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Alexanderplatz...

BERLINO 1998: TRA DOCUMENTI E RIC

Vedi galleria (21 foto)

Alexanderplatz inviata il 30 Gennaio 2017 ore 23:43 da Pistinna. 9 commenti, 620 visite. [retina]

, mano libera. Berlin, Germania.

Foto scattata con Pentax P30N e pellicola ILFORD HP5 PLUS Nella sezione articoli viene racconta la sua storia.



Vedi in alta risoluzione 8.8 MP  



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avatarsupporter
inviato il 10 Febbraio 2017 ore 0:16

Alexanderplatz auf wiedersehen cantava Battiato, bella colonna sonora per questa tua foto, ciao

avatarsenior
inviato il 10 Febbraio 2017 ore 0:33

Arrivederci a te Marisa!

avatarsenior
inviato il 22 Febbraio 2017 ore 23:08

Scelgo questa immagine per applaudire un bel lavoro nel suo complesso.
Questa perchè... Berlino è una città che mi ha sempre colpito molto. Prima del "muro", subito dopo soprattutto, e poi ancora negli anni. Ma soprattutto con il suo essere est, prima di ogni altra cosa. Per questioni mie, di sensazioni e bisogni personali...
Est che in qualche angolo, attaccato a qualche muro, sembra essere immortale.
E allora questa, col rigore dell'edificazione socialista che in Alexanderplatz trova sublimazione. L'architetto: come nel medioevo, vero e decisivo forgiatore delle coscienze dell'uomo nuovo...
Certamente la Trabant è est come più non si può, però, seppure... un tantino cambiata, Alexanderplatz mi sembrava il posto migliore per farti i complimenti ;-)

Se mai ti interessarà, a "est" come idea, ho dedicato un paio di lavori, uno proprio a una Berlino, col "muro dopo il muro"....

Un caro saluto
F

avatarsenior
inviato il 22 Febbraio 2017 ore 23:28

ottima composizione e geometrie
complimenti

claudio c

avatarsenior
inviato il 22 Febbraio 2017 ore 23:33 | Questo commento è stato tradotto automaticamente (mostra/nascondi originale)

Buona composizione, complimenti. Ciao rony

avatarsenior
inviato il 24 Febbraio 2017 ore 15:06

Claudio e Hassan, grazie del passaggio e dei complimenti.

avatarsenior
inviato il 24 Febbraio 2017 ore 18:48

Francesco GRAZIE per l'applauso a tutto il lavoro che però qui è parziale o meglio qui è in versione articolo, la sua idea iniziale non è completamente mostrata. Ho promesso nell'articolo che ne arriveranno delle altre e lo farò senza però ripercorrere il progetto originale che ha già avuto il suo tempo.
Parli dell'Est di Berlino con un filo di malinconia o sbaglio? Parlando di architettura io credo che sia una forma di scrittura popolare, traduce per gli "analfabeti" lo stato delle cose e del pensiero culturale del luogo e del tempo in cui vivono o si trovano a vivere. Solitamente l'architettura sopravvive al suo di tempo diventando, come la fotografia, documento.
Volentieri scambierei delle riflessioni sul concetto di est, sono curioso di vedere questi tuoi scatti che non sono però riuscito ad individuare. Scusa ho bisogno di un tuo aiuto.

avatarsenior
inviato il 24 Febbraio 2017 ore 19:37

Pistinna... no, in effetti le cose a cui mi riferivo, qui nel forum non ci sono. Magari, se ti interessa ti metto qualche link Sorriso

Vedi giusto. Non è malinconia di tipo sociale o, peggio, politico. E' nostalgia per un quadro di sentimenti, che pure in uno scenario che dobbiamo considerare negativo senza se e senza ma, mi sembrano un patrimonio perduto. Di cose con una verità profonda e semplice, che non riesco, forse per cecità mia, a vedere, ora e intorno...
Magari continueremo a chiacchierarne: ti metto però due righe con cui ho accompagnato un piccolo lavoro proprio su Berlino, che esprimono un po' il mio pensiero. Qui mancano le foto, ma se avrai voglia di leggerle... ;-)

"Est. Solo un ricordo. Per i più giovani, nemmeno un ricordo. E in quel ricordo, a vivere, soprattutto dolori e spie, divise, e un muro.

