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Maori...

2a parte 2020

Vedi galleria (60 foto)

Maori inviata il 27 Luglio 2020 ore 11:58 da Antonio Aleo. 14 commenti, 447 visite.

a 105mm, f/16.0, ISO 100, treppiede. Parco Nazionale della Sila, Italia.

Quando muore un albero, la vita continua nel suo micro habitat. Le larve di insetti saproxilici scavano tunnel nei tronchi degli alberi morti creando meravigliosi disegni. E' necessario preservare il legno in decomposizione, importante per aumentare la qualità della biodiversità, fonte insostituibile per la stabilità dell'ecosistema forestale. Tutto il processo che porta alla marcescenza dura dai dieci ai venticinque anni ed è condizionato dalla temperatura e dall'umidità. il legno morto serve anche a rivelare la qualità e la vetustà di un bosco e più il luogo sarà vetusto, più sarà possibile scoprire al suo interno insetti rari. Ad esempio nel luogo in cui è stata scatta questa immagine, sono presenti piccoli nuclei di Rosalia alpina e Cucujus cinnaberinus, coleotteri molto rari e rappresentativi di luoghi incontaminati e vetusti.



Vedi in alta risoluzione 2.8 MP  



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avatarsupporter
inviato il 27 Luglio 2020 ore 12:13

Anche nella Foresta dei Bagni di Masino, che frequento spesso, vengono lasciati i tronchi marcescenti proprio per preservare l'habitat della Rosalia Alpina!
;-)

avatarsenior
inviato il 27 Luglio 2020 ore 12:24

Grande Lookaloopy. Oramai secondo le ultime normative, mantenere il legno marcio è necessario per preservare l'habitat. Molte delle catastrofi avvenute nelle foreste negli ultimi anni è anche a causa di questa mancanza di legno morto che rafforza anche il terreno, essendo di vitale importanza per le radici degli alberi e la rete sotterranea dei funghi utile per rafforzare il sottosuolo

avatarsenior
inviato il 27 Luglio 2020 ore 12:48

bella

ormai il valore del legno morto è uno degli indicatori riconosciuti per l'individuazione del boschi vetusti. I forestali classici non riescono a concepire che in un bosco si conservi il legno morto, lo stesso termine selvicoltura presuppone che il bosco sia coltivato come una normale coltura e non come un ecosistema naturale O. Ciancio, forestale fuori dagli schemi, ha scritto un passo interessantissimo su questo aspetto

“..... i forestali assimilano la gestione del bosco a un complesso di operazioni volte a massimizzare il reddito fondiario. Un modo come un altro per ricondurre la selvicoltura, l'assestamento e l'economia forestale ovvero la gestione del bosco – nel grande alveo dell'agricoltura scientifica, intensiva, meccanizzata e industriale. Cambiano i sistemi e i metodi colturali, ma l'assunto è lo stesso: l'esaltazione del principio tecnocratico e produttivistico.”

qualcosa cambia non fosse altro che nel recente Decreto sui boschi 34/2018 è stata inserita la necessità di individuare e censire i boschi vetusti. La strada è lunga

avatarsenior
inviato il 27 Luglio 2020 ore 12:53

Concordo Sigismondi. Verissimo, la strada è lunga, ma sembra che sia anche quella giusta. Qui nel sud è da qualche anno che è stato preso l'approccio giusto e piano piano da qualche risultato.

avatarsupporter
inviato il 27 Luglio 2020 ore 18:26

SPLENDIDA questa foto, un capolavoro di "gallerie artistiche" creato da questi preziosi insetti.
Concordo sull'importanza di lasciare i tronchi caduti per aumentare la qualità della biodiversità.
Purtroppo intere foreste nel Nord Est sono state schiantate dalla tempesta Vaia, i tronchi sono ancora a terra dopo più di 2 anni, l'ecosistema in questo caso è stato completamente stravolto. Prima che il bosco possa rinascere ci vorranno molti decenni! Triste

avatarsenior
inviato il 27 Luglio 2020 ore 18:36

NadiaB grazie per il tuo passaggio. Concordo con la tu analisi. Vedere quei boschi di abeti rossi distrutti mi ha letteralmente distrutto il cuore

avatarsupporter
inviato il 27 Luglio 2020 ore 18:43

Anche il mio Triste tanto più che ci vivo! Bisogna vedere di persona per rendersi veramente conto della forza distruttiva della tempesta e della vastità delle zone colpite! Una vera catastrofe.
Grazie per la tua sincera commozione, Antonio !

avatarsenior
inviato il 28 Luglio 2020 ore 9:41

Questa è forte Antonio, complimenti!

avatarsenior
inviato il 28 Luglio 2020 ore 9:48

Grazie mille Cosmosub

avatarsenior
inviato il 28 Luglio 2020 ore 22:56

sulla catastrofe di Vaia concordo ma è da fare una precisazione si tratta di boschi artificiali impiantati dall'uomo monospecifici e molto più soggetti a queste catastrofi, un bosco formato da specie diversificate ognuna delle quali reagisce in modo diverso all'azione del vento anche in funzione dello sviluppo dell'apparato radicale avrebbe resisto meglio all'evento molte piante non sarebbero cadute.

Lasciare i tronchi morti al suolo è un bene funzionano come difesa dall'erosione e dal dissesto, aiutano la crescita spontanea di nuove piantine creando un microclima che ne aiuta la germinazione e la crescita, la loro decomposizione produce humus. Ora sta spuntando un bosco diversificato molto più resiliente ai cambiamenti climatici e alle catastrofi varie

avatarsenior
inviato il 28 Luglio 2020 ore 23:43

Verissimo Sigismondi. Concordo con quanto dici

avatarsenior
inviato il 07 Agosto 2020 ore 17:15

Grazie tantissime Vittorio, troppo gentile

avatarsenior
inviato il 02 Settembre 2020 ore 22:22

Apprezzo sempre i tuoi lavori, questo mi piace particolarmente, sia per l'immagine sia per l'approfondimento che ne è seguito.
Complimenti Antonio.

avatarsenior
inviato il 03 Settembre 2020 ore 0:52

Grazie di cuore, mi fa immensamente piacere




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