| inviato il 24 Settembre 2016 ore 8:45
“ Ovviamente silenziare la macchina rientra nell'approccio furtivo (parolaccia) alla street „ Scusami ma parli a vanvera, come se con i clakson, motori e altri rumori della città, fosse il rumore dell'otturatore (che poi avviene al momento stesso dello scatto, quindi troppo tardi per provocare una reazione) che pone problema...mi sà che invece di leggere (capirli é un'altra cosa) manuali, faresti meglio a dare un occhio alle foto di Gary Winogrand, Bruce Gilden, Robert Frank, ecc... per capire quello che dicevo sulla furtifità ...capirai subito. |
| inviato il 24 Settembre 2016 ore 8:57
Trovo sbagliato fissare dei paletti fissandosi sulla classificazione di un genere molto vario come lo street, lo scatto silenzioso a volte non serve altre puo essere utile, ad sempio quando mi trovo a Milano in metropolitana mi piacerebbe fare più scatti alla gente di fronte senza essere notato. |
| inviato il 24 Settembre 2016 ore 9:00
“ Trovo sbagliato fissare dei paletti fissandosi sulla classificazione di un genere molto vario come lo street, „ Esattamente, ...vedo che non hai letto il manuale...e hai fatto bene |
user33346 | inviato il 24 Settembre 2016 ore 9:02
“ Scusami ma parli a vanvera „ “ mi sà che ti puoi andare a rileggere „ “ oppure, che é meglio, dai un occhio „ Nel libro di Gibson c'è un capitolo sul ritratto di strada e sull'interazione con il soggetto in cui si definisce questo approccio marginale alla street.. Ovviamente si può dissentire La street sono molte cose e tutte valide.. Io concordo con Gibson e per il mio modo di fotografare apprezzo la discrezione e l'otturatore elettronico Tu avrai un approccio diverso dal mio comunque valido se non migliore senza la necessità di andare sul personale |
user33346 | inviato il 24 Settembre 2016 ore 9:14
Ho detto che secondo me trovo utile il fatto di poter silenziare la macchina.. poi ho detto che sempre secondo me nella street il soggetto non si deve accorgere di essere fotografato.. Questo è quello che penso io.. Sul discorso del manuale concordo con te che serve a poco..Gibson è peraltro l'unico libro di street che ho.. Post come questi sono utili perchè ognuno dice quello che pensa e porta la sua esperienza generalmente si fa un confronto e si cresce PS. Ho visto delle gran belle foto di alcuni di voi.. davvero complimenti |
| inviato il 24 Settembre 2016 ore 9:15
certo, ok siamo d'accordo, c'é posto per tutti nella Street, e meno male..se le regole fossero già fissate e canonizzate non avrebbe più alcun interesse nel mio commento volevo solo sottolineare che la furtività, che é certo presente nella Street, é spesso fraintesa fra l'avvicinamento/posizionamento e il momento dello scatto...che sono 2 cose differenti...io il senso che gli do é : non interferire (o il meno possibile) con quello che sta accadendo, ma riuscire a trovarsi al posto giusto al momento decisivo (lo scatto), quindi é una questione di mimetismo prima dello scatto, al momento dello scatto é già troppo tardi. ma forse mi ero spiegato male, o forse mi sbaglio |
| inviato il 24 Settembre 2016 ore 9:53
Oh meno male che avete fatto pace perché avete ragione tutti e due. O meglio: è noto che ci sono quelli che preferiscono scattare senza che il soggetto se ne accorga, e quelli che preferiscono interagire con lo stesso. L'ultima è più probabile se il fotografo è facile a socializzare, qualità non sempre presente. Io cerco un approccio a metà strada: la furtività in senso stretto non mi appartiene, quello che cerco di fare è essere rapido e cogliere il soggetto di sorpresa fino al momento dello scatto. Dopodiché, se questo si accorge, per il rumore dell'otturatore o perché gli ostruisco la strada poco male: ormai è fatta. Lo scatto silenzioso a me non serve. Nessun risvolto negativo in questo approccio, il peggio che ho ricavato è un'occhiataccia di una ragazza che, dopo tentato di fermarmi con lo sguardo, si è allontanata indispettita. Allora l'ho inseguita, mi sono presentato e scusato e le ho mostrato la foto chiedendole se voleva che la cancellassi. Lei è passata dalle sopracciglia aggrottate al sorriso, mi ha chiesto di inviargliela e mi ha autorizzato a pubblicarla solo per un tempo limitato (mia proposta). Ovviamente ciò è possibile solo se quanto inquadrato risulta gradevole al soggetto, e io non cerco di cogliere in fallo nessuno: sì allo spiritoso, no al ridicolo; sì all'insolito, no al degradante. Dai due approcci saltan fuori due contesti d'immagine profondamenti diversi: talvolta l'influenza data dal sapere di essere ripreso irrobustisce la costruzione della scena o addirittura la crea, altre volte ne vanifica l'effetto. Riuscire a scattare con il consenso implicito fin dall'inizio è una dote che ti permette di ottenere immagini più rare delle altre, quindi hai una marcia in più. |
