| inviato il 29 Aprile 2017 ore 14:24
Per fare compagnia alla mia Canon FT QL ed al suo 50mm ho preso un Canon FL 100 f3.5, spero preso a buon prezzo... Perché dico ciò? Perché non trovo in rete nessuna informazione su questo obiettivo, quindi spero che non sia un vero fondo di bottiglia. Lo userò anche su digitale, speriamo.. Nell'attesa che arrivi, mi piacerebbe avere più informazioni da chi conosce l'obietti e se lo consiglia? |
user92023 | inviato il 29 Aprile 2017 ore 22:26
No, quell'obiettivo non lo conosco. All'epoca (quella degli FL, intendo) ebbi però un 135/3.5, prima di passare ad un 135/2.5. Il primo era economico, ma vantava prestazioni davvero ottime. Il secondo era...stellare. Ho tuttora una stampa 50 X 70 appesa in cucina (eseguita nel 1965!!!), ed è...lì da vedere! Uno dei pochi obiettivi che rimpiango di aver venduto (in illustre compagnia, poichè sto pensando ad una tripletta di Summilux -35, 50, e 75- per Leica M, ad un Summicron 90 cromato -sempre Leica M-, e ad un Sonnar 150/4.0, sempre cromato, per Hasselblad malauguratamente sostituito con un successivo "nero" T star!)! Insomma, "in quel tempo" Canon i 135 (e, di conseguenza, i 100 immagino) li sapeva fare davvero bene; i 50 li scopiazzava da Zeiss (Planar), come tutti (Nikon in testa), del resto, e con gli altri (ho avuto esperienza di un 28/3.5 -non malaccio, però-, e di un 200/3.5 -ehmmm!-)...insomma si arrangiava. Non so dire di più! Sorry! Ciao. G. |
| inviato il 29 Aprile 2017 ore 22:58
Grazie Giannidl. |
user92023 | inviato il 05 Maggio 2017 ore 21:52
Negli anni '50 le reflex esistevano (la più famosa era forse la Exa/Exacta, tedesca), ma erano totalmente neglette dai professionisti che in quel tempo le consideravano poco meno di curiosità tecnologiche, giusto buone per i musei. Esse avevano, infatti, un sacco di problemi apparentemente insolubili: non c'era (ancora) il ritorno istantaneo dello specchio (successivamente introdotto da Pentax), i grandangolari non potevano essere più corti di 35 mm. (non esistevano ancora i retrofocus), e poi il discorso del diaframma. Ai tempi delle Exa/Exacta si metteva a fuoco, si chiudeva il diaframma (il mirino si oscurava drammaticamente, e tutto appariva a fuoco anche là dove non lo era affatto), e si scattava sperando che, nel frattempo, il soggetto fosse rimasto pietrificato. Poi venne il "diaframma SEMI AUTOMATICO" (quello da te descritto, appunto). Solo successivamente trionfò il diaframma (totalmente) automatico, quello che conosciamo oggi. Ci sarebbe anche il passaggio degli esposimetri TTL, che "prima" non esistevano affatto, e nella loro prima edizione (Canon FT-QL, per intenderci) richiedevano una misurazione con il diaframma chiuso all'apertura di lavoro (fu la Minolta SRT 101 a lanciare il TTL con simulatore di diaframma, che consentiva di effettuare le misurazioni a diaframma effettivamente aperto. Canon ci arrivò, poco più tardi con la FTb-QL). Spero che questo excursus...abbia favorito il tuo riposo notturno! Ciao. G. |
| inviato il 05 Maggio 2017 ore 22:03
Durden.. mi sembra strano. Mi sa che ha una levetta da bloccare. Ho avuto un fl.. era ostico da agganciare ma la ghiera dei diaframmi era 1... su adattatore. Se lo agganciavi male uscivi pazzo coi diaframmi appunto.. Stavo per comprare 1 adattatore per obbiettivo dalla disperazione... |
| inviato il 05 Maggio 2017 ore 22:09
Interessante. Ho una canon ft ql, ed il suo 50, per l'esposizione corretta devo chiudere il diaframma, ma ha il selettore M/A. Mi aspettavo lo stesso sul 100 f3.5 fl, ha anche una levetta sulla baionetta come il 50, ma quando la aziono non chiude nulla, è corretto? |