Eppure c'era una malinconia lieve. Nel gelo di Alexanderplatz, freddi i muri e così i cuori, pulsava nascosto e impronunciabile un sentimento potente. Così potente che non poteva essere espresso.

Nemmeno, forse, se il regime non lo avesse impedito, quel sentimento avrebbe superato la barriera dei cappotti pesanti. E così si raggomitolava in quella malinconia, scritta su ogni volto e su ogni insegna dalla luminosità incerta e traballante.

Friedrichstraße non è più luogo per incontri clandestini e documenti cifrati che passano di mano. E' una sirena occidentale dai negozi fosforescenti, che alla sua fine sfodera il passato, parrebbe, solo per esibirsi presente. Non si passeggia più, quattro passi fino al muro, per una sigaretta. Le vetrine dorate scaldano di più.

Certo sarà sola suggestione, ma ancora lo respiri, in qualche angolo, davanti a una lavanderia o dentro un portone. Ancora sembra aleggiare quella malinconia lieve, come se la cipria nuova non potesse cancellarla, sentimento irreversibile.

Camminare dentro un ricordo che è materia e che vive, incollato sui muri delle case. Attraversare strade che non sanno più quale sia il loro tempo, e così ne raccontano uno soltanto. Fermarsi sulla riva del fiume, dove tutto è immobile, carico di un odore che non è mai mutato.

Ma è solo suggestione. Est, nemmeno un ricordo.
Un'icona, di colore grigio. Sbiadito"



avatarsenior
inviato il 26 Febbraio 2017 ore 16:45

Ho letto con interesse il tuo pensiero e sono andato sul tuo sito per cercare di recuperare i lavori.
Ho trovato l'articolo dove parli dell'architettura in "un sogno che dovevamo sognare" e poi le immagini relative a quanto mi hai lasciato scritto in After The Wall .
Molto bello il piccolo lavoro berlinese, in privato con più tempo ne chiacchierò volentieri avanti se vorrai.
Qui vorrei rispondere alla tua malinconia per quel patrimonio di sentimenti che non riesci a ritrovare più oggi.
Secondo me, se segui la storia attraverso tutte le sue strade, quei sentimenti li ritrovi eccome. Non sono qualcosa di strettamente legato a ciò che è accaduto, fissato cioè in un luogo e in un tempo, ma sono parte integrante dell'uomo che vive con l'uomo nel tempo, insomma sono le fondamenta dei rapporti sociali. Sostieni che la tua non è malinconia sociale, perché ti fermi a guardare il singolo individuo, perché la tua fotografia, anche quando raffigura più persone, spesso non le mette direttamente a confronto. Il confronto che fai è tra te e quello che fotografi, il sentimento ed il pensiero umano spesso nei tuoi lavori è il tuo. Come molti di noi (me compreso) scatti per te stesso insomma. Ben intesi, la mia non è una critica al tuo pensiero o al tuo essere, io sostengo soltanto che la storia quei sentimenti di cui parli, come succede per altri aspetti che la compongono, se li porta dietro sempre. Ogni cosa ciclicamente ritorna, quasi a non cambiare mai. Li ritrovi sempre in tutte le epoche in tutte le situazioni quei sentimenti di cui tu parli. Prendono forme e sembianze diverse questo si ma, ripeto, sono alla base del vivere sociale, ed il vivere insieme detta la storia che controlliamo.
Tralascio cosa penso sul controllo storico (che tradotto vuol dire politico), ma mi spingo fino a qui per sottolineare che quando tu dici "non è malinconia di tipo sociale o peggio politico la mia .... (quei sentimenti) mi sembrano un patrimonio perduto... che non riesco a vedere ora e intorno." rappresenti "solo" il rapporto che hai tu con quello che guardi tu, con quello che hai intorno tu, nel momento in cui vivi tu. E' il rapporto che hai tu con la tua fotografia.
Secondo me la storia ed i sentimenti a cui ti riferisci vive di molte vite, la loro rappresentazione è un processo artistico complesso che richiede il coinvolgimento di più soggetti non ultimo lo spettatore.




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