| inviato il 24 Settembre 2016 ore 10:30
“ noto che ci sono quelli che preferiscono scattare senza che il soggetto se ne accorga, e quelli che preferiscono interagire con lo stesso. „ il fatto già che si parla di "soggetto" e non di "soggetti" mi fà supporre che non siamo più in una composizione Street, ma in un genere apparentato, spesso amalgamato alla Street che io chiamo "Ritratto ambientato"...e là posso essere d'accordo che con un soggetto unico il fatto che non se ne accorge puo essere interessante, cosi come la profondità di campo ridotta (lo pratico pure io, e lo classifico come street nella mia galleria)....ma senza voler categorizzare a oltranza (lo detesto) mi domando (ho sempre avuto il dubbio)...é ancora della Street?...forse,.. in tutti i casi possono uscire buone foto in entrambi i casi e poco importa la categoria Guarda che non si litigava era solo uno scambio, fra personne Appassionate e di convinzione, quindi necessariamente un po "acceso" PS sono le mie riflessioni personali, non le erigo in regola, sia ben chiaro |
| inviato il 24 Settembre 2016 ore 10:52
esempio questa foto :
per me é un "Ritratto ambientato", ne ho fatte 3, ma ho scelto questa proprio perché s'é accorta che la fotografo e mi guarda, le altre guardava il smartphone e non avevano nessun interesse a parte l'effetto da "dietro il vetro" |
| inviato il 24 Settembre 2016 ore 10:54
Leo come "soggetto" intendo quello fotografico, ovvero ciò che rappresenta il centro della scena, e può essere sia una che più persone. Poi è vero che ho usato lo stesso termine per indicare una persona che, da parte del soggetto fotografico, diventa soggetto individuale con cui interagire, e ciò può portare a fraintendimenti. Quindi preciso : no, non parlo di ritratto ambientato. E hai ragione, il confine è labile, ma c'è. Com'è quella definizione di Street Photography? "Cogliere l'inconsueto nel consueto". Un ritratto ha l'obiettivo di risaltare il carattere estetico dell'individuo, e l'eventuale ambiente fa da cornice. Una foto Street ha come caratteristica il mettere in relazione diversi elementi dell'inquadratura in modo da creare una relazione tra loro che implichi la realizzazione di un terzo elemento impalpabile : il messaggio. Disclaimer antipolemica : ciò secondo il mio modesto parere. |
| inviato il 24 Settembre 2016 ore 10:57
Ciao, piccolo contributo....io uso d7000 con 24 e Fuji x100 , impostate cosi : Manuale, f8-11, 1/350, iso auto 100/3400, bkt 3 scatti -1/0/+1.......solo BW.....con la Fuji praticamente invisibile al resto del mondo ........ |
| inviato il 24 Settembre 2016 ore 11:03
Leo Sì in quella foto non c'è un messaggio che scaturisce dagli elementi in campo. Ma un istante dopo o un istante prima avrebbe potuto esserci qualcos'altro a costruire un significato. Si tratta veramente di cogliere l'attimo, che in alcuni casi può essere veramente breve, per fare la differenza. Estremamente difficile, da lì la mia ammirazione per chi mostra una nutrita collezione di scatti significativi : è un lavoro intenso. Disclaimer antipolemica: il messaggio può essere colto o non colto anche a seconda della sensibilità o dall'attitudine della persona, quindi tutto ciò che si può sostenere al riguardo rimane contemporaneamente relativo e lecito. L'importante è non dare giudizi di merito ma esporre i fatti su cui è basata la propria opinione. |
| inviato il 24 Settembre 2016 ore 11:09
“ Un ritratto ha l'obiettivo di risaltare il carattere estetico dell'individuo, „ questo si discute, ...ma sulla street sono assai d'accordo con te...con una leggera sfumatura... "Cogliere l'inconsueto nel consueto" questo erano H.C. Bresson, Robert Doisneau, ecc..(adoro ma siamo nel 2016)...io credo nella "banalità" della Street, non come cosa priva d'interesse ma come "instantanea", "tranche de vie", "instante estratto dal contesto", "scrittura automatica", bulimia dello scatto, ecc...ancora una volta guardate le foto di Gary Winogrand che per me ha aperto una nuova direzione nella Street "moderna" in rottura completa con quello che si faceva prima (era diventata quasi accademica) e che é ancora d'un'estrema attualità...vi consiglio in particolare "Frigments of real world"...rivoluzionario |
| inviato il 24 Settembre 2016 ore 11:13
Anche la banalità è un elemento in grado di trasmettere un'emozione, uno scatto può rappresentarla senza risultare esso stesso banale È un livello successivo, come quello che scaturisce dalla relazione fotografo-soggetto: si passa al meta-messaggio ed il tutto diventa (EDIT: può diventare) ancora più interessante |
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