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Uomini e animali...quali differenze?


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avatarsenior
inviato il 07 Gennaio 2020 ore 17:02

Credo che ogni specie abbia la tendenza a considerarsi "dominante"; è un effetto collaterale della necessità di rapportarsi all'ambiente per sopravvivere

avatarsenior
inviato il 07 Gennaio 2020 ore 17:10

e quindi si ritorna al concetto di catena alimentare e di chi sta al vertice, nella savana c'è il leone, nelle paludi il caimano, e l 'uomo dove si colloca?

avatarsenior
inviato il 07 Gennaio 2020 ore 17:17

L'uomo è strano; al vertice della catena alimentare dovrebbe esserci un superpredatore (dove per vertice non s'intende "specie dominante", ma semplicemente la chiusura di un sistema trofico), ma l'uomo ha scombussolato tutti i sistemi: sta facendo sparire i superpredatori persino dove troverebbero prede in abbondanza.
Non credo che un onnivoro sia mai riuscito a creare, in precedenza, un casino simile

user177356
avatar
inviato il 07 Gennaio 2020 ore 17:17

Credo che ogni specie abbia la tendenza a considerarsi "dominante"


Non so se uno scarafaggio o una felce abbiano la capacità di elaborare questo concetto.

Per quanto riguarda gli esseri umani, forse dovremmo ricordare che non siamo in grado di eliminare, ma nemmeno di contenere, specie che consideriamo inferiori, come ratti o scarafaggi.

avatarsenior
inviato il 07 Gennaio 2020 ore 17:21

l'abilità a riprodursi di per sè non rappreseta un elemento di successo, tanto che si parla di strategia r e strategia K.
it.wikipedia.org/wiki/Strategia_r-K
Secondo alcuni addirittura, l'abilità riproduttiva del salmone, con il numero immenso di nuovi nati per ogni coppia, potrebbe favorire altre specie perchè molti di loro diverranno nutrimento per altri animali prima di raggiungere l'età feconda.

Il successo di una specie, biologicamente, lo si può dedurre dall'estensione del territorio coperto, dalla durata di certi caratteri genico-somatici, ma non è semplicissimo determinare se il termine "successo" sia corretto.

L'uomo si distingue rispetto a molte altre specie per la possibilità di determinare il suo e delle altrui specie futuro, più di qualunque altra.

avatarsenior
inviato il 07 Gennaio 2020 ore 17:27

TheRealB, le specie opportuniste sono in genere quelle che passano indenni anche attraverso le grandi estinzioni, e magari non sono nemmeno quelle che definiremmo "dominanti", anzi, spesso sono quelle che vivono all'ombra di altre specie.
Di fatto è come quando cerchiamo di definire organismi più o meno evoluti: è una distinzione che non ha molto senso, perché ogni organismo perfettamente adattato alla sua nicchia ecologica è anche perfettamente evoluto per quel ruolo.

user177356
avatar
inviato il 07 Gennaio 2020 ore 17:37

Daniele, sono d'accordo, ma proprio per questo non ha senso parlare di specie "dominanti".

avatarsenior
inviato il 07 Gennaio 2020 ore 17:39

la "specializzazione" di solito è vista come una fragilità nella specie perchè non permetterebbe una conversione in un ambiente mutato.
Di solito si dice che le specie meno specializzate sono quelle che hanno più garanzie per il futuro.

avatarsenior
inviato il 07 Gennaio 2020 ore 17:42

infatti ad es. il panda si estinguerà, come si fa a campare mangiando solo bambù??Confuso

avatarsenior
inviato il 07 Gennaio 2020 ore 17:49

Il concetto di specie dominante nasce in fondo da una visione antropocentrica del mondo, per cui tutte le specie in cui riusciamo ad intravedere una sorta di proiezione della "volontà di dominio" tipicamente umana le definiamo tali: il Re della foresta, come se il leone avesse coscienza di questo e il bufalo gli facesse la riverenza mentre lo vede avvicinarsi all'abbeverata

