni, quelli potrebbero essere i figli, i fratelli, i padri di tutti gli osservatori che quindi fanno propria l'emozione, comprendendola.

Quest' altra invece:




Passerby di Jeff Wall, se uno me la mostrasse come fotografia nel forum non riuscirei a ca×, ma una volta capito l'autore e compreso quello che lui voleva esprimere e il suo percorso, allora assume un significato e fa passare il messaggio dell' autore. Ad altri che vivono la realtà della strada, vivendo magari in quartiere malfamato di qualche grande città, questa foto genererebbe subito l'emozione che voleva trasmette, proprio perchè questa è la loro propria realtà e quindi il loro codice... spero di essere riuscito a spiegarmi che intendoSorrySorry



avatarsenior
inviato il 11 Marzo 2014 ore 19:35

sono completamente d accordo con tutti voi.. però cerchiamo di esaminare una foto o un insieme di foto.. e cerchiamo di capire perché comunicano e cosa comunicano! così facendo iniziamo a capire cosa ha fatto l autore in fase di scatto per rendere l immagine comunicativa.. chi parte con il postare una foto comunicativa?!

L'ho fatto prima di leggere il commentoMrGreenMrGreen

avatarsenior
inviato il 11 Marzo 2014 ore 21:39

non c'è ricerca, non c'è un messaggio, non c'è una visualizzazione della foto prima nella testa che nel lcd della fotocamera
non credo che per forza ci debba essere una ricerca (certo, che però questa aiuta)la foto può nascere anche " per caso", probabilmente quando siamo li che stiamo per far partire l' otturatore dovremmo pensare: cosa mi piace di questa scena?, come posso enfatizzare questa cosa? Invece io in primis scatto e via...

avatarsenior
inviato il 11 Marzo 2014 ore 21:43

Ottima idea AleBergamini....;-)

avatarsenior
inviato il 11 Marzo 2014 ore 21:59

Si riesce a comunicare qualcosa solo se si conosce il linguaggio universale che appartiene all'arte fotografica!!!
A meno che non si nasca con il cosiddetto "Occhio fotografico".
La tecnica, la nitidezza, il contrasto.....non comunicano emozioni!!!!
Non tutti nascono come Maradona, ma tutti possono giocare a calcetto nel weekend, magari con le migliori scarpe......ecc....ecc!!!! MrGreenMrGreenMrGreen

avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2014 ore 9:51

vero solo in parte Domenik: perché , talento a parte , che avendocelo di natura tutto avviene in maniera più fluida e svelta, l'arte fotografica si può imparare tranquillamente.
ma attenzione a non confondere questa "base nozionistica" con gli elementi tecnici (quelli a cui ti sei riferito giustamente tu: nitidezza, contrasto, bla bla bla), se non si vuole rimanere "fotoamatori della domenica a vita": e perché una foto comunichi deve essere prima di tutto ben composta e rappresentare un pensiero
tutte le altre sono solo belle cartoline..

avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2014 ore 10:07

Una BUONA foto è ricca di particolari, che creano (e poi magari rispondono ) alle domande che si pone chi la guarda, facendo rimanere alta l' attenzione e l' interesse... quindi la tecnica, composizione possono fare la differenza, certo non possono salvare da sole una foto "insipida"... la ricerca di questi particolari è la cosa difficile...

avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2014 ore 11:50

Possono essere punti di vista diversi che convergono alla solita questione.... Per me è importante ottenere l'immagine che hai in testa. Bresson quando aveva in mente la foto del tipo che corre/salta sull'acqua, si vede perfettamente che uno scatto così era ponderatissimo. Il contrasto tra staticità e movimento, il concetto del tempo, la composizione per esaltare questo, ecc. lo aveva bene in mente e ha aspettato che qualcuno passasse di li nel modo che voleva lui, sennò non avrebbe scattato.
E' ben diverso da vedere la solita scena, essere li notare che uno passa e scattare al momento giusto... il momento giusto è solo alla fine del percorso... paragonando i due scatti, il primo fotografo ti parla per un quarto d'ora della foto, il come e perchè, ti parla del suo modo di vedere la fotografia, di come riesce a "buttare" questa visione dentro ad ogni foto che fa, quasi come una firma.
Il secondo ti dice che piaceva la scena e ha scattato d'istinto..... il risultato è il medesimo ma ovviamente il primo ha un'altra valenza, che si ripercuote su tutte le foto che questo fotografo farà.
Il problema è che io sono il secondo, porca eva.
Parentesi: che poi tante foto andrebbero "spiegate" è in parte vero. Mi viene in mente una foto scattata ad Obama su un autobus. Carina non c'è che dire... ma che sta a significare? boh, non dice nulla.... poi sono andato ad informarmi, ed ho scoperto che quell'autobus risaliva all'epoca del razzismo americano, quando un'attivista di colore si è rifiutata di sedere nei posti "della propria gente" e si è seduta in quelli riservati ai bianchi. E' venuto fuori un casino, la polizia, botte, ecc. sono ignorante ma in america è un avvenimento famoso.... decenni dopo il primo presidente di colore, viene eletto per la seconda volta. Obama è stato fotografato nell'anniversario di quell'avvenimento di anni fa, seduto al solito posto in cui ha protestato quella ragazza.
Vacca maiala, lo scatto ora ha una potenza da far r-a-b-b-r-i-v-i-d-i-r-e. E così tanti altri che all'apparenza non dicono nulla. Andrebbero spiegato o comprese studiando l'autore. Capisco che questo possa essere gravoso..... però....

(ps, riguardo a questo scatto potrei aver cannato i dettagli perché risale a qualche tempo fa la cosa, ma il senso non cambia)

avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2014 ore 15:14

Passerby di Jeff Wall, se uno me la mostrasse come fotografia nel forum non riuscirei a ca×, ma una volta capito l'autore e compreso quello che lui voleva esprimere e il suo percorso, allora assume un significato e fa passare il messaggio dell' autore.


Ecco, secondo me qui sta il nodo della questione.

Esistono artisti che hanno un linguaggio immediato (le foto di Capa, essendo di reportage lo sono) ed altri ad es. Egglestone o Jeff Wall che invece hanno uno stile comunicativo che non può prescindere dalla conoscenza del loro percorso e del loro progetto fotografico.

Ora, se mi fanno vedere la foto del triciclo di Egglestone e dico: "bella me.rda!" secondo voi, la colpa è di Egglestone oppure è la mia che non conosco il progetto Democratic Camera?

Cioè, la colpa è dell'artista che ha prodotto l'opera o dell'osservatore che non ne conosce la storia e di conseguenza non ha gli strumenti per valutare lo scatto????

;-)

avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2014 ore 15:31

io dico la seconda.
Gli strumenti per capire sono libri, altri fotografi (veri), libri, internet, libri. E libri. E volontà.
Ma non è così solo la fotografia. Musica, pittura, scultura, cinema, fumetti. E' un discorso scindibile tranquillamente dall'arte che si sta analizzando.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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