| inviato il 07 Settembre 2020 ore 19:37
Si maurese, ma qui stiamo parlando di percezione di una cosa che non esiste, perché una fotografia è bidimensionale, e la trimensionalità percepita da chi la osserva è un concetto astratto. Ed è determinato dalla luce. Se metti tutti gli altri parametri ma la buona luce no io la percezione di tridimensionalità non ce l'ho. |
| inviato il 07 Settembre 2020 ore 19:42
Ma invece di strillare, posta una foto d'esempio, una fotografia non un rendering, in cui con luce piatta hai percezione di tridimensionalità. E ne discutiamo senza strilli isterici. |
| inviato il 08 Settembre 2020 ore 7:39
Ma come, non era una perdita di tempo spiegare le robe al mulo? Forse dovresti usare il tuo tempo con menti più elevate, perché con il tema di questo topic, 'sto rendering c'entra niente al quadrato. |
| inviato il 08 Settembre 2020 ore 10:12
Si ma rimanere in topic sarebbe una questione di educazione, poi ognuno si regola secondo come è abituato. |
| inviato il 08 Settembre 2020 ore 13:18
io sono rimasto a pagina 2 ...mi sa che fine settimana mi dedicherò a rileggere tutto con calma... |
| inviato il 08 Settembre 2020 ore 18:14
@look secondo me parlare di rendering o pittura o fotografia, in questo caso puo' aiutare, non parlando della fase di realizzazione, ma dell'immagine finita, e cosa la rende percettivamente 3d... in questo caso è palese il gioco fondamentale del pattern del pavimento @maurese si però non è che tutti possono andare alla terrazza mascagni!!! |
| inviato il 08 Settembre 2020 ore 18:16
quanto è treddì questa foto ? puo' bastare un pattern geometrico? |
| inviato il 08 Settembre 2020 ore 18:44
“ quanto è treddì questa foto ? „ Mmmhh... sincero? Mica tanto... Non basta riprendere un pattern in prospettiva per trasmettere la percezione di tridimensionalità. Come dicevo, la luce è essenziale, se è piatta la percezione sfuma... |
| inviato il 08 Settembre 2020 ore 19:27
Non tanto. |
user209481 | inviato il 08 Settembre 2020 ore 20:54
Quante parole. |
user209481 | inviato il 08 Settembre 2020 ore 21:00
Ma chi di voi dice il vero. Ma poi che vuol dire: c'è chi dice che vede gli angeli, scrive Bergat . Si parla di fotografia e non di Vangelo. |
| inviato il 08 Settembre 2020 ore 21:03
“ Lookaloopy sei un fondamentalista ortodosso. „ Maurese riesci anche a discutere serenamente senza strilli e appellativi personali o questo è tutto il tuo repertorio? Perché in questo caso non perdo altro tempo a risponderti. |
| inviato il 09 Settembre 2020 ore 14:39
Le discussioni sulle caratteristiche non misurabili degli obiettivi sono un po' come le discussioni sulle Leica M. Finiscono spesso in vacca. E succede perché diventano un crogiolo di atteggiamenti di superiorità e/o complessi di inferiorità, da parte di alcuni che intervengono, che a mio parere sono del tutto ingiustificati sia in un senso che nell'altro. Da una parte c'è chi dice di vedere e percepire certe differenze, dall'altra c'è chi non le vede e pensa siano sciocchezze campate per aria. Non se ne esce. Soprattutto quando iniziano a comparire le provocazioni. Un esempio su tutti: il Leitz Summicron M 50 nella sua versione a 6 lenti (terza serie), il cosiddetto "Wetzlar". Costruito negli anni '70. Ha una particolare resa della nitidezza che fa in modo che quella lente sia nitidissima al centro, cali sensibilmente a 2/3 del campo (rimanendo comunque a un buon livello) per poi recuperare con decisione ai bordi. Chi ci vede il lato positivo afferma che questa cosa fosse intenzionale, emulando in qualche modo la resa dell'occhio umano, e la addita come uno dei motivi per cui quella lente è considerata molto "tridimensionale" oltre che rappresentativa di un certo tipo di resa. Chi a queste cose non bada, afferma che era meglio fare una lente che fosse nitidissima su tutto il campo, visto che in Leica quelle cose le sapevano fare anche negli anni 70. Altro esempio: l'aberrazione sferica sotto corretta dello Zeiss C Sonnar 50/1.5 ZM. Permette di ottenere un bokeh particolare, dando un bel gusto analogico all'immagine, ma per contro il progetto deve pagare il dazio di un focus shift nelle macchine a telemetro, che a volte si nota. Il primo dice: "pazienza per il focus shift, ma la resa è assai particolare e quella lente l'adoro" Il secondo dice: "bella schifezza. Una lente da 1000 euro e non si riesce neppure e mettere bene a fuoco" C'è qualcuno che ha ragione? No. C'è qualcuno che ha torto? Neppure. Semplicemente c'è chi quella lente la cerca e la usa e ci gode e c'è chi gode con un modernissimo e perfettissimo Sigma ART. A dirla tutta, la cosa ai fini fotografici non ha neppure importanza. Personalmente ho sempre amato le imperfezioni che danno personalità, nelle lenti. Ma è gusto personale... P.S. Transizione dello sfocato molto caratteristico quello di quel Leica, che lo rende anche facile da riconoscere. Ma anche questo non ha importanza...ai fini fotografici. |
| inviato il 24 Settembre 2020 ore 15:30
“ Le discussioni sulle caratteristiche non misurabili degli obiettivi sono un po' come le discussioni sulle Leica M. Finiscono spesso in vacca. E succede perché diventano un crogiolo di atteggiamenti di superiorità e/o complessi di inferiorità, da parte di alcuni che intervengono, che a mio parere sono del tutto ingiustificati sia in un senso che nell'altro. „ Complessi di inferiorità non ne vedo troppi... Spesso sono un pretesto per dire "tu non percepisci queste differenze perchè non sei al mio livello". Guarda, mi è appena successo lo stesso in un forum di bici da corsa. |
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