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Al9000bysca
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avatarla fotografia e' un affare per ricchi?
in Blog il 02 Luglio 2018, 14:37


Ciao a tutti
Credo di essere un fotografo di Natura:
Un vecchio fotografo di Natura; abbastanza vecchio da aver conosciuto gli albori della fotografia naturalistica agli animali e da essermi ingegnato, nel mio piccolo, a cercarli, ed una volta trovatili, a cercare di avvicinarli per fare qualche bella foto. Ma non abbastanza vecchio da disdegnare le possibilità che il mezzo tecnico digitale oggi offre. La discussione che voglio aprire quindi non riguarda la tecnica, o le moderne attrezzature, delle quali, peraltro, sono un accanito fans. Ciò che mi preme dire è una cosa che porrò in forma di domanda me che, essendosi rafforzate abbastanza in me alcune convinzioni, potrei invece porre in forma di affermazione e cioè: LA FOTOGRAFIA DI ANIMALI E' OGGI QUESTIONE PER RICCHI?
E conseguenzialmente, ritenete che si possa parlare eticamente di fotografia di natura quella che si pratica oggi da molte parti?
Si può ancora considerare fotografia naturalistica il farsi portare con fuoristrada o motoslitte in un capanno attrezzato come un'abitazione, con l'aria condizionata o il riscaldamento, i vetri antiriflesso, i posatoi a 10 metri dove gli animali, attratti e trattenuti con esche sotterrate o invitate a tavole fissate a terra o poste sotto reti di acciaio, vengono a trovarsi costretti in pochi metri e mettono in atto comportamenti che in natura non vedremmo mai o molto raramente (combattimenti aquile v sciacalli o gatti selvatici v galli forcelli o orsi contro lupi). In natura gli animali evitano, nei limiti del possibile, i conflitti e questi comportamenti sono veramente rari.
E tutto questo dopo aver lautamente pagato il tutto compreso?
Beninteso, io non condanno minimamente i fotografi che si affidano a questi operator specializzati, come non condanno chi fa ad esempio un safari in Africa, cosa simile ma solo apparentemente, e non condanno chi va a fotografare in certi parchi attrezzati quali La Bayerisher Wald (io stesso ci sono stato e mi sono divertito tantissimo).
Quello che però non mi piace è che oggi vedo ovunque fotografie che probabilmente non hanno in archivio nemmeno Art Wolfe o Frans Lanting o Tom Mangelsen. Conosco bene questi grandi fotografi e so cosa hanno dovuto affrontare per i loro reportage (al di là dei fondi e non crediate sempre illimitati che il National Geographic mette(va) a loro disposizione).
Tra l'altro, questi ragionamenti mi provengono direttamente da considerazioni che riguardano i concorsi fotografici. E' esattamente la stessa cosa: tranne pochissime e illuminate eccezioni se si leggono le destinazioni dei vincitori e dei premiati dei grandi concorsi, sembra di leggere un catalogo di una agenzia di viaggi.
Questo modo di fare fotografia non lo condanno ma non lo condivido perché non mi ci riconosco più. Quello che vorrei sapere e se sono il solo a pensarla così (ma dai discorsi che sento tra gli addetti ai lavori non credo):
So che, come sempre quando si prendono posizioni impopolari, mi si scateneranno contro parecchi strali ma il mio intento non è per nulla polemico: vorrei solamente sapere se devo spendere quei pochi soldi che posso dedicare a questa passione magari per delle lezioni online con Tom Mangelsen o Frans Lanting oppure devo metterli da parte per andare nel paradiso fotografico del tutto compreso mordi e fuggi.



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avatarsigma 500 f 4.5 con tc 14 EII
in Obiettivi il 09 Gennaio 2012, 10:49


Ciao a tutti:
Ho un problema con la moltiplicazione del mio Sigma AF 500 f 4.5 acquistato nuovo lo scorso anno.
Ho cambiato il mio TC AF 17 EII con il TC AF 14 EII (a cui ho tolto il dentino) proprio per usarlo con il Sigma dopo essermi abbondantemente accertato che la suddetta configurazione funziona perfettamente.
Ma all'atto pratico la cosa non funziona; o meglio non funziona perfettamente:
L'autofocus funziona ma alla fine non riesce ad agganciare il soggetto e se tengo premuto il pulsante di scatto mi scaletta senza agganciare: se invece do' dei piccoli colpetti sul pulsante di scatto (3 0 4) alla fine aggancia il focus. Ora io ho letto di varie prove ed e' accertato che la configurazione funziona.
Ho provato anche a coprire i primi tre contatti del TC ma senza risultato. Che sia un problema di impostazioni macchina o di obbiettivo?
Qualcuno sa' darmi un consiglio?
Grazie
Alby


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avatarIl Coto Donana
in Articoli il 09 Settembre 2011, 11:34






Cavalli al guado ne "la Madre de las Marismas". Nikon D80, Nikkor AF S 18/70 f3.5, 1/1250 f/6.7, Iso 400.

Esistono posti che, nell'immaginario di ognuno di noi, rappresentano la somma delle emozioni, delle passioni e delle aspirazioni che un luogo di questo pianeta possa dare. Potrebbe essere, ad esempio, il caso di un fondale delle Maldive per un subacqueo, o dell'Himalaya per uno scalatore o ancora di un parco africano per un amante degli animali selvatici. Alle foci del fiume Guadalquivir, nel Sud della Spagna, nella splendida regione dell'Andalusia, esiste uno di questi luoghi che probabilmente rappresenta per il fotografo naturalista, ed in particolare per quello che si interessa di fotografia di avifauna, la somma di tutte le aspirazioni che egli possa avere.

Il parco del Coto Donana è uno dei parchi più estesi d'Europa ed interessa l'area della foce del fiume Guadalquivir in un triangolo compreso tra le città di Siviglia, Jerez e Huelva. Rappresenta il secondo complesso di zone umide per importanza dell'Europa occidentale dopo il Waddensee (il tratto di costa che va dall'Olanda al territorio danese). Il Coto Donana è la più estesa area protetta spagnola, riserva della biosfera per l'UNESCO e Patrimonio dell'Umanità dal 1994. Istituito nel 1978, è costituito da due distinte aree: il Parco nazionale che occupa una estensione di 50.174 ettari e l'adiacente e omonimo Parco naturale (chiamato Entorno de Donana) di 53.709 ettari. Lorigine del nome del parco è da far risalire al XVI secolo quando il settimo duca di Medina costruì un palazzo per la sua sposa, Dona Ana Gómez de Mendoza y Silva. Le terre circostanti presero presto la denominazione di Bosque di Dona Ana o Coto de Dona Ana, finché il nome si contrasse fino a quello che oggi conosciamo.
Il Coto Donana è terra di spazi immensi e di contrasti estremi: è ponte tra l'Europa e l'Africa; è stretta tra l'Atlantico ed il Mediterraneo. Si trova tra due continenti e proprio per questo presenta una concentrazione quantitativa e qualitativa di specie inimmaginabile altrove. Quasi la metà delle specie di uccelli europee (di cui circa un centinaio stanziali ed altrettante migratorie) per una somma di circa sei milioni di individui transita ogni anno per queste terre. Oltre ciò è di somma importanza per la presenza di alcune specie estinte altrove quali la Lince iberica o l'Aquila imperiale spagnola. Annovera, inoltre, specie animali estremamente interessanti quali il Cervo, il Cinghiale, la...


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