user92023 | inviato il 05 Maggio 2017 ore 22:17
@Piro. no, no Piro! Gli FL (ne ho avuti 6) erano già "automatici". Quelli di Durden erano precedenti (semiautomatici). Avevano effettivamente due ghiere. Una chiudeva ai vari diaframmi con scatti sugli effettivi valori preselezionati. Ma, a quel punto, il diaframma restava aperto. Poi c'era una seconda ghiera, accostata alla prima, che girava libera (senza scatti) fino al valore precedentemente selezionato (questi semiautomatici in inglese si definivano "pre-set"). Così, effettuata la m/f, senza staccare l'occhio dal mirino e con un colpetto dell'indice, si chiudeva il diaframma al valore precedentemente impostato, e finalmente si scattava. Ciao. G. |
| inviato il 05 Maggio 2017 ore 22:18
Prova azionarla a ta e poi a diaframma chiuso.. |
| inviato il 05 Maggio 2017 ore 22:19
@ gianni Non lo sapevo. |
user92023 | inviato il 05 Maggio 2017 ore 22:20
A diaframma aperto, la seconda ghiera non ha (non può avere) corsa: il diaframma è già aperto! G. |
| inviato il 05 Maggio 2017 ore 22:24
Giannidl, esatto il 100 funziona così, ma la levetta sull'attacco ha un uso? Azionandola anche con diaframma chiuso mi pare che non succede nulla |
user92023 | inviato il 05 Maggio 2017 ore 22:43
Durden, i miei ricordi sono un pò appannati (parliamo del 1965, 50 anni fa!). Ricordo, però, sulla successiva serie FD (molto simile alla serie precedente -FL-) che, sulla montatura posteriore, effettivamente fuorusciva una levetta (esisteva pure un piccolo accessorio -che dovrei tuttora avere da qualche parte- preposto a tenere in posizione tale levetta che, altrimenti, scivola in posizione opposta). A cosa serviva tale levetta? Presto detto: smontando l'obiettivo dalla macchina il diaframma si chiudeva, automaticamente, in una posizione intermedia. La levetta serviva a tenere il diaframma tutto aperto ANCHE se staccato dal corpo macchina. Perchè? Perchè (almeno nel mio caso) io disponevo (dispongo tuttora...da qualche parte) di un oculare atto a trasformare un obiettivo (naturalmente meglio se tele) in un cannocchiale! Ti ho aiutata? Spero di si! Ciao. G. |
| inviato il 05 Maggio 2017 ore 22:50
Chiarissimo, grazie. Comunque i colori che restituiscono i due FL che possiedo e che sto provando su digitale sono veramente belli... alla faccia dei 50 anni |
user92023 | inviato il 05 Maggio 2017 ore 23:10
Guarda Durden, io ho tuttora 88 obiettivi per l'analogico, e posso garantirti che la maggior parte di questi (parlo non solo di Canon, ma anche di Zeiss -per Contax ed Hasselblad-, Leitz per Leica M, Mamiya per il medio formato) è la summa di veri capolavori ottici, insuperati ed insuperabili in ambito analogico. Il digitale richiede, ai massimi livelli, caratteristiche progettuali un pò diverse (parlo della telecentricità) e sono un'altra storia. Se poi tu volessi vedere..."il mai visto" compra un proiettore per diapositive ed una macchina analogica (due/trecento euro in tutto), carica una pellicola dia di qualità (Fuji, per esempio)... e vedrai la Madonna! Il massimo assoluto che abbia mai visto (anzi, realizzato!!!) nella mia vita è stato Dia Fuji Provia 100 ISO + Hasselblad 500/ELM + Zeiss Sonnar 150/4.0 + proiettore Rollei P 11 con ottica originale 150 mm.. Un urlo! Ricordo dei ritratti con tali passaggi tonali sulle guance della...vittima con le sfumature del trucco...meglio che dal vero! Amen! G. |
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