avatarsenior
inviato il 07 Gennaio 2020 ore 17:53

si però la catena alimentare si basa sulla fonte di cibo, ed è un fatto che i carnivori sono al vertice di questa catena, il sole fa crescere l'erba, l'erbivoro mangia l'erba, il carnivoro mangia l'erbivoro, questa è la catena alimentare, non centra nulla la visione antropocentrica, è una legge di natura

avatarsenior
inviato il 07 Gennaio 2020 ore 17:58

infatti ad es. il panda si estinguerà

Può darsi, comunque ci sono annate in cui rischiano grosso; il bambù fiorisce a intervalli di diversi anni, tutte le piante della stessa specie, nello stesso momento e in ogni parte del mondo si trovino, dopo di ché l'intera parte aerea muore e la radice (che è perennante) ricaccia solo l'anno successivo; però ogni specie di bambù possiede un intervallo diverso dalle altre, così in genere ce ne sono sempre in fase vegetativa di cui cibarsi, ma accade, sia pur molto raramente, che in un particolare anno i cicli di tutte le specie coincidano e tutte le piante di bambù scompaiano per ricacciare l'anno successivo. In quel momento c'è sempre una moria di panda quasi da estinzione; comunque finora si sono ripresi, staremo a vedere

avatarsenior
inviato il 07 Gennaio 2020 ore 18:04

si però la catena alimentare si basa sulla fonte di cibo

proprio per questo non è un parametro valido per definire una posizione di supremazia: se calano le prede scompare anche il predatore, e se la siccità fa sparire tutte le piante, scompaiono sia erbivori che carnivori; però le piante hanno rilasciato i semi, che spesso mantengono una buona germinabilità anche per molti anni (il record attuale è di una Silene di 12.000 anni i cui semi sono stati trovati al disgelo del permafrost siberiano), così quelle specie di piante ricompariranno prima o poi, mentre erbivori e carnivori tipici del luogo potrebbero essersi effettivamente estinti per fame; ne consegue che le specie dominanti dovrebbero essere tutte vegetali MrGreen

avatarjunior
inviato il 07 Gennaio 2020 ore 18:09

La discussione ha un po' divagato (con argomenti comunque molto interessanti).
Provo a riportare un'attimo il focus sul punto iniziale, esprimendo il mio parere in modo un po' più articolato.

Dobbiamo partire dal presupposto che in natura non esiste giusto e sbagliato. Ci sono specie che al bisogno mangiano i loro cuccioli, la mantide femmina mangia il maschio dopo l'accoppiamento, i felini uccidono piccole prede per puro "divertimento"... Tutto è governato dall'istinto e non esiste il "bene e male", ma solo l'equilibrio di tutto l'ecosistema.
Quello che differenzia l'uomo dal resto della natura conosciuta è la coscienza di se e la capacità di pensare in al senso, con tutto quello che ne consegue (la morale, l'etica etc. etc.)

Lasciando da parte i credi religiosi, non c'è nessun "giudice assoluto" che determina se uccidere, stuprare o cibarsi di un altro essere sia una cosa giusta o sbagliata. Chi lo decide è l'uomo stesso (sia singolarmente che collettivamente), tant'è che molte cose che in passato venivano considerate normali (schiavitù per esempio) ora sono viste come deplorevoli e punibili dalla legge.

La questione dell'essere vegetariani/vegani quindi, finché non diventerà un valore universalmente riconosciuto e condiviso, rimarrà di pura sensibilità personale.

Non mi stupirei se in un futuro, in cui magari la carne sarà producibile sinteticamente in maniera perfettamente uguale a quella "vera", il fatto di uccidere un animale per cibarsene diventerà un qualcosa percepito come inutile e abominevole dalla totalità degli essere umani.

avatarsenior
inviato il 07 Gennaio 2020 ore 18:16

Non mi stupirei se in un futuro, in cui magari la carne sarà producibile sinteticamente in maniera perfettamente uguale a quella "vera", il fatto di uccidere un animale per cibarsene diventerà un qualcosa percepito come inutile
e abominevole dalla totalità degli essere umani.

Il problema è se nel frattempo avremo accettato il fatto che anche le piante sentono, comunicano, hanno rapporti di parentela ecc., perché la carne sintetica, se ci arriveranno, la faranno a partire da tessuti vegetali, ma a quel punto avremo spostato sulle piante questi stessi discorsi